Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Maggio 2020

Eros, philos, agape.

Post n°932 pubblicato il 25 Maggio 2020 da gianor1

Intricato raccontare quello che non riesco a vivere  ma si sviluppa in me, impegnando  la contezza di ciò che, invece, non riesco a condizionare.
Lo avverto nel petto e dentro la testa espanso come bruma nelle tracce vitali della mia fisicità.
Irrompe all'improvviso, appanna la vista e confonde la ragione.
Non si accontenta di esistere oltre me, ma gioisce nel lacerarmi amabilmente l' animo.
Ammorba i pensieri e turba i gesti, rendendo micidiale la sua presenza e pretende in  esclusiva l'attenzione e il riguardo.
E' un male che colpisce lentamente e fa morire anche prima dell'ultimo respiro.
Ma morte dolce e necessaria.
Irriducibile? No. Credetemi, sono abbastanza frale e delicato.
Ed è il convincimento di questa  vulnerabilità che mi allontana dalla sua ricerca.
Se dovessi sacrificare la presunzione, o lasciare addolcire la tempra che, a volte, contradistingue la personalità, sarebbe assai facile smarrirmi nei meandri dell'illogicità.

Il perimetro sifonico che racchiude l'intervento si
manifesta tramite un' esecuzione finemente espressiva dal punto di vista tecnico. Il pentagramma ha un intreccio euritmico, fluente e diafano  particolarmente nell'allegro agitato iniziale, che con i suoi accordi argentini e nitidi dona un sentore rinnovativo della natura come in una tersa mattinata di questo maggio. Il moderato cantabile successivo mèndica una sosta in un pensieroso arretramento psicologico, leggermente dipinto di malinconia; poi  d'emblée ricompare il tema principale con la sua magica levità e il brano termina  con la simbiosi delle due melodie in un' unica figurazione armonica.

                                        
Appendice emergenziale

Ho una convinzione dettata sopratutto dagli eventi di questo periodo difficile e incerto. I politici di ogni orientamento ideologico  sono disponibili alle telecamere e ai superlativi, ma restano adiafori alle critiche. Non ce n'è uno, mai, dico uno e lo sottolineo, che confessi di essersi sbagliato, e pertanto disposto a farsi da parte. Non ce n'è uno che dica: "Scusate, tolgo il disturbo". Sono tutti attaccatissimi al potere che chiamano dovere; parecchi, quasi tutti, come Vittorio Alfieri per stare al sicuro si fanno legare alla poltrona. In verità alcuni ministri e sotto ministri per quello che stanno combinando meritano la cacciata a "bogau a son'e corru" ("cacciato al suono del corno", detto tutto cagliaritano che affonda la sua radice all'epoca della dominazione aragonese della mia città), Ma siccome il momento è grave ma poco serio e, soprattutto, per molti la scampagnata a Montecitorio sarebbe bella che finita, avanti tutta. Ma che ce frega, intanto da che mondo è mondo “la cosa comunque va”. Per doverosa riservatezza e obbligata eleganza, mi astengo dal precisare dove.

                                         Appendice politica (?)

I rossi marxisti, a dispetto del cianciare dell'ex cavaliere Silvietto, neppure in piena tempesta ormonale mangiavano bambini ma lasagne a quattro strati con abbondante ragù bolognese. Tra balle e verità, il berlusca aveva resuscitato persino la destra più a destra e sepolto il Pci, ma non la parentela più o meno sinistrosa, indefinita e indefinibile. Companeros del dondolo che campicchiano attaccati al cordone elettorale grillino e al biberon di acquetta sciroppata di Matteo Renzi. "Offriamo al Paese una forza per voltare pagina. Questo è un Governo che si fonda sulla capacità del confronto e soprattutto per chiudere la stagione dell'odio, che forse serve a qualcuno per prendere voti ma non serve agli italiani. È il tempo del lavoro, della crescita, dello sviluppo, della green economy, degli interessi generali del Paese, del rinnovamento dell'Europa": parole del fratello di Montalbano, segretario Pd. Ad oggi, anche al netto del coronavirus, dell'odio che non è amore e del sole pallido dell'avvenire, sono rimaste quattro note e un paio di scarpe rotte. Lavoro zero, sviluppo altrettanto. In tasca agli italiani è entrato meno di niente. Dal verde padano siamo passati al rossiccio zingarettiano tra il frinire dei grillini e una spruzzata di vecchi dici: colori e profumi. Di Boschi. E come gli aromi la sinistra evapora...ahime!

 
 
 

Similitudine

Post n°931 pubblicato il 18 Maggio 2020 da gianor1
 

Ho la consapevolezza che l' esistenza si realizzi attraverso un'analisi dell'etica educatica e comportamentale agendo nei riguardi dei diritti altrui, nella percezione della giustizia complessiva e particolare. Concetto che in me si appalesa in maniera evidente ma semplice quando navigo in solitario. Infatti ottengo le sensazioni di questo dinamico impegno di ricerca nel silenzio profondo della coscienza, senza le interferenze delle problematiche negative che la società globalizzata costruisce artefacendo i princìpi e i valori di solidarietà e di integrità morale.
Le rotte individuate che disegno sulla mappa, anche se indirettamente, contengono le coordinate similari al valore della vita, che trascendono gli obblighi del mio impegno lavorativo e dell'esercizio sociale per il sopravvivere.
Una sola cosa mi rammarica: queste deduzioni difficilmente vengono esaudite nella speculazione filosofica e politica contemporanea (quei pochi che fanno esercizio di verità vengono tacitati dal predominio della comunicazione e dall'egemonia distorta del capitalismo), poichè ritenute esclusivamente pretensioni troppo dispendiose o peggio superflue.
La conseguenza di questa disanima teorica è che mi trovo sommerso da indicazioni sul dove, ma poco o nulla circa il come e perchè del mio procedere.
Eppure i complessi elementi della navigazione pongono innumerevoli interrogativi niente affatto elementari e insignificanti, e la ricerca conseguenziale della soluzione potrebbe  dare un contributo alla raccolta di indizi comprensivi a quello che l'epistemologia degli antichi greci indicavano come eudainomia, vale a dire: il bene nella felicità.

Il sussurro musicale di questo intervento s'insinua fra li lemmi con la dolcezza che anticipa le composizioni di Ravel e il tema pianistico riproduce immagini sonore fantasiose e naturalistiche
che l'artista nell' esecuzione sa ben calibrare. Delizioso l'effetto iniziale, un fruscio gentile di note, al modo di stormir di fronde, inseguito dal moto concentrico di un arpeggio perpetuo con qualche variante superficiale di fioritura  interpretativa che provoca l'inizio di un breve passo elaborativo che muta lo scenario tonale di riferimento.

                                            
Appendice post virale

Oramai so abbastanza di come sarà la mia esistenza dopo l'epidemia virale. Conservo nella mente e memorizzati mello smartphone  i dettami che mi vengono imposti. Alcuni amici non rivedranno più le postazioni di lavoro e nei vari uffici,senza obblighi d'orario, svolgeranno il lavoro da casa, grazie a computer e internet. Lo chiamano lavoro agile (non uso il termine inglese, in italiano è molto più significativo), come se prima fosse un lavoro stupido. Utilizzerò i mezzi pubblici attraverso il numero chiuso (anche se non capisco chi sarà il delegato alla conta), in treno potrò salire solo con la prenotazione nominale e il mio telefonino conterrà un'app che segnalerà un potenziale untore nei paraggi. Dei ristoranti poi ne vogliamo parlare? Tavoli distanziati e barriere in plexiglass. Presto diranno anche come frequentare le spiagge. App, ombrelloni a distanze siderali, bagni contingentati, tintarella a numero chiuso. Potremo entrare nel nostro bar preferito e sorbire un buon caffè o un capuccino con brioche, ma sarà obbligatorio una mascherina con la cerniera lampo per poter sorseggiare i liquidi. Insomma, la mia vita è stata pianificata per chissà quanti mesi. Ma esperti, virologi, epidemiologi, politici, psicologi e commentatori vari non hanno ancora risposto a una semplice domanda. Tra mascherine e distanziamento sociale ma soprattutto personale, come faranno le persone a innamorarsi? Si instaurerà una nuova "carboneria" per poter limonare?

                                             Appendice post virale 2

Cari cittadini-sudditi apriamo tutto, ma senza esagerare: teniamo sempre ben accostate le serrande. Non si sa mai! Gli euro ci sono, sono tanti e questa volta ve li diamo davvero, non come a marzo quando giocavamo ancora a Monopoli. Grazie signor Conte, ma non si atteggi a benefattore: quei 55 miliardi non sono suoi, sono nostri e graveranno su noi e le generazioni future. Temo a dirlo a mia figlia, forse chiederebbe di cambiare cognome ed identità. Li amministri con accortezza altrimenti l'annunciata "azione poderosa" si tramuterà in un bluff poderoso. Non assuma atteggiamenti spavaldi, che non le si addicono; non mi ripeta per l'ennesima volta "mi attaccano ma rifarei tutto", come se finora non avesse commesso disastri. Non insista con la sfida "vado avanti, non posso inseguire l'opinione pubblica": corre il rischio che l'opinione pubblica insegua lei. Faccia bene i conti col presente e con il futuro. Non basta immettere liquidità: il carburante non serve se la macchina non funziona. La porti da un buon meccanico, non ci metta le mani lei, non ce le faccia mettere da quelli del suo strampalato gabinetto. Smentisca, se può, i suoi supporter grillini, che sul quotidiano “La notizia”, loro organo ufficiale di stampa, per elogiare il decreto-poker “Rilancio”, hanno intitolato a tutta pagina: "Una manovra bestiale". È vero che per alcuni di loro l'italiano è una lingua straniera, però senza volerlo questa volta l'hanno azzeccata.

                                                 Appendice umanitaria ed esemplare


Ho letto nei quotidiani nazionali di un certo Luigi Cavanna. Mi sono chiesto chi è? Attraverso Google ho appreso che è un medico, un sessantenne, primario di Oncoematologia all'ospedale di Piacenza, che usando la sua esperienza e il buonsenso ha fatto quello che comitati scientifici, pool di esperti, presidenti del Consiglio, governatori e sindaci hanno capito con giorni e giorni di ritardo: ha prestato assistenza ai malati di coronavirus a casa loro, cercando di evitare il congestionamento degli ospedali e la fatale diffusione del virus. Si chiama medicina sul territorio, quella che la politica ha smantellato pezzo per pezzo, riforma dopo riforma. Invece è proprio da questo tipo di assistenza che si deve ripartire, dalla professionalità di medici e infermieri sulla porta di casa, per fornire aiuto ma anche umanità. Il Time ha dedicato al dottor Cavanna un ampio servizio, adducendolo a esempio di come dovrebbe essere la sanità. Ora, questo medico tornerà in corsia a cercare di salvare qualche vita senza nessun clamore. Nel frattempo Parenzo e Sallusti litigano in tv, Renzi minaccia la crisi di governo e Conte pensa di candidarsi con il M5S, e i grandi gruppi economici (FCA, Benetton ecc..) chiedono sussidi per miliardi di euro!!!


                                              Appendice inconsulta

Quando fu scelto un superman anti Covid di Palazzo Chigi, pochi sapevano chi era Vittorio Colao. Con ironia evocai la Banda Arbore, quella del cacao, e feci la rima: Colao meravigliao. Da lui, supermanager delle telecomunicazioni, dovevano venire soluzioni geniali per annichilire il coronavirus. Invece, dopo un lungo silenzio, che ingenuamente credetti profondamente meditativo, la sua mente partorì soltanto un triciclo: "Non perdiamo l'occasione di questa crisi, andiamo in bicicletta". Lo disse serio calando la sua riflessione come una scala reale a poker. Una genialata da fare invidia ai tanti pendolari lavoratori che fanno giornalmente assai chilometri chiusi in un vagone ferroviario o in una macchina oramai vecchia e scassata. Il premier ha confidato di essere deluso: persino lui, il Conte dell'ovvio, ritiene banali i report del suo consulente. Qualcuno gli ha fatto notare che la task-force non è stata feconda perché composta solo di uomini. Da lì l'idea di fare copulare i cervelli dei rambo anti Covid con quelli di cinque “quote rosa”. Ma non c'è stata reazione chimica: accoppiamenti sterili, zero idee. Non si scoraggi Presidente: gli insuccessi sono il suo mestiere. Si ricordi piuttosto dell'aforisma, oggi attuale, di Aldous Huxley: "La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano". Nemmeno di mente, parlamentari compresi.

 
 
 

Un presente senza sorrisi

Post n°930 pubblicato il 11 Maggio 2020 da gianor1
 

Ieri ho scritto ad un' amica  per confidarle il mio attuale stato d'animo. A dir la verità avevo il desiderio di un sorriso ed il suo è simile ad un abbraccio. Caratteristica che invidio.
Ho espresso con sincerità di come un Amore dimori sempre nei miei pensieri e che i suoi moniti si destreggiano nella mia coscienza come i movimenti di danza che seguono la stessa melodia ma le linee coreografiche sono sempre poliedriche, come gli accadimenti esistenziali.
Le ho confessato che ho incertezze ad impegnarmi unicamente in semplici passi, ma esigo la ricerca  di figure armoniche più intense per vanità o acribia. E' la verità, forse colpevole, per trovare un senso valutabile col criterio distintivo tra bene e male al mio modo di essere padre, e di cittadino consapevole.
Le ho detto dello smarrimento che, a volte, mi avvolge e che, la conseguente anomalia esistenziale di questi giorni, genera solitudine.
In effetti in questo caos, vedo gli avvenimenti in maniera cristallina. Ho la consapevolezza di razionalizzare positivamente la negatività dell'isolamento. Per questo affermo il potere sugli eventi futuri, scegliendoli.
Blandisco desideri e ossigeno  sogni.
Ma non riesco a sorridere a questo presente.
Non sono felice quanto mi piacerebbe: sono consapevole, quasi carnalmente, di tutte quelle cose che mi mancano. Ma sono soddisfatto quanto basta, accogliendo anche la mia malinconia.
Sono fatto di gioia e di silenzi.

Il margine musicale che circoscrive l'intervento di questa ebdomada è il prodigio che si realizza tra musica e poesia. 
E' una melodia dove la linea di pianoforte e bandoneon si intreccia ad archi e clarinetto,conseguendo orditi armonici a dir poco edenici. Inoltre, lo stesso tema viene elaborato con delle variazioni, che mutano forma  per approdare alla suite finale con un' eufonia  simil ad una partitura jazz.

                                         
Appendice ecclesiastica

"Giuseppi" il nostro presidentino , uomo di chiara fede , si è immesso in un gran guazzabuglio. Nella attuale fase due del dissesto sanitario ed economico non ha inserito la riapertura dei luoghi di culto. La ripresa delle attività lavorative e di svago, aveva detto, avverrà per gradi tra il 4 maggio e il 1° giugno. Nel lungo elenco c'era tutto, superenalotto compreso, ma non le chiese. L'esercizio pubblico del culto cattolico non vi era contemplato. Vietata una preghiera davanti a un altare, consentita invece una giocata alle slot-machine o ai gratti e vinci. Eppure questo premierino venuto dal nulla era sembrato pio e timorato dell'Altissimo. Sono noti i suoi pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo per venerare il santo di Pietrelcina e si sa che il suo rapporto con papa Francesco è più amicale che istituzionale. Queste sue credenziali però non lo hanno salvato dal biasimo della Cei, del cui sostegno ha bisogno. Perciò ha fatto rapidamente marcia indietro e ha stilato un miniconcordato: dal 18 maggio chiese aperte, seppure con le note cautele. “Parigi val bene una messa”, ha commentato il meno incolto dei grillini. Di Maio, informatosi sulla storica frase a lui ignota, ha appreso che chi la pronunciò divenne re di Francia. Allora, indossato il vestitino attillato di ministro degli Esteri, è andato a sentire messa a Parigi. Hai visto mai che si restauri la monarchia, magari quella borbonica.


                                      Appendice infastidita (a dir poco)

Sono assai infastidito dai politicanti del chiacchericcio vano, futile che da mesi tutti i giorni allo scoccare dell'Ave Maria intonano il “Miserere”: una litania fuori luogo. Dopo avermi opportunamente disinformato perseverano malevolmente a triturarmi: ora basta, ho compreso che chi va oltre paga, forse. Ma se fosse indispensabile come la mascherina, andiamo almeno sul leggero. In quest'Italia metà galera dove i domiciliari si concedono in B(u)onafede anche agli ergastolani al 41 bis, mettiamoci almeno un po' di brio. Due minuti al padano Attilio Fontana, il Nazareno col coronavirus in testa da mercoledì delle ceneri, e il triplo a Vincenzo De Luca comandante in capo della Campania felix, interprete della sceneggiata politica incacchiata. Qualche pillola. “Belle ragazze che corrono con i vestiti aderenti mi consolano ma i vecchi cinghialoni senza mascherina con la tuta alla caviglia andrebbero arrestati a vista”. “Tamponi ma non a capocchia”. “Economia attiva e passiva: concetti equivoci”. “La stupidaggine non è un argomento”. “Il politico meneghino sovranista va in giro con gli occhiali nuovi, color pannolino da bambino”. “Ma chi se ne frega del centrosinistra, parlo da uomo. Non sono il pipiripà”. “Vasi inania multum strepunt”, i vasi vuoti fanno un gran rumore. Si riferiva al prossimo suo, non come se stesso.


                                             Appendice dolorosa

Scordo per un' istante l’onda bipede meschina che divora la cronaca. È esistito un uomo così. Oggi mi basta.


 
 
 

Lezione telematica

Post n°929 pubblicato il 04 Maggio 2020 da gianor1
 

La didattica a distanza, oggi, è una buona alternativa anche nella prospettiva di una scuola proiettata al futuro. Consente di studiare ed apprendere durante questo lungo periodo di vita monastica ma è anche un'arma a doppio taglio. Temo che si corra il pericolo di esporre l'intimità del proprio domicilio e di farlo diventare di dominio pubblico e che ci si presenti davanti alla telecamera personale in condizioni, diciamo così, non perfettamente adeguate per un'aula scolastica. In questi giorni non ho potuto fare a meno di trovarmi di fronte allievi con cigli assonnati e distratti,  qualcuno che si presenta in ritardo magari con la sigaretta in bocca e in pigiama.o addittura in mutande E altri che seguono le videolezioni con la tv accesa o con in mano la playstation. Eppure, dall'altra parte dello schermo ci sono io che spiego, che esercito, insomma, il lavoro al meglio delle possibilità del momento. Per molti allievi, la didattica a distanza si è trasformata in lezione "confidenziale”" alla quale ci si presenta con i capelli arruffati, la tazza di cappuccino sul tavolo e in bocca metà brioche. La sciatteria ha preso il sopravvento e allora consiglio attenzione, perché a fine anno c'è il voto di condotta. Quindi, durante le lezioni a distanza ci si comporta come se si fosse in classe. Quindi, con uno sguardo alla lavagna e uno al telefonino per stare in contatto sui social; con i jeans stracciati e le infradito; pronti a polemizzare col prof e, se necessario, minacciarlo o aggredirlo. È vero, abbiamo tutti un gran bisogno di normalità e forse anche di educazione.

Il pentagramma della settimana ripercorre
l'enunciato ricco e vitale di quella indagine del mondo infantile, nelle sue intensioni psicologiche più incisive, intrapresa dal compositore con la percezione di penetrare in una regione della sensibilità umana ancora sconosciuta alla musica della prima metà dell'ottocento. Perciò la spontaneità quasi adolescenziale è l'esegesi interpretativa per questa opera. Accessibile e subitaneo il percorso delle note ma mai elementare le successioni armoniche, spesso lapalissiane e ben decisi i punti nodali della struttura. Ho scelto il primo dei tredici brani che compongono l'opera, perchè il tema appare dolcissimo. Insomma il "C'era una volta..." delle fiabe.

                                              
Appendice circense

Clown, trapezisti, domatori e giocolieri, trasformisti: signori, benvenuti al circo Italia. Lo spettacolo non è granché, costretto e ristretto com'è Conte il placido tra Renzi che si sfila, Zingaretti che si infila, Di Maio che sfiata e Berlusconi che rifiata. Le Regioni e i Comuni poi si divertono a cancellare la sera quello che il capo dispone la mattina: “Qui comando io, questa è casa mia”, cantano in coro. I governatori e i sindaci si muovono in ordine sparso, ognuno fa come pancia comanda: avanti c'è posto e, chissà, qualche punto in più di gradimento nel Coronashow. Matteo Salvini ha riscoperto il varietà: “Okkupando il Parlamento”, salone Margherita, orario continuato festivi compresi. Tra l'impassibile Conte e l'impossibile Europa la trovata ha funzionato quanto i digiuni che a Marco Pannella facevano aumentare la vanità e perdere di peso. La bilancia di Matteo Salvini è tarata sui sondaggi: più salgono, meglio sta. Giorgia Meloni sventola i cartelli sotto palazzo Chigi: “Il Silenzio degli innocenti”. Ci siamo stancati, urla. Pure io, onorevole, ma per motivi diversi dai suoi. Come non bastasse è saltata fuori un'altra grana: i buoni pasto spettano anche a chi lavora e mangia a casa? L'argomento è complicato ma tranquilli, il professor emerito Gustavo Zagrebelsky insieme ad altri "professoroni intellettuali" ci saprà dire. Ma soprattutto lo spieghino a quelli che fanno la fila alla Caritas, ai tanti lavoratori che hanno perso il lavoro. Alle tante Donne che sono costrette a stare a casa con i propri figli, alienandosi coattamente dal lavoro, agli artigiani che sono costretti a chiudere per mancanza di liquidità...

                                           Appendice dantesca

Alcuni costruiscono, altri disfano. Dante fece, Di Maio disfa. L'accostamento è irriverente, e vuole esserlo. Ogni tanto un elettroshock è necessario per svegliare la società dal torpore in cui la confinano quei politicanti che, per ricorrenti sberleffi della Storia, si incuneano nella politica, arte suprema del vivere civile. Dante ha costruito la lingua italiana e con essa l'identità di un popolo. Poi sono arrivati i distruttori. Oggi il picconatore più autorevole è Gigi Di Maio, che vestendo avventurosamente i panni di ministro degli Esteri così straparla: "Perché è logico che abbiamo avuto aiuti ma abbiamo avuto bisogno anche di comprare all'estero e se abbiamo potuto comprare all'estero con contratti con prezzi di mercato è stato grazie al fatto che abbiamo potuto avere dai governi dove siamo andati a comprare anche la possibilità di esportare i prodotti che acquistavamo". Totò direbbe a Peppino: virgola, punto, due punti, punto e virgola. Il linguaggio moderno, adattato ai mezzi elettronici della comunicazione, si sta impoverendo. Il vocabolario è sempre più scarno, il senso delle parole è ambiguo. Persino Di Maio, che pure è un pischello istruito essendo universitario fuoricorso, va nel panico quando deve distinguere un congiunto da un congiuntivo e un decreto-legge da un decretino.


                                        Appendice autorizzata

Il caso dei congiunti, del fidanzato/a che si può andare a trovare mentre l'amico/a invece no, sulle prime sembra ridicola. Capisco che, di base c'è sempre il pensiero borbonico che i cittadini è meglio intimidirli che sensibilizzarli, ma all'inizio sono i prospetti bizzarri ad attirare l' attenzione.
Mi domando: chi vigila sul rapporto affettivo fra l'automobilista e la persona che va a trovare? E con quali competenze lo fa? La pattuglia leggerà i messaggini bacino-bacetto sul telefono? Istituiremo la guardia di Fidanza? Senonché il senso vero della questione è venuto fuori l'altro giorno, quando Virginia Raggi ha detto che le passeggiate nei parchi e le corse vanno fatte con giudizio o queste concessioni verranno revocate. Sindaca, le cose stanno al contrario. Dica “opportunità”, usi un altro termine e se non le viene in mente si faccia prestare il vocabolario da Di Battista, che tanto lo usa poco. Ma concessioni no. La concessione la sto esercitando io cittadino di una democrazia occidentale, a una classe dirigente per molti versi accidentale. Concedo che mi vengano ridotte le libertà d'impresa, di riunione e di movimento, e lo faccio per il bene comune. Non illudetevi che sia iniziata la Fase Bue perché i miei diritti me li ricordo uno per uno. Con la chiarezza della nostalgia.

 
 
 

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AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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