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Post n°137 pubblicato il 17 Ottobre 2005 da anjk

Sab: "Certo che no, è ovvio che dobbiamo verificare di quale ombelico si tratti anche se, rileggendo quello che ha trovato Maxim, credo che quello, sia il luogo più indicato ad essere il fulcro centrale dei tre "poli".... tu che ne pensi Victor?"

Vic: "Devo essere sincero... stavolta la penso esattamente come te, per cui se voi tutti siete daccordo direi di iniziare da questo luogo... e se la ricerca qui sarà inutile, guarderemo altrove... Maxim, il tuo vocabolario elettronico, che altro ci dice di questo luogo?"

Max: "Ora cerco e vi faccio leggere..... ecco: Un viaggio al Kailash è quanto di più suggestivo ci possa essere grazie all'unicità dei luoghi e degli incontri con la gente, ma é anche un viaggio interiore da cui si torna diversi. Centinaia di pellegrini provenienti da tutta l'area tibeto-himalayana venerano il luogo dove sorge la sede degli dei, considerato addirittura l'asse dell'universo. Per i tibetani, famosi per essere il popolo più religioso al mondo, raggiungere almeno una volta nella vita questo mistico luogo è un sogno da realizzare. Dall'India i pellegrini vi giungono dopo parecchi giorni di cammino a piedi, contrariamente ai fedeli buddisti che da tutto il Tibet ora vi arrivano utilizzando i camion di fabbricazione cinese. Fino ad alcuni decenni fa il percorso veniva fatto a piedi o a cavallo. Se un tempo la marcia a piedi durava mesi, non si può certo dire successivamente il viaggio per raggiungere la base della montagna sia stato più comodo; una quarantina di persone per camion che ogni giorno macinava una ventina di chilometri. Una prova massacrante che solo la fede permette di superare. Tutto questo succede da oltre 2000 anni. Il pellegrinaggio, in particolare la circumambulazione del Kailash, è pertanto il viaggio più importante nella vita di queste popolazioni, perché effettuando la köra, come la chiamano i buddisti (parikrama per gli induisti) si cancellano tutti i peccati di una vita. Se proprio si vuole raggiungere il nirvana allora i giri da compiere devono essere 108. Pare infatti che quanti più giri si compiano nella vita e quanto più rapidamente, maggiormente si riesce a capire il perché dell'esistenza. Chi percorre dieci o dodici volte la kora esterna può accedere alla kora interna, ossia il percorso ai piedi del versante meridionale della montagna permesso solo agli iniziati.......... Vi basta i continuo?

Kyl: "Dice nulla di un lago che è vicinissimo alla montagna?"

Sab: "Sì guarda.. ricordo qualcosa di questo lago... ma è confuso."

Max: "Ecco..... leggete questo passaggio, a mio avviso è utile per le nostre ricerche: Secondo le tradizioni buddiste e induiste, Manasarovar è il "Lago del sole e di Dio", perché rappresenta le forze della luce, mentre Rakshas Tal è il "Lago della Luna e dei Demoni", in quanto collegato con le forze delle tenebre. Pare che in origine costituissero un unico specchio d'acqua, poi separatosi a causa dei movimenti della terra. L'azzurro specchio del Lago Manasarovar, incastonato in una distesa pietrosa a circa 4.600 metri, è un paradiso naturale scelto come luogo di meditazione da santoni ed eremiti. Si vedono le stesse bellezze naturali e si provano le stesse emozioni che hanno avuto i viaggiatori di un tempo. La piramide di granito nero che si erge solitaria davanti a noi, imponente e solenne "nella sua maestosa bellezza", come la definì l'alpinista austriaco Heinrich Harrer è il Kailash, il centro metafisico dell'universo. Siamo a 30 chilometri dalla montagna sacra; per i tibetani è un altro posto chiave della Terra, ricco di simbologie e significati, non scindibile dal Kailash, perché se questo è il "Padre", il Lago di Manasarovar è la "Madre". Anche il lago è meta di pellegrini che vi compiono il periplo normalmente in una settimana (85 km); alcuni lo effettuano in pieno inverno quanto i torrenti sono gelati ed il percorso può essere ridotto.Si lascia l'incanto dei laghi e si prosegue verso Nord sino a Darchen (4.600 m), villaggio con un posto di controllo cinese e base di partenza della kora. Volendo gli automezzi possono proseguire sino a Tarboche, luogo chiave del pellegrinaggio. Bisogna immaginarlo durante la festa del "Saga Dawa" che si svolge ogni anno tra maggio e giugno durante l'ultimo plenilunio di primavera. Chorten, muri mani, una sorgente, ma la cosa più toccante è il cimitero. Qui si viene a morire e qui si rimane affinché il cadavere abbandonato sul posto diventi parte della Montagna. In Tibet, contrariamente al vicino Nepal dove i cadaveri vengono cremati, i corpi vengono fatti a pezzi e dati in pasto agli avvoltoi. Fa un certo senso camminare tra ossa affioranti, resti di vestiti, scarpe, amuleti. Ma la vita continua e la spiritualità è forte; in base al proprio karma (se in vita si è stati buoni o cattivi) si determinerà la prossima incarnazione. Il luogo è pieno di bandiere e durante il "Saga Dawa", la festa dell'anniversario di Buddha, dove si celebra la nascita, l'illuminazione e la morte del grande maestro, il palo al quale sono attaccate le bandiere (tarchò) viene abbassato per poter sostituire le vecchie con quelle nuove. Il luogo è gremito all'inverosimile di fedeli che ricevono in dono le vecchie bandiere e compiono il periplo del palo. Seguono poi le preghiere dei monaci e alla fine il palo viene nuovamente rialzato; ma attenzione, che sia ben diritto, pena l'arrivo di cattivi auspici. Dopodiché ha inizio la festa con la corsa dei cavalli. Al termine si potrà partire per la köra attorno alla montagna sacra che tutto ha visto e che continua a risplendere proprio come un purissimo cristallo."

Ale: "Anche per me basta... avete letto, anche qui... si parla di Piramidi.... credo sia più che sufficiente per andare a controllare quel luogo per primo."

 
 
 
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