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Messaggi del 12/04/2024

 

La rete nascosta dei trafficanti di bambini venduti in Europa per riti satanici - Seconda parte

Post n°166 pubblicato il 12 Aprile 2024 da daniela.g0
 

Olio su tavola di san Simonino dipinto da Altobello Melone nel 1521, conservato a Trento nel Castello del Buonconsiglio   

 

 

Simonino di Trento   

Ma facciamo un altro passo tornando indietro nel tempo, nella nostra Italia, e precisamente nella Pasqua del 1475, nella città di Trento. Qui Wikipedia ci informa che «Simonino di Trento, tradizionalmente san Simonino (Trento, 1472 - Trento, marzo 1475), fu un fanciullo morto durante la Pasqua del 1475, venerato come beato dalla Chiesa Cattolica sino al 28 ottobre 1965. 

La vicenda legata al suo nome costituisce una testimonianza delle persecuzioni subite dalle comunità ebraiche e delle accuse di "omicidio rituale" (le cosiddette accuse del sangue) che ebbero notevole diffusione soprattutto in Europa centrale nei confronti degli ebrei. [...]   

 

Le vicende storiche   

I fatti, ricostruibili attraverso gli atti del processo istruito contro la locale comunità ebraica, andarono - secondo quanto riferisce Wikipedia - in questo modo. Un bambino di due anni e mezzo scomparve la sera del 23 marzo 1475, giovedì santo, e fu ritrovato cadavere la domenica di Pasqua, nelle acque di una roggia, proprio vicino all'unica casa abitata dai quindici ebrei residenti a Trento, nella zona dell'attuale piazza della Mostra. In un clima di diffuso antigiudaismo, infuocato dalle predicazioni del frate francescano Bernardino da Feltre, il principe vescovo Giovanni Hinderbach sostenne con forza la tesi che il bimbo era stato vittima di un "omicidio rituale" perpetrato dalla locale comunità ebraica (finalizzato alla raccolta del sangue di un bambino da utilizzare per impastare il pane azzimo per la Pasqua ebraica). 

I quindici ebrei presenti a Trento (il più giovane aveva quindici anni, il più vecchio novanta), presunti omicidi, furono torturati insistentemente per mesi sino a strappar loro una confessione e quindi messi a morte con i supplizi in uso al tempo. Solo una donna, di nome Bruna, resistette più a lungo degli altri all'interrogatorio, ma si insistette tanto che la donna morì sotto tortura, confessando proprio in punto di morte e dichiarandosi pentita; fu quindi assolta dal peccato e sepolta in terra benedetta. Non servì a salvare gli ebrei il fatto che durante il processo - di cui si conservano gli atti - il legato di papa Sisto IV, il domenicano vescovo di Ventimiglia Giovanni Battista de Giudici, si fosse apertamente espresso contro l'infondata accusa agli ebrei. Lo stesso papa proibì, sotto pena di scomunica, di venerare Simonino come martire. 

Nonostante le proibizioni pontificie - ci informa Wikipedia -, in virtù del talento organizzativo del principe vescovo [il corsivo è mio: non viene spiegato quale sarebbe stato l'interesse del vescovo Hinderbach nel diffondere il culto del bambino, n. d. r.], il culto di Simonino si diffuse presto non solo nel Trentino ma anche nei territori confinanti, grazie anche a Michele Carcano, un predicatore francescano osservante dotato di grande abilità oratoria, che diffondeva nelle sue predicazioni il culto di Simonino, con la testimonianza della madre del bambino, presentata nel territorio di Bergamo nella prima metà del 1476, e successivamente con quella di un certo Giorgio, mostrato come miracolato. Fu così, ci informa sempre Wikipedia, che lo stesso papa Sisto IV finì per dichiarare [anche qui l'affermazione è tendenziosa: si presume che il pontefice sia stato pressato, ma non viene detto né da chi e tanto meno quale sarebbe stato il movente di tali pressioni da parte della comunità cristiana, n. d. r.] che il processo si era svolto correttamente. La Santa Sede ammise ufficialmente il culto locale di Simonino nel 1588 e concesse l'indulgenza plenaria a chi fosse andato in pellegrinaggio presso le reliquie il giorno dedicato a Simonino. 

Il 22 febbraio 1755 la bolla papale Beatus Andreas di papa Benedetto XIV ribadiva la validità del processo, confermava la correttezza di dedicare a Simonino "pubblico culto" e riaffermava che il martirio era avvenuto per mano degli "ebrei in odio alla fede di Cristo". 

Dalla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in cui era conservato il corpo di Simonino, la devozione popolare si diffuse anche nel Bresciano, dove non si mancò di attribuirgli miracoli e di invocarlo specialmente a protezione dei fanciulli. Oltre all'annuale festa in onore del beato, ogni dieci anni si svolgeva una processione solenne lungo le strade di Trento, nella quale si portava in corteo la salma di Simonino e i simboli raffiguranti i presunti strumenti delle torture da lui subite. 

Prima del 1965 il Martirologio Romano ricordava ai fedeli che ogni anno, il 24 marzo, si celebrava a Trento "la passione di san Simone, fanciullo trucidato crudelmente dai Giudei, autore di molti miracoli"

Il percorso di revisione critica della vicenda da parte della Chiesa - nel clima di apertura al dialogo interreligioso favorito dal Concilio Vaticano II - vide attivamente coinvolta l'arcidiocesi di Trento ed ebbe tra i più qualificati protagonisti lo storico monsignor Iginio Rogger. I suoi studi sulle vicende processuali portarono nel 1965 l'arcivescovo di Trento, Alessandro Maria Gottardi, alla cosiddetta "svolta del Simonino", vale a dire la soppressione del culto e la rimozione della salma dalla chiesa di San Pietro che la ospitava, con la conseguente abolizione anche della tradizionale processione per le vie di Trento, con l'esposizione di strumenti di tortura usati dagli ebrei nel presunto rituale contro il piccolo Simone (strumenti di macelleria e aghi per cavarne il sangue, dadi per estrarre a sorte le persone da destinare ai vari compiti, ecc.). La cancellazione del beato dall'elenco dei martiri non suscitò grandi rimostranze presso i fedeli, pur con alcune contestazioni della svolta, che furono espresse all'interno del mondo cattolico più tradizionalista». 

Un piccolo inciso: si dimenticò molto probabilmente in quell'occasione come la Chiesa Cattolica riconosca la soprannaturalità del sensus fidei fidelium [il senso della fede da parte dei fedeli tutti, quindi della comunità dei credenti tutta insieme e concorde] come infallibile. Per molti secoli i credenti, insieme al Magistero della Chiesa, avevano riconosciuto in modo unanime e concorde il martirio di Simonino in odio alla fede cristiana, la sua santità e la soprannaturalità dei molti miracoli a lui attribuiti. 

Ma tutto fu cancellato con un unico colpo di spugna nel 1965. 

«La revisione della posizione della Chiesa portò a una riconciliazione con la comunità ebraica che, dopo l'esecuzione delle sentenze capitali e le persecuzioni nei territori di dominio vescovile che seguirono il processo, aveva gettato il cherem (paragonabile all'interdetto della Chiesa Cattolica) sull'intera città di Trento, nella quale non vi fu più dal 1475 all'era moderna né comunità ebraica né soggiorno di ebrei per espressa proibizione del principe vescovo. [...]»

 

 

Martirio del Beato Simonino, di Francesco Oradini (XVIII secolo), Palazzo Salvadori, Trento   

 

 

Le ricerche e le ipotesi di Ariel Toaff   

Continua ancora Wikipedia: 

«Alcune polemiche e contestazioni nate dalla "svolta del Simonino" (cioè dal cambio di atteggiamento della Chiesa Cattolica a proposito del fittizio martire trentino) ripresero nel 2007 a seguito della pubblicazione, da parte dello storico italiano Ariel Toaff, del saggio Pasque di sangue: Ebrei d'Europa e omicidi rituali. Nel suo libro, Toaff confermava la mancanza di ogni fondamento per le accuse mosse alla comunità ebraica di Trento nel 1475; lo studioso, tuttavia, pur sapendo di attirarsi le critiche di diversi colleghi accademici, affermava anche che si possono rinvenire tracce, nell'ambito di alcuni gruppi di fanatici ashkenaziti (e gli ebrei di Trento, provenienti dall'area germanica, appartenevano proprio all'area culturale dell'ebraismo ashkenazita), di vere e proprie "devianze" dalle rigide norme della halakhah, che impongono l'astensione da ogni contatto con il sangue umano. Non sarebbe dunque impossibile che, per reazione ai soprusi subiti [il corsivo è mio: Wikipedia non ci specifica quali sarebbero stati questi "soprusi" inflitti agli ebrei dai cristiani del tempo, n. d. r.], singoli ebrei o piccoli gruppi di essi abbiano attuato rituali magici, a chiara finalità anticristiana, rituali che potrebbero aver comportato persino l'uso di sangue». 

Certo il fatto che l'arcivescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi, nell'ambito del dialogo interreligioso voluto dal Concilio Vaticano II, abbia soppresso il culto di san Simonino fa molto riflettere. 

Sappiamo come durante il Concilio, il più discusso nella storia della Chiesa, confluirono e interagirono forze diametralmente opposte. Sappiamo anche come questo Concilio, di carattere prevalentemente pastorale e che non pretendeva in effetti di apportare nulla di nuovo dal punto di vista dogmatico, sia stato trasformato invece in un vessillo da sventolare per intraprendere qualunque iniziativa, assunta arbitrariamente da una falsa chiesa, e in contrasto con la perenne e immutabile Tradizione della Chiesa Cattolica. 

E bisogna aggiungere come, con un colpo di mano durante il Concilio Vaticano II, sia arrivata la decisione di sopprimere persino la preghiera a san Michele Arcangelo, tanto voluta da papa Leone XIII.  

All'occhio di un osservatore attento, tutto torna. 

Papa Leone XIII aveva ardentemente desiderato la recita di quella preghiera al termine della Santa Messa allo scopo di fermare l'avanzata delle sette massoniche e quindi del potere di satana nel mondo. E allo scopo di fermare l'assalto da loro sferrato contro il papato e la Chiesa Cattolica, che costituiscono il katéchon

Il cerchio si chiude per ricongiungersi con l'inizio del nostro articolo, che tratta dell'attività nascosta - ma di enormi proporzioni - delle sette sataniche. Ritorniamo a ciò che è stato accertato dalle autorità colombiane, si badi bene non europee, sulla vendita di minori alle sette e alla fonte già citata dal quotidiano El Heraldo che parla di "bere il sangue dei bambini". 

E, a proposito del sangue dei bambini, vengono pure in mente gli studi condotti da varie università prestigiose a partire dallo scorso decennio fino ad oggi.   

 

Gli studi sul sangue   

In questi anni ci è stato messo tutto sotto gli occhi, senza che - probabilmente - ce ne accorgessimo.

 

 

Una rappresentazione fantasiosa e colorata del cervello umano   

 

 

Così scriveva il sito Adnkronos Salute nel 2023: «Far tornare indietro il tempo, riavvolgendo il nastro del cervello che invecchia. A 70 anni tornare lucidi come a 30-40. Un sogno che potrebbe trovare un alleato più vicino di quanto si pensi: nel sangue potrebbe infatti nascondersi un "elisir", la spiegazione per cui sia l'esercizio fisico, sia l'ormone della longevità "klotho", e sia una trasfusione di sangue "giovane" sembrano essere in grado di portare un miglioramento cognitivo. La chiave del successo? Tre studi diversi portano tutti nella stessa direzione: il fattore PF4. Su questo prodotto delle piastrine accendono i riflettori due gruppi di ricercatori Usa (entrambi Ucsf, University of California San Francisco) e uno australiano (University of Queensland), in tre articoli comparsi su Nature, Nature Aging e Nature Communications

E' il PF4, evidenziano gli autori, il filo rosso che lega i diversi interventi esaminati. Le piastrine sono un tipo di cellula del sangue che allerta il sistema immunitario in presenza di una ferita e aiuta a coagulare il sangue. Ora si scopre che il fattore piastrinico 4 (PF4) è anche un potenziatore cognitivo. Sotto la sua influenza i topi anziani recuperano l'acume della mezza età e i topi giovani diventano più intelligenti, spiegano gli esperti. 

"Sembra che il sangue giovane", la proteina "klotho e l'esercizio fisico possano in qualche modo dire al cervello: migliora la tua funzione. Con PF4, stiamo iniziando a comprendere il vocabolario alla base di questo ringiovanimento", evidenzia Saul Villeda dell'Ucsf Bakar Aging Research Institute, autore senior del documento su Nature. Villeda ha guidato lo studio sul sangue giovane. Dena Dubal, professoressa Ucsf, ha guidato lo studio su Klotho, pubblicato su Nature Aging, e Tara Walker, docente di neuroscienze all'Università del Queensland ha guidato lo studio sull'esercizio fisico, uscito su Nature Communications. "Quando ci siamo resi conto di aver trovato in modo indipendente e fortuito la stessa cosa, siamo rimasti a bocca aperta", ha detto Dubal. "Il fatto che tre interventi separati siano convergenti sui fattori piastrinici evidenzia la validità e la riproducibilità di questa biologia. È giunto il momento di seguire questa strada nel campo della salute del cervello e del miglioramento cognitivo". 

Il primo punto di vista che viene offerto è quello del team di Villeda, il quale nel 2014 aveva scoperto che il plasma sanguigno di giovani iniettato in animali anziani aveva un effetto riparatore. Quando il suo team ha confrontato il plasma giovane con quello vecchio, ha scoperto che conteneva molto più PF4. Allo stesso modo, un'iniezione di solo PF4 in animali anziani risultava rigenerante quanto il plasma giovane: i roditori trattati ottenevano risultati migliori in una serie di compiti di memoria e apprendimento. "PF4 fa sembrare il sistema immunitario più giovane, diminuendo tutti i fattori pro-invecchiamento, portando a un cervello con meno infiammazione, più plasticità e infine più cognizione", spiega Villeda. "Stiamo esaminando topi di 22 mesi, equivalenti a un essere umano di 70 anni, e PF4 li riporta a funzionare come se fossero alla fine dei 30 anni, o ai primi dei 40" [...]». 

Un altro articolo riportato sul sito Renovatio21 affermava nel 2022: «Un team di ricercatori ha scoperto nuove prove che il sangue dei giovani potrebbe essere il segreto per rimanere giovani. 

In un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Aging, il team ha scoperto che le particelle nel sangue di topo chiamate vescicole extracellulari (EV) inviano istruzioni per una proteina della longevità chiamata "Klotho" alle cellule muscolari, secondo quanto riportato da un comunicato stampa dell'Università di Pittsburgh. 

Man mano che i topi invecchiano, gli EV sembrano diventare più deboli e di conseguenza inviano meno istruzioni per la proteina. 

Quando gli scienziati hanno somministrato a topi più anziani il sangue di topi più giovani, le loro cellule e i loro tessuti hanno iniziato ad assumere caratteristiche più giovanili come, ad esempio, una maggiore rigenerazione muscolare. Quando gli EV sono stati rimossi dal sangue, l'effetto è svanito. 

Se l'effetto di questi esperimenti potrebbe tradursi negli esseri umani, ovviamente, rimane poco chiaro. I tentativi di portare il trattamento ai pazienti reali sono stati accolti con dure critiche e risultati inconcludenti. 

Ma il team di Pittsburgh spera che la loro ricerca possa portare a nuovi trattamenti per sostenere e migliorare la longevità durante il processo di invecchiamento degli esseri umani. 

"In un certo senso, ci aiuta a comprendere la biologia di base di come funziona la rigenerazione muscolare e come non funziona con l'avanzare dell'età", ha detto Fabrisia Ambrosio, docente associato di medicina fisica e riabilitazione all'Università di Pittsburgh, autrice principale dello studio. "Quindi, portando queste informazioni al passaggio successivo, possiamo pensare di utilizzare le vescicole extracellulari come terapia per contrastare questi difetti legati all'età".   

 

Grazie alla scienza e ai miliardi, il vampirismo è, materialmente, dietro l'angolo  

Altre ricerche hanno suggerito che il sangue di topi giovani può aiutare a migliorare le prestazioni cognitive nei topi più anziani, sempre secondo questo comunicato. Ciò significa che i trattamenti EV potrebbero teoricamente aiutare a rallentare o addirittura prevenire il declino cognitivo con l'avanzare dell'età. 

Nonostante la timidezza con cui si muove l'accademia, che ad oggi la considera come una pseudoscienza, la trasfusione di sangue giovane ad individui anziani (e facoltosi) è realtà da diversi anni. 

Il processo, chiamato parabiosi, è offerto da diverse startup e ha già diversi clienti nel mondo finanziario e tecnologico della Silicon Valley. La startup Ambrosia, ha venduto "trasfusioni di sangue per giovani" dal 2016 per 8.000 dollari usando il pretesto di condurre una sperimentazione clinica. Ad agosto 2017, avevano aderito 600 persone. Un'altra azienda, Alkahest, è stata fondata sulla base degli studi sui roditori di Stanford. Dal 2017 sta collaborando con l'azienda farmaceutica europea Grifols per creare un farmaco biologico sperimentale a base di plasma sanguigno che si propone di testare su persone con Alzheimer. 

La serie televisiva Silicon Valley in un episodio, ne ha offerto la parodia, mostrando gli apparecchi per le trasfusioni e l'esistenza dei cosiddetti "blood boy", ragazzi appena ventenni che devono seguire diete ferree per servire da banche di sangue per gli eccentrici miliardari.  

Grazie alla scienza e ai miliardi, il vampirismo è, materialmente, dietro l'angolo».  

E altre grandi testate nazionali sono uscite nel corso del tempo con la pubblicazione di altrettanti articoli, a partire circa dall'anno 2014, che vantavano i benefici del sangue giovane sull'invecchiamento di un adulto. Non è affatto pura fantascienza o complottismo.

Fino a che punto queste ricerche siano veritiere ed obiettive o invece pilotate da chi nutre interesse a sdoganare la pratica - già in corso in cliniche degli Stati Uniti - dell'infusione di sangue prelevato da giovani su persone anziane, questo non è dato saperlo. 

Sappiamo però che la vecchia accusa del sangue non risulta, alla luce di queste ricerche, così inverosimile. Anzi. Ed è del tutto inutile gridare, come accaduto costantemente negli ultimi due secoli, all'antisemitismo: paravento fatiscente per nascondere la verità e porre sotto gogna mediatica chi la denuncia. 

Le ricerche dello studioso di origine ebraica Ariel Toaff andavano proprio in questa direzione ed è la stessa Wikipedia a farcene menzione. 

Mentre, come abbiamo appena letto, secondo diverse ricerche scientifiche, esistono dati a suffragio delle proprietà terapeutiche del sangue giovane. 

Ma non finisce qui. Bisogna fare i conti anche con la storia dell'adrenocromo che si solleva minacciosa come uno spettro, in fondo a questo fosco senario. Ne abbiamo già parlato

In questa sede ci limitiamo tuttavia a ricordare come nel mondo scompaiono ogni anno 8 milioni di bambini. I dati agghiaccianti sono aggiornati annualmente in occasione della Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi che si celebra il 25 maggio. Ogni giorno sul nostro pianeta scompaiono 22.000 minori. Se una parte viene ridotta in schiavitù, l'altra non sappiamo che destino avrà. Secondo il direttore esecutivo dell'Unicef, Geeta Rao Gupta e la specialista in statistiche Claudia Cappa, nel mondo sono almeno 230 milioni i bambini "inesistenti". Si tratta di bambini che, una volta nati, non sono stati registrati all'anagrafe e non hanno ricevuto un certificato di nascita. 

Bimbi invisibili che nessuno cercherà mai.  

Mentre le sette sataniche, d'altra parte, sappiamo che continuano a "bere il sangue dei minori".

 

 

 

 
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