Creato da Airetikios il 18/06/2011
Se Dio esiste ,forse non sono io.

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« Chi ha avuto avuto, avut...E' strano »

Il Pino

Post n°106 pubblicato il 05 Settembre 2011 da Airetikios
 

L'ho sempre e soltanto chiamato "il Pino", anche se Alessandro, professore di Botanica all'Università di Bologna, mi ha detto che in realtà è una Douglasia, originaria del NordAmerica.

Mi fido del suo giudizio e della sua competenza anche se è finito a casa mia completamente ubriaco ed in canottiera a cantare bella Ciao durante una bagna cauda session dimenticando il suo abituale aplomb e l'autorevolezza con cui ha firmato vari trattati di botanica che hanno avuto più pagine che lettori, ma per me rimane sempre il pino.

Ho ancora nella mente il momento dell'acquisto, c'era un vivaista fuori dalla chiesa di Piossasco che ne aveva alcuni da vendere come alberi di Natale, passavo tornando dalla mia passeggiata abituale e lo avevo acquistato e portato a casa perchè Matteo , nel suo primo Natale avesse un albero vero e non quello spelacchiato e di plastica che assomigliava più ad uno scolabottiglie che non ad un albero vero e proprio.

Per tutto il periodo natalizio era stato nel suo vaso, appoggiato su un mobile e sotto di lui si erano ammucchiati i regali di cui Matteo aveva particolarmente apprezzato la carta, perchè la poteva manipolare e faceva rumore.

Passate le feste, mi dispiaceva buttarlo via come fosse un oggetto, in fondo lo sentivo era una cosa viva ed allora l'ho messo a dimora in una piccola aioletta che c'è al fondo del cortile, ci stava benissimo, la punta arrivava a malapena all'altezza della staccionata, era proprio un albero piccino.

Ci stava benissimo e ci è stato benissimo, oggi è alto circa dodici metri, svetta sulle case e le sue radici stanno correndo un po' ovunque.
In tutti questi anni l'ho difeso strenuamente, da mio padre e mia madre che mi dicevano che dovevo abbatterlo perchè poteva diventare pericoloso, da vicini spaccamaroni che si lamentavano che perdesse gli aghi o che i suoi rami rendessero difficoltoso il passaggio.
Ho pulito marciapiedi altrui e sfoltito i rami bassi per molti anni.
Non volevo abbatterlo per due motivi principali.
Il primo è che oggi come allora mi dispiaceva sottrarre la vita ad un essere vivente, il secondo perchè Matteo una volta mi confidò che si sentiva particolarmente legato a quel pino, erano coetanei e la su avita era legata alal sua.

Chiunque avrebbe fatto spallucce , ma io prendo sempre molto su serio le percezioni, le sensazioni, le consapevolezze che nascono improvvide di dentro.

Eppure è giunto il momento di prendere quella decisione che non ho mai voluto considerare per lunghi anni.  Il pino è davvero troppo alto e troppo grosso, in un cortiletto piccino ed in mezzo a tutte le case non è la parte che sta fuori a preoccuparmi, ma quella che non vedo ossia le radici.

Si insinuano, premono, all'inizio sono sottili filamenti che corrono sotto terra , ma poi si ingrandiscono, si irrobustiscono ed in pratica divelgono ogni cosa.
Se c'è una cosa di cui non ho bisogno adesso è una citazione per danni.

Come sempre queste decisioni le maturo da solo, le elaboro nel letto mentre non riesco a dormire ed infine le comunico agli altri.

Il primo è stato ovviamente Matteo, che come sempre ha detto "capisco" e poi è uscito a fissare il pino in un silenzioso dialogo di saluto in cui per la prima volta ho visto delle lacrime nei suoi occhi.

Mi sono sentito un traditore ed un assassino, è un po' il mio destino, a me tocca prendere le decisioni che devono essere prese e dunque a me spettano anche i sensi di colpa.

Ho contattato un'impresa, dovrebbero dirmi qualcosa, mi sento come il condannato che aspetta la sentenza.

Alex

 
 
 
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