LA STACCIONATA

Post n°31 pubblicato il 13 Novembre 2008 da BEASEXY74
 

Decisi di incontrarlo come prima volta, in una trattoria che frequentavo diversi anni prima. Era in un piccolo paese della meravigliosa Toscana, immersa nel verde, lontana da occhi indiscreti e dalla tentazione di poter finire a letto in un albergo che avremmo di certo trovato nelle vicinanze di qualsiasi altra città. Emozionata, arrivai sul luogo, aspettando di essere raggiunta da lui, tardò poco e nel vederlo avvicinarsi mi resi conto che entrambi eravamo imbarazzati. "Scambiammo due parole veloci decidendo che un buon primo avrebbe sciolto la tensione. Parlammo del più e del meno per alcuni minuti, iniziando a ridere su certe cose che ci eravamo scritti su msn, rendendoci conto di non esserci mai mentiti, capendo di piacerci come presupponevamo. Ad un certo punto mi prese la mano baciandomela e senza togliere gli occhi dai miei, con tono basso ma deciso, mi domandò "che linegerie hai indossato per me?" "lingerie in pizzo nero, reggicalze in raso e pizzo, come tu adori" risposi senza rimurginarci troppo su. "Ummmhhhh, e chi mangia più?" ridendo aggiunsi "mangia, mangia, sarà vero che ho scelto il nero che ami, ma ho badato bene che non ci fossero alberghi, per non cadere in tentazione" - in realtà conoscendomi, sapevo bene che non era la mancanza di un letto ad impedirmi di fare sesso con lui, ma di certo la situazione si sarebbe presentata diversamente. Davanti al caffè, decidemmo di farci una camminata tra i suggestivi ulivi e vicino al laghetto. "Posso farti qualche foto? Ti dispiace?" Mi chiese ..." - non le amavo molto, ma come potevo dirgli di no, aveva lo sguardo di un bambino. Non badò a spese, ad ogni mio passo, lui non faceva altro che scattare foto, cogliendo ogni espressione, dicendomi che non voleva perdere un solo attimo di quel nostro incontro. "Vieni, andiamo verso il laghetto, saliamo sul ponte! Saranno fantastiche ..." prese così la mia mano e iniziò a correre, giunti al ponte, riprese a fare foto, ma notando che non c'era nessuno, mi chiese almeno di fargli vedere il reggicalze "sbottonati la gonna, la camicetta, fatti almeno fotografare ..." La mia gonna, si aprì di più, la scollatura divenne più generosa. "alzala di più, fammi vedere l'intimo" ... alzai di più la gonna, mostrandogli un ridottissimo perizoma. "Siediti sulla staccionata ora!" - "mica sono una modella" gli dissi. Pochi minuti dopo però me e stavo là seduta, nelle posizioni che mi diceva, voleva ... m'ordinava. "alza le braccia appenditi alla staccionta alta" "apriti la camicia, fai uscire un seno" "allarga le gambe" "morditi le labbra" "scosta la mutandina, toccati, leccati" lui chiedeva ed io facevo, sino a quando mi disse "ora farò una cosa, non pensare a male, mi sfilo la cintura solo per legarti i polsi in alto". le mani erano legate, e lui si avvicinava solo per mettermi in posizioni diverse. Tutto filava al meglio, quando ad un tratto, sul ponte arrivò una coppietta, si affrettò così a raggiungermi, a slegarmi, ponendosi davanti a me per non fare vedere nulla a loro. La coppia però continuò a dirigersi verso di noi, il tempo per ricompormi non c'era, si pose così tra le mie gambe, consigliandomi di "fare come due bravi gli innamoratini" sostenendo che vedendoci in intimità avrebbero cambiato rotta ... avvicinò la sua bocca vicino alla mia, le sue mani sui fianchi, spingendo il suo pube con decisione contro di me. Non so se fosse stato più imbarazzante o eccitante quello che stava succedendo, ma di una cosa ero certa, era eccitatissimo. Effettivamente come aveva detto, la coppia andò alla parte opposta, ma lui invece di fermarsi e allontanarsi, prese ad accarezzarmi le gambe, allargandomele maggiormente, spingendosi ancora più contro di me. "Lo senti come scalpita? Ti vuole!" d'istinto mi feci qualche centimetro più indietro, ma lui mi afferrò per le spalle, iniziò a baciarmi, palpando il mio seno, strizzandomi forte, sempre più forte i capezzoli ... "E' così che ti piace, o erro?" come risposta lo baciai, ma evidentemente non era quello che voleva, strinse ancor più forte i miei seni, morse la mia bocca, richiedendomi se mi piaceva. "Voglio che me lo dica, non che me lo faccia capire, voglio sentirmelo dire, capito???" Eccitatissima risposi, una svariata serie di Si, si che lo spinsero a scostarmi lo slip con violenza, la stessa che poi usò per tirarlo a sé, procurandomi un certo dolore per via dell'atrito del perizoma tra le labbra del peccato. Mugolai un "mi fai male" ma la cosa non lo toccò affatto, anzi, le sue mani sul suo corpo si fecero sempre più pesanti, mordeva forte il mio collo, pizzicava il mio seno, la mia clitoride ... entrambi avevamo perso la testa, nessuno dei due si chiedeva più se per caso qualcuno potesse vederci o sentirci, rilegò le mie mani alla staccionata, strappò il mio slip, la sua lingua percorse l'interno delle cosce, sino a raggiungermi tra le gambe, le sue dita entrarono in me procurandomi subito un orgasmo ed il desiderio di avere il suo uccello nella mia bocca. "non ti slegherò" slacciò i suoi pantaloni, dai pants mucca, prese fuori la sua verga, come un gatto salì sulla staccionata in piedi, mettendomelo senza troppe smancerie in bocca. "mangiamelo troia!" me lo mise tutto in gola, tenedomi per i capelli, rilasciandomi a piacere, commentando ogni su e giù ... "come vedi l'albergo non ci serve ..." " ma sei troppo passionale, troia per averlo sottovalutato" con la testa accennai ad un si, saltò allora indietro, veloce slegò le mie mani, facendomi scendere ... ora eravamo uno davanti all'altro, le sue mani, le mie, andavano ovunque, mi ritrovai così girata e con le sue mani che mi sollevavano la gonna, il mio culo era completamente scoperto, la mia schiena piegata in avanti, i suoi denti rigavano la mia schiena, mentre il suo uccello iniziava a fottermi deciso, togliendomi il respiro, facendomi persino male ... era un vero animale, e quel suo modo mi mandava giù di testa, il suo odore da maschio, il mio selvatico si mescoalrono in fretta. La sua cappella, strusciava tra le mie labbra aperte e bagnate, sul mio culo, di tanto in tanto schiaffeggiava le mie natiche ... "mi fai impazzire!" mi disse quasi ululando e senza chiedermi se volevo prese a penetrarmi anche dietro ... ad ogni colpo mi diceva che ero una troia, una mignotta, una puttana, una vera cagna in calore, non smise sino all'arrivo del suo godere, mentre io gli chiedevo di non smettere, di non fermarsi ...

 
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MA TU SEI TU

Post n°30 pubblicato il 05 Novembre 2008 da BEASEXY74
 

Il sole è pallido, si spinge tra una nebbia che sta svanendo, il mondo sta iniziando a svegliarsi attorno a me, sono quasi le 8,30 ed ancora in sottoveste giro per casa. Ti aspetto, presto sarai con me. Non so se resterai pochi minuti o tutto il giorno, ma so che di quel tempo che mi dedicherai, starò bene.

Non sono truccata, ho solo un velo di Cupra sul viso, i miei capelli sono spettinati dal letto che sino a poco fa sapeva dei miei sogni con te.

Eccoti! ... sento il suono del tuo arrivo, veloce vengo verso di te, mi godo il tuo "buongiorno''

rispondo al tuo chiedermi "se ho dormito bene" e mentre lo faccio sei già appiccicato al mio corpo, non lo tocchi, scendi subito con la lingua a cercarmi, per il troppo impeto, nemmeno mi dai il tempo di capire che mi desideri così. Da femmina quale sono, il sangue bolle nelle vene, eppure non voglio lasciarmi andare, disarmata dalla tua passione divento persino timida e questo ti piace e non ti fermi di certo davanti a questo tu.

Sento la tua voce che mi sussurra parole, ha il potere di farmi vibrare, di farmi bagnare e sento la mia anima che ti desidera, la mia pelle che ti vuole, il mio corpo che ti brama, voglio resisterti sin che riuscirò, voglio stremarmi di passione, logorarmi di desiderio, sfinirmi dell'attesa. Sadica mi discosto da te, masochista mi allontano quanto basta per farti guardare, per non farti toccare. Le mie gambe strette, strofinano tra loro nervosamente, soffocano un orgasmo che vorrebbe manifestarsi impetuosamente. Non perdi tempo notandolo, continui a istigarmi, divertendoti nel vedere le mie cosce che ancor più si stringono. Il tuo tono deciso, basso mi aizza al lasciarmi andare e nel vedere che appoggiata al muro alzo come una cagna il mio culo, mi sussurri che hai tempo, che vuoi goderti ogni attimo, che finirai per negarti e che impazzirai nel vedere come con le mie stesse mani io ti offrirò il mio tormento dei sensi.

Sono partita, nulla mi può fermare, l'orgasmo lo sento sulla punta della clitoride, le labbra del peccato sono fradice, non ti potranno resistere ancora per molto, sai che tra poco cederò, lo aspetti, lo desideri, sai che ti voglio, sai che non aspetto altro, devi solo avvicinarti e toccarmi e sei consapevole che non ti resisterò, ma sei tu, unico nel tuo genere, ti vedo prendere lento una sigaretta, il cellulare, con il migliore dei tuoi sorrisi, mi dici che sarai di nuovo da me tra dieci minuti e mi lasci appesa in un attesa infinita, dove i minuti sembrano secoli. Cerco di affogare il tempo girovagando per casa, ma ogni cosa che tocco sa di te, il mio sottoveste scivola sulla pelle come se fossero le tue carezze, sento i capezzoli rigonfi sul mio seno elettrizzato, i peli sul pube sono irti e umidi, ogni angolo di me ti vuole, fatica a contenerti. Di nuovo eccoti, hai il sorriso malizioso di chi si è fatto attendere e sa di come è stato atteso. Le mie mani, scivolano sui tuoi calzoni, la tua eccitazione mi eccita ancor di più, libero il tuo piacere accarezzandoti, lo sento adamantino sotto le mie dita, ingorda ne percorro le tue vene, le tue nervature, sfioro la tua cappella che pulsa, mentre la mia lingua assapora le sacche del tuo sperma, succhio le tue palle guardandoti negli occhi e lenta lascio che perlustri la tua verga sino alla vetta. Morbide le mie labbra avvolgono la tua calda estremità e godo di quell'attimo che vede scomparire tutto dentro la mia bocca, sino a toccarmi la gola che tanto ti desidera. Mi afferri i capelli, li stringi, li tiri, sono eccitata e ti monto rivestendolo di saliva, avvolgendo sulla tua carne come un serpente la mia lingua, succhiandoti, ancora poco e godresti del mio fare facendomi godere del tuo sapore, ma sei tu, non vuoi finisca così, vuoi poter rimanere ancora eccitato, desideri restare in balia di un tormentoso piacere ...

Mi chiedi di allontanarmi quanto basta da te per potermi guardare, mentre seduto ti limiti a sfiorarlo, non ho voglia di resisterti ancora, ubbidisco al tuo volere, poco distante da te, mi siedo, abbandono il mio corpo che freme sullo schienale della poltrona, dimenticando che potremmo non esserci solo noi, le mie gambe si aprono lentamente, mi chiedi di farlo di più, vuoi vedermi aperta, vuoi annusarmi ...

Lo faccio, mentre le mie dita si insinuano oltre i peli, mentre roteano sulla clitoride per poi affondarmi dentro. Quel penetrarmi toglie il fiato ad entrambi, la mia foia ti fa ansimare come se la tua carne fosse dentro di me, me lo dici alzando lievemente il tono che "sono troia " che "sono cagna" e mentre lo fai prendo ad ansimare, mi piace sentirmi aperta così, bagnata, impazzisco nel vedere che stai respirando l'odore della voglia che ho di te. Le mie labbra di massacrano per il desiderio di venire, ti desidero dentro, ti supplico di alzarti ed entrare in me, ho bisogno di sentirlo quel duro tra la mia carne, di avvertire il tuo calore e sudore che si fottono con i miei, ma tu sei tu ... rimani seduto e mi inciti a non fermarmi, mi dici che non è ancora tempo per entrarmi dentro, il piacere si amplifica, a gridarti che "sono porca" ora sono io, ho bisogno di essere fottuta, non mi bastano le mie dita, così mi alzo quanto basta per prendere la spazzola sul tavolino, sono fortunata penso, ha un bel manico, lungo, dalla forma particolare, non ci penso troppo, lo faccio affondare dentro di me, lo spingo tutto dentro e nel sentirti entrare vengo, ma non mi fermo, voglio godere sino a ridere per il solletico che scatena il troppo piacere, vengo ripetutamente consapevole che pure tu vorresti essere tra le mie gambe, accettando che desideri farmi ancora attendere. Attenderò il tuo non saperti più trattenere, mi ricompongo rimanendo seminuda, gironzolandoti davanti, odorando di quel piacere che mi hai lasciato sulla pelle, lungo le cosce ...

Sei eccitatissimo, sei perversamente masochista con te stesso, per ore aspetti, impaziente ti attendo,

sino a quando non posso più aspettare altro tempo, come un temporale che da ore è nell'aria, ti colgo all'improvviso, stavolta amor mio non mi scappi.

Duro, marmoreo lo coccolo tra le mie labbra, per poi dirti che lo voglio dentro, supplicandoti di non dirmi ancora no, non v'è tempo per finire la frase, sei finalmente dentro, selvatico e feroce, non hai tregua nel spingerti dentro di me, impazzisci nel toglierlo e rinfilarlo tutto di un colpo, non si capisce più nulla, le tue parole si uniscono alle mie, il tuo ansimare è sempre più forte, il tuo godere è sempre più vicino, da un momento all'altro esploderai dentro di me, ma tu sei tu, rallenti, lo sfili, vuoi che mi giri, vuoi che la cagna ti offra il suo culo ...

Eccotelo, prendilo, è tuo ... so che entrando mi farai male, so che lo farai senza nulla e in un solo colpo, ma non te lo dirò, anzi ti chiederò di farmi ancora più male, te lo griderò strozzata dal piacere, mentre le tue mani mi sculacciano con colpi decisi, irregolari, facendomi balzare quanto basta per farti capire che mi piace.

Tiri i miei capelli, graffi la mia carne, con qualcosa colpisci la mia schiena, mi dici che presto assaggerò le listelle della migliore delle tue fruste, sentirtelo dire è godimento puro, i miei capezzoli strusciano sul tessuto ruvido del mio divano e pretendono colpi sempre più energici, godo di continuo, sino a quando mi gridi che stai venendo, me lo dici, una, due tre volte, mentre rallenti i colpi, per poi sentirtelo sfilare e sentirti dire che hai bisogno di fare pipì ...

La vuoi fare sulle mie tette, vuoi che come una cascata mi inondi il corpo, forse vorresti qualcosa di più ma ancora non osi, guardandoti negli occhi, schiudo la bocca, la avvicino al tuo creapopoli ... appartenendoti ti bevo ... e godiamo con l'anima.

 
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LA VETTA DEL PIACERE

Post n°29 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da BEASEXY74
 

 

... ancora pochi mesi, e lo Chalet di zia Elga sarebbe stato venduto, decisi così di trascorrerci un mese da sola. Entusiasta scesi dal treno e trascinandomi due pesanti valigie giunsi a destinazione, era rimasto tutto come quando da ragazzina ci trascorrevo con mia sorella Sofia il periodo estivo - mille ricordi raffiorarono nella mia mente. Entrando non mi persi d'animo. Igienizzai i servizi e la cucina, diedi aria alle camere, aspirai la polvere e preparai il letto con lenzuola profumate di gelsomino. Anche se stanca, mi sentivo bene dentro e quell'aria pulita era un vera toccasana per me che ero giunta stressattissima dalla vita di città. Ad un tratto sentì il tintinnio della campana posta sulla porta d'ingresso, mentre una voce di donna mi chiedeva il permesso d'entrare ... "avanti!" risposi chiedendomi chi potesse essere, ero del resto arrivata da sole poche ore e rimasi sorpresa nel vedere Miranda, una ragazzina che spesso giocava con noi davanti a casa. "Ti ho vista arrivare ed ero più che certa che fossi tu!" mi disse "ho così pensato di preparati una cosa che adoravi per poi portartela insieme al mio saluto" Ci abbracciamo allungo, per poi scambiarci davanti a quelle deliziose fette di strudel una serie di chicchiere veloci, con la premessa che ci saremmo viste il più possibile. Miranda, non aveva figli, da alcuni anni era separata e da quanto potevo capire non amava parlare del suo ex marito, era però sempre la solita burlona, sempre con la battuta pronta e mille cose da fare. Insieme ogni giorno andavamo in paese e a turno mangiavamo in casa mia o sua, ricordando mia zia, sua nonna e le situazioni vissute insieme, era bello rivivere quelle emozioni, era piacevole stare in sua compagnia, rivedere vecchie foto e parlare ore ed ore di noi. Una sera però, mentre ero a cena da lei, prese a piovere come non mai, la vidi farsi seria, e immediatamente mi ricordai che era sempre stata terrorizzata dai temporali, "mica avrai ancora paura dei tuoni?" chiesi sghignazzando e scherzando aggiunsi, "vuoi che resto a dormire qui?" "mi faresti un vero regalo!" "la paura dei temporali è qualcosa di inspiegabile ..." poco dopo eravamo sul letto a parlare ancora di noi, e il vederla più serena, mi fece sentire importante, parlando parlando lei prese finalmente sonno ed io notando che il temporale si era allontanato, decisi di salire in mansarda e godermi come quando ero bambina dalla finestrella il cielo ... Era proprio bello il mondo da lassù, mi faceva sentire leggera e spensierata, fumai qualche sigaretta, dicendomi che pure io avrei dovuto coricarmi e dormire qualche ora, mi alzai così per tornare a letto, ma il mio sguardo cadde, su un vecchio baule socchiuso, mi avvicinai, e aprendolo mi ritrovai davanti a foto, pagine di giornali, libri e lettere ... Sapevo che non avrei dovuto, ma la mia curiosità mi impedì di comportarmi correttamente, aprì così una lettera a caso ... "Luce dei miei occhi, mio unico e vero amore ..." la lessi tutta di un fiato, rimandendo di pietra nel vedere che portava la firma di Rebecca, presi allora un'altra lettera, e poi un'altra ancora, inizavano tutte allo stesso modo e si concludevano con il solito "un bacio sulle tue labbra, tua Rebecca" lettere affetuose, piene di sentimento, che facevano intendere qualcosa, ma che lasciavano in me diversi dubbi, sino a quando in una lessi ... "non riesco a dimenticare le tue mani su di me, le tue dita che mi penetrano, il profumo della tua pelle, i nostri orgasmi, se solo loro sapessero di noi, sarebbe la fine ..." ora tutto mi era finalmente chiaro, Rebecca la nostra amichetta di allora era stata l'amante del marito di Miranda, continuai incuriosita a leggere, chiedendomi quanto male avesse fatto a Miranda scoprire che la sua migliore amica la stava tradendo con il suo uomo, dicendomi che se fosse capitato a me, l'avrei strangolata. Ecco perché non voleva parlarmi di lui, ecco perché non mi aveva menzionato Rebecca, decisi così che avrei letto un'altra lettera per poi richiudere quel baule senza mai più riaprirlo, ancora una volta iniziava con la solita "Luce dei miei occhi, mio unico e vero amore ..." qualcosa però questa volta, era diverso e proseguendo la lettura, mi accorsi che avevo frainteso, non era il marito di Miranda il destinatario di quelle passionali lettere, ma lei! Sorrisi, mai e poi mai avrei creduto fosse omosessuale e scendendo silenziosamente le scale, pensai che entrare in quel letto ora mi sarebbe suonato diverso, non che mi scandalizzasse, ma i miei occhi di certo sino allora non l'avevano certo mai guardata in quel modo. Alzai le coperte, mi misi sotto, ma i miei pensieri non riuscirono ad arrestarsi, la osservavo dormire e allo stesso tempo la immaginavo mentre faceva all'amore con Rebecca, decisi di sbirciare il suo corpo sotto le lenzuola, e ritando la mia mano più volte a pochi centimetri dalla sua pelle. "cosa mi sta succedendo?" pensai tra me e me, ma nel vederla darmi la schiena, decisi di sfiorarla, non fece una piega, dormiva come un ghiro, lenta allora sollevai la camicia da notte, scoprendo le sue gambe, le accarezzai, ritraendo la mano velocemente nel sentirla muovere ... ma poi pochi istanti dopo, mi ritrovai ad alzare ancora di più quel tessuto di cotone, sfiorai le sue natiche, erano sode, lisce come quelle di una bambina, e pensai che aveva veramente un bel culo, la tentazione di continuare fu tanta, ma la paura di essere scoperta prese il sopravvento, decisi così di girarmi dall'altra parte e provare a dormire, consapevole che tutto quello mi aveva eccittata tantissimo. La mia mano intanto aveva preso a sfiorarmi il seno, mentre mordicchiavo nervosaemente le mie labbra, la voglia, il desiderio avevano preso strada dentro di me, iniziai così a toccarmi lentamente tra le gambe, quando ad un tratto lei si girò e si appoggiò di peso sul mio corpo. Cercai di scrollarmela da sopra, quando ad un tratto, mi sussurrò "Hai letto le mie lettere vero?" girai il mio viso verso di lei, dicendole "non dovevo lo so, ma è stato più forte di me, perdonami!" con tono malinconico mi disse "fa nulla!" poi si avvicinò al mio viso baciandomi delicatamente sulla fronte, baci per poi fece scendere lentamente, sino a raggiungere le mie labbra, bacio su bacio, la sua lingua prese ad intrecciarsi con la mia, mentre le mie mani presero a slacciarle i laccetti intrecciati sul suo petto, presto mi ritrovai con il suo seno tra le mani, mentre le sue mani accarezzavano energicamente i miei fianchi, le sfilai la camicia da notte, mentre lei sollevò la mia oltre il pelo, ponendo una sua gamba tra le mie, "lasciati andare!" "sarò bello vedrai" mi disse dirigendosi con il viso tra i miei peli, le sue dita raggiunsero le mie umide labbra per poi penetrarmi con un paio di dita mentre passava la sua lingua tra la mia fessura eccitata, la sua lingua, la sua bocca erano decisamente sublimi sul mio sesso e nel vedermi innarcare prese con più forza a fottermi con le dita, aggiungendone non contenta una terza, succhiò la mia clitoride sino a farmi godere, per poi girarsi e offrirmi la sua natura depilata sul viso. "ti prego, fammi godere, leccami ..." la mia lingua prese a percorrerla, sfiorai il suo cazzino con la punta della mia ruvida lingua, percorsi le sue labbra aperte e ricolme di umori, per poi proseguire e soffermarmi sul suo bucchetto, mentre con le unghie graffiavo le sue natiche. Le piaceva, lo sentivo, percepivo, vedevo. "manca qualcosa vero?" mi disse con voce goduriosa ... rovistò sotto il materasso, prese un vibratore non piccolissimo, lo leccò, me lo vece succhiare per poi con decisione infilarmelo dentro. "Ti sembra più normale così?" mi chiese con una voce tremolante e ricolma di godimento e nel sentirmi mugolare, lo affondò ancor di più aumentandone la velocità, venni più volte, ripetutamente - Era giunto il momento che fossi io ad occuparmi delle sue voglie, raggiunsi le sue mani sfilandomi il fallo ... "Girati Miranda, offriti a me" - lei allora si inginocchiò, porgendo il suo corpo contro la testata del letto, lasciando che i miei seni sfiorassero la sua schiena, le mie mani pizzicassero i suoi seni, le scostai i capelli sul collo e la mordicchiai delicatamente, mentre la mia mano prese a farsi strada tra le sue gambe, la mia lingua persorse la sua schiena, il suo culo, ritrovandomi ancora una volta tra le sue labbra vissute e insazziabili, le mordicchiai, tirai con i denti, notando che ogni mio gesto era da lei apprezzato, per poi senza fermarmi, iniziare a fotterla con lo stesso vibratore che poco prima aveva scopato me, era aperta, bagnatissima e sentirla godere, mi eccitava speventosamente, continuai facendola godere numerose volte, per poi fermarmi e posizionarmi sotto di lei, il mio pelo ora sfiorava e strofinava il suo pube depilato, le nostre clitoridi duellavano una contro l'altra come se fossero da sempre abituate a muoversi così, godemmo ancora una volta, ed una volta ancora, sino ad abbandonarci stremate tra quelle lenzuola che odoravano dei nostri odori e sapori, dormimmo abbracciate come se fossimo le migliori delle amanti per poi riprendere al nostro rispeveglio, e cotinuare così sino al giorno della mia partenza, partenza che poi risultò l'inizio di molteplici nostri incontri, fatti certe volte di sole poche ore, ore che però ci permettevano di continuare a desiderarci, volerci, cercarci ... e amarci.

 
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IL PACCO

Post n°28 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da BEASEXY74
 

Al rientro a casa, come d'abitudine, dò un'occhiata alla cassetta della posta e mi scappa una imprecazione.
Col cartoncino fra le mani ne deduco che il postino è passato ed io non c'ero per ritirare il pacco.
L'indomani passo all'ufficio postale e lo ritiro, non senza un sorrisino come di complicità da parte della addetta.
Il ritiro di un pacco anonimo ormai è risaputo che implica qualcosa di sessuale all'interno.
Sorrido anche io, pago e me ne vado.
Appena rientrata apro con un certo non so perché di tremolio alle mie mani, ed ecco la serie di vibratori, falli finti e quant'altro per la mia consolazione sessuale.
Ma si, ma si, delle avventure mi capitano, ma sino ad ora si sono limitate alle classiche scopate, per carità soddisfacenti il piu delle volte, ma io mi sento di voler provare di piu'. Guardo dei filmati porno e mi strapazzo la figa invidiando quelle troiette.
Mi diverto a prendere in mano il primo vibratore, ah già devo metterci le pile, meno male sono all'interno della confezione, vedo il funzionamento, poi ne prendo un altro, insomma li guardo tutti, ma non è il momento di utilizzarli.
Li ripongo nel loro contenitore, proponendomi di utilizzarli il piu presto possibile.
Vuoi per un motivo vuoi per un altro che non sto ad elencare, sta di fatto che per una settimana non ho piu pensato a quegli accessori.
Un pomeriggio intorno alle 17,30 suonano alla porta.
-Ufficio postale sento all'apparecchio
- 4° piano rispondo.
Guardo allo spioncino intravedo due signori, apro e li faccio accomodare.
Per prima cosa mi fanno vedere i tesserini anche se non richiesti, e poi mi dicono:
- Lei signora il giorno 19 ha ricevuto un pacco.
- Che non era per me? Eppure mi corrisponde a quanto ordinato.
- Lo sappiamo, signora, cosa ha ordinato.
- Prego?
- Lei vive sola in casa?
- Si, ma che ve ne...........
- No ci perdoni signora e che insomma, ora le spieghiamo
- La ditta che spedisce i pacchi ci indica sul pacco, e se lei guarda la scatola c'è una V rossa sul fondo.
Sta a significare che sono oggetti per una donna per uso interno. Noi l'abbiamo vista ritirare il pacco e l'abbiamo seguita per delle volte, scoprendo che vive sola.
Non credo di essere stata convincente penso tra me e me dopo che ho finto di inalberarmi con loro.
- E se vi denunciassi?
- Ma dai, mi dicono, lo abbiamo capito tu hai bisogno di noi.
Mi scappa da ridere, da quanto mi sentivo accalorata, arrossata come non mai e non sapendo quali pesci prendere mi viene:
- caffe?
Nel preparare il caffè uno si avvicina e mi mette la mano sul sedere, piccolo istinto di ribellione, ma poi lascio fare
E con una certa difficoltà riesco a mettere la caffettiera sul fornello.
Incoraggiati osano di piu', l'altro mi prende le tette da dietro mentre il primo sta massaggiandomi l'interno cosce.
Comincio già a perdere la testa, quando il rumore del caffè in uscita mi "sveglia" ed interrompiamo.
Ci prendiamo il caffè' e nel mentre cominciamo a parlare un poco. Mi offrono una sigaretta e da una parola e l'altra mando messaggi subliminali facendo intendere quali che siano i miei desideri.
Uno si alza e mi offre una sigaretta dopo che me l'ha accesa mi prende con dolcezza o quasi per i capelli e mi bacia di un lungo bacio dando il tempo all'altro di interessarsi di nuovo al mio seno e alla mia vagina.
Non ho piu le mutandine e poco dopo neanche la gonna. Si rallenta un poco per terminare di fumare.
Ho quattro mani addosso che scrutano in tutto il mio corpo, via anche la maglietta e il reggipetto.
Sono tutta nuda in cucina, uno mi mette le mani sulla testa e premendo mi fa capire che devo inginocchiarmi, inginocchiata mi metto a sbottonare i pantaloni ad uno e attraverso le sue gambe noto che l'altro era in corridoio intento al cellulare.
Gli sfilo i pantaloni e anche le mutande.
Adoro i membri in erezione e quindi lo prendo in mano facendo su e giu per un poco.
Lo odoro e quel pizzico di odore che emana per essere stato li dentro tutta una giornata, mi manda in estasi.
Con la punta della lingua tocco l'apertura spermale e raccolgo la goccia che fuoriesce, il filamento creatosi al mio allontanare della lingua risplende argenteo. Passo la lingua sul prepuzio dando dei tocchetti che lo mandano in visibilio.
Lo prendo in bocca succhiando piano e chiudo gli occhi per gustarmi il momento e memorizzarlo bene.
Nel mentre l'amico aveva ripreso a darsi da fare, si era già spogliato e messo al fianco, invitandomi a succhiare anche il suo. Caspita pero', l'amico lo aveva molto lungo, stesso spessore circa ma molto piu lungo.
Tutto questo mi dava l'opportunità di provare a ingollarlo tutto, e dopo sapiente lavoro di umettazione della capella e dell'asta l'ho inghiottito sino alla base resistendo sapientemente ai piccoli conati che venivano.
Naturalmente a quel punto sento una scarica di umori riempire la mia vagina, mi passo una mano e me la impasto di dolce succo.
Dopo un bel po di giocate col cazzo dei due, mi mettono in piedi, mi sento già un poco sfiancata, non ero abituata a tanto, ma l'eccitazione è fortissima sono in attesa della penetrazione, e questa avviene facendomi posizionare a 90° e appoggiandomi alla sedia sento scivolare il cazzo dentro che mi allarga la figa.
Mi escono un po di mugugni il respiro è molto affannoso, di li a poco ho il mio primo intensissimo orgasmo che mi fa fremere tutta fino a farmi sentire come un formicolio in testa, se neaccorge colui che mi sta chiavando come una troia e accellera il movimento per assecondare e rendere piu intenso il mio orgasmo. Troppo bello il tutto e voglio che duri, ma noto che il ragazzo è al limite, allora si sfila da me e cede il posto all'altro il quale mi penetra col un colpo secco facendomi urlare di piacere. Si muove lentamente sento il cazzo scivolare uscire e rientrare, mi piace quando lo sfila e lo ripone di colpo, ho le cosce appiccicaticce e prendendomi per le tette inizia un movimento forte e continuo, ho un piccolo cedimento ad una gamba per la posizione, ma soprattutto per l'infoiata che mi ha tuta presa.
Si da molto da fare, sino a quando il suo ansimare mi dice che pure lui è al limite.
Ma io voglio ancora quindi chiedo un time out, sostenendo di non essere abituta a tanta potenza di sesso, e ne approffitto per fumare un ‘altra sigaretta.
Finito di fumare, mi portano nella camera da letto, li mi mettono di nuovo i loro cazzi in bocca che succhio avidamente, e vista la mia propensione, con una certa brutalita, che a me piace molto mi infilavano a forza i loro cazzi tutto in gola.
Questa pratica oltre ai gorgoglii provocava una forte uscita di saliva schiumosa che sgorgava dai lati della bocca e scivolava lungo il corpo coprendo le tette come se fosse schiuma da bagno. Mi vedevo coperta di tanta saliva e questo mi eccitava in maniera inusuale provocandomi enormi sconquassi vaginali.
Mi sdraio sul letto allargo le gambe, è incredibilmente bello essere a cosce aperte in attesa del cazzo, mi viene sopra e di nuovo ho un cazzo in pancia. Dà l'ennesimo cambio al collega e mi penetra sdraiandosi su di me, mi bacia con foga per un po poi lascia la mia bocca al compare mentre continua a scoparmi delicatamente, come un'ondata in piena ecco arrivare un altro orgasmo meno potente ma piu lungo, almeno credo.
Mi metto alla pecorina voglio sentire le palle sbattermi contro, e vengo penetrata. Si aggrappa alle tette e mi sbatte con foga tremenda facendomi urlare. Quando ho capito subito che voleva venire e mi sono fatta riempire la figa di sperma e
a quel punto all'altro gli ho detto di mettermi il cazzo in bocca e di scoparmi li.
Un paio di minuti e mi colma la bocca di tanto sperma caldo. Mi era appena venuto in bocca che sento suonare il campanello.
Un attimo tutto è fermo, inghiottisco e mi scappa un piccolo singhiozzo che lo fa sorridere e a bassa voce dico fate silenzio, ma l'amico non era in stanza.
Infatti poco dopo sento il portone di casa aprirsi e un attimo dopo richiudersi.
Vado per vedere e sorpresa il tipo era altri due tipi di cui uno mastodontico di colore. A quel punto mi sento lo sperma colare fra le cosce con una senzazione libidinosa indescrivibile.
Capito tutto, la telefonata di prima era per chiamare rinforzi. Vuoi vedere che i messaggi subliminali hanno detto loro che sono una troia? Bah!
Me li presentano, andiamo in cucina e preparo delle bibite. Con grande emozione preparo loro da bere, il solo pensiero di vedere un cazzo nero mi eccitava tutta, al solo pensiero di vedere se cio' che si dice sul loro attrezzo del sesso è vero mi faceva colare ancor di piu la vagina.
Parliamo un po e durante l'ennesima sigaretta chiedo a Johe (con l'acca specificano) di avvicinarsi.
Sigaretta in bocca, cosa poco signorile, infatti l'appoggio poco dopo, gli sbottono i pantaloni leggerissimi i quali facevano intravedere la consistenza del pacco.
Era già un poco in tiro e mi vedo davanti un cazzo che mi ha lasciata senza fiato. Almeno per le mie conoscenze era proprio enorme. Lo prendo in bocca e lo assaporo un poco, poi riprendo la sigaretta e la finisco.
Intanto tutti mi prendono e mi riportano a letto, dove sono oggetto di palpamenti vari, uno mi apre le gambe e subito mi infilza il cazzo, non ho potuto esprimere goduria perché un'altro me lo ha messo in bocca, mentre con una mano tenevo il cazzo nero.
Mi entrano a turno, ma la penetrazione di Johe me l'ho goduta.
Anche se la mia figa era tutta aperta pregna di umori e sperma, il cazzo di Johe mi ha dato la sensazione di sentirmela aprire ancor di piu.
Mi hanno scopata in tutte le posizioni, ma quando ero alla pecorina mi sono sfilata il cazzo di uno che mi trapanava e l'ho indirizzato verso il buchino roseo.
Daiiiiiiii, lo voglio li ho supplicato.
Devo dire che loro non avevano mai messo un cazzo in un culetto si capiva per cui ho chiesto delicatezza, almeno all'inizio.
I cazzi entravano e uscivano dal mio sedere, Johe si mette in posizione, con tutto il mio didietro fronte a lui, ma me lo infila in vagina. Mi scopa delicatamente entrando piano in profondità sfilandolo poco e rientrando, sfilandolo tutto e rimettendolo in un sol colpo. Sento la cappella appoggiata al buchino, ma la voglia è tanta che entra quasi, insomma, senza fatica, il tutto accompagnato da un mio lungo mugugnio. Si afferra al mio seno e dolcemente mi trapana, mi mette di fianco senza sfilare il cazzo e continua, voglio toccarmi la vagina, ma la posizione non lo consente, ci pensa lui e un attimo dopo vengo copiosamente.
Uno si sdraia sul letto e mi siedo su di lui a smorzacandela un altro piegandomi in avanti mi penetra nel culo. Si incomincia una chiavata doppia coi fiocchi, ero in un turbinio di piacere, qualunque cosa mi facessero non era un problema era un continuo godimento. A turno mi penetrano nel culo e puntualmente i miei orgasmi aumentano.
A turno si sdraiano e sempre a smorzacandela mi siedo su di loro e vengo inculata.
Johe si sdraia e io mi siedo spalle a lui a smorzacandela ma mettendomi il cazzo nel sedere, gli altri a turno mi infilavano di cazzi la figa.
Per un bel po ho preso contemporaneamente due o tre cazzi, infatti un terzo in ginocchio sul letto mi scopava in bocca.
Il primo è voluto venirmi in faccia, Johe gli ho detto in bocca, e stavo per ingoiare il tutto, quando anche un altro è voluto venirmi in bocca. Con la bocca piena, a quello rimasto gli ho fatto capire di venirmi in figa e come mi ha penetrata ho ingoiato. Venuto l'ultimo dentro di me e con la figa cocciolante di sperma mi hanno messa nella vasca da bagno e tutti in vasca con me a finire l'opera.


 
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IN SARTORIA

Post n°27 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da BEASEXY74
 

Sartoria del Corso, ore 11.00.
-Dovrei far stringere alcuni capi. Sa, le solite diete fisarmonica-.
Il commesso mi sorride e annuisce. 30 anni, piuttosto belloccio.
Simpatia tipo comesonobellocomesonoganzo. Castigatore di signore.
Mi intriga però. Vien quasi voglia di punirlo. Quasi quasi….
Mi accomodo in camerino. Mi spoglio e resto in tanga. Tendina strategicamente accostata.
Lui prepara i capi sul bancone e sbircia. Il furbone.
Mi sposto. Contraggo i muscoli delle chiappe ed evidenzio il culo. Uno dei miei punti di forza.
Mi piego e slaccio le scarpe. Con calma. Con metodo. Da troia. Sogghigno. Ora ti sistemo io.
Inizia l’arrappo. Agitazione da infoiamento. Il solito maschio pirla.
Esco e lo fisso. Lui mi guarda e si appoggia al bancone. L’indurimento c’è già e cerca di coprirlo.
Bene. Molto bene. Inizio a provare i pantaloni neri. Si avvicina con in mano il metro. Poggia una mano sul mio fianco e con l’altra misura. Si inginocchia. Mi sfiora.
Fingo di mettermi più comoda. Mi avvicino. Si appoggia. Bene.
Signora l’esterno va bene. Ora misuriamo l’interno gamba.
Allargo leggermente. Muove il metro e le sue dita sfiorano il mio pube. Che paraculo.
Gli dico che il difetto e proprio là. All’inizio dell’attaccatura della coscia.
-Provi a sentire anche lei-. Muove la mano tra il tessuto e la pelle. Con l’altra si appoggia al mio fianco. -E’ vero signora, bisogna stringere e tirare di più-.
Divarico un po’ e lo guardo. Sguardo sornione. Cazzo aspetti!. Non senti come sono bagnata. E’ un’ora che non sposti la mano di lì!.
Mi guarda. Languido. Finalmente. Ecchecazzo!. Te la devono proprio mettere in mano!.
Si alza in piedi. Mi bacia. Mano sul culo e mano sul fianco. Stringe. Trema. Intrecciamo le lingue.
Però. Il ragazzo promette bene.
Ora le mani sono davanti. Strizza una tetta. La lecca. Morde. Tira il capezzolo.
L’Altra mano e sulla figa. Io allargo. Apre le dita e la carezza. E’ bagnata. Fradicia di umori.
Entra con due dita. Le muove. Le immerge. Raccoglie il sapore e se lo porta in bocca.
Lecca con voluttà. Lecchiamo insieme. Succhiamo in due. E continuiamo a fissarci.
Senza vergogna. Lo stronzetto mi ha fatto venire voglia di cazzo.
Continuo a sentirlo mentre si appoggia. Duro. Grosso.
Continuo a fissarlo. Lo so che lo eccita. Lo vedo smaniare.
Inizio a giocare con la sua cerniera. Molto lentamente, Una lentezza esasperante.
Con forza stringe la mia mano e la muove. La cerniera è aperta.
Porta slip neri marca D&G. Nero tamarro.
La cappella spunta fuori. Grossa. Paonazza. Gliela prendo in mano e la libero.
Continuo a guardarlo negli occhi. Ormai è mio.
Gli stringo bene il cazzo. Forte. Ormai gli è diventato duro come marmo.
Geme. Si appoggia al bancone.
Mi inginocchio. Lentamente. Continuando a fissarlo.
Mi prende la testa tra le mani e mi tira a sè. Resisto. Voglio eccitarlo ancora.
Gioco con la punta della lingua. Picchietto sulla cappella. Lecco i suoi umori. Il suo sapore.
Mi piace. Gioco con la lingua intorno al glande. La faccio scorrere.
So di dargli brividi di piacere. Sono troia se voglio.
Impugno tutta l’asta. L’altra mano accoglie le sue palle. Piene. Dure.
Muovo lentamente la mano sul cazzo. Lo guardo negli occhi. E’ ormai cotto.
Le sue gambe tremano. Aumento il ritmo. Muovo veloce la mano. Stringendo e rilasciando.
So che sta impazzendo. Ingoio la cappella è succhio con forza. Aumento ancora più il ritmo.
Gli stringo le palle. Il dolore lo fa indurire di più.
Sento che sta per venire. E’ so anche quello che desidera di più. I suoi occhi parlano.
Inizia a sussultare. Sento i colpi dei suoi reni. Stringo e meno ancora più veloce.
Col suo cazzo in bocca continuo a fissarlo. Anche lui mi guarda. Aspetta il momento sublime.
Vuole vedermi con la bocca piena della sua sborra.
Vuole vederla colare dalle mie labbra.
Arriva. Lo schizzo è caldo. Denso. Lo sento nel palato. Scivola nella mia gola.
Ne arrivano altri. Due. Tre. Mi ha riempito la bocca.
Ora gli do ciò che più vuole.
Ne faccio colare un filo dalle labbra. Muovendo la lingua ne riporto qualche goccia in bocca.
Che troia, sorrido tra me. Adoro esercitare il potere sul cazzo.
Lo lascio lì per terra disfatto.
Uscendo gli sorrido. -Ci vediamo presto. Ho ancora tre paia di pantaloni da sistemare-.

 
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