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Le analisi sui vaccini COVID convergono sulla presenza di grafene. Il silenzio delle Istituzioni - Prima parte

 

L'approvazione dell'EMA e la situazione negli U.S.A.   

Come ormai sappiamo, l'Agenzia europea per i medicinali (EMA) sta ufficialmente raccomandando che i bambini europei di appena sei mesi vengano vaccinati con i vaccini sperimentali COVID-19. 

L'EMA, incaricata di valutare i medicinali per i 27 Paesi Ue, ha formulato la raccomandazione in un comunicato stampa diffuso mercoledì 19 ottobre. 

Nella dichiarazione, l'EMA ha raccomandato di offrire i colpi di Pfizer o Moderna mRNA COVID a bambini di età pari o superiore a sei mesi. 

"Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell'EMA ha raccomandato di estendere l'uso di Comirnaty e Spikevax mirando al ceppo originale di SARS-CoV-2", si legge nel comunicato stampa, facendo riferimento ai marchi dei jab prodotti rispettivamente da Pfizer-BioNTech e Moderna. 

"Il Comitato ha raccomandato di includere l'uso nei bambini di età compresa tra 6 mesi e 4 anni per Comirnaty e l'uso in bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni per Spikevax", aggiunge la dichiarazione, osservando che sia le iniezioni Pfizer che Moderna "sono già approvate sia negli adulti che nei bambini di età compresa rispettivamente tra 5 e 6 anni". 

Come ha riportato la testata cattolica conservatrice Life Site News, la notizia è arrivata quando i funzionari della Sanità pubblica e i politici americani hanno aumentato l'ansia per una potenziale ondata invernale di COVID-19, nonostante il fatto che la maggior parte delle persone abbia ricevuto i colpi sperimentali contro il virus o abbia sviluppato un'immunità naturale attraverso l'infezione". 

Inoltre, la spinta per le vaccinazioni è arrivata nonostante l'evidenza che il rischio COVID per i bambini fosse stato esagerato. I dati disponibili risalenti all'inizio del febbraio-marzo 2020 suggeriscono da tempo che i bambini corrono un rischio molto basso di contrarre il virus. 

A marzo scorso il Dr. Joseph Ladapo, che dirige il Dipartimento della Salute della Florida, ha emesso una guida formale sconsigliando la vaccinazione dei bambini di età compresa tra 5 e 17 anni. 

"Sulla base dei dati attualmente disponibili, i rischi della somministrazione della vaccinazione COVID-19 tra bambini sani possono superare i benefici", ha affermato Ladapo in un comunicato stampa. 

La guida ufficiale dello Stato ha inoltre spiegato che "in generale, i bambini sani senza condizioni di salute di base significative di età inferiore ai 16 anni hanno un rischio minimo o nullo di complicanze gravi della malattia da COVID-19". Inoltre, la guida ha segnalato i potenziali rischi dei jab, inclusi gli "eventi avversi gravi più elevati del previsto" registrati negli studi clinici e il "rischio di miocardite causato dal vaccino COVID-19". 

L'American Pediatric Association ha riferito a giugno scorso che solo lo 0,00% -0,02% dei casi di COVID nei bambini negli Stati Uniti aveva provocato la morte. I Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) hanno ammesso a marzo di aver sovrastimato del 25% il numero di decessi pediatrici per COVID. 

La Food and Drug Administration statunitense ha autorizzato i farmaci Pfizer e Moderna per bambini dai sei mesi in su a giugno. 

Nello stesso mese, il Dipartimento della Salute della Florida ha annunciato che non avrebbe partecipato al lancio di farmaci COVID per i bambini di età compresa tra sei mesi e cinque anni, affermando che le politiche sui vaccini "contorte" del governo federale non erano in linea con le priorità della Florida. 

La Florida, governata dal repubblicano Ron DeSantis, è stata l'unica a resistere alla narrativa prevalente sui colpi COVID per i bambini. Nonostante la decisione del Sunshine State di separarsi - come riporta ancora Life Site News -, il governo federale ha continuato a spingere per l'immunizzazione universale. 

Il 19 ottobre una commissione di 15 membri del Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione del CDC ha votato all'unanimità per aggiungere i colpi COVID di Moderna e Pfizer ai programmi di immunizzazione raccomandati per i bambini in età scolare.  

La presenza di grafene nei vaccini COVID-19. Le alterazioni del sangue nei soggetti vaccinati   

In questo stesso momento, in Italia, molte mamme stanno ricevendo dai loro pediatri delle mail dove vengono invitate a vaccinare i loro figli, anche molto piccoli. 

Sappiamo però, nonostante le rassicurazioni con studi condotti al riguardo, che tali vaccini sono e rimangono sperimentali. Occorrono anni infatti perché un farmaco sia adeguatamente testato e ovviamente non sono sufficienti gli studi condotti finora. 

Vaccini che dovremmo definire meglio sieri sperimentali, in quanto non forniscono alcuna immunità. 

Ma quello di cui non si parla quasi mai, nemmeno nelle testate della cosiddetta controinformazione, è della possibile presenza di grafene, una sostanza molto tossica per l'organismo umano. 

La presenza di grafene nei cosiddetti vaccini COVID-19 è stata accertata anzitutto dagli studi e dalle analisi di laboratorio del biologo prof. Pablo Campra dell'Università di Almeira in Spagna. Il prof. Campra ha analizzato il vaccino prodotto da Pfizer trovando all'interno del siero il grafene. Gli studi sono stati pubblicati in diversi aggiornamenti sulla rivista scientifica Research Gate.

 

 

Sono pervenuti alle stesse conclusioni gli studi condotti da tre medici italiani, il Dr. Franco Giovannini, medico chirurgo, specialista in Emodiagnostica Microscopica, il Dr. Riccardo Benzi Cipelli, medico chirurgo, specialista in Odontostomatologia e il Dr. Gianpaolo Pisano, medico chirurgo, specialista in Otorinolaringoiatria, master in Citologia, ricercatore presso Univ. UNISED.  

Come riportato da un articolo di Fabio Giuseppe Carlo Carisio per Gospa News, il 27 luglio 2022: 

«Caso N° 1 - Maschio 33 anni, sportivo con fisico atletico, in antecedenza esente da patologie. All'osservazione dopo un mese dall'aver ricevuto una dose di vaccino Pfizer riferisce marcata astenia, cefalea gravativa costante refrattaria ai comuni farmaci. Reuma-artralgie diffuse con dispnea da sforzo. (Fig. 1a e 1b) La foto evidenzia a sinistra la condizione ematica del Paziente prima degli inoculi, nella immagine a destra, dopo 2 mesi dall'inoculo, sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene, l'agglomerato è da porsi in relazione all'alterazione del potenziale Z».

 

L'alterazione dei globuli rossi prima e dopo il vaccino anti COVID (Foto apparsa originariamente su Gospa News)  


I tre medici italiani hanno messo nero su bianco l'ipotesi scientifica che sia stato proprio l'ossido di grafene a causare i coaguli nel sangue nella ricerca "Analisi al microscopio in campo oscuro sul sangue di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione con due tipi di vaccino a mRNA". Studio pubblicato in anteprima da "Disinfection", supplemento periodico di ND rivista di A.T.T.A., l'Associazione Tossicologi e Tecnici Ambientali presieduta da Marcello Lofrano. 

Collegandosi a questo link è possibile, solo per gli Operatori sanitari, ricevere via e-mail il PDF del Quaderno 01/2022 di "Disinfection" con l'analisi in microscopia in campo oscuro del sangue di oltre mille soggetti trattati con vaccini a mRNA .  

Come si osserva nell'immagine n. 3 riferita al Caso N° 1: «l'assemblaggio di inclusioni presumibilmente grafeniche assume connotati cristallini e di scaglie, come peraltro riportati in letteratura (5); inoltre è evidente una zona di influen-za viciniore, ad ali di farfalla, nel cui contesto avviene una organizzazione di tipo cristallino (2 mesi dall'inoculo)».

 

L'inquietante inclusione anomala nel sangue nella figura 3 (Foto: Gospa News)  


Nella figura 4 dello studio si può osservare: «Questa immagine (a 2 mesi dall'inoculo) evidenzia la tipica strutturazione auto-aggregante in modalità fibro/tubulare delle inclusioni presumibilmente grafeniche, la sfumatura rossa è riferibile a particelle ferrose globulari spesso riscontrate nel sangue dei pazienti esaminati». 

«L'utilizzo dell'analisi microscopica del sangue periferico a fresco su vetrino, in campo oscuro, è una metodologia di studio delle cellule del sangue per mezzo di un microscopio ottico cui è applicato uno speciale condensatore in grado di evidenziare particolari altrimenti non visibili, consentendo una prima valutazione dello stato di salute delle compo-nenti corpuscolate del sangue» hanno scritto i tre medici nello studio pubblicato in anteprima da "Disinfection".

 

La figura 4 dello studio (Foto: Gospa News)  



Nell'Abstract della ricerca dei tre medici si può leggere: «Nel presente studio abbiamo analizzato, con un microscopio ottico in campo oscuro, gocce di sangue periferico fresche prelevate median-te pungidito dal polpastrello di 1006 soggetti sintomatici dopo inoculazione con vaccino a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), a par- tire dal marzo 2021». 

«In 12 soggetti sono state eseguite analisi del sangue con la stessa metodica prima della vaccinazione, con quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano il sospetto che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini stessi. Vengono riportati in dettaglio 4 casi clinici, scelti come riassuntivi e rappresentativi dell'intera casistica» riferisce ancora lo studio. 

I risultati sono agghiaccianti e confermano quanto già visto dal Dr. Campra. 

«Dei 1006 soggetti analizzati, 948 pari al 94% del totale evidenziavano, dopo inoculo di vaccini a mRNA a distanza media di un mese, varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti e la presenza nel sangue periferico di particelle di varia forma e dimensione di dubbia natura. Sono necessari ulteriori studi per definire l'esatta natura delle particelle riscontrate nel sangue per individuare possibili soluzioni». 

Nell'introduzione allo studio dove vengono riportati i risultati delle analisi al microscopio in campo oscuro del sangue di 1006 pazienti che si erano rivolti al "Centro Medico Biodiagnostica Giovannini" per vari disturbi dopo l'inoculo di vaccini a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), si legge: «L'utilizzo dell'analisi microscopica del sangue a fresco su vetrino in campo oscuro consente una prima, immediata valutazione dello stato di salute delle componenti corpuscolate del sangue. Il completamento dell'analisi con la misurazione di pH, rH e rO (non mostrata nel presente studio) consente di definire precocemente eventuali alterazioni, prima che vengano rivelate dai tradizionali test coagulativi (di-dimero, PT, PTT, fibrinogeno, piastrine etc.)». Dodici soggetti dei 1006 analizzati avevano eseguito un esame del sangue periferico con la stessa metodica, prima della vaccinazione (range 3 giorni - 1 anno circa). 

Quattro di questi dodici soggetti che si erano rivolti al "Centro Medico Biodiagnostica Giovannini" sono stati scelti come rappresentativi dell'intera casistica e sono riportati in dettaglio con le relative immagini fotografiche. 

Nel Caso N° 3 esemplificativo, una donna di 84 anni, in buona salute e completamente autonoma, la figura al microscopio n. 11 della ricerca rileva che «Si intravedono ai poli della figura una iniziale configurazione lamellare a scaglie cristalline riferibili ad inclusioni presumibilmente grafeniche, in ottemperanza al fatto che il campo di forze è più energico ai contorni dello stesso. (a 5 settimane dall'inoculo)».

 

La figura 11 dello studio riferita al caso di una donna di 84 anni (Foto: Gospa News)  

 

«Alla seconda dose di Pfizer, [la donna, n. d. r.] manifestava una eritrodermia intensa al viso ed al torace, una intensificazione drammatica della bocca urente, dolori muscolari insostenibili e refrat- tari alla terapia antalgica, che il Reumatologo identificava, in capillaroscopia, come una forma ad esordio brutale di dermatopolimiosite. Gli esami dell'auto immunità confermavano la diagnosi». 

I tre specialisti scrivono nelle loro conclusioni: «Nel presente studio è stato analizzato il sangue al microscopio ottico in campo oscuro e in contrasto di fase di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione anti-COVID con Pfizer/BioNTech o Moder- na. In 948 soggetti su 1006, pari al 94% del totale analizzato, si sono evidenziate varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti ed è stata rilevata la presenza nel sangue periferico di particelle esogene puntiformi ed auto-luminescenti in campo oscuro, con una luminescenza decisamente superiore a quella della parete del globulo rosso ben ossigenato e con un aspetto caratteristico a "cielo stellato". 

«I soggetti analizzati dopo un intervallo di tempo maggiore presentavano tipicamente anche formazioni tubulari/fibrose e frequentemente anche cristalline e lamellari con morfologie estremamente complesse e costanti»: tali risultati avallano quanto già osservato dai patologi tedeschi in uno studio rivelato nel corso di una conferenza di patologi e scienziati del rinomato Istituto di Patologia di Reutlingen, in Germania, il 20 settembre 2021, come già riportato su questo blog

E' importante rilevare che: «Le analisi del sangue di dodici soggetti, eseguite con la stessa metodologia prima della vaccinazione, evidenziavano quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo l'inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano ulteriormente l'ipotesi che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini a mRNA». 

Continuano Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano: «I 4 casi descritti nella presente serie sono rappresentativi dei 948 casi nei quali si sono trovate strutture e sostanze assolutamente anomale. Le alterazioni a carico degli eritrociti mostrano una tendenza alla aggregazione/disgregazione, impilamento a rouleaux, emolisi, condizioni suggestive per importante alterazione del potenziale Zeta. Inoltre, vi è la tendenza della fibrina a disporsi in cluster. Tali alterazioni potrebbero correlarsi con i disturbi di coagulazione dopo vaccinazione anti-COVID, causati anche dalla nota tossicità vascolare della proteina Spike [2,3], prodotta dai soggetti inoculati con vaccini a mRNA». 

«Con questi quadri ematologici è lecito attendersi la riattivazione di situazioni oncologiche o lo scompenso di una senilità fisiologica verso forme di marasma accelerate, come il Caso n. 4 sembra confermare». 

E molti purtroppo in Italia hanno conoscenze di casi di riattivazione di malattia oncologica, a seguito della vaccinazione COVID, la cui triste notizia è stata diffusa dai familiari: casi dove il tumore si è riattivato in modo galoppante e anche con metastasi diffuse in tutto il corpo. Ma si tratta di tempi decorsi, a partire dall'inoculo, anche di parecchi mesi, per cui non viene considerato un effetto avverso potenzialmente riconducibile alla vaccinazione. 

«In conclusione, mai si era osservato un così brusco cambiamento del sangue periferico dopo ino-culo di vaccini, con transizione da uno stato di perfetta normalità ad uno patologico, con emolisi, impacchettamento per adesione dei globuli rossi ed impilamento degli stessi in complessi e giganteschi conglomerati», concludono Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano. 

«Mai si era osservata la presenza di una così grande quantità di particelle esogene nel sangue apparentemente incompatibili con un normale flusso ematico del microcircolo e che si modificano nel tempo, con fenomeni di auto-aggregazione. Sono necessari ulteriori studi per definire la natura delle particelle riscontrate del sangue, quale sia la loro provenienza e per individuare possibili soluzioni».   

 

Fine prima parte. Qui la seconda parte dell'articolo.

 

 
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