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Salviamo la Pinta o il Pub? Tragico dilemma INGLESE

Foto di Artemide.75

Quando l’anno scorso sono stata a Londra, ciò che mi divertiva di più nel tardo pomeriggio, era vedere tantissima gente dentro e fuori i pub a sorseggiare birra, e per essere più precisi, PINTE DI BIRRA. Ma cos’è una pinta di birra?
La Pinta è il tipico bicchiere a tronco di cono e largo sotto l’orlo  che tende a frenare la formazione della schiuma delle Bionde, mentre nel caso delle Scure ne valorizza la cremosità. Ma la PINTA è anche un’unità di misura inglese, che equivale all’incirca al mezzo litro (per l'esattezza a 56 cl).

Purtroppo, a causa della crisi, rischiamo da un lato di vedere chiudere la maggior parte dei simpatici pub inglesi (secondo Williams delle British Beer & Pub Association ne chiudono 25 a settimana) e dall’altro di vedere scomparire il tipico bicchiere. Questo perché, secondo Williams il classico boccale da un pinta ha una connotazione troppo maschile e quindi essendo poco gradito dalle donne, comporta una diminuzione del 19% del consumo di birra.

L’Associazione sta facendo pressione sul Parlamento inglese affinché abolisca la vecchia legge che impone di servire birra e sidro in bicchieri da una, mezza o un terzo di pinta; in questo modo potrebbe essere introdotto un nuovo formato da due terzi (schooner, già diffuso in Australia) che potrebbe risultare più gradito alle donne. I pub sarebbero salvi, la consumazione di birra pure… ma ai classici bicchieri chi ci penserà? Nascerà, di sicuro un’associazione: “SAVE THE PINTA”… e io aderisco.

 

 
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E' morto S. Licitra, il nuovo Pavarotti

Post n°77 pubblicato il 06 Settembre 2011 da Artemide.75
 
Foto di Artemide.75

E' morto il tenore Salvatore Licitra, ricoverato al "Garibaldi" di Catania dopo un grave incidente stradale avvenuto a Donnalucata, frazione di Scicli (RG), la sera del 27 agosto, mentre in sella alla sua Vespa stava andando al ristorante con la sua fidanzata. Un'ischemia cerebrale e, quindi, la mancanza improvvisa di sangue al cervello (ipossia), gli aveva fatto perdere i sensi e di conseguenza il controllo dello scooter. La famiglia ha deciso la donazione degli organi.

Licitra, considerato l'erede di Pavarotti, era nato a Berna da genitori siciliani. Diplomato ai "Corsi Veridiani" a Parma, nel 1998 aveva debuttato al Teatro Regio in "Un Ballo in Maschera". Il successo internazionale arrivò nel maggio 2002, quando Licitra si trovò a sostituire Luciano Pavarotti alla Metropolitan Opera. Le rappresentazioni di Tosca dovevano essere l'addio dalla Metropolitan Opera di Pavarotti. L'opera, trasmessa su un maxischermo davanti al teatro, fu seguita da 3000 spettatori, che tributarono al debuttante un'ovazione di diversi minuti.

Da allora gli ingaggi lo hanno portato, tra l'altro, alla Wiener Staatsoper, all'Opera Bastille a Parigi, alla Royal Opera a Londra, al Teatro alla Scala a Milano, alla Staatsoper Unter den Linden e alla Deutsche Oper a Berlino, alla Staatsoper a Monaco di Baviera e ai teatri dell'opera a Parma, Roma, Firenze, Napoli, Oslo, Lisbona, Zurigo, Palermo e Torino.

Martedì 6 settembre sarà allestita la camera ardente nel foyer del teatro Massimo Bellini di Catania.

 

Fonte: rainews24

 
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Niente sesso, siamo intelligenti!

Foto di Artemide.75

Leggete qui e poi ditemi se non vorreste essere STUPIDI!!! In effetti mi ricordo di quando ero adolescente e tutte le mie amiche pomiciavano, si divertivano, andavano a farsi abbordare in discoteca e io - LA SECCHIONA, l'INTELLIGENTONA - rimanveo sempre a casa sui libri a studiare. E pensavo "Ma sono pazze a perdere tutto questo tempo con i maschi!!! C'è la poetica di Leopardi, il pensiero di Kant e una versione di Seneca per DOMANI!!!"

 

Gli intelligentoni storceranno il naso, non riconoscendosi in questa analisi, ma la ricerca scientifica dimostra che chi spicca per intelligenza e ha curriculum scolastico e accademico di tutto rispetto è «carente» su un altro versante, il sesso.
Le persone molto dotate di testa, insomma, hanno un'attività sessuale meno intensa e «collezionano» nel corso della propria vita un minor numero di partner. È quanto pubblicato della rivista statunitense Psychology Today sulla base della ricerca condotta da una ricercatrice che ha analizzato a fondo la vita sessuale degli americani: la sociologa Rosemary Hopcroft dell'università della Carolina del Nord a Charlotte, autrice di Sex, status, and reproductive success in the contemporary United States.
DANNATA INTELLIGENZA.
Hopcroft ha rilevato che lo stato socio-economico, l'intelligenza e altri fattori influiscono sulla «vivacità» della vita sessuale di ognuno di noi. E, parole della sociologa, «l'intelligenza è associata negativamente con la frequenza dell'attività sessuale, un'evidenza che lascia non poco sgomenti». In altri termini, più sei intelligente meno fai sesso.
E non è tutto. L'ultima edizione del sondaggio «National survey of family growth» ha evidenziato come, all'aumentare del livello di istruzione, diminuisce il numero di partner avuti negli anni. In particolare, la ricerca ha rilevato che i maschi laureati hanno la metà della possibilità dei coetanei diplomati di aver avuto quattro o più partner negli anni precedenti.

L'associazione negativa tra sesso e intelligenza è tangibile sin dall'età adolescenziale. Uno studio di Carolyn Halpern della università della North Carolina a Chaperl Hill ha scovato un'alta concentrazione di giovani ancora vergini tra coloro che hanno le doti per sedere sui più alti gradini della scala dell'intelligenza. I teenager più brillanti arrivano dopo anche al bacio.
Ma questa scelta di posticipare l'inizio dell'attività sessuale è veramente una scelta del teenager intelligente oppure è una mancanza di opportunità? Vale a dire, i giovanissimi intelligentoni hanno le stesse chance di fare sesso dei coetanei meno brillanti? È facile credere che alla base di tutto ci sia l'aspetto estetico: se pensiamo a un adolescente intelligente e dai voti ottimi, ci viene in mente subito il secchione occhialuto magari con qualche brufolo di troppo, chino sui libri e poco preso dal look.
OLTRE L'APPARENZA
. Ma non è questo il punto. È stato, infatti, dimostrato che anche a parità di attrattività fisica, i più intelligenti si occupano meno di «faccende» di sesso. Il motivo potrebbe essere che per avere un buon curriculum ed essere intelligente serve studiare e quindi si ha meno tempo per altro; oppure che lo studioso abbia altre priorità, come a dire meglio passare le sere a leggere tutta la bibliografia di Fedor Dostoevskij che uscire in cerca di avventure.
Ma forse c'é una spiegazione più biologica ed evolutiva, potrebbe esserci dietro, cioé, un costume avito: chi è più intelligente, ipotizza lo psicologo evoluzionista Aurelio José Figueredo dell'università dell'Arizona, ha più risorse dei rivali. Può permettersi, per esempio, di iniziare a lavorare più tardi rispetto ai coetanei, arrivando comunque a svolgere lavori più qualificati e meglio remunerati. Allo stesso modo, può permettersi di fare meno sesso perché, anche se così facendo ha meno chance di riprodursi, qualora avesse un figlio, avrebbe di certo più risorse da dedicargli.

 

da

http://www.lettera43.it/attualita/24554/niente-sesso-siamo-geni.htm

 
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Raccolta di firme per abrogare la legge elettorale

Post n°75 pubblicato il 05 Settembre 2011 da Artemide.75
 
Foto di Artemide.75

Non tutti sanno che entro il 30 settembre si può andare in Comune o in circoscrizione per firmare a favore del referendum che abroga l'attuale legge elettorale quella che consente ai capi di partito di scegliere chi mandare in Parlamento.
Se vuoi essere tu a scegliere chi ti rappresenti vai a firmare, servono almeno 500.000 firme.
Pochi sanno che è in corso questa raccolta di firme. Sarebbe il caso di pubblicizzare l'evento.

 
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IL VANDALO SERIALE

Foto di Artemide.75

“I soliti idioti”, “Un atto vandalico demenziale”, “È colpa della scuola” (e ti pareva), “Nessuno è mai stato punito”, “Nella Capitale di Alemanno non esistono più regole”, “bla, bla, bla”, “bla, bla, bla”…

Hanno detto di tutto riguardo agli atti vandalici che hanno visto oggetto di attenzioni prima la Fontana di Piazza Navona e poi quella di Trevi. Le Forze dell’Ordine, dopo aver visionato i filmati delle telecamere che riprendono le due monumentali fontane, hanno dichiarato che forse si tratta di un “vandalo seriale”.

Alle 8.26 del mattino il tizio, dall’aria circospetta, ha preso una pietra è in 30 SECONDI ha dato DIECI COLPI ai tritoni posti ai lati di una delle maschere alla base della Fontana del Moro di Piazza Navona. Un turista statunitense ha chiamato i vigili e ha farfugliato “FONTANA ROTTA”.

Circa 3 ore dopo, lo stesso personaggio (ma ciò è al vaglio degli inquirenti) si è recato a Fontana di Trevi e ha lanciato un sampietrino contro il monumento,  fortunatamente, mancandolo.

Indignazione è stato il sentimento che ho provato: ho potuto constatare ancora una volta che in Italia non va bene niente. Qui il “di TUTTI” è di “NESSUNO”. Manca il senso d’appartenenza del bene pubblico. Stai imbrattando i muri? Non è affar mio. Ti vedo mentre divelli una panchina? Mi giro dall’altra parte. Stai scrivendo dichiarazioni d’amore sulla balaustra di un ponte storico o sulla gamba di una statua? Ma che romantico! PRENDI A SASSATE LA FONTANA DI PAZZA NAVONA??? NON SE NE ACCORGE NESSUNO. Ecco cosa è l’Italiano medio!

E questi sono gli ultimi due casi. Ma vi ricordate le acque della Fontana di Trevi color rosso sangue? E quel turista che stava cercando di potarsi a casa pezzetti del Colosseo? E i piedi del David presi a martellate? E il naso della Pietà di Michelangelo? Per non dire di muri di monumenti millenari che riportano frasi d’amore, parolacce, fedi sportive con pennarelli di tutti i colori…

Pazzi più che Vandali, Incivili più che turisti, Ragazzini maleducati più che scuola inefficace. Sono loro i colpevoli del deturpamento di tantissimi monumenti sparsi in tutta Italia. Purtroppo è il lassismo, il permissivismo, la mancanza di controllo, il menefreghismo, nonché un'innata maleducazione, che danneggia il più grande patrimonio artistico del Mondo, quello ITALIANO.

Qualcuno ha detto che ciò accade perché nessuno mai ha scontato una pena per aver danneggiato un monumento. Purtroppo questa è una cosa tutta italiana, da noi NON C’E’ CERTEZZA DELLA PENA! In nessun campo.

Qualcun altro sostiene che bisogna inculcare il rispetto del patrimonio artistico fin da piccoli. Verissimo. La scuola di progetti ne fa a bizzeffe, anche interessanti ed efficaci, purtroppo poi i docenti devono fare i conti con ciò che i bambini vedono fare a casa: spesso sono i genitori la rovina dei figli, perché non sanno dare loro il giusto esempio.

Sta di fatto che adesso dovranno essere fatti dei restauri, ciò significa SPESE e in tempi di crisi, i nostri politici sono poco favorevoli a spendere per il nostro patrimonio artistico. Speriamo che non cerchino di vendere al miglior offerente.

 
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Strauss Kahn, vittima o colpevole?

Foto di Artemide.75

Ricordate Dominique Strauss Kahn? Il plurimiliardario di 62 anni, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, che il 14 maggio 2011 fu arrestato perché accusato da Nafissatou Diallo, una cameriera nera di un prestigioso Hotel di New York, di violenza sessuale? È stato assolto, rilasciato. Se ne è tornato tra i flash dei giornalisti di tutto il mondo a Parigi, sottobraccio a sua moglie Anna Sinclair, pure lei plurimilardiaria ma anche PLURITRADITA, che ha sempre ritenuto suo marito innocente.

Dopo oltre tre mesi di indagini, Cyrus Vance, capo della procura newyorkese, ha abbandonato il procedimento penale nei suoi confronti. Ophelia, al secolo Nafissatou Diallo, è stata ritenuta poco credibile: troppe bugie e una vita poco rispettabile alle spalle.

Riflettiamo. Nella logica di chi ha potere, successo e soldi, una povera cameriera di colore conta meno che niente. E’ un oggetto. Si può tranquillamente approfittare di lei. E’ sempre stato così. E non solo negli Stati Uniti di oggi come in quelli dello schiavismo, ma ovunque e in qualsiasi periodo storico. Le donne contano meno, e contano quasi niente se sono povere.

Ricordiamoci i paladini e i cavalieri del medioevo che potevano liberamente “divertirsi” con le pastorelle e le contadinelle che incontravano per caso sulla loro strada mentre tornavano dalla guerra. Ci sono pure “gentil poesie” a tal proposito. Le dolci pulzelle dovevano solamente sentirsi onorate di esser trastullo di contanti eroi stremati dalla guerra, appesantiti dalle armature. Lo stesso avrà pensato Strauss Kahn.

Ma torniamo alla vicenda che ha tenuto banco per tre mesi nei giornali di tutto il mondo. Strauss Kahn ha violentato o no la cameriera nella suite di Times Square? Io direi – a primo acchito – di sì. Forse perché ho dei pregiudizi verso gli uomini ricchi e potenti. Loro pensano di poter avere tutto quello che vogliono. Dunque, non è un’ipotesi molto lontana dalla realtà che Strauss Kahn abbia abusato della cameriera. Ma in quanti di voi hanno pensato invece che Ophelia voleva solamente arricchirsi e farsi pubblicità? Inoltre la donna è un’ex prostituta. Avrete pensato: non ha mai cambiato vita quella lì. Non è credibile. E io invece ribadisco: Perché non dobbiamo dare credito a un'ex prostituta? forse che chi ha fatto questo triste mestiere ha il dovere di farsi violentare e stare zitta?

E a questa conclusione, dopo tre mesi di indagini, deve essere arrivata anche la giustizia americana. Aggiungiamoci pure che le visite mediche dicono che “SEMBREREBBE un rapporto sessuale consensuale”, quindi LE ACCUSE A STRAUSS KAHN SONO INFONDATE. E’ LUI la VITTIMA, non la povera cameriera di colore che si è vista assalire all’interno della camera di albergo. LEI MENTE, vuole farsi pubblicità, vuole soldi.

E allora che dire della scrittrice Tristane Banon, che dopo il caso scoppiato nella Grande Mela, è uscita allo scoperto denunciando un'altra presunta violenza? In Francia le autorità stando indagando e speriamo che nella Patria di Montesquieu la legge sia davvero UGUALE PER TUTTI. Visto che lo hanno insegnato loro a tutto il mondo.

 
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LA VERITA' E' CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA

Post n°72 pubblicato il 03 Settembre 2011 da Artemide.75
 
Foto di Artemide.75

Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola.
E la regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è perché non gli piaci abbastanza". Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d'aiuto, bisognosi di tempo. Gli uomini si dividono in due categorie soltanto: Quelli che ti vogliono. E Quelli che non ti vogliono. Tutto il resto è una scusa. E Tu, Tu Donna, di mestiere fai l'avvocato, la commessa, la cameriera, l'insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la ragioniera, l'attrice, la studentessa. Non la crocerossina. Quindi. Aspetta che sia lui a chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l'eguaglianza dei diritti. Ma i tempi non sono poi così cambiati. Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista. Tieniti lontana dagli uomini sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere alla storia dell'amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello divorziato. Tu non sei l'eccezione. Tu sei la regola. Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto ad un telefono che non suona. Non hanno perso il tuo numero. Non hanno investito un cane. Non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata. Probabilmente sono al telefono con un'altra. Oppure sono gay. Fanculo quelli che non declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. Perché non gli piaci abbastanza. Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al collo, e la scritta: "Ci stiamo frequentando". Quando la senti, scappa. Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l'arte dell'essere donna. Impara l'arte di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere che siano stati loro a decidere. Impara a scegliere, invece che essere scelta.
(Tratto da "LA VERITA' E' CHE NON GLI PIACI ABBASTANZA)

 
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Ecco perché gli uragani hanno nomi di DONNE

Post n°71 pubblicato il 27 Agosto 2011 da Artemide.75
 
Foto di Artemide.75

Dopo aver letto un articolo su Affari di Libero.it mi sono sentita più rincuorata. In effetti, non riuscivo a capire perché dessero sempre e soltanto nomi di donna agli uragani, e sì, che noi donne a volte siamo INCONTENIBILI, una vera forza della natura, abbiamo in noi una “sana” forza distruttiva, ma questo continuo battezzare gli uragani con nomi femminili sembrava quasi un retaggio maschilista di altri tempi e invece è un codice che trasmette notizie sull’uragano stesso.

Ma non illudiamoci, care Amiche, perché questo codice ha radici storiche che ci riportano al periodo della II guerra mondiale, quando i metereologi dell’esercito statunitense davano agli uragani i nomi delle loro mogli o fidanzate a seconda delle caratteristiche che avevano questi cicloni tropicali.

A partire dagli anni ’50, invece, il centro di meteorologia, creò una lista di nomi femminili, che avrebbero caratterizzano (per convenzione) tutte le tempeste tropicali i cui venti massimi avrebbero superato i 63 chilometri orari. Negli anni ’70 la lista incluse anche nomi maschili (sebbene questi indichino uragani e tempeste di lieve entità).

La pratica, comunque, si è rivelata estremamente efficace, infatti favorisce la comunicazione di messaggi informativi tra i meteorologi e facilita il lavoro dei giornalisti, che possono contare su nomi semplici e facilmente memorizzabili per informare la popolazione.

Soluzioni davvero originali! Niente a che vedere, insomma, con la pratica ottocentesca di battezzare le tempeste tropicali con il nome del santo del giorno in cui si manifestavano.

 

E voi che nome dareste ad un uragano?

 

Fonte

http://affaritaliani.libero.it/politica/uragano_irene_sale_livello_allerta.html

 
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Quaranta perline per fare meglio l'amore

Foto di Artemide.75

Stanche dei soliti "raid" di mariti e fidanzati? Vi sentite pressate, prese alla sprovvista, di solito rispondete con un diniego? Vi sembra di non avere abbastanza tempo o che non sia mai il momento giusto? Il rapporto è diventato noioso e lui non sa come risolvere la situazione se non lamentandosi del fatto che vi concediate sempre meno? Tranquille, è arrivato il metodo Evans. Regalate ai vostri partners una ciotolina e un sacchetto con 40 perline colorate. Quando lui avrà “voglia”, metterà una perlina dentro la ciotola posta sul vostro comodino e così voi avrete 24 ore per rendervi “disponibili”.

Dalle testimonianze lette su una rivista “femminile” sembra che il metodo sia una ventata di aria fresca per quei rapporti un po’ datati: lunghi fidanzamenti, matrimoni pieni di bambini, cani e suocere, oppure un toccasana per quelle persone che amano “pianificare”.

Immaginate la scena. L’uomo furtivamente apre il sacchettino di velluto o di seta, preleva una perlina colorata e con fare circospetto la mette dentro la ciotolina del comodino della sua lei, in attesa di un sì... un’attesa lunga 24 ore. Lei può dire subito di sì o godersi il suo uomo che “sfrigola” per sapere cosa deciderà.

Ne consegue che si può passare da un’eccitante sveltina a qualcosa di curato nei minimi particolari.

Di sicuro è un metodo che favorisce molto la donna. Lei, avendo 24 ore di preavviso ed essendo sua l’ultima parola, può dedicarsi un po’ più a se stessa, ritoccare la depilazione, andare dal parrucchiere, cospargersi di crema idratante, piazzare i bambini e liberarsi di amiche invadenti o suocere onnipresenti, godersi il suo uomo che smania, riempire la casa di candele, creare l’atmosfera… Di contro, come testiomoniano le intervistate, l’uomo diventa più servizievole nell’attesa di una “soddisfacente ricompensa”, aiuta nelle faccende di casa, va a prendere i bambini a scuola, porta il cane fuori…

L’incontro amoroso diventa qualcosa di bramato, crescono le aspettative, ci si prepara psicologicamente, insomma non si vede l’ora di rimanere soli “micio-micio-bau-bau" con il proprio compagno!

Naturalmente nessun uomo sarà così stupido da giocarsi le 40 perline una di seguito all’altra (rischiando un NO) e  la donna avrà tregua e non subirà lo stress del diniego, nessuno rimarrà deluso: parola di Carolyn Evans. E quando le perle finiranno, TRANQUILLI e NIENTE PAURA, lei gliene regalerà un altro sacchetto.

 

Questo metodo è descritto nei minimi particolari nel libro Forty Beads ("Quaranta perle") di Carolyn Evans, l'autrice ha inventato nonchè sperimentato le 40 perle con suo marito. Io ho trovato la cosa originale. Chissà se è efficace?

 
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L'inseguimento dell'inimmaginabile

Post n°69 pubblicato il 04 Agosto 2011 da Artemide.75
 
Foto di Artemide.75

Cap. 9

Quando gli amici gli chiedevano quante donne avesse avuto in vita sua, Tomáš rispondeva in maniera evasiva e quando insistevano diceva: “Forse duecento, più o meno”. Alcuni invidiosi ritenevano che esagerasse. Lui si difendeva: “Non sono poi tante. I miei rapporti con le donne durano da circa venticinque anni. Dividete duecento per venticinque, e vedrete che fa circa otto donne nuova all’anno. Non sono poi così tante”.  […]

Che cosa cercava in loro? Che cosa lo attirava verso di loro? Fare l’amore non è forse l’eterna ripetizione del medesimo?

Niente affatto. Rimane sempre una piccola percentuale di inimmaginabile. Certo, quando vedeva una donna vestita, sapeva immaginarsi più o meno come sarebbe apparsa nuda (qui la sua esperienza di amante era completata dalla sua esperienza di medico), ma tra l’approssimazione dell’idea e la precisione della realtà rimaneva un piccolo intervallo di inimmaginabile che non lo lasciava in pace. E poi, l’inseguimento dell’inimmaginabile non termina con la scoperta della nudità, va oltre: come si comporterà quando lui l’avrà spogliata? che cosa dirà facendo l’amore? che tono avranno i suoi sospiri? che spasmo contrarrà il suo viso nell’istante del piacere?

Ciò che l’io ha di unico si cela appunto in ciò che l’uomo ha di inimmaginabile. Noi possiamo immaginarci solo ciò che nelle persone è uguale, ciò che è comune. L’io individuale è ciò che si differenzia dal generale, quindi ciò che non si può indovinare o calcolare in precedenza, ciò che nell’altro si deve svelare, scoprire, conquistare.

Tomáš, che negli ultimi dieci anni di attività medica si è occupato esclusivamente del cervello umano, sa che non c’è nulla di più difficile da affermare dell’io. Tra Hitler e Einstein, tra Breznev e Solzenicyn ci sono molte più somiglianze che non differenze. Se lo si volesse esprimere con un numero, tra loro c’è un milionesimo di diversità e 999999 milionesimi di affinità.

Tomáš è ossessionato dal desiderio di scoprire e di impadronirsi di quel milionesimo e ritiene che in ciò risieda il senso della sua ossessione per le donne. Non è ossessionato dalle donne, ma da quello che in ciascuna di esse c’è di inimmaginabile, in altre parole, è ossessionato da quel milionesimo di diversità che distingue una donna dalle altre donne. […].

Abbiamo il diritto, naturalmente, di chiederci perché cercasse quel milionesimo di diversità proprio nel sesso. Non poteva trovarlo, ad esempio, nella maniera di camminare, nei gusti culinari o nelle preferenze artistiche di questa o quella donna?

È vero, quel milionesimo di diversità è presente in tutti gli aspetti della vita umana, ma lì è esposto pubblicamente, non è necessario scoprirlo, non è necessario il bisturi per raggiungerlo. Che una donna preferisca il formaggio al dolce e un’altra non sopporti il cavolfiore è in effetti segno di originalità, ma è subito chiaro che questa originalità è del tutto insignificante e superflua, e che non ha alcun senso dedicarvi attenzione e cercarvi un qualche valore.

Solo nella sessualità il milionesimo di diversità si presenta come qualcosa di prezioso perché è inaccessibile pubblicamente e bisogna conquistarlo. Ancora mezzo secolo fa una conquista del genere richiedeva molto tempo (settimane, persino mesi!), e il valore della cosa conquistata si misurava con il tempo dedicato alla conquista. Anche oggi, sebbene il tempo della conquista si sia notevolmente accorciato, la sessualità continua ad apparire come uno scrigno nel quale è nascosto il mistero dell’io femminile.

Non era quindi il desiderio del piacere sessuale (il piacere era un’aggiunta, una sorta di premio), bensì il desiderio di impadronirsi del mondo […] ciò che lo spingeva a inseguire le donne.

 

Cap.10

Gli uomini che inseguono una moltitudine di donne possono facilmente essere distinti in due categorie. Gli uni cercano in tutte le donne la donna dei loro sogni, un’idea soggettiva e sempre uguale. Gli altri sono mossi dal desiderio di impadronirsi dell’infinita varietà del mondo femminile oggettivo.

L’ossessione dei primi è lirica: nelle donne essi cercano se stessi, il proprio ideale, e sono sempre e continuamente delusi perché l’ideale, com’è noto, è ciò che non è mai possibile trovare. Poiché la delusione che li spinge da una donna all’altra dà alla loro incostanza una sorta di scusa romantica, molte donne sentimentali sono commosse dalla loro ostinata poligamia.

L’altra ossessione è un’ossessione epica e in essa le donne non trovano nulla di commovente: l’uomo non proietta sulle donne alcun ideale soggettivo, perciò ogni cosa lo interessa e nulla può deluderlo. E proprio questa incapacità di rimanere delusi ha in sé qualcosa di scandaloso. Agli occhi della gente, l’ossessione del donnaiolo epico appare senza riscatto (senza il riscatto della delusione).

Poiché il donnaiolo lirico insegue sempre lo stesso tipo di donna, nessuno si accorge che egli cambia amante; gli amici gli causano continui malintesi, perché non sono capaci di distinguere le sue amiche e le chiamano tutte con lo stesso nome.

Nella loro caccia alla conoscenza, i donnaioli epici (e a questa categoria appartiene ovviamente Tomáš) si allontanano sempre più dalla debolezza femminile convenzionale, della quale si stancano presto, e finiscono irrimediabilmente per diventare dei collezionisti di curiosità. Essi se ne rendono conto, ne provano un po’ di vergogna e, per non mettere gli amici in imbarazzo, non si mostrano in pubblico con le loro amanti.

 

Da “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera

 
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