Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Giugno 2020

Se questa č civiltā...

Post n°937 pubblicato il 29 Giugno 2020 da gianor1
 

In città c'è un uomo di circa cinquant'anni (lo chiamerò Efisio) affetto da una qualche malattia psichica che non saprei definire. È buono, non fa male a nessuno, non è pericoloso. Per tutto il giorno cammina per le vie del "Quartiere del Sole" con passo strascicato, lo sguardo perso nel vuoto. Al mattino, si reca sempre nel solito negozietto di generi alimentari, dove mani amorevoli (non compassionevoli, amorevoli) gli regalano un panino imbottito. Lui ringrazia, saluta e prosegue il suo incessante vagare per le vie della città. Estate e inverno. Il suo ciondolare incerto era particolarmente penoso durante i giorni del confinamento, in strade deserte, senza quel minimo contatto umano che, immagino, possa aiutarlo a sopportare il peso di un'esistenza miserevole. Quest'uomo cammina senza meta, senza speranza, aspettando la fine dei suoi giorni. Non so se abbia una famiglia che in qualche maniera lo aiuti. Ma mi domando: la società non dovrebbe adottarlo? Coccolarlo? Fargli compagnia? Non dovrebbe esistere una struttura moderna, immersa nel verde, con assistenti sociali, psicologi che supportino (e ce ne saranno tanti altri come Efisio) questi nostri sfortunati compagni di viaggio? No, non esiste. Parafrasando un grandissimo: ditemi voi se questa è una società civile.

Il filo musicale che intreccia e contorna l'intervento settimanale dona a profusione la poesia e la particolare attitudine dell' anima umana a sentirsi felice tanto nella rinuncia quanto nel giòlito, tanto nel sogno quanto nella realtà; note che prediligono il predire piuttosto che il sapere; versi del pentagramma che sorridono e cantano anche tra le lacrime. L'esecuzione di questo brano viene presentata nella versione per pianoforte solo, contraddistinta da quel fuoco ritmico di trascinante ardore pur senza toccare la geniale sublimazione delle più celebri pagine scritte dal compositore negli anni della maturità. Il virtuosismo ha un ruolo di prim'ordine e appartiene all'autore più autenticamente sincero e coerente con se stesso.

 
 
 

Tutto scorre

Post n°936 pubblicato il 22 Giugno 2020 da gianor1
 

Desidero proseguire sulla rotta sempre inedita e intrigante dei miei giorni. Il mare, simil sirena ammaliatrice, induce la volontà ad issare le vele tenendo le mani ben salde sul timone e, con lo sguardo attento al cerchio azimutale, indirizzo la prua verso un nuovo obiettivo.
Gli accadimenti esistenziali inesorabilmente portano via pezzi alla mia interiorità, allo stesso tempo delineano altri percorsi per ricostituirli o almeno sostituirli. Gli scenari dell'anima mutano con il mio corpo, come i paesaggi marini plasmati dal vento e dalle onde. A volte il cangiamento è assai pertinace e deciso, altre è complesso da percepire e da stimare.
L'attenzione e l'intuito invece sono rimasti simili e la loro cura sulle cose del mondo persiste intensa con una osservazione profonda sul sapere e con un desiderio adolescenziale di conoscenza.

Come la capacità di mostrare accortezza e avvedutezza nel seguire i cambiamenti improvvisi e pericolosi del moto del mio adorato mare: bisogna usare competenza e adattamento. Ecco il motivo per cui continuo a navigare verso porti inconsueti e ignoti senza sostare più di qualche ora in un luogo da favola, unico. E' un modo, forse, per incrementare i ricordi e riporli nel cassetto della nostalgia.
Un' accento remoto ma chiaro esorta l'opportunità di desistere dalla navigazione una volta rintracciato un paesaggio che incanta l'anima. Ma la mente bracca nuovi scenari, non si accontenta della stabilità professionale e degi affetti personali, seppur indispensabili e induce al silenzio l' egoismo.
Veleggiare è insito nell' attitudine caratteriale fin dalla nascita, credo. E rimanere stanziale in uno stato psichico, seppur accogliente, e rassicurante limiterebbe la condotta e gli aspetti del vivere.
Per questo disegno nuove rotte, scandite e agevolate da emozioni ed esperienze acquisite.
La conseguenza è deporre nella sentina della psiche i dolori, gli errori e le indecisioni e custodire nella stiva del cuore tutti gli sguardi imbattuti nei rapporti interpersonali di cui mi sono approppriato senza remore e che non dimenticherò anche se ogni disaffezione è una sofferenza indicibile.
Non mi resta che portare le provviste in cambusa, levare l'ancora, issare le vele e intraprendere la navigazione nella direzione di un nuovo orizzonte.

"Ah che pur troppo i suoi timor sono veri
Tuona e fulmina il cielo grandinoso
Tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri"
.
E' la parte finale del sonetto che accompagna il concerto  "Estate" del Prete Rosso. Brano musicale assolutamente efficace che riflette la carica esplosiva della stagione.
Di tutti i concerti del ciclo, l'Estate  è quello che più si presta ad essere considerato nel suo complesso, senza distinzione nei vari movimenti: da una parte la tonalità unificante (sol minore) e dall'altra la progressione degli stadi emozionali (dalla "Languidezza per il caldo" (I Tempo) al "Timore dei lampi e dei tuoni" (II Tempo) fino al "Tempo impetuoso d'estate") il III tempo che propongo, e spero  vi conduca ad una gradazione ascendente di sensazioni assolutamente coinvolgenti ed esaltanti, rese dalla scrittura musicale con effetti quasi "visibili".


                                         
Appendice  con sfumature

Alcuni anni fa, se non sbaglio era il 2017, andava per la maggiore “Cinquanta sfumature di nero”, che piacque ai moltissimi che si volevano ingrifare però sentendosi glamour (ci fu anche una frangia ideologizzata che lo comprò credendolo un saggio sul patto tra fratelloni d'Italia e salvinisti, ma parlo di numeri molto ridotti).
Qualche anno più tardi si riprende a discutere di nero, ma stavolta non c'è nulla di erotico: se ne parla per via di Black lives matter, il movimento che denuncia lo scarso o nullo valore che la società americana e in particolare i poliziotti danno alla vita di chi ha la pelle scura. Il gesto simbolo dei militanti è mettersi in ginocchio ed è una cosa di grande impatto, perché è non violenta e al tempo stesso è espressiva, drammatica. Funziona così bene che sta facendo il giro del mondo e nei giorni scorsi anche alcuni deputati del Pd si sono inginocchiati a Montecitorio, irritando molto la destra. Bel gesto, ma ora davvero serve un saggio sulle sfumature per capire bene e dare un po' di senso al mondo (almeno a quello piccolo dove sto io).
Gli africani presi in mare dai libici, che li riportano a soffrire e morire nei lager in base ai patti stretti con Minniti e rinnovati da Salvini con l'avallo di "Giuseppi", quegli africani sono black o solo neri? E le loro vite, matter o non matter? Così, per capire.

 
 
 

Ricordo di scuola

Post n°935 pubblicato il 15 Giugno 2020 da gianor1
 

Non ho alcun dubbio: la scuola è un insieme di donne e uomini, è sensazioni olfattive diverse, paure, è sfarinatura di gesso bianco e colorato sulle mani e sui vestiti, è il solito zuzzurullone che  sfrega il gessetto oramai consumato sull' ardesia facendoci digrignare e arrotare i denti, è assenza di voci quando il docente apre il registro e speri non pronunci il tuo nome. E’ volgere lo sguardo verso la compagna che ti attrae con un fulgido sorriso e tu diventi paonazzo, è abbassare il viso se il prof ti osserva  con "cinica crudeltà" e vorresti eclissarti perché non hai studiato. E’ gli appicci che escogiti, le esercitazioni che  riproduci copiando, le facezie e le maldicenze sui professori., sui bidelli.  E’ l’odore dell'aula, il pichiettio delle dita sul laminato plastico color pisello dei banchi in cui sono incisi nomi di altri allievi prima di te, e se metti una mano sotto la sedia rintracci con disgusto qualche gomma spiccicata ormai solidificata. La scuola è la vibrazione assordante della campanella, sei te che hai ritegno a recarti nel cortile  durante la ricreazione per non intercettare gli occhi verdi della ragazza che non sai ancora di amare, o dei compagni che senti più affascinanti di te e allora provi vergogna, o del gradasso che ti fa l'imboscata per rubarti la merendina. La scuola è professori che ti fanno  tremare con la minaccia di una interrogazione per la quale non sarai mai preparato . Perché la matematica o la chimica, per esempio, proprio non riesci a digerirle.
E poi la memoria ti riporta in immagini l'indolenza, l’apprensione, la gaiezza, la visita che era tutto meno che culturale e guidata, l'effusione, l’
inturgidimento che provi quando lei ti è accanto e senti il profumo del suo maglione morbido e setoso, e flirtare sperando di limonare dopo la fine del ballo di fine anno. La scuola è pomeriggi assolati che portano la tua fantasia al tepore del tuo adorato mare ma realizzati invece a studiare e tradurre versioni di greco e latino, e tu che devi leggere sugli scrittori del decadentismo o futurismo ma ti fai emozionare da un libro di Calvino o dalle poesie di Ungaretti e Montale. La scuola è il desiderio chimerico di diventare come quella tua professoressa di lettere che adori, e l'impegno che non sarai mai come quel docente di matematica sventurato, pedante e con le solite giacche quadrettate con camicie e cravatte impossibili che ci prova con la ventenne dai capelli fulvi dell' ultimo anno. La scuola è il mio liceo fatto di pietre antiche ( allora pensavo che le avessero rubate ai vari nuraghi della mia Terra), imbrattato fuori, sempre lo stesso da più di un secolo, dove ancora il cuore mi  batte quando quotidianamente mi reco per svolgere la docenza. Ora mi assale una leggera afflizione: come si fa a surrogarla con la fronte dinanzi a uno schermo di computer, dove fai fatica a salutarti, dove invece dei  volti, degli occhi, dei sorrisi, dei respiri, vedi solo iniziali e monogrammi freddi  e ascolti le voci meccaniche e anonime sempre identiche dello schermo freddo dell'elaboratore elettronico?

La scrittura melodica di questa settimana non necessita di spiegazioni o guide. Sono note che tutti gli studenti del mondo armonizzano con esternazioni di esultanza e spensieratezza. Lemmi che narrano di anni trascorsi con i compagni di studio. Pentagramma che unisce generazioni e culture diverse, in un insieme di singole voci unite dalle medesime emozioni ed esperienze di vita. Sono momenti di svago e di conviavilità. L'atmosfera è giocosa, il ritmo incalzante. Le figure musicali ora armoniose ora stridenti invitano a cogliere l'attimo, a vivere a pieno il bene prezioso della giovinezza.


                                     
Appendice scaramantica e propiziatoria

"Terque quaterque testiculis tactis”. Era una prassi impura della goliardia degli anni sessanta del '900. Parole e gesti scaramantici prima degli esami con i professori, spesso alteri e paludati. La nobiltà del latino stemperava il misto di impudenza e innocente volgarità della frase, che la scapataggine degli studenti di allora vestiva di spensierata leggiadria. Alcuni di loro credevano che avesse davvero efficacia apotropaica tanto da farne il momento mistico di un semiserio rito propiziatorio. In questi giorni quell'aforisma medievale mi è venuto in mente quando "Giuseppi" il presidente ha indetto gli Stati generali. Benedetto uomo, ho pensato, poteva trovare un altro riferimento storico meno infausto per esaltare il suo superego. Gli ultimi Stati generali, nel 1789, furono il prodromo della Rivoluzione francese e del Regime del Terrore. A Luigi XVI, che li aveva convocati, toccò una cattiva sorte. Giuseppi si sente monarca e lo ribadisce ogni giorno con parole, opere, bugie e omissioni. Però perché sfidare il destino? Nelle pieghe del passato avrebbe potuto trovare un precedente meno tragico cui ispirarsi evitando di esporre sé stesso e me agli umori pericolosi del Fato. Terque quaterque...

                                      
Appendice idiota, molto idiota
 
“Historia (est) magistra vitae”? Lo affermò quel bel tomo di Cicerone, che non è stato ancora epurato perché aveva la pessima abitudine di scrivere in latino, lingua ignota ai global-imbecilli dei nostri giorni. La frase completa, di cui l'arcinota citazione è un frammento, sostiene che la Storia, oltre a essere maestra di vita, è anche testimone dei tempi, luce di verità, essenza della memoria, messaggera del passato. Una definizione illuminante destinata a teste pensanti, non a cervelli bacati da fanatismo ideologico con radici sinistre. Hanno adottato codici morali e di comportamento applicabili a un essere che non esiste in natura e non è mai esistito. Puro di cuore, immacolato nell'animo, benefattore, altruista, pacifico. Salvo contraddirsi essi stessi con azioni violente e mistificatorie. Adottando i loro folli parametri di valutazione non si salverebbe più niente e nessuno. Cicerone compreso. Il quale, forse nella loro beata ignoranza non lo sanno, alla non più tenera età di 60 anni ripudiò sua moglie Terenzia, sposata per convenienza, e si unì a Publilia, giovanissima e ricca fanciulla orfana, della quale era il tutore. Quasi più cinico di Montanelli. Le statue di Cicerone abbondano: talebani d'Occidente datevi da fare, c'è tanto marmo per i vostri martelli idioti.

 
 
 

Accenti lievi in mezzo alla tempesta

Post n°934 pubblicato il 08 Giugno 2020 da gianor1
 

Esaurito il periodo adeguato e necessario del confinamento ho deciso di trascorrere un paio di giorni, lontano dagli impegni didattici, per veleggiare con la mia barca ma soprattutto per solcare i frangenti di alcune impressioni acquisite su determinati accadimenti provocati dalla limitata libertà.
Percepisco l' esigenza di accudire il silenzio per attingere alcune risposte.
Intanto il sole scompare sotto l'orizzonte e dipinge striature rossastre sull'epidermide del mare, e l'umidità è scesa velocemente sul sartiame e sul boma che accoglie la base della randa ma anche sulla mia cute fino allo scheletro appesantito dalla fatica delle operazioni marinaresche.
La notte con i colori dell'oscurità è sopraggiunta e dal cielo scheggiato di nero e di blu intenso scende una pioggia fredda e decisamente densa.
Come desidero la Tua presenza! 
Anche solo per stanotte, per donarmi tepore al cuore e al corpo, come il barbaglio di una cometa tra le stelle e la luna, per illuminare solo per pochi attimi i profili della realtà, per consentire un orientamento sicuro in questo triangolo di mare che senza Te non riesco a riconoscere.
Come vorrei una tenera coccola e non pensare più a niente fino alla prima tenue cera dell'alba, attendendo che le note pluviali attenuino il ritmo costante della discesa.
E se le gocciole decidessero di essermi amiche?
Come nelle fiabe più affascinanti ed amaglianti abbandonerei le certezze per la fantasia adolescenziale: potrei sognare di trascorrere interi giorni tra il profumo delle tue braccia, riposare i muscoli sempre tesi e stremati dalla fatica, aspettare le labbra che sfiorano la fronte con un sorriso.
Ora una nuova saetta con un roboante tuono sovrasta e confonde l'impegno nautico mentre la pioggia diventa ininterrotta e veemente.
Il corpo e la mente si riprendono ma all'improvviso la tua presenza svanisce.
Mi chiedo se anche Tu mi stai pensando, dove sei...Chissà se sei preoccupata della situazione di questa notte di tempesta in cui disperatamente cerco di uscire.
Chimerica illusione pensare che le nostre voci, seppur non incontrandosi, gridano l'una il nome dell'altro.
Ancora un baleno abbacinante e sproporzionato circoscrive il profilo dello scafo!
Senza forze, stracco, affido le mie membra all'albero maestro e avvolto nel manto infradiciato di acqua salata non posso che arrendermi alla spossatezza e come ultima immagine serbare la luce viva e vibrante  dei tuoi occhi.

Il sentiero musicale che attraversa l'intervento di questa ebdomada agevola l'approfondimento psicologico dell'autore, in questo caso sottilmente sottileneato dall'esecuzione pianistica di uno dei maggiori concertisti del Novecento. La composizione
tende a porre in rilievo l'attitudine sognatrice e sentimentale della sua personalità. Egli, infatti, ama chiosare il pentagramma e  agevolare il rapporto musica-poesia reiterando su temi chiari e netti, ritmicamente ben sbalzati. Proprio la scansione notistica è elemento costituente il suo stile: il quale, presenta negli adagi, inflessioni quasi patetiche e un carattere tonale dolcemente melodico e raffinato Nei tempi veloci offre  la testimonianza tangibile di quell’impressionismo ritmico che è tipico del tastierismo italiano dell’epoca.

                                               
Appendice etica

La magistratura è invischiata nel guazzabuglio di comportamenti indecorosi. Stava sugli altari abusivamente, ma non era politicamente corretto dirlo. Ora che anche la toga di fico che ne copriva i maneggi e gli intrighi è caduta, le anime candide e cieche che l'avevano posta al di sopra di ogni sospetto fingono di essere sorprese, sconcertate. Personalmente non simulo incredulità, faccio piuttosto un esame di coscienza.  Il nostro è un Paese dove un chicchessia può diventare capo del governo o ministro; è un Paese dove il merito viene punito e l'incompetenza premiata; è un Paese dove l'avversario politico non si contrasta ma si abbatte. Perché soltanto la magistratura dovrebbe essere specchio di virtù e onestà? Perché coloro che vi appartengono dovrebbero essere sacerdoti immacolati indenni da corruzione e inquinamenti? Fanno parte anche loro di questo sistema, in esso sono cresciuti e ad esso si adattano. Anche loro si sono divisi in correnti politiche mutuando dai partiti vizi e rissosità. Il Csm è diventato un mercato; non del pesce, ma borsistico: vi si vendono e comprano azioni, si fanno scalate. Anche in quel presunto santuario si pratica un rito alternativo a quello della Giustizia. Certo, non bisogna mai generalizzare: però salta agli occhi che anche lì, come in politica, stanno prevalendo i chicchessia.

                                                Appendice sanitaria (forse)

Il governo democratico è evaporato al calore del Covid. Gli è subentrato un regime di sanità pubblica. Niente a che vedere con il Comitato di salute pubblica della Rivoluzione francese. Conte non è Robespierre, Bonafede non è Danton, Speranza non è Saint-Just, Casalino non è Couthon. Per quelli la salute pubblica aveva l'ombra sinistra della ghigliottina, dove essi stessi finirono; per questi la sanità pubblica ha l'aspetto allegro di una mascherina: non toglietela mai, il Covid è in agguato, state in guardia, state lontani gli uni dagli altri, abbiate sempre un metro in tasca per misurare le distanze in strada, in campagna, in montagna, in collina, in spiaggia, in mare. Se tornasse, sarebbe più cattivo di prima. Siamo stati e siamo governanti illuminati. Non si cambiano i cavalli durante la corsa, ormai siamo inamovibili. Meglio di noi nessuno. Se al posto nostro ci fosse stata la destra,  ha sparato con pistola giocattolo quell'antica lenza comunista di Bersani,  i cimiteri sarebbero stati insufficienti. Con le facce che circolano in parlamento non mi fido più di nessuno, da qualunque parte della rosa dei venti provengano. Ma meno che mai di chi, mentre vanta vittoria, finge di non sapere che nel rapporto tra popolazione e morti da Covid l'Italia è il secondo Paese al mondo. Meditate, meditate. Non sparate balle.


                                                 Appendice assurda

Il prelato Viganò detto anche Monsignore (non mio di certo), è un individuo che in un ipotetico politburo della reazione starebbe in piedi finché non si libera un posto a destra di Bismarck.Il messere crociato ha scritto alla Casa Bianca per chiarire che Trump è un figlio della luce. No, questo non spiega il color mattone delle guanciotte presidenziali: i figli della luce sono i buoni. Combattuti e odiati da quegli altri, i figli delle tenebre, tribù vasta che va dagli abortisti ai massoni, dai burocrati del Deep State ai gay passando, si presume, per gli interisti. Questi zozzoni, dopo aver organizzato a tavolino la pandemia per colpire Trump, ora cercano di fiaccarlo con le proteste per il caso Floyd.
Adesso un liberal - estenuato dai dubbi, dalla caccia alle sfumature e dalla complessità dell'analisi - potrebbe cadere nel contro-complottismo e chiedersi a chi giova un avversario così. Lo mandano le logge per caricaturare i cristiani tradizionalisti? L'Arcigay? Un arcivescovo bergogliano? Senonché è tutto più facile: costui si manda da sé, e lo chiarisce Trump che pubblica la lettera ringraziando commosso.
È vero, a volte in questo mondo vecchio, stanco e complicato ho difficoltà a capire qual è la parte giusta. Ma grazie al cielo almeno su quella sbagliata non ho alcun dubbio. Grazie, mons, per avermi ricordato in tre righe chi non sono. Adesso torni pure alle crociate.
E magari uscendo spenga quella luce.

 
 
 

Spigolature autobiografiche

Post n°933 pubblicato il 01 Giugno 2020 da gianor1
 

Estrapolazioni semi serie della mia effeméride settimanale.

Lunedì 25 maggio
Il tedio e il biasimo che conseguo leggendo gli atti  gestionali dei nostri politici, a mio parere, oscillano tra la mediocrità e il servilismo europeo. E le opzioni operate non garantiscono i diritti costituzionali né il benessere di noi cittadini. A breve vedrò un altro salvatore della patria salire al vertice. Ma il problema della mediocrità e della cultura scadente resta una questione aperta ed estendibile a molta parte della classe dirigente del paese.

Martedì 26 maggio
A volte penso che la Natura sia solo un riverbero nella mia mente. E riflette mondi che non conosco. Nonostante tutto riesco ad accoglierla nell'anima e nel silenzio creo la speranza di un'esistenza migliore.

Mercoledì 27 maggio
Dalla finestra scruto con curiosità il cielo stellato,per  attendere un' alba diversa, più calda e promessa.
Utopia!
Nel frattempo nelle poliedriche tonalità dell'ocurità nutro la speranza di stelle, di luna  e di nubi.
A volte mi chiedo se mi sto rispecchiando in questo cielo, o se sono io ad abbracciarlo.

Giovedì28 maggio
In alcune occasioni il dolore cerca un sorriso per uscire dall'anima.
Altre volte resta dentro per non preoccupare chi mi vuole bene.

Venerdì 29 maggio
Il vento, il cielo e il mare sono parte di me. Non potrei farne a meno.
Mi aiutano a relativizzare gli accadimenti. E a rendermi conto della mia umanità, proprio nel momento in cui desidero essere al centro del mondo.

Sabato 30 maggio
Lo sguardo sul mare tanto agevola la mia mente che le concede di architettare pensieri e di attenuare la sofferenza in malinconia.
E' la ricerca costante del senso della vita. Mia e del mondo.
Le onde ora sono più silenziose e lunghe. Davvero mi ci perdo.

Domenica 31 maggio
Pondero le mie dissertazioni nel senso che non scarabocchio lettere alla rinfusa per riempire spazi o tempi. Ma non resto a soppesarle una volta scritte: preferisco in nome di una lievità sempre più consapevole lasciarle andare libere.
Proprio perché vere e mie, che vadano, che seguano nuove interpretazioni
Così anche qui preferisco non cercare di immaginare, senza poi elementi per farlo, che cosa mai ci potrai leggere tu, che porgi lo sguardo sui miei lemmi.

L' ornamento melodicoche cesella l'intervento settimanale inizia con il "bon mot" pianistico dei quattro esecutori che prospettano il brano; brevi ma essenziali notazioni per introdurre l'Ensemble che riproduce il tema. Il principio armonico è espresso in equilibrio e tensione 
senza allontanarsi più di tanto se non nei momenti progressivi che comunque ritornano alla gerarchia degli accordi d'impianto. Nella parte centrale del movimento una lunga serie di trilli vengono intercalati da tre dei quattro solisti. Dopo un breve silenzio strumentale il flusso successivo della scrittura musicale circoscrive la testuale ripresa sintonica del tema da parte dell'Ensemble e dei  pianisti.

                                        
Appendice post virale

L'inizio della pandemia è stata la fase della psicosi. Scienziati  esperti (?)e politici (sic!) hanno fatto corpo unico contro il nemico. I primi hanno indicato la strategia dell'assalto e le regole del combattimento, i secondi hanno esercitato il loro potere di chiamata alle armi. Personalmente, volente o nolente, ho risposto. Della seconda fase sono state protagoniste le cosiddette task-force, truppe di intellettuali travestiti da marines. La loro missione non aveva obiettivi militari ma metafisici. Perciò la loro azione è stata platonica. Nella terza fase stanno emergendo i sociologi. Secondo loro il dopo Covid non pone soltanto problemi di ripresa economica e lavoro. L'umanità dopo mesi di vita innaturale è disorientata. La gente, dicono, è cambiata. Nulla sarà più come prima. Nella vita sociale s'insinuerà la diffidenza, l'ospite sarà guardato con sospetto. Gli algoritmi sostituiranno codici e vangeli. Ma devo prenderli sul serio questi profeti allucinati? Sono cambiatio, sì: ma momentaneamente. Tornerò quello di prima, ne ho una voglia matta. Sarò ancora buono e cattivo, continuerò a fare le cose nobili e turpi di sempre. Con una novità: prima di dargli credito farò fare la prova tampone a politici, esperti e sociologi per individuare tra loro gli immunointelligenti.

 
 
 

Area personale

 







Sono per la salvaguardia del grafema Ch

 

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Spigolature

AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

Armonia delle forme

 



 

 

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