Creato da spleen_dor il 04/10/2011

In punta di penna

I pensieri sono parole, come parole fluiscono, svaniscono, rinascono sotto altre forme e accostamenti.

 

 

« RACCONTO DI NATALETanto rumore…per nulla »

FELICITA

Post n°4 pubblicato il 05 Febbraio 2012 da spleen_dor
 

Ciao”

“Ciao”, risposi asettica.

Ci mancava altro che chi  mi aveva rivolto il saluto,  accennando  un gran sorriso, intendesse imbastire una conversazione.

Non avevo nessuna intenzione di parlare, men che meno con una coetanea in vena di chiacchiere, realizzai da un rapido sguardo.

Ero appena uscita dallo studio del notaio che mi aveva convocato per annunciarmi che l’intero patrimonio, in immobili e denaro liquido, era stato assegnato a mia cugina, non si sa bene per quale ragione, o forse sì, pensai, con insolita cattiveria:  “senz’altro per i buoni servigi da lei recati negli  ultimi anni della  lunga malattia della zia”.

Ero indispettita e, in treno, durante il viaggio di ritorno, non riuscivo a contenere la stizza per la sorpresa inaspettata.

Mi sentivo osservata.

Evidentemente chi mi stava di fronte  si era accorta del mio nervosismo e non passò molto che mi vidi passare sotto gli occhi una scatola di cioccolatini.

 “Vuoi?”

Presi svogliatamente  una pralina dal contenitore.

“Cosa ti è successo?” “Hai una faccia da funerale!”

Certo, ne aveva di coraggio la sconosciuta viaggiatrice.

Stavo per darle una rispostaccia  quando mi fermai davanti allo sguardo più limpido e il sorriso più accattivante che avessi mai incontrato.

E mi venne naturale parlare.

Del resto la sconosciuta alla quale mi stavo raccontando di lì a poco non l’avrei più rivista, mi pareva di fare  un soliloquio.

Le lunghe estati trascorse in campagna dalla zia, io e Grazia che ci arrampicavamo sul ciliegio a raccogliere quelle grosse che stavano sempre un po’ più in alto e quella volta che:

“Grazia dove sei?”.

Correvo nell’immenso cortile della casa della zia, la cui facciata grigia e austera, nonostante i visibili rattoppi mostrava i segni del tempo.

Io e Grazia ci muovevamo per le enormi stanze che conoscevamo bene per i lunghi periodi trascorsi d’estate in quella bellissima dimora accolte dagli zii che non ebbero la fortuna di avere figli propri. 

Erano giornate di inesauribili scoperte, corse  a perdifiato nella campagna assolata  a inventare giochi sempre nuovi frutto di una fantasia fervida e colorata.

Vennero gli anni delle scelte, gli studi e l’amore mi portarono lontano, da anni correndo per lavoro su e giù per la penisola persi i contatti con il mio mondo, mamma e papà non c’erano più e solo raramente mi sentivo con gli zii e Grazia sempre più evanescente, presenza incombente nella loro vita dopo essersi persa la sua occasione di spiccare il volo.

Non è che pensassi spesso a Grazia per la verità, non la vedevo da tempo ormai ma forse, almeno per i bei ricordi che ci legavano, avrei potuto mantenere contatti meno formali se non fosse che  a un certo punto avevo voluto quasi scappare da un ambiente che mi stava stretto e non corrispondeva alle mie aspirazioni e sete di libertà.

Non tutto era andato come era nei desideri però, tranne il lavoro.

Organizzavo eventi di musica classica per una grossa agenzia di spettacolo e, entrata in punta di piedi, in breve mi ero ritagliata uno spazio di tutto rispetto.

Furono anni travolgenti anche per l’amore. Conobbi Paolo, agente di spettacolo in carriera col quale pensai di dividere tutto e per diverso tempo fu così.

Ero così impegnata e così ingenua che non mi accorsi che Paolo, da qualche mese, mi tradiva spudoratamente e nei modi più plateali possibili.

Guardavo  la mia compagna di viaggio, ora, per cogliere nel suo sguardo una qualche reazione al mio racconto ma lei fece solo un cenno con la testa come di chi si dimostra interessato a quanto stai dicendo.

E, come se mi trovassi davanti alla psicologa che da tempo seguiva i  tormenti della mia anima, le raccontai quell’episodio che fece saltare i già fragili equilibri.

Mi trovavo in città, rientrata prima del previsto quando intravidi, attraverso la vetrata di un bar piuttosto defilato, Paolo, seduto a un tavolino con una giovane in atteggiamento inequivocabile.

L’impulso fu quello di fuggire ma non riuscii a muovermi di là e anzi, come un automa mi diressi all’interno in preda a una tempesta emozionale.

Mi sedetti accanto a loro e li fissai negli occhi.

Lessi la sorpresa nei loro sguardi e dalle prime parole, occhi lucidi per il pianto trattenuto, mi resi conto di essere patetica.

“Pensavo di farti una sorpresa, ma sei tu che l’hai fatta a me,” dissi, ridendo nervosamente.

“Ma con chi sta parlando, io non la conosco neppure”rispose Paolo, voltandosi come chi si guarda alle spalle per incrociare un altro interlocutore.

“Ma sei impazzito? la voce, ora,  mi  usciva strozzata dalla gola.

“E' lei che è impazzita. Io non l'ho mai vista!"

La ragazza,  impassibile, seguiva la scena, imbarazzata e fortemente a disagio.

Io, inchiodata a quella sedia, in quella frazione di secondo realizzai la fine.

Riuscii comunque ad alzarmi, barcollante, e con le ultime briciole di dignità rimasta, prima di scappare dissi:

“Mi scusi, forse ha ragione, devo essermi sbagliata.”

Non andai a casa, mi rifugiai in un albergo dove, dopo essermi imbottita di tranquillanti, feci il sonno più lungo e travagliato della mia vita ma al risveglio, ancora svestita, chiamai al cellulare il mio avvocato.

Non lo rividi più se non in aula di tribunale per firmare gli atti della separazione.

Fu più dura di quanto pensassi. Se non avessi avuto il lavoro probabilmente non ce l’avrei fatta ma giorno dopo giorno mi accorsi che stavo ripensando alla mia vita  con sempre più leggerezza  liberandomi da angosce e senso di fallimento. Certamente la fiducia negli uomini era a quota zero e il cinismo alle stelle.

La mia interlocutrice rimasta in silenzio tutto questo tempo mi disse solo che ero una donna forte e anche la scoperta del tradimento mi aveva visto uscire vittoriosa da un scontro in cui avrei dovuto lottare contro l’inconsistenza del nulla.

Lei era felice, era naturalmente felice, non c’erano motivi particolari per esserlo o meglio oggi lo era un po’ più di sempre perché aveva appena ricevuto un’ottima notizia della quale non voleva parlare per scaramanzia ma mi disse che  di là a  tre mesi...

Era cresciuta con suo padre, di sua madre seppe solo che se ne era andata quando lei aveva due anni. Suo padre l’aveva accudita, l’aveva amata, l’aveva seguita negli studi, l’aveva accompagnata nella vita. Una vita fatta di delusioni, frustrazioni fino all’incontro con Antonio, ma lei era felice, non fosse altro che per quell’improbabile nome attribuitole alla nascita: Felicita.

Felicita e Antonio furono al settimo cielo quando seppero che avrebbero avuto un bambino. Lei gli avrebbe dato tutto ciò che le era stato sottratto per cui ogni mese  della gravidanza l’aveva vissuto con un immedesimazione totale nel miracolo che stava vivendo, e la pancia cresciuta  a dismisura racchiudeva non solo la vita di quell’esserino che di lì a poco sarebbe nato ma anche i suoi sogni, i suoi progetti, le sue sicurezze.

“E’ bellissimo  Feli” le disse suo marito curvato su di lei ancora stravolta dal parto col suo bimbo tra le braccia.

L’emozione le serrava la gola. Non riuscì a dire altro che:

“ E’ mio? ” quasi incredula che fosse potuto succedere.

Il bimbo aveva due anni ormai e lei oggi avrebbe abbracciato il mondo intero, tanto era felice.

Ci salutammo, scambiandoci indirizzi e numeri di telefono con l’intenzione di rivederci.

Passarono tre mesi.

Avevo pensato spesso a Felicita e al suo sorriso contagioso.

“Quasi, quasi le telefono” mi dissi!

Feci il numero ma mi rispose una voce estranea, non era lei.

“Felicita?” – mi rispose una voce di donna.

“Sì, Felicita”,  pensavo rispondesse lei.

 “Ma lei chi è scusi?” mi chiese la stessa voce.

“Un’amica,” risposi.

“Mi dispiace, ma, come, non sa niente?"

"Che cosa, scusi?”

 “Felicita… non c’è più”.

“Non ce l’ha fatta!”

…”E’ morta una settimana fa.”

 

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/AmataScrittura/trackback.php?msg=11043256

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 

         I MIEI BLOG

 

LA MEMORIA DISPERSA

     VITA E DINTORNI

 GRAPPOLI DI EMOZIONI

       IN PUNTA DI PENNA

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

ULTIME VISITE AL BLOG

lorifuspleen_doranghel_00il.cuculohironimusLolieMiuwoodenshipPiccola_seta_biancajarilomenotabuangiolhgte_d_e_l_w_e_i_s_sLed_61Pedro_Chicote
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963