Bella la vita -.-

It Begins: again.

Ricomincia tutto daccapo.

La mia vita, per ben 23 anni, non ha mai avuto un senso.

Porca troia come sono vecchio.

Ho vissuto tantissimo, non mi sono mai tirato indietro di fronte a niente, ho sbattuto la faccia tante tante e tante volte e sono contento.

Ho sofferto tanto, per 3 anni non ho saputo fare altro che avere il muso lungo, gli occhi bassi, cupi, pallidi, senza vita e senza anima; ho vagabondato a destra e a manca, pensando solo a cercare il dolore perchè quello lo senti, quello dà senso a tutto, quello ti fa sentire vivo.

Soffro, non posso fare a meno di soffrire, devo soffrire sennò non sarò nessuno.

Sarò uno dei tanti superficiali, una pecora, una di quelle che grida ai concerti delle boyband, che piange quando vede un giocatore di calcio e non quando gli muore un parente o quando i suoi genitori litigano e padre o madre se ne vanno urlando di casa.

Devo soffrire, perchè la vita è dolore, tutti soffrono, tutti muoiono e la felicità non è altro che un attimo, un orgasmo di sensazioni condensate in un decimillesimo di secondo.

Come il flash di una macchina fotografica, ti illumina, ti acceca e tu non vedi neint'altro, niente di niente, non ti accorgi che in quel preciso istante tu in realtà stai male, dentro di te stai lentamente morendo, attimo dopo attimo.

In quel decimillesimo di secondo tu sei un Dio.

Nella mia vita, ho sempre saputo imparare dagli errori, nel senso che ho imparato il fatto che non so fare a meno di farli, non sarò mai in grado di evitare di sbattere la testa, perchè in fondo a che ti serve una testa se non a poterla sbattere mille volte contro il muro?

Ho sempre saputo cambiare, modellare me stesso, plasmarmi come se fossi fatto di gomma, di pongo, cambiare i miei pezzi come se fossi fatto di Lego.

Quand'ero piccolo, giocavo spesso con il mio fratellino a fare la navetta di lego indistruttibile.

Ciascuno dei due ne costruiva una e poi la lanciavamo contro il muro, a tutta forza, o le lanciavamo l'una contro l'altra: quella che rimaneva intatta o con piu pezzi addosso vinceva.

Lui ne fabbricava sempre una molto grande, convinto che la consistenza di tanti pezzi insieme avrebbe avuto la meglio sull'urto, io invece mettevo insieme una minuscola navetta, pochi pezzi, che resistevano sempre.

Sono stato grande, tante volte, sono diventato sempre più grande, pur sapendo che più grande diventi e piu pezzi perderai ogni volta che sbatterai contro qualcosa.

Però quando il grande è composto da tanti piccoli indistruttibili, alla fine torna sempre grande.

Non so se la vita sia bella o brutta, non so nemmeno cos'ho scritto finora, sto scrivendo a caso quello che mi passa per la mente.

Però so che sono stato 3 anni fermo ad osservare i pezzi che cadevano giu dalla mia nave, a chiedermi perchè non fosse abbastanza resistente, dove sbagliavo, perchè continuavo a sbagliare.

Ma alla fine è cambiato tutto, non mi importa se sbatterò ancora, l'importante era capire che potevo ancora mettere insieme qualche piccola navetta.

Quei pochi pezzi messi insieme ci sono ancora e io sono ancora lo stesso che ride e si emoziona, anche se ogni volta che mi accorgo che sto ridendo mi viene da arrossire perchè mi sento in imbarazzo.

Non sono più capace di ridere.

Ma in fondo è bello imparare di nuovo tutto daccapo.

Sono un cretino.

Avevi ragione.

Mi insegni a sorridere? Ho dimenticato come si fa.

Per favore.