Spremi-acume di film
Personaggi e registi o come ciascuno a suo modo spettatori vanno contro altri attori
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SFIORIVANO LE VIOLE SULLA SPIAGGIA DI CROTONE, PER LA BRECCIA DI PORTA PIA...
Post n°18 pubblicato il 20 Settembre 2007 da Manfredi.E
Diego sapeva che il ritorno sarebbe stato come un'oliva al frantoio. Ma lui tosto, voleva macerare i ricordi. Cirò, a sira ca sì e a matina ca no. Era risaputo che nella città del vino, i suoi abitanti amavano la luna e non rispettavano i loro impegni. Ma quando era il tempo della vendemmia, mai come allora tutti svegli a tamburellare le cellule cerebrali del mattino A ri cinque a ra pisa, cu ri i forbici e ra spisa. Alle cinque del mattino alla pesa, dove i camion con i compratori avrebbero brecciato le vigne del loro raccolto, pesato la tara, tutti pronti a tagliare e con la colazione di metà mattinata in tasca. Ma Diego per la strada si addormentò. Sognò senza nebbia, ricordava tutto, persino quando sua mamma al finire dei tredici anni di Diego prima della scelta della scuola superiore, a metà tra lo stupore e lo scontato (perché già poteva aspettarselo) della frase di Diego che poco prima aveva pronunciato, quasi inerme non saper come fare e contentezza, disse E mo? Avete sentito? Come dobbiamo fare?! Diego vuole fare il cantante attore! E a quale scuola dobbiamo mandarlo, ora? Vediamo se esiste un liceo, o...ci sarà un'istituto vicino a Crotone! Lo manderemo a stare con la nonna per tutta la settimana... Diego però si iscrisse all'Agraria, perché qualche suo amico lo aveva convinto, senza motivo. Per gioco. Come per gioco, qualche giorno prima di iniziare la scuola, seguì un altro amico iscrivendosi alla Ragioneria. Imparò a coltivare da suo padre, e a far di conto perché ero del segno della Vergine, che sennò aspettando la scuola non avrebbe imparato nulla. Individualista, solitario, rissoso, fascista, poi qualunquista. Voleva far breccia su ogni porta, non solo ogni 20 settembre. Controcorrente, poeta, attento ad ogni particolare, scriveva tanto, ma non numeri. E sognava. Sognava di intervistare. Per strada, al ritorno della vendemmia, mentre ancora dormiva, scoprì per terra il Manuale del Corretto Smentitore. Lo aprì. E lo lesse. 1) Rilasciare la dichiarazione voluta; 2) Attenderne e valutarne gli effetti chiusi in doveroso riserbo; 3) Se le circostanze lo consigliano, diramare la smentita dichiarando che: a) l'attribuzione di notizie apparse sulla stampa è infondata in quanto si tratta di arbitraria manipolazione, b) che si è tratta di volgare strumentalizzazione di una conversazione tra amici. Così Diego imparò a incoraggiare l'uso della smentita perché chi non smentisce in realtà non doveva contare nulla, significava ancora oggi che non gli mettono in bocca niente, è un emarginato. Ad una festa gli indicarono un signore: era uno che aveva dato 29 smentite. Lo guardò, aveva il volto volitivo, come sua madre quando Diego gli disse quale scuola superiore avrebbe voluto fare, quando non voleva mentire a sé stesso, quando non voleva amare la luna. Quell'uomo con occhi di ghiaccio parlava animatamente ma si capiva che avrebbe potuto smentire tutto da un momento all'altro. Se gli avesse chiesto -questo lo conferma o lo smentisce? Questo lo smentisce subito o con comodo?-. E lui da gentiluomo avrebbe potuto rispondere -Questo lo confermo, questo lo smentisco, per quest'altra affermazione, mi perdoni, qui lo dico e qui lo nego-. Che uomini, che statura morale: dichiaravano, negavano di aver dichiarato, ma almeno davano subito il preavviso di smentita. Quel ragazzo si svegliò. Il Diego di quella vendemmia raccolse. E dopo aver sognato si accorse di aver scoperto le bugie. E visse infelice ma contento. Per questo da grande si buttò in politica, e questo non era un sogno, ma lo faceva per campare. |
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