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Messaggi di Novembre 2022

 

Le bugie sul clima, il piano del WEF per oscurare il sole e le polveri fini iniettate nella stratosfera: cosa vogliono le élite?

Post n°114 pubblicato il 16 Novembre 2022 da daniela.g0
 

 

«Chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio» Giovanni 3,21

 

Il World Economic Forum rivela il piano per oscurare il sole con "bolle spaziali"  

Matt Agorist, giornalista indipendente statunitense congedato con onore dell'USMC ed ex operatore di intelligence incaricato direttamente dalla NSA, ha scritto per The Free Thought Project - lo scorso 22 luglio - un articolo molto interessante. 

I cambiamenti climatici, l'argomento di cui si tratta, sono ormai la parola all'ordine del giorno dei media non solo americani, come sappiamo, ma anche europei ed italiani. Ecco perché val bene la pena di fermarsi su un tema che sta condizionando anche normative e leggi dello Stato italiano volte a contenere quello che ormai viene definito comunemente come "il riscaldamento globale". 

«Nel giugno del 2019, il World Economic Forum, un gruppo privato composto da miliardari d'élite, ha firmato una partnership strategica con le Nazioni Unite, un'organizzazione intergovernativa. Questa partnership altamente discutibile è stata costituita con l'obiettivo esplicito di "accelerare l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile". 

Questa mossa è stata vista da molti in tutto il mondo come una "acquisizione del controllo aziendale" sulle Nazioni Unite ed è stata contrastata da centinaia di ONG, organizzazioni no profit, gruppi di riflessione e funzionari governativi. Una lettera aperta nel settembre del 2019, firmata da queste organizzazioni, ha avvertito: 

"Le disposizioni della partnership strategica prevedono effettivamente che i leader aziendali diventino 'consiglieri sussurranti' dei capi dei dipartimenti del sistema delle Nazioni Unite, utilizzando il loro accesso privato per sostenere 'soluzioni' - a scopo di lucro basate sul mercato - ai problemi globali, minando al contempo soluzioni reali incorporate in interesse pubblico e procedure democratiche trasparenti"

Da quel fatidico giorno del giugno 2019, l'influenza del WEF è cresciuta e la loro rilevanza e potere all'interno dei governi nazionali sono notevolmente aumentati. 

Durante la pandemia da COVID-19, il WEF ha presentato la propria missione, intitolata The Great Reset, allo scopo di utilizzare l'opportunità della pandemia per promuovere ciò che secondo le élite è necessario, ovvero che "le parti interessate globali cooperino nella gestione simultanea delle conseguenze dirette della crisi COVID-19" per "aiutare a informare tutti coloro che determinano lo stato futuro delle relazioni globali, la direzione delle economie nazionali, le priorità delle società, la natura dei modelli di business e la gestione di beni comuni globali". 

Dopo aver accumulato per anni una massiccia influenza dei governi, il gruppo, che apertamente si definisce come "élite", è giunto alla stessa conclusione a cui Billy Boy era già arrivato anni fa: dobbiamo oscurare il sole per rallentare il cambiamento climatico. 

Diversamente dal piano di Gates di spruzzare particelle di aerosol nell'atmosfera per oscurare il sole, il WEF ha sostenuto la proposta del MIT di utilizzare le "bolle spaziali" per formare uno scudo solare. 

"Le soluzioni spaziali sarebbero più sicure: ad esempio, se deviamo l'1,8% della radiazione solare incidente prima che colpisca il nostro pianeta, potremmo invertire completamente il riscaldamento globale di oggi"

Un altro vantaggio di questo particolare schermo solare è che è reversibile, poiché le bolle potrebbero essere sgonfiate e rimosse dalla loro posizione. 

Le sfere sarebbero realizzate con un materiale come il silicio, trasportato nello spazio in forma fusa, o liquidi ionici rinforzati con grafene. 

Per ora, il piano è un'ipotesi di lavoro e gli scienziati che vi lavorano stanno solo conducendo esperimenti in laboratorio. Citando la natura altamente controversa di tali piani di geoingegneria, il WEF ha fatto ricorso al suo rapporto con l'ONU per giustificarlo.

La geoingegneria si è rivelata controversa, ma il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha affermato che è un Piano B necessario se l'aumento della temperatura non può essere limitato a un livello gestibile. 

In effetti, indipendentemente dalle assicurazioni dell'élite, molti scienziati ed enti governativi si stanno muovendo per prevenire tali azioni. Alcuni Paesi hanno persino vietato la pratica. 

L'anno scorso, la Nazione svedese ha ritrattato il suo piano per testare il piano di Billy Boy di spruzzare particelle nel cielo per provare ad oscurare il sole, citando disaccordi tra gli scienziati. 

Altri vogliono semplicemente risarcire chiunque sia danneggiato da questi progetti. 

David Keith, professore di Fisica applicata e politiche pubbliche all'Università di Harvard, riconosce le "molte preoccupazioni reali" della geoingegneria, secondo un rapporto di Forbes. Per compensare questi rischi ha proposto la creazione di un "pool di rischio" per raccogliere fondi per i rischi associati a quello che è giocare a madre natura, fino al raffreddamento di un'area in modo talmente elevato che gli abitanti non sarebbero più in grado di coltivare la terra e ottenere cibo. 

Come riporta Forbes

Anche in questo caso, questi cali di temperatura comportano seri rischi. Le temperature gelide nel 1815 portarono a raccolti falliti in condizioni di quasi carestia. Scienziati britannici hanno citato gli aerosol stratosferici emessi dalle eruzioni vulcaniche in Alaska e in Messico come la potenziale causa della siccità nella regione africana del Sahel. Una grave perturbazione del clima globale potrebbe portare a conseguenze indesiderate, con un impatto negativo sulle regioni altamente popolate e progettando un'altra crisi dei rifugiati. 

David Keith ha proposto la creazione di un "pool di rischio" per risarcire le Nazioni più piccole per i danni collaterali causati da tali test, ma un tale compenso potrebbe essere di scarso conforto per coloro che sono sfollati a causa di condizioni invivibili. 

Infatti. Nessuna somma di denaro compenserebbe una famiglia che perde tutta la propria terra a causa delle temperature gelide ed è costretta a trasferirsi in un altro Paese. Ma questi sono alcuni dei rischi connessi alle modifiche meteorologiche, motivo per cui un piccolo gruppo di élite globali che non sono degli scienziati non dovrebbe prendere queste decisioni per 8 miliardi di persone». 

Come ricordavo all'inizio, anche in Italia si parla tanto di riscaldamento globale. E si varano norme volte a contenerlo. Quest'anno in molte città, ad esempio, è vietata per disposizione comunale nelle abitazioni l'accensione dei termosifoni oltre un certo numero di ore e l'impostazione della temperatura oltre i 19 gradi, proprio per contenere il riscaldamento. 

Ma non tutti gli scienziati sono d'accordo sull'esistenza reale di un riscaldamento globale e le prove che vengono addotte a supporto di questa teoria sono state contestate. 

Una rete internazionale di oltre 1100 scienziati e professionisti si è riunita nell'organizzazione CLINTEL (Climate Intelligence) e ha promosso lo scorso agosto un appello urgente a politici, istituzioni e global media: «La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche», la visione e gli studi climatici di questo foltissimo numero di esperti di tutto il mondo, tra i quali si contano anche Premi Nobel, è realista: «non c'è alcuna emergenza climatica». La loro Dichiarazione mondiale sul clima, è un documento vivo, che viene frequentemente modificato sulla base dei contributi di tutti i suoi ambasciatori (professori ed esperti) e di altri esperti di materie attinenti alla Scienza della Terra, come ha riportato La Nuova Bussola Quotidiana alla fine dello scorso agosto. 

Nel documento si ribadisce che «gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale». Allo stesso tempo, i politici dovrebbero valutare spassionatamente i costi reali e i benefici immaginati delle loro misure politiche. 

Nell'appello del 18 agosto 2022, gli scienziati hanno chiesto al World Economic Forum, il "gotha" del globalismo oligarchico, di organizzare un dibattito aperto e chiaro, fondato su basi scientifiche e trasparente, dopo che proprio sul sito del WEF, il 10 agosto, era stato pubblicato un articolo (un invito) ad utilizzare l'intelligenza artificiale (AI) per censurare «la disinformazione dannosa» online. 

La dissidenza scientifica sulla mitologia globalista del clima e non solo, dovrebbero esser censurata "artificialmente" per lasciare all'unica dottrina lo spazio pubblico. 

Siamo dunque, ancora una volta, al pensiero unico, che le oligarchie mondiali vogliono imporre e a cui si piegano come fuscelli al vento politici e media mainstream, e su cui è vietato dissentire. Tutti devono allinearsi ed obbedire ai proclami propagandistici. 

E si vorrebbe chiudere la bocca ed impedire di scrivere a chiunque non si allinei al pensiero unico dominante. 

Ma la nostra strada, quella che abbiamo deciso di imboccare non senza riflessione, è passare per la porta stretta (cfr. Mt 7,13-14) e non intraprendere la via larga di facile e comune percorrenza.

 

Patrick Moore, ecologista canadese, presidente della CO2 Coalition e co-fondatore di Greenpeace. (Per gentile concessione di Patrick Moore)  

 

Il fondatore di Greenpeace Patrick Moore afferma che il cambiamento climatico si fonda su false narrazioni  

Non possiamo lasciarci sfuggire quindi l'occasione di accennare ad una serie di scambi di e-mail avvenuti tra Patrick Moore, uno dei fondatori di Greenpeace, e il professor sudcoreano Seok-soon Park, professore di scienze ambientali e ingegneria alla Ehwa Womans University di Seoul, Corea del Sud, nel novembre del 2021. Le e-mail sono state fornite a The Epoch Times da Park con il permesso di Moore, il 7 luglio 2022. 

Secondo quanto ha riportato Frontier Centre for public policy, il 16 settembre 2022, Patrick Moore ha affermato in una delle e-mail che le sue ragioni per lasciare Greenpeace erano molto chiare: "Greenpeace è stato 'dirottato' dalla sinistra politica quando si è resa conto che c'erano soldi e potere nel settore ambientale movimento. Gli attivisti politici [di sinistra] in Nord America e in Europa hanno cambiato Greenpeace da un'organizzazione scientifica a un'organizzazione politica per la raccolta di fondi", ha affermato Moore. 

Moore ha lasciato Greenpeace nel 1986, 15 anni dopo aver co-fondato l'organizzazione.

"Il movimento 'ambientale' è diventato più un movimento politico che un movimento ambientalista", ha detto. "Si concentrano principalmente sulla creazione di narrazioni, storie, progettate per instillare paura e senso di colpa nel pubblico in modo che il pubblico invii loro denaro". 

Ha detto che operano principalmente a porte chiuse con altri agenti politici alle Nazioni Unite, al World Economic Forum e così via, tutti di natura principalmente politica. 

L'Intergovernmental Panel on Climate Change [IPCC] "non è un'organizzazione scientifica", ha affermato. "Si tratta di un'organizzazione politica composta dall'Organizzazione meteorologica mondiale e dal Programma ambientale delle Nazioni Unite. 

"L'IPCC assume scienziati per fornire loro 'informazioni' a sostegno della narrativa dell"emergenza climatica". 

Le loro campagne contro i combustibili fossili, l'energia nucleare, la CO2, la plastica, ecc., sono fuorvianti e progettate per far pensare alla gente che il mondo finirà a meno che non paralizziamo la nostra civiltà e distruggiamo la nostra economia. Ora hanno un'influenza negativa sul futuro sia dell'ambiente che della civiltà umana". 

"Oggi la sinistra ha adottato molte politiche che sarebbero molto distruttive per la civiltà in quanto non sono tecnicamente realizzabili. Basta guardare all'incombente crisi energetica in Europa e nel Regno Unito, di cui Putin sta approfittando. Ma è una loro azione rifiutandosi di sviluppare le proprie risorse di gas naturale, opponendosi all'energia nucleare e adottando una posizione impossibile sui combustibili fossili in generale", ha scritto Moore. 

Moore ha anche affermato che "verde" per l'ambiente e "pace" per le persone erano i principi fondanti di Greenpeace, ma la pace è stata in gran parte dimenticata e il verde è diventato l'unico programma. 

Patrick Moore è considerato largamente uno degli esperti di ambiente più qualificati al mondo. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Ecologia presso l'Università della British Columbia nel 1974 e un dottorato onorario in Scienze presso la North Carolina State University nel 2005. 

"Pochissime persone credono che il mondo non si stia riscaldando. Il record è chiaro che il mondo si è riscaldato dal 1700 circa, 150 anni prima che utilizzassimo combustibili fossili. Il 1700 fu l'apice della Piccola Era Glaciale, che fu molto fredda e causò il fallimento dei raccolti e la fame. Prima di allora, intorno al 1000 d.C. era il periodo caldo medievale in cui i Vichinghi coltivavano la Groenlandia. [E] prima di allora, intorno al 500 d.C. c'erano i secoli bui, e prima ancora, il periodo caldo romano, quando faceva più caldo di oggi e il livello del mare era di 1-2 metri più elevato di adesso", ha dichiarato Moore. 

"Anche fino al 1950 circa, la quantità di combustibili fossili utilizzati e di CO2 emessa era molto ridotta rispetto a oggi. Non conosciamo la causa di questi periodici sbalzi di temperatura, ma di certo non si trattava di CO2". 

Moore ha chiarito che l'"opinione di minoranza" non riguarda la storia della temperatura terrestre, ma è il rapporto tra la temperatura e la CO2 che è al centro della disputa. 

Ha continuato Moore: "A questo proposito, sono d'accordo sul fatto che molti credano che la CO2 sia la principale causa del riscaldamento. La CO2 è invisibile, quindi nessuno può effettivamente vedere cosa sta facendo. E questa 'maggioranza' sono principalmente scienziati pagati da politici e burocrati, media che fanno notizia o attivisti che fanno soldi. [Il resto è] il pubblico che crede a questa storia anche se in realtà non può vedere cosa sta facendo la CO2". 

Moore ha fornito un grafico della temperatura misurata continuamente in 350 anni (dal 1659 al 2009) nell'Inghilterra centrale. "Se l'anidride carbonica fosse la causa principale del riscaldamento, allora dovrebbe esserci un aumento della temperatura lungo la curva dell'anidride carbonica, ma non è così", ha spiegato.

 

 

1609-2009 Emissioni di temperatura ed anidride carbonica nell'Inghilterra centrale. (Per gentile concessione di Patrick Moore)  

 

Moore ha descritto la demonizzazione della CO2 come "completamente ridicola". Ha aggiunto che la CO2 è la base di tutta la vita sulla Terra e la sua concentrazione nell'atmosfera oggi, anche con l'aumento, è inferiore a quella che è stata per la grande maggioranza dell'esistenza della vita. 

"Gli allarmisti climatici preferiscono discutere della conoscenza del clima solo dal 1850. Il tempo prima essi lo riferiscono all'era preindustriale. Questa "era preindustriale" durava più di 3 miliardi di anni quando la vita era sulla Terra. Molti cambiamenti climatici [si sono verificati durante quel periodo], comprese le ere glaciali, le serre, le principali estinzioni dovute all'impatto di asteroidi e altre cause sconosciute", ha affermato Moore. 

"Oggi la Terra si trova nell'era glaciale del Pleistocene, iniziata 2,6 milioni di anni fa. ... Quindi, la grande glaciazione più recente, che ha raggiunto il picco 20.000 anni fa, non è stata la fine dell'era glaciale. Siamo ancora nell'era glaciale del Pleistocene, non importa come gli allarmisti climatici vogliano negarlo". 

Secondo Patrick Moore, la grande ironia dell'attuale panico sul clima è che la Terra è più fredda oggi di quanto non fosse per 250 milioni di anni prima dell'inizio dell'era glaciale del Pleistocene. E la CO2 è più bassa ora che in oltre il 95 percento della storia della Terra. 

"Ma non lo sapresti mai se ascolti tutte le persone che beneficiano della menzogna che la Terra presto sarà troppo calda per la vita e che la CO2 diventerà più alta che nella storia della Terra", ha dichiarato ancora l'esperto ambientale. 

Secondo Moore, quasi tutti i coltivatori commerciali di serre in tutto il mondo acquistano CO2 da iniettare nelle loro serre per ottenere raccolti fino al 60% più elevati. 

"Sono rimasto colpito quando ho sorvolato la Corea del Sud [e ho visto] quante serre ci sono nelle valli. Come la Columbia Britannica, la Corea ha molte montagne e non molti terreni agricoli fertili e pianeggianti. 

"Sono sicuro che i coltivatori di serre immettono più CO2 nelle loro serre, fino a raddoppiare e triplicare quella che è nell'atmosfera oggi. Questo perché quasi tutte le piante che crescono all'esterno nell'atmosfera naturale sono affamate di CO2, ed è ciò che impedisce loro di crescere più velocemente", ha aggiunto Moore. 

Ha anche consigliato di "fare riferimento al capitolo intitolato 'Climate of Fear and Guilt' nel mio libro, [Fake Invisible Catastrophes and Threats of Doom], se si desidera raggiungere una piena comprensione di questi fatti".  

 

L'Isde: iniezione di alluminio in aerosol nella stratosfera, tecnica molto pericolosa  

Ma a causa dell'idea ormai fissa del surriscaldamento terrestre, c'è un altro pericolo che incombe sul capo perlopiù ignaro di ognuno di noi: l'iniezione di aerosol di polveri fini nella bassa stratosfera allo scopo dichiarato di riflettere parte dei raggi solari e ridurre così temporaneamente la temperatura terrestre. 

Si tratta di una tecnica di geoingegneria che ha lo scopo di mitigare i cosiddetti "danni" causati dal "riscaldamento globale" (Harvard's Solar Geoengineering Research Program).

Il Dott. Giovanni Ghirga (membro di ISDE Italia) in occasione di Excellence in Pediatrics Conference, tenutasi nel dicembre 2020, in proposito ha affermato: 

«La Geoingegneria solare che utilizza aerosol di ossido di alluminio nella stratosfera è una seria minaccia per la salute mentale globale dei bambini. L'iniezione di aerosol di polveri fini, iniettate nella bassa stratosfera al fine di riflettere parte dei raggi solari e ridurre temporaneamente la temperatura terrestre, è una tecnica di geoingegneria che ha come scopo quello di mitigare i danni causati dal riscaldamento globale (Harvard's Solar Geoengineering Research Program). 

Questa tecnica vuole copiare cosa è accaduto dopo le grandi eruzioni vulcaniche come quella del Mount Pinatubo nelle Filippine. L'eruzione vulcanica fu seguita da una nube di polvere di solfati la quale, in 3 settimane, si diffuse su gran parte della terra e la coprì quasi totalmente in un anno. I due anni successivi all'eruzione, la terra ebbe un abbassamento della temperatura di circa 0.5 gradi Celsius. 

Recentemente è stato dimostrato che gli aerosol con ossido di alluminio potrebbero essere utilizzati al posto dei solfati (anche essi molto tossici) per aumentare drasticamente la quantità di raggi solari che vengono riflessi e non raggiungono così la superficie terrestre. 

Tuttavia, diversi studi epidemiologici suggeriscono che l'alluminio potrebbe non essere così innocuo come si pensava in precedenza. 

L'alluminio è stato incluso tra le 200 sostanze chimiche neurotossiche che stanno silenziosamente erodendo l'intelligenza, modificando il comportamento e mettendo a rischio il futuro dei bambini. Questa è chiamata la "pandemia silenziosa" da sostanze tossiche, la quale compromette un normale sviluppo neurologico dei bambini. 

Recentemente, il contenuto di alluminio del tessuto cerebrale ottenuto da donatori affetti da autismo è stato rilevato essere costantemente elevato. La elevata presenza dell'alluminio intracellulare nelle cellule non neuronali è stata una osservazione straordinaria nel tessuto cerebrale dei soggetti affetti da autismo e può fornire indizi sia sull'origine dell'alluminio cerebrale che su un suo possibile ruolo etiologico nel disturbo dello spettro autistico, in soggetti geneticamente predisposti. Inoltre, la prevalenza del disturbo dello spettro autistico è in aumento. 

In Italia, secondo l'Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio dei Disturbi dello Spettro Autistico (2019), un bambino ogni 77 (nella fascia di età 7-9 anni) ha un disturbo dello spettro autistico con una prevalenza maggiore nei maschi (4,4 maschi ogni 1 femmina).

In rapporto a questi dati, una tecnica come la geoingegneria solare che utilizza aerosol di alluminio (ma anche di solfati) può aumentare il rischio di un incremento dei disturbi del neurosviluppo. 

Infatti, il tempo medio di permanenza di una particella nella parte inferiore della stratosfera è di circa 1-2 anni. Dopo l'eventuale trasporto nella troposfera, le particelle subiscono processi di miscelazione relativamente rapidi a causa di eventi meteorologici, turbolenze ed altri fenomeni, i quali causano una rimozione delle polveri iniettate mediante deposizione secca, sedimentazione o altro. 

Alla fine, queste polveri tossiche ricadranno sulla superficie terreste, contaminando però prima l'aria che respiriamo. 

Tutti i giorni assumiamo una certa quantità di alluminio attraverso il cibo. Tuttavia, questa forma di alluminio utilizzata nella geoingegneria solare è diversa perché legata a particelle talmente piccole che possono raggiungere il sistema nervoso direttamente attraverso le terminazione olfattive presenti nelle cavità nasali».  

Ma non soltanto i bambini, come ha affermato giustamente il Dott. Giovanni Ghirga, sono in pericolo, a causa dell'uso di questa tecnica. 

Come più volte ha avvertito un neurochirurgo di grande esperienza e valore, come il Dott. Russell L. Blaylock, tutti, e in particolare gli anziani oltre ai bambini, corrono un grave pericolo a causa dell'uso di queste tecniche. Infatti, nelle persone di una certa età la quantità di alluminio presente nel cervello attraverso l'assorbimento che proviene dall'ambiente è maggiore che nei giovani, per un effetto accumulo negli anni. Per questo gli anziani corrono una probabilità più elevata di sviluppare patologie neurodegenerative, come l'Azheimer, ad esempio. 

Se leviamo lo sguardo verso l'alto nelle belle giornate di sole, non è difficile vedere quasi quotidianamente nei cieli delle nostre città molte striature che spesso si incrociano fra loro. E' il segno della presenza silenziosa ma costante di aerei di tipo militare che lasciano una scia chimica alle loro spalle, con il suo carico di veleni. 

Ma non è inverosimile pensare che lo scopo finale delle élite non sia soltanto il contrasto a quello che ormai chiamano arbitrariamente "riscaldamento globale". 

Non è difficile pensare infatti che un altro degli scopi prefissi, sia invece il controllo delle condizioni meteorologiche di interi Paesi, che come è ormai noto si possono influenzare e controllare mediante tale tecnica, ed infine il controllo e la manipolazione delle masse, attraverso l'irrorazione di alluminio che, abbiamo visto, è un potente neurotossico. 

Bill Gates è deciso ad oscurare il sole, insieme ai potenti del WEF. 

D'altronde chi opera nelle tenebre non viene alla luce, ma la odia, in quanto preferisce l'oscurità per nascondere il suo operato (cfr. Gv 3,19-21). 

Quello che ci conforta sapere, tuttavia, è che la luce vince sulle tenebre (cfr. Gv 1,5); né le tenebre potranno mai sopraffarla, malgrado tutte le macchinazioni dell'uomo.

Il piano delle élite infatti perde già pezzi da molte parti, se avete letto bene. Molti dei Paesi ed enti governativi che avevano offerto il loro sostegno incondizionato per gli esperimenti di oscuramento del sole, come la Svezia, hanno già revocato il loro consenso, mentre si alza la protesta degli scienziati indipendenti. 

In particolare nell'ultimo anno trascorso, il 2022, gli equilibri mondiali stanno cambiando e decretando la fine del mondialismo in favore di un mondo multipolare. 

Se il potere delle grandi famiglie come i Rothschild sta tramontando, anche la grande bugia sul clima, come quella del COVID, è destinata ad avere vita breve, malgrado l'enorme apparato mediatico sguinzagliato a suo sostegno. 

Anche perché a credervi potrà restare solo la vecchia Europa, che pure sta già incassando i primi rifiuti all'attuazione degli esperimenti più folli nella storia dell'umanità.

 

 

 
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Le analisi sui vaccini COVID convergono sulla presenza di grafene. Il silenzio delle Istituzioni - Seconda parte

Post n°113 pubblicato il 05 Novembre 2022 da daniela.g0
 

La Dr.ssa Purnima Wagh  

 

Ma anche altri scienziati nel mondo hanno confermato la presenza di grafene e agglomerati nel sangue tramite ricerche scientifiche e analisi specialistiche di laboratorio. 

Fra questi, la ricerca condotta dalla Dr.ssa indiana Purnima Wagh, esperta in virologia e immunologia, con due dottorati di ricerca presso l'Università inglese della London School of Hygiene & Tropical Medicine. 

Insieme ad un gruppo di ricercatori provenienti da tutto il mondo la Dr.sa Wagh ha eseguito delle analisi su 2305 campioni di sieri di dodici diverse case farmaceutiche. Nella lista sono presenti le marche dei vaccini più distribuiti negli Stati Uniti e in Europa Occidentale come Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson. Ci sono anche vaccini cinesi come il Novavax e altri vaccini cubani. 

Il risultato della ricerca è che nei sieri Pfizer e Moderna non c'è né l'mRNA né la cosiddetta proteina Spike mentre in quelli di Astrazeneca e J&J non c'è l'adenovirus che sono stati dichiarati nei relativi bugiardini di accompagnamento. 

In ognuno di questi farmaci analizzati sono stati riscontrati invece ingredienti quali acqua, idrossido di alluminio, nanoparticelle metalliche e nanoparticelle di ossido di grafene.   

L'atto di sindacato ispettivo n 1-00388   

L'atto di sindacato ispettivo n 1-00388 della legislatura 18, pubblicato il 16 giugno 2021e relativo alla seduta n. 337 del Senato della Repubblica, afferma nella sua premessa ricordando che «in Israele e negli Stati Uniti la vaccinazione con vaccini anti COVID-19 a mRNA per la fascia dei giovanissimi 12-16 anni e over 16 è iniziata da tempo, ed è notizia recente che proprio in Israele sono state riportate 275 miocarditi nei giovani di età compresa tra i 16 e i 30 anni; 

a tale evidenza si è aggiunta la preoccupazione destata dall'ultimo rapporto di vigilanza dei CDC, i centri per la prevenzione e il controllo delle malattie negli USA, secondo cui, dopo le vaccinazioni con Pfizer e Moderna, nei soggetti tra i 16 e 24 anni si sono riscontrate miocarditi in numero superiore rispetto all'atteso; 

lo scorso 20 maggio 2021 è comparsa sul sito di HART (Health advisory & recovery team) una lettera aperta, sottoscritta da un gruppo di medici inglesi, indirizzata all'MHRA (Medicines & healthcare products regolatory agency), l'equivalente dell'AIFA italiana; 

i contenuti dell'appello sollevano dubbi consistenti, sia sotto il profilo etico che sotto quello scientifico, rispetto alla scelta di somministrare i vaccini agli "under 18"».  

Continua ancora il documento: «si ritiene opportuno riportare alcuni passaggi significativi della citata lettera, il cui contenuto è comunque integralmente visionabile sul sito web di HART: i firmatari affermano che "è irresponsabile, non etico e in effetti non necessario includere i bambini sotto i 18 anni nel lancio nazionale del vaccino COVID-19", ed è chiarito che gli studi clinici sui bambini pongono enormi dilemmi etici a causa dei rischi sconosciuti, aggiungendo che si dovrebbe attendere la fine degli attuali studi di fase 3 e diversi anni ancora per ricevere tutti i dati sulla sicurezza negli adulti, al fine di escludere o quantificare tutti i potenziali effetti avversi; 

in particolare, si legge che "Tutti gli studi di fase 3 sui vaccini COVID-19 sono in corso e non dovrebbero concludersi fino alla fine del 2022/inizio 2023. I vaccini sono, quindi, attualmente sperimentali con dati limitati sulla sicurezza degli adulti a breve termine e non disponibili (...). La tecnologia del vaccino mRNA completamente nuova, che non è mai stata precedentemente approvata per l'uso nell'uomo (...). I potenziali effetti a insorgenza tardiva possono richiedere mesi o anni per manifestarsi. Le limitate sperimentazioni sui bambini intraprese fino ad oggi sono totalmente sottodimensionate per escludere effetti collaterali non comuni ma gravi. I bambini hanno una vita davanti a loro e i loro sistemi immunologici e neurologici sono ancora in fase di sviluppo, il che li rende potenzialmente più vulnerabili agli effetti avversi rispetto agli adulti. Sono già state sollevate una serie di preoccupazioni specifiche, tra cui malattie autoimmuni e possibili effetti sulla placenta e sulla fertilità. Un articolo pubblicato di recente ha sollevato la possibilità che i vaccini mRNA COVID-19 possano innescare malattie neurodegenerative basate su prioni. Tutti i potenziali rischi, noti e sconosciuti, devono essere bilanciati rispetto ai rischi del COVID-19 stesso, quindi ai bambini si applicherà un rapporto rischi/benefici molto diverso rispetto agli adulti"; 

sulla protezione dal COVID nei bambini si aggiunge che "I bambini sani non corrono quasi alcun rischio di COVID-19, con un rischio di morte di appena 1 su 2,5 milioni. Nessun bambino precedentemente sano di età inferiore ai 15 anni è morto durante la pandemia nel Regno Unito e i ricoveri in ospedale o in terapia intensiva sono estremamente rari e la maggior parte dei bambini non presenta sintomi o ha sintomi molto lievi. Sebbene il Long-Covid sia stato citato come motivo per vaccinare i bambini, ci sono pochi dati concreti. (...)». 

Poi i senatori firmatari del documento vogliono «ricordare che, ai sensi dell'articolo 10 del decreto del Ministro della salute 24 ottobre 2014, recante l'approvazione dello statuto dell'Istituto superiore di sanità, il Comitato etico "opera in qualità di organismo guida e di valutazione sotto il profilo etico per le ricerche e per le sperimentazioni, in conformità con la normativa vigente", e che, ai sensi del decreto del Ministro della salute 8 febbraio 2013, recante i criteri per la composizione e il funzionamento dei comitati etici, essi hanno la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere delle persone in sperimentazione e di fornire pubblica garanzia di tale tutela; 

il Comitato etico ha funzione consultiva nei riguardi dell'ISS in relazione a questioni etiche connesse con le attività scientifiche, assistenziali, didattiche e amministrative, allo scopo di proteggere e promuovere i valori etici e il rispetto della persona». 

I firmatari tengono ad evidenziare che «desta perplessità la previsione in base alla quale "Questo medicinale è stato autorizzato con procedura 'subordinata a condizioni'. Ciò significa che devono essere forniti ulteriori dati su questo medicinale. L'Agenzia europea dei medicinali esaminerà almeno annualmente le nuove informazioni su questo medicinale e il riassunto delle caratteristiche del prodotto (RCP) verrà aggiornato, se necessario"».  

I senatori firmatari sono tredici e appartengono al partito Fratelli d'Italia. 

Dal governo italiano non arrivò mai nessuna risposta: era il mese di giugno 2021. 

Oggi il nuovo governo vanta una maggioranza cui appartiene proprio lo stesso schieramento politico degli allora senatori firmatari del documento. Ci sarà la volontà adesso di rispondere a queste domande che pongono enormi interrogativi dal punto di vista etico?  

Un governo, quello di Giorgia Meloni, che annovera come ministro della Giustizia l'ex magistrato Carlo Nordio, il quale dichiarò a novembre 2021 che "vaccinarsi è un obbligo morale verso gli altri e verso noi stessi" e si schierò a favore di limitazioni delle libertà dei cittadini non vaccinati e obbligo di green pass. E in merito al concetto di libertà dichiarò: "L'attentato alla libertà lo fanno quelli che non si vaccinano e frequentano le altre persone, perché mettono a rischio la loro salute"

Mentre ha dichiarato pochi giorni fa come "una velocizzazione della giustizia transita attraverso una forte depenalizzazione dei reati"

O come il nuovo ministro della Salute, Orazio Schillaci, rettore dell'Università di Tor Vergata a Roma, il quale dichiarò in un'intervista rilasciata alla trasmissione Rai Unomattina, il 14 ottobre 2021, che "il green pass rimane uno strumenti indispensabile per garantire la sicurezza nelle aule universitarie".  

Ma era lo stesso Anthony Fauci a dichiarare, già fin dal luglio 2021, in un'intervista trasmessa dal canale televisivo statunitense MSNBC, come il vaccino non impedisse la trasmissione del virus. 

E persino durante una delle trasmissioni Rai Porta a Porta, già a marzo 2021, l'allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Draghi, Enrico Giovannini, disse a chiare lettere che anche chi aveva ricevuto il vaccino COVID poteva ancora trasmettere il virus. 

Informazione peraltro presente già sul sito dell'AIFA nella sezione delle FAQ dove si trovavano oltre 30 domande relative al vaccino COVID sperimentale distribuito in Italia (Astra Zeneca, Pfizer-Biontech, Moderna, ecc...). 

Ma si solleva solo adesso un gran polverone per la dichiarazione rilasciata lo scorso 10 ottobre da Janine Small, presidente dei mercati internazionali di sviluppo di Pfizer, davanti al Parlamento Europeo, dove si è tenuta l'audizione sulla legittimità dei contratti conclusi da Ursula Von Der Leyen. La Small, come è noto, alla domanda dell'eurodeputato olandese Roos se la casa farmaceutica avesse testato la capacità del vaccino di bloccare il contagio, ha risposto con un secco no.   

Conclusioni   

Quello che emerge, anche confrontando quella che è la situazione negli Stati Uniti d'America, è come le autorità abbiano spinto la popolazione verso l'inoculazione di questi sieri sperimentali malgrado le evidenze emergenti avrebbero dovuto condurre ragionevolmente verso conclusioni opposte o comunque verso la massima cautela. 

Malgrado le sconcertanti conclusioni degli studi sopracitati che dovevano sollevare, nei vari enti governativi e nei governi occidentali, almeno molteplici e inquietanti interrogativi e che invece sono stati del tutto ignorati, come in uno dei peggiori incubi che assume sempre più i contorni di un progetto di riduzione della popolazione mondiale. 

D'altronde Bill Gates aveva già ammesso che attraverso i vaccini si poteva ridurre la popolazione mondiale. E sono ben noti gli effetti avversi manifestati dai bambini indiani durante la sua campagna vaccinale. 

Promettendo di eradicare la polio con 1,2 miliardi di dollari, Gates prese il controllo del National Advisory Board (NAB) dell'India e impose 50 vaccini contro la polio (fino a 5) per ogni bambino prima dei cinque anni. I medici indiani incolparono la campagna di Bill Gates per una devastante epidemia di poliomielite da ceppo di vaccino che paralizzò 496.000 bambini fra il 2000 e il 2017. 

Nel 2017, il governo dell'India annullò il regime vaccinale di Gates e sfrattò Bill Gates e i suoi collaboratori dalla NAB. I tassi di paralisi della poliomielite diminuirono precipitosamente. 

Anche le epidemie più spaventose in Congo, nelle Filippine e in Afghanistan sono legate ai vaccini di Bill Gates. Mentre nel 2014 la Bill & Melinda Gates Foundation finanziò test di vaccini sperimentali contro l'HPV, sviluppati da GSK e Merck, su 23.000 ragazze in remote province indiane. Circa 1.200 soffrirono di gravi effetti collaterali, inclusi disturbi autoimmuni e della fertilità. Sette morirono. Le indagini del governo indiano accusarono i ricercatori di gravi violazioni etiche, come pressioni sulle giovani, maltrattamento dei genitori, falsificazione di moduli di consenso e rifiuto di cure mediche alle ragazze colpite dagli effetti avversi. 

Ma ciò che più scandalizza, non sono i conflitti di interesse e la corruzione ormai troppo diffusa nelle case farmaceutiche o in una classe medica spesso accondiscendente.  

Ciò che più scandalizza, è invece l'intero asservimento, la sudditanza supina delle istituzioni di tutti i Paesi occidentali.  

Se l'operazione terroristica del COVID-19 ha avuto paradossalmente un merito, è stato quello di mostrare agli occhi del mondo l'ormai vero volto assunto dall'Occidente, che mentre si riempie la bocca di parole come "democrazia" e "rispetto delle minoranze", in realtà si dimostra essere una sbiadita e corrotta, ma feroce, dittatura al servizio di un'élite finanziaria priva di ogni moralità e decisa a dominare il mondo. 

Una piano, quello delle élite, studiato nei minimi dettagli che per funzionare aveva bisogno di un ultimo ma fondamentale anello mancante: l'asservimento della Chiesa Cattolica. 

Piano portato infine a termine con la sostituzione del romano pontefice Benedetto XVI nel febbraio 2013, il quale tuttavia con le sue controverse dimissioni ha volutamente evidenziato l'emergere di una falsa Chiesa massonica. 

Falsa Chiesa che si è svelata anch'essa agli occhi del mondo con l'operazione terroristica del COVID, dimostrando tutto il suo completo asservimento e il totale tradimento della sua missione salvifica, a partire dalla sospensione delle celebrazioni liturgiche nel marzo 2020. Apostasia della Chiesa che ha trovato il suo apogeo nel silenzio, anzi nella spinta accanita per i sieri sperimentali apportatori di salvezza al posto dell'unico Salvatore Gesù Cristo. Il solo che la vera Chiesa Cattolica possa riconoscere. 

Oggi, però, all'indomani dell'approvazione di FDA, EMA e AIFA, è arrivato il turno dei bambini, anche molto piccoli e con eventuali fattori di rischio. Chi si assumerà la responsabilità dei possibili effetti avversi - anche gravi e sconosciuti - che possono scaturire dall'inoculazione di controversi sieri sperimentali su bambini di appena pochi mesi, tenendo conto che non sarà neppure consentita loro la facoltà di decidere per se stessi?   

 

 

Qui la prima parte dell'articolo.

 
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Le analisi sui vaccini COVID convergono sulla presenza di grafene. Il silenzio delle Istituzioni - Prima parte

Post n°112 pubblicato il 04 Novembre 2022 da daniela.g0
 

 

L'approvazione dell'EMA e la situazione negli U.S.A.   

Come ormai sappiamo, l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) sta ufficialmente raccomandando che i bambini europei di appena sei mesi vengano vaccinati con i vaccini sperimentali COVID-19. 

L'EMA, incaricata di valutare i medicinali per i 27 Paesi Ue, ha formulato la raccomandazione in un comunicato stampa diffuso mercoledì 19 ottobre. 

Nella dichiarazione, l'EMA ha raccomandato di offrire i colpi di Pfizer o Moderna mRNA COVID a bambini di età pari o superiore a sei mesi. 

"Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'EMA ha raccomandato di estendere l'uso di Comirnaty e Spikevax mirando al ceppo originale di SARS-CoV-2", si legge nel comunicato stampa, facendo riferimento ai marchi dei jab prodotti rispettivamente da Pfizer-BioNTech e Moderna. 

"Il Comitato ha raccomandato di includere l'uso nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni per Comirnaty e l'uso in bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni per Spikevax", aggiunge la dichiarazione, osservando che sia le iniezioni Pfizer che Moderna "sono già approvate sia negli adulti che nei bambini di età compresa rispettivamente tra 5 e 6 anni". 

Come ha riportato la testata cattolica conservatrice Life Site News, la notizia è arrivata quando i funzionari della Sanità pubblica e i politici americani hanno aumentato l'ansia per una potenziale ondata invernale di COVID-19, nonostante il fatto che la maggior parte delle persone abbia ricevuto i colpi sperimentali contro il virus o abbia sviluppato un'immunità naturale attraverso l'infezione". 

Inoltre, la spinta per le vaccinazioni è arrivata nonostante l'evidenza che il rischio COVID per i bambini fosse stato esagerato. I dati disponibili risalenti all'inizio del febbraio-marzo 2020 suggeriscono da tempo che i bambini corrono un rischio molto basso di contrarre il virus. 

A marzo scorso il Dr. Joseph Ladapo, che dirige il Dipartimento della Salute della Florida, ha emesso una guida formale sconsigliando la vaccinazione dei bambini di età compresa tra 5 e 17 anni. 

"Sulla base dei dati attualmente disponibili, i rischi della somministrazione della vaccinazione COVID-19 tra bambini sani possono superare i benefici", ha affermato Ladapo in un comunicato stampa. 

La guida ufficiale dello Stato ha inoltre spiegato che "in generale, i bambini sani senza condizioni di salute di base significative di età inferiore ai 16 anni hanno un rischio minimo o nullo di complicanze gravi della malattia da COVID-19". Inoltre, la guida ha segnalato i potenziali rischi dei jab, inclusi gli "eventi avversi gravi più elevati del previsto" registrati negli studi clinici e il "rischio di miocardite causato dal vaccino COVID-19". 

L'American Pediatric Association ha riferito a giugno scorso che solo lo 0,00% -0,02% dei casi di COVID nei bambini negli Stati Uniti aveva provocato la morte. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno ammesso a marzo di aver sovrastimato del 25% il numero di decessi pediatrici per COVID. 

La Food and Drug Administration statunitense ha autorizzato i farmaci Pfizer e Moderna per bambini dai sei mesi in su a giugno. 

Nello stesso mese, il Dipartimento della Salute della Florida ha annunciato che non avrebbe partecipato al lancio di farmaci COVID per i bambini di età compresa tra sei mesi e cinque anni, affermando che le politiche sui vaccini "contorte" del governo federale non erano in linea con le priorità della Florida. 

La Florida, governata dal repubblicano Ron DeSantis, è stata l'unica a resistere alla narrativa prevalente sui colpi COVID per i bambini. Nonostante la decisione del Sunshine State di separarsi - come riporta ancora Life Site News -, il governo federale ha continuato a spingere per l'immunizzazione universale. 

Il 19 ottobre una commissione di 15 membri del Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione del CDC ha votato all'unanimità per aggiungere i colpi COVID di Moderna e Pfizer ai programmi di immunizzazione raccomandati per i bambini in età scolare.  

La presenza di grafene nei vaccini COVID-19. Le alterazioni del sangue nei soggetti vaccinati   

In questo stesso momento, in Italia, molte mamme stanno ricevendo dai loro pediatri delle mail dove vengono invitate a vaccinare i loro figli, anche molto piccoli. 

Sappiamo però, nonostante le rassicurazioni con studi condotti al riguardo, che tali vaccini sono e rimangono sperimentali. Occorrono anni infatti perché un farmaco sia adeguatamente testato e ovviamente non sono sufficienti gli studi condotti finora. 

Vaccini che dovremmo definire meglio sieri sperimentali, in quanto non forniscono alcuna immunità. 

Ma quello di cui non si parla quasi mai, nemmeno nelle testate della cosiddetta controinformazione, è della possibile presenza di grafene, una sostanza molto tossica per l'organismo umano. 

La presenza di grafene nei cosiddetti vaccini COVID-19 è stata accertata anzitutto dagli studi e dalle analisi di laboratorio del biologo prof. Pablo Campra dell'Università di Almeira in Spagna. Il prof. Campra ha analizzato il vaccino prodotto da Pfizer trovando all'interno del siero il grafene. Gli studi sono stati pubblicati in diversi aggiornamenti sulla rivista scientifica Research Gate.

 

 

Sono pervenuti alle stesse conclusioni gli studi condotti da tre medici italiani, il Dr. Franco Giovannini, medico chirurgo, specialista in Emodiagnostica Microscopica, il Dr. Riccardo Benzi Cipelli, medico chirurgo, specialista in Odontostomatologia e il Dr. Gianpaolo Pisano, medico chirurgo, specialista in Otorinolaringoiatria, master in Citologia, ricercatore presso Univ. UNISED.  

Come riportato da un articolo di Fabio Giuseppe Carlo Carisio per Gospa News, il 27 luglio 2022: 

«Caso N° 1 - Maschio 33 anni, sportivo con fisico atletico, in antecedenza esente da patologie. All'osservazione dopo un mese dall'aver ricevuto una dose di vaccino Pfizer riferisce marcata astenia, cefalea gravativa costante refrattaria ai comuni farmaci. Reuma-artralgie diffuse con dispnea da sforzo. (Fig. 1a e 1b) La foto evidenzia a sinistra la condizione ematica del Paziente prima degli inoculi, nella immagine a destra, dopo 2 mesi dall'inoculo, sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene, l'agglomerato è da porsi in relazione all'alterazione del potenziale Z».

 

L'alterazione dei globuli rossi prima e dopo il vaccino anti COVID (Foto apparsa originariamente su Gospa News)  


I tre medici italiani hanno messo nero su bianco l'ipotesi scientifica che sia stato proprio l'ossido di grafene a causare i coaguli nel sangue nella ricerca "Analisi al microscopio in campo oscuro sul sangue di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione con due tipi di vaccino a mRNA". Studio pubblicato in anteprima da "Disinfection", supplemento periodico di ND rivista di A.T.T.A., l'Associazione Tossicologi e Tecnici Ambientali presieduta da Marcello Lofrano. 

Collegandosi a questo link è possibile, solo per gli Operatori sanitari, ricevere via e-mail il PDF del Quaderno 01/2022 di "Disinfection" con l'analisi in microscopia in campo oscuro del sangue di oltre mille soggetti trattati con vaccini a mRNA .  

Come si osserva nell'immagine n. 3 riferita al Caso N° 1: «l'assemblaggio di inclusioni presumibilmente grafeniche assume connotati cristallini e di scaglie, come peraltro riportati in letteratura (5); inoltre è evidente una zona di influen-za viciniore, ad ali di farfalla, nel cui contesto avviene una organizzazione di tipo cristallino (2 mesi dall'inoculo)».

 

L'inquietante inclusione anomala nel sangue nella figura 3 (Foto: Gospa News)  


Nella figura 4 dello studio si può osservare: «Questa immagine (a 2 mesi dall'inoculo) evidenzia la tipica strutturazione auto-aggregante in modalità fibro/tubulare delle inclusioni presumibilmente grafeniche, la sfumatura rossa è riferibile a particelle ferrose globulari spesso riscontrate nel sangue dei pazienti esaminati». 

«L'utilizzo dell'analisi microscopica del sangue periferico a fresco su vetrino, in campo oscuro, è una metodologia di studio delle cellule del sangue per mezzo di un microscopio ottico cui è applicato uno speciale condensatore in grado di evidenziare particolari altrimenti non visibili, consentendo una prima valutazione dello stato di salute delle compo-nenti corpuscolate del sangue» hanno scritto i tre medici nello studio pubblicato in anteprima da "Disinfection".

 

La figura 4 dello studio (Foto: Gospa News)  



Nell'Abstract della ricerca dei tre medici si può leggere: «Nel presente studio abbiamo analizzato, con un microscopio ottico in campo oscuro, gocce di sangue periferico fresche prelevate median-te pungidito dal polpastrello di 1006 soggetti sintomatici dopo inoculazione con vaccino a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), a par- tire dal marzo 2021». 

«In 12 soggetti sono state eseguite analisi del sangue con la stessa metodica prima della vaccinazione, con quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano il sospetto che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini stessi. Vengono riportati in dettaglio 4 casi clinici, scelti come riassuntivi e rappresentativi dell'intera casistica» riferisce ancora lo studio. 

I risultati sono agghiaccianti e confermano quanto già visto dal Dr. Campra. 

«Dei 1006 soggetti analizzati, 948 pari al 94% del totale evidenziavano, dopo inoculo di vaccini a mRNA a distanza media di un mese, varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti e la presenza nel sangue periferico di particelle di varia forma e dimensione di dubbia natura. Sono necessari ulteriori studi per definire l'esatta natura delle particelle riscontrate nel sangue per individuare possibili soluzioni». 

Nell'introduzione allo studio dove vengono riportati i risultati delle analisi al microscopio in campo oscuro del sangue di 1006 pazienti che si erano rivolti al "Centro Medico Biodiagnostica Giovannini" per vari disturbi dopo l'inoculo di vaccini a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), si legge: «L'utilizzo dell'analisi microscopica del sangue a fresco su vetrino in campo oscuro consente una prima, immediata valutazione dello stato di salute delle componenti corpuscolate del sangue. Il completamento dell'analisi con la misurazione di pH, rH e rO (non mostrata nel presente studio) consente di definire precocemente eventuali alterazioni, prima che vengano rivelate dai tradizionali test coagulativi (di-dimero, PT, PTT, fibrinogeno, piastrine etc.)». Dodici soggetti dei 1006 analizzati avevano eseguito un esame del sangue periferico con la stessa metodica, prima della vaccinazione (range 3 giorni - 1 anno circa). 

Quattro di questi dodici soggetti che si erano rivolti al "Centro Medico Biodiagnostica Giovannini" sono stati scelti come rappresentativi dell'intera casistica e sono riportati in dettaglio con le relative immagini fotografiche. 

Nel Caso N° 3 esemplificativo, una donna di 84 anni, in buona salute e completamente autonoma, la figura al microscopio n. 11 della ricerca rileva che «Si intravedono ai poli della figura una iniziale configurazione lamellare a scaglie cristalline riferibili ad inclusioni presumibilmente grafeniche, in ottemperanza al fatto che il campo di forze è più energico ai contorni dello stesso. (a 5 settimane dall'inoculo)».

 

La figura 11 dello studio riferita al caso di una donna di 84 anni (Foto: Gospa News)  

 

«Alla seconda dose di Pfizer, [la donna, n. d. r.] manifestava una eritrodermia intensa al viso ed al torace, una intensificazione drammatica della bocca urente, dolori muscolari insostenibili e refrat- tari alla terapia antalgica, che il Reumatologo identificava, in capillaroscopia, come una forma ad esordio brutale di dermatopolimiosite. Gli esami dell'auto immunità confermavano la diagnosi». 

I tre specialisti scrivono nelle loro conclusioni: «Nel presente studio è stato analizzato il sangue al microscopio ottico in campo oscuro e in contrasto di fase di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione anti-COVID con Pfizer/BioNTech o Moder- na. In 948 soggetti su 1006, pari al 94% del totale analizzato, si sono evidenziate varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti ed è stata rilevata la presenza nel sangue periferico di particelle esogene puntiformi ed auto-luminescenti in campo oscuro, con una luminescenza decisamente superiore a quella della parete del globulo rosso ben ossigenato e con un aspetto caratteristico a "cielo stellato". 

«I soggetti analizzati dopo un intervallo di tempo maggiore presentavano tipicamente anche formazioni tubulari/fibrose e frequentemente anche cristalline e lamellari con morfologie estremamente complesse e costanti»: tali risultati avallano quanto già osservato dai patologi tedeschi in uno studio rivelato nel corso di una conferenza di patologi e scienziati del rinomato Istituto di Patologia di Reutlingen, in Germania, il 20 settembre 2021, come già riportato su questo blog

E' importante rilevare che: «Le analisi del sangue di dodici soggetti, eseguite con la stessa metodologia prima della vaccinazione, evidenziavano quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo l'inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano ulteriormente l'ipotesi che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini a mRNA». 

Continuano Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano: «I 4 casi descritti nella presente serie sono rappresentativi dei 948 casi nei quali si sono trovate strutture e sostanze assolutamente anomale. Le alterazioni a carico degli eritrociti mostrano una tendenza alla aggregazione/disgregazione, impilamento a rouleaux, emolisi, condizioni suggestive per importante alterazione del potenziale Zeta. Inoltre, vi è la tendenza della fibrina a disporsi in cluster. Tali alterazioni potrebbero correlarsi con i disturbi di coagulazione dopo vaccinazione anti-COVID, causati anche dalla nota tossicità vascolare della proteina Spike [2,3], prodotta dai soggetti inoculati con vaccini a mRNA». 

«Con questi quadri ematologici è lecito attendersi la riattivazione di situazioni oncologiche o lo scompenso di una senilità fisiologica verso forme di marasma accelerate, come il Caso n. 4 sembra confermare». 

E molti purtroppo in Italia hanno conoscenze di casi di riattivazione di malattia oncologica, a seguito della vaccinazione COVID, la cui triste notizia è stata diffusa dai familiari: casi dove il tumore si è riattivato in modo galoppante e anche con metastasi diffuse in tutto il corpo. Ma si tratta di tempi decorsi, a partire dall'inoculo, anche di parecchi mesi, per cui non viene considerato un effetto avverso potenzialmente riconducibile alla vaccinazione. 

«In conclusione, mai si era osservato un così brusco cambiamento del sangue periferico dopo ino-culo di vaccini, con transizione da uno stato di perfetta normalità ad uno patologico, con emolisi, impacchettamento per adesione dei globuli rossi ed impilamento degli stessi in complessi e giganteschi conglomerati», concludono Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano. 

«Mai si era osservata la presenza di una così grande quantità di particelle esogene nel sangue apparentemente incompatibili con un normale flusso ematico del microcircolo e che si modificano nel tempo, con fenomeni di auto-aggregazione. Sono necessari ulteriori studi per definire la natura delle particelle riscontrate del sangue, quale sia la loro provenienza e per individuare possibili soluzioni».   

 

Fine prima parte. Qui la seconda parte dell'articolo.

 

 
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