Creato da AllieMcB il 25/12/2005

Mirrors and thoughts

Dall'altra parte degli specchi

TO BE

"Per voi il cinema è spettacolo, per me è quasi una concezione del mondo"
 [Vladimir Majakovskij, 1922]

IERI
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OGGI
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E DOMANI
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I AM A DREAMER
"Abituali spettatori dell'agitazione del mondo, i sognatori sono terribili quando, di colpo, li prende il bisogno d'agire. Abbassano la testa e si precipitano contro i muri con quella serenità sconcertante che può dare soltanto un'immaginazione disordinata."
Conrad 

IL SENSO DI SETTEMBRE:
energia da vendere
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ON AIR

 

AVANZCOPERTE


Nata ieri
Commedia su una rinascita, Cukor, 1950


L'onda
Fantastica parabola sull'autarchia di Gansel - 2008


L'esperimento del dottor K

con Vincent Price! - 1958


The Fortune Cookie
accoppiata micidiale Lemmon-Matthau per Wilder - 1966

Hedwig
sconosciuto ancora per poco John Cameron Mitchell - 2001


Shortbus
opera seconda sessuata di John Cameron Mitchell - 2006

 

...


la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione, al di là di costole incrinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate... la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te.
 
F.X. O’Toole

 

RIFIUTARSI


 "Perché il Mezzogiorno è fatto dagli individui, ma ogni individuo del Sud è circondato dall’alone della sua terra, del cielo, del suo mare”
Edmondo Berselli

 
 
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Le ali dell'emotività

Post n°440 pubblicato il 19 Maggio 2010 da AllieMcB
 

Non lo so che ci faccio quaddentro. Fuori piove e mi è venuta un'improvvisa voglia di mettere nero su bianco certe sensazioni di questi mesi. Poi ho aperto e anziché ritrovarmi in uno spazio a me caro, un luogo intimo nei confini della rete, mi sono disorientata. Non ricordavo neanche più la mia password. Eppure questo blog è uno degli spazi più vitali per me e per la mia vita. In fondo è merito suo se certe riflessioni, frivole quanto profonde, mi hanno fatto percorrere strade in salita... Ho avuto fegato, direbbe un personaggio duro a morire da film. E fin qui nulla da negare, lo confesso: credo nel mio sesto senso più del mio stesso cuore. L'intuito m'indirizza, ma poi sono i sentimenti che mi rincorrono e mi danno la caccia per farmi cambiare idea. Non parlo di grosse decisioni, parlo del lavoro, se così lo si può chiamare. Fin da piccola ho voluto scrivere e ho sognato che la mia scrittura divenisse il mio pane quotidiano rimettendomi a una determinazione che, ecco lo dico, ultimamente vacilla sotto il segno della crisi dei tempi nostri. Sono stanca perfino di studiare le cose inutili di questi libretti accademici, il giorno e la notte fra un impegno e l'altro mentre la mente distratta ha bisogno di un cambiamento che tarda ad arrivare. In realtà quello che vorrei è un miglioramento di questa precarietà ingiustificata. Amo il nostro monolocale e non mi sta stretto. Amo la nostra convivenza e ne sono grata al mio dio ogni giorno. Amo perfino questa città perché ho imparato a conoscerla dai finestrini degli autobus e dalla passeggiate infinite. Amo anche questa me che si è rimboccata le maniche, che vuole fare tutto da sola, che si scopre più forte di quanto credeva di essere. Ma le energie a volte mi mollano la mano e sento uno strano peso sulle spalle. Certo che se mi guardo indietro, ho fatto passi da gigante. Il guaio è che la mia ambizione fa pendant con la mia impazienza cronica. Ho bisogno d'imparare a gestire meglio le direzioni che da sole stanno lottando contro la mia tenacia. Ho bisogno di sentirmi dire che: - ok, che male c'è se pensi che non ce la fai?! Credo che, se lo stomaco mi si stringe sotto il magone che alle fatidiche lacrime mi sgorgano ogni volta alla mia insofferenza, dovrei ripensare il mio percorso e i miei obiettivi. Abbassarmi a terra come dopo una sconfitta e imbronciare la faccia. Prima di ripartire. Come il protagonista de Le ali della libertà. Lasciarsi andare, per poi riprendersi il proprio futuro.

 

 
 
 

ARoma

Post n°439 pubblicato il 30 Ottobre 2009 da AllieMcB
 

C'era un bel sole oggi, pronto a illuminare la città e il colosseo, questo mastodonte che inizia a piacermi sempre un poco in più. Sull'autobus c'era un signore, seduto dal lato opposto al mio e in direzione inversa. Mi sembrava familiare, ma non sapevo perché. Mi piace osservare le persone anziane perché mi fanno una tenerezza infinita. Come i bambini. Aveva l'apparecchio per l'udito, quello che dovrebbe mettere pure mia nonna, ma non ho mai capito perché: non l'ha mai messo. Forse non vuole. O forse le basta sentire quello che sente. Il pensiero di mia nonna mi ha strappato un sorriso. Poi l'uomo si è girato per controllare la fermata. E ho visto i suoi occhi chiari. Sembravano quelli di mio nonno. Nonno! Per un attimo mi è sembrato mi mancasse il respiro. Sono stata pervasa da una tristezza infinita e agguerrita. Ho sentito le lacrime montare dal cuore agli occhi. E non avevo gli occhiali da sole per nascondermi. Mi sono chiusa nelle spalle. E in un dolore che spesso ho provato a superare. Quello degli ultimi anni. Quello che i ricordi più dolci riescono a coprire. A volte. Ma la verità è che il dolore non ha scadenze. Resta dentro di noi. E può perfino farci rivivere le persone di cui sentiamo la mancanza. Ho pensato a lui. Cupa nel viso. A quanto ha sofferto. Senza lamentarsi mai. Neanche un istante. Mi è salita la rabbia. Le persone osano lagnarsi di continuo con leggerezza come se il loro lamento fosse leggittimo. Ma non lo è. Poi ho guardato di nuovo fuori. E ho ripreso a sorridere pensando alle castagne nel forno a casa. E a lui che aveva il compito d'inciderle la domenica mattina, dopo che andava a comprare il pane... Perché la verità è che, come la sofferenza, anche la vita è a lunga, eterna conservazione.

 

 
 
 

Di sole e d'azzurro

Post n°438 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da AllieMcB
 

Oggi ho constatato che sono una sognatrice passeggiatrice. Quando sono uscita dalla casa del cinema ho respirato profondamente mentre andavo via. Quegli alberi alti e quel verde per un attimo m'hanno rapita. Ho osservato le persone uscite prima di me, intente nei loro chiacchiericci e nelle loro corse. Poi ho alzato la testa. Occhi puntati allo squarcio di un cielo limpido tra i rami verdi. E mi sono accorta che parecchie persone sono troppo distratte dalle loro vite monotone e dai loro lavori sicuri. Nessuno si ferma mai. Nemmeno per un istante. Non ho aspettato l'autobus perché era una giornata troppo bella per camminare e per pensare. E' vero: c'avrò messo il triplo del tempo, ma m'è piaciuto perdermi di nuovo tra le strade di questa città e scoprire che in fondo non è forse così grande come a volte m'è sembrata. Quando passeggio non lavo via i pensieri. So che nella mia testa se ne alternano di cose varie. Però so che mi basta guardare un gruppo di adolescenti che accarezza un cucciolo di donna di colore, che assomiglia a Gloria Gaynor, per sorridere. So che mi basta guardare le donnine in affari così confezionate nei loro bei vestiti griffati, sui loro tacchi incidenti, con le loro chiome parruccate per sorridere. So che mi basta ricordare chi c'è passato per via Veneto per sorridere. So che mi basta sentire le note di una canzone che mi viene in mente per qualche strano motivo per sorridere. E quando sorrido non sono mai sola.

 

 
 
 

Let it be

Post n°437 pubblicato il 29 Settembre 2009 da AllieMcB
 

Io non credo nelle coincidenze. Qualche tempo fa sì. Poi ho smesso. Mi sono impartita una disciplina, un addestramento necessario per sbeccare la mia caparbia ingenuità. In queste notti non dormo. Dormo poco e male. Al mattino non ricordo i sogni o gli incubi della notte, maledizione. Mi sveglio con la testa che mi ciondola pesante sul collo indolenzito. Non è un buon risveglio. Provo a mettermi di buonumore con la musica, ma questo è uno di quei periodi in cui mi alzo e già c'ho una musica in testa. Ogni giorno diversa. Ogni giorno pescata casualmente dal mio passato. E quella musica la canticchio mentre prendo il caffè, mentre accendo meccanicamente la tv e la sintonizzo su Mtv, mentre apro il mio piccì. Poi entro nella doccia e sparisce. E' come se la cabina della mia doccia avesse il potere di trasferire i miei pensieri a volte. L'acqua bollente sulla nuca e sulla spalle mi rilassa. Intanto la musica non c'è. Anche se ne ho messa su un secondo prima, magari una canzone diversa da quella che mi tamburella nella testa, per scacciarla via. Ma non c'è. Vengo risucchiata completamente dal rumore dell'acqua corrente. Vorrei non poter uscire più da quella doccia. Mi vesto frettolosamente. Ultimamente mi trascuro. Credo sia colpa della dieta. Tutte quelle privazioni non mi stanno facendo bene. Però sopperisco con le richieste. A. sa che ho bisogno di attenzioni e di coccole in questo momento. Fortuna che i suoi abbracci la sera mi fanno stare meglio. Solo che la sera a volte è così lontana... Esco. Vado dritta al mio obiettivo. Da piccola ero così indecisa. Mia madre me lo rimproverava ogni santo giorno. Voleva una bambina forte lei che sembrava una madre forte. Ma la verità l'ho scoperta dopo. Lei non è forte. Io lo sono. Nel senso che intendeva lei. Fingersi forti perché gli altri non si approfittino della fragilità. Credo volesse dire questo. Non lo so se sono d'accordo con questa sua strategia. La verità è che sono riflessiva, ma non mi riesce pianificarli i sentimenti. Già. Forse qua non si tratta di sentimenti. Allora? Beh, non lo so. E' una domanda che adesso non ha risposta. Perché in fondo è una domanda che adesso non trova spazio nei miei pensieri. Ho afferrato l'autobus. Un posto libero. Mi siedo. Guardo fuori. Mi piace. Mi piace guardare la gente camminare e correre avanti e indietro tra un posto e l'altro. Chissà se la gente si ferma mai a godersi un suo sospiro. Cedo il posto a una signora. Lei mi sorride incredula più volte. Ha ragione, non sono cose che capitano spesso. Scendo prima. Lo faccio sempre. Inconsciamente. Adoro passeggiare e chiedermi dove sono, cercare la strada e trovarla dopo esserm persa. Quello che volevo qui non c'è. E' strano, ma la mia rabbia cronica degli ultimi giorni non affiora in superficie. E la ruga che ho tra gli occhi, sul naso, la tocco: sembra non si sia arricciata. Sento per strada l'odore della cucina di casa mia. Mia nonna che cucina e dimentica qualcosa. Mi sento lì. Per un attimo chiudo gli occhi. E' come quando vedo qualcuno che mi ricorda chi è rimasto lì. Ma era una svista. Però in quell'istante ho avuto l'impressione di non essere qui. Ho sorriso, sicuramente. Perché per la durata di quel sorriso non ho sentito la distanza. Metro. Scale. Non c'è un'anima. Ora la sento quella ruga. Direzione sbagliata. Scale. Scale. Salgo. Un posto libero: giornata fortunata signori. Posso riaprire Crash. Questo libro mi ricorda Fight Club. Forse però potrebbe piacermi. Mi piacciono quelle descrizioni. E quelle incursioni tecnosessuali. Solo che mi sta chiedendo più tempo degli altri libri. Saprò aspettare questa volta? Di fronte a me una ragazza legge Coelho. Strana la vita. Belle le differenze. Sulla destra c'è un uomo. E' pelato, ma nelle tempie ha ancora qualche ciocca bianca. E' composto. Gli occhi azzurri come certi americani. Sembra triste eppure ha un sorriso debole. Ha le gote paffute. Mi ricorda un mio zio. Quelle gote ispirano bontà. Ma a volte non è come sembra. Arrossisce. Forse pensa a qualcuno. Ha una camicia blu aperta sui jeans. Sotto una t-shirt arancio con una stampa bianca: Yes Man! Chissà se avrà visto il film quel signore. Chissà se sarà uno yes man sul serio quel signore. Però io ero uscita pensando che a volte quando sorridiamo a qualcuno, anche agli estranei, ci torna indietro un sorriso. Prima o poi. E adesso rientro credendoci un poco in più.

The Beatles - Let it be
versione Across the universe

 
 
 

lavori in corso, ma torno presto

Post n°436 pubblicato il 27 Maggio 2009 da AllieMcB
 

Ho i lavori in corso da un bel po'

e il mio spazio qui mi manca, lo confesso.

Solo che certe cose in questo momento sono in stand by,

ma stand by vuol dire che attendono,

come me,

che le corse seguano un percorso che spero

(e) che mi permetta di tornare presto qua

con me

e
con voi.

 

PS Quella è Audrey Tautou, la prima grande attrice che ho intervistato da vicino ;)
http://www.movieplayer.it/articoli/05729/audrey-tautou-ci-presenta-il-misterioso-mondo-di-coco-chanel/

 

 
 
 

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IL SENSO DELL'AMORE DI A.

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- "Perché Signor Anderson? Perché? Perché? Perché lo fa? Perché si rialza? Perché continua a battersi? Pensa davvero di lottare per qualcosa a parte la sua sopravvivenza? Sa dirmi di che si tratta, ammesso che ne abbia conoscenza? E' la libertà? E' la verità? O magari la pace...Ma mi dica che non è l'amore! Illusioni Signor Anderson, capricci della percezione, temporanei costrutti del debole intelletto umano, che cerca disperatamente di giustificare un'esistenza priva del minimo significato e scopo! Ogni costrutto è artificiale quanto Matrix stessa! Anche se ormai devo dire che solo la mente umana poteva inventare una scialba illusione come l'amore! Ormai dovrebbe aver capito Signor Anderson, a quest'ora le sarà chiaro, lei non vincerà, combattere è inutile. Perché Signor Anderson? Perché? Perché persiste?"
- "PERCHE' COSI' HO SCELTO"

Il mio sogno reale, l'amole mio

 

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