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Guerra di confine
Post n°25 pubblicato il 04 Settembre 2008 da antonio.facchiano
Provo a parlare di futuro e qualcuno mi guarda stralunato. “Troppo impegnato a sopravvivere al presente, per poter pensare anche al futuro!!” Come se il futuro non fosse il nostro presente di domani mattina… Il passato e il presente sono esattamente ciò che sono. Ma il futuro…, il futuro può essere tutto o niente, o tutto quello che c’è in mezzo. Vivere il presente con più attenzione al futuro ridurrebbe le guerre e l’inquinamento, darebbe prospettive nuove, orienterebbe e razionalizzerebbe le spese, le risorse, gli sforzi… Le grandi domande, quelle essenziali, quelle alle quali non è stata data ancora una risposta, ce le siamo sempre poste. Forse tremila anni fa anche con più insistenza rispetto ad oggi. Ora la nascita e la morte fanno discutere molto http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=287887 . Ma la discussione non è finalizzata a “capire” quando o perché nasca o muoia una vita. No! Piuttosto le contrapposizioni sorgono per “decidere” quando un embrione possa definirsi umano o un corpo possa definirsi morto http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/eluana-eutanasia-2/commento-veronesi/commento-veronesi.html . Ora non è più il momento di “capire”. Nessuno vuole più capire. "Capire" non è più considerato necessario. Ora bisogna “decidere” cosicché, coerentemente con una legge concordata tra le parti, gli embrioni possano eventualmente essere usati come fonte di cellule staminali e i corpi come fucina di pezzi di ricambio. Questa è una guerra di confine. Si combatte per decidere i nuovi limiti della libertà di dare o di togliere la vita. E’ una guerra anomala, sporca e brutta come tutte le guerre. E’ la guerra dei vivi contro i morti. Antonio Facchiano
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