Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
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Messaggi di Giugno 2020
In città c'è un uomo di circa cinquant'anni (lo chiamerò Efisio) affetto da una qualche malattia psichica che non saprei definire. È buono, non fa male a nessuno, non è pericoloso. Per tutto il giorno cammina per le vie del "Quartiere del Sole" con passo strascicato, lo sguardo perso nel vuoto. Al mattino, si reca sempre nel solito negozietto di generi alimentari, dove mani amorevoli (non compassionevoli, amorevoli) gli regalano un panino imbottito. Lui ringrazia, saluta e prosegue il suo incessante vagare per le vie della città. Estate e inverno. Il suo ciondolare incerto era particolarmente penoso durante i giorni del confinamento, in strade deserte, senza quel minimo contatto umano che, immagino, possa aiutarlo a sopportare il peso di un'esistenza miserevole. Quest'uomo cammina senza meta, senza speranza, aspettando la fine dei suoi giorni. Non so se abbia una famiglia che in qualche maniera lo aiuti. Ma mi domando: la società non dovrebbe adottarlo? Coccolarlo? Fargli compagnia? Non dovrebbe esistere una struttura moderna, immersa nel verde, con assistenti sociali, psicologi che supportino (e ce ne saranno tanti altri come Efisio) questi nostri sfortunati compagni di viaggio? No, non esiste. Parafrasando un grandissimo: ditemi voi se questa è una società civile. Il filo musicale che intreccia e contorna l'intervento settimanale dona a profusione la poesia e la particolare attitudine dell' anima umana a sentirsi felice tanto nella rinuncia quanto nel giòlito, tanto nel sogno quanto nella realtà; note che prediligono il predire piuttosto che il sapere; versi del pentagramma che sorridono e cantano anche tra le lacrime. L'esecuzione di questo brano viene presentata nella versione per pianoforte solo, contraddistinta da quel fuoco ritmico di trascinante ardore pur senza toccare la geniale sublimazione delle più celebri pagine scritte dal compositore negli anni della maturità. Il virtuosismo ha un ruolo di prim'ordine e appartiene all'autore più autenticamente sincero e coerente con se stesso. |
Desidero proseguire sulla rotta sempre inedita e intrigante dei miei giorni. Il mare, simil sirena ammaliatrice, induce la volontà ad issare le vele tenendo le mani ben salde sul timone e, con lo sguardo attento al cerchio azimutale, indirizzo la prua verso un nuovo obiettivo. Alcuni anni fa, se non sbaglio era il 2017, andava per la maggiore “Cinquanta sfumature di nero”, che piacque ai moltissimi che si volevano ingrifare però sentendosi glamour (ci fu anche una frangia ideologizzata che lo comprò credendolo un saggio sul patto tra fratelloni d'Italia e salvinisti, ma parlo di numeri molto ridotti). |
Non ho alcun dubbio: la scuola è un insieme di donne e uomini, è sensazioni olfattive diverse, paure, è sfarinatura di gesso bianco e colorato sulle mani e sui vestiti, è il solito zuzzurullone che sfrega il gessetto oramai consumato sull' ardesia facendoci digrignare e arrotare i denti, è assenza di voci quando il docente apre il registro e speri non pronunci il tuo nome. E’ volgere lo sguardo verso la compagna che ti attrae con un fulgido sorriso e tu diventi paonazzo, è abbassare il viso se il prof ti osserva con "cinica crudeltà" e vorresti eclissarti perché non hai studiato. E’ gli appicci che escogiti, le esercitazioni che riproduci copiando, le facezie e le maldicenze sui professori., sui bidelli. E’ l’odore dell'aula, il pichiettio delle dita sul laminato plastico color pisello dei banchi in cui sono incisi nomi di altri allievi prima di te, e se metti una mano sotto la sedia rintracci con disgusto qualche gomma spiccicata ormai solidificata. La scuola è la vibrazione assordante della campanella, sei te che hai ritegno a recarti nel cortile durante la ricreazione per non intercettare gli occhi verdi della ragazza che non sai ancora di amare, o dei compagni che senti più affascinanti di te e allora provi vergogna, o del gradasso che ti fa l'imboscata per rubarti la merendina. La scuola è professori che ti fanno tremare con la minaccia di una interrogazione per la quale non sarai mai preparato . Perché la matematica o la chimica, per esempio, proprio non riesci a digerirle. |
Esaurito il periodo adeguato e necessario del confinamento ho deciso di trascorrere un paio di giorni, lontano dagli impegni didattici, per veleggiare con la mia barca ma soprattutto per solcare i frangenti di alcune impressioni acquisite su determinati accadimenti provocati dalla limitata libertà. |
Estrapolazioni semi serie della mia effeméride settimanale. L'inizio della pandemia è stata la fase della psicosi. Scienziati esperti (?)e politici (sic!) hanno fatto corpo unico contro il nemico. I primi hanno indicato la strategia dell'assalto e le regole del combattimento, i secondi hanno esercitato il loro potere di chiamata alle armi. Personalmente, volente o nolente, ho risposto. Della seconda fase sono state protagoniste le cosiddette task-force, truppe di intellettuali travestiti da marines. La loro missione non aveva obiettivi militari ma metafisici. Perciò la loro azione è stata platonica. Nella terza fase stanno emergendo i sociologi. Secondo loro il dopo Covid non pone soltanto problemi di ripresa economica e lavoro. L'umanità dopo mesi di vita innaturale è disorientata. La gente, dicono, è cambiata. Nulla sarà più come prima. Nella vita sociale s'insinuerà la diffidenza, l'ospite sarà guardato con sospetto. Gli algoritmi sostituiranno codici e vangeli. Ma devo prenderli sul serio questi profeti allucinati? Sono cambiatio, sì: ma momentaneamente. Tornerò quello di prima, ne ho una voglia matta. Sarò ancora buono e cattivo, continuerò a fare le cose nobili e turpi di sempre. Con una novità: prima di dargli credito farò fare la prova tampone a politici, esperti e sociologi per individuare tra loro gli immunointelligenti. |
Spigolature
AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde
PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.
"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".
Inviato da: LallaBasile
il 21/09/2024 alle 10:23
Inviato da: gianor1
il 20/09/2024 alle 21:06
Inviato da: gianor1
il 20/09/2024 alle 21:05
Inviato da: gianor1
il 20/09/2024 alle 21:05
Inviato da: gianor1
il 20/09/2024 alle 21:04