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GUITAR

immagineGli strumenti più presenti nei gruppi di Blues sono sicuramente quelli a corda e, tra questi, soprattutto la chitarra. Non si sa per quale ragione ma la chitarra è arrivata a simboleggiare una qualità semplice e onesta della musica Blues.
La chitarra può cantare, piangere, parlare, ridere, grugnire, urlare, fluttuare, gridare, sciogliere, rabbrividire. Forse è la natura semplice e allo stesso tempo complessa della chitarra che l'ha resa lo strumento preferito tra gli artisti Blues.

Per quanto concerne l'uso della chitarra nel blues diversi sono i motivi, la semplicità di trasporto,il basso costo ovvero uno strumento popolare, strumento solista e di accompagnamento, ma sopratutto la possibilità di esprimere le "blues notes" affiancando la voce umana. Utilizzando al scala pentatonica minore con la terza e la settima della scala maggiore calanti di un mezzo tono, sfruttanto il "bending" overo il "tirare le corde" per ottenere "sfumature" tra le note, si ha una possibilità espressiva pari solamente alla voce umana. (R. Pareschi)

Le chitarre sono divise in:

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J.Joplin

Post n°9 pubblicato il 30 Gennaio 2007 da Moses75

L'URLO DI JANIS immagine

Ragazzi! Come avete notato nella "Video Gallery Blues"  ci sono inseriti dei video di una strepitosa artista che con la sua carica dirompente ha contribuito ha dare forza e carisma al blues di quei tempi. Il suo nome è: Janis Joplin. Molti la ricordano per la sua fantasica partecipazione a Woodstock 69. Seguitemi nella "Video Gallery Blues"  e capirete!

                                               C.D.G.

Janis Joplin

Sepolta viva nel blues

di Claudio Fabretti

Nel 1970 si spegneva la più grande voce "blues" della storia del rock, Janis Joplin. Ecco la storia dei suoi successi, delle sue cadute, fino alla tragica notte di Hollywood. E nel suo ultimo disco, uscito postumo, la macabra profezia del suo destino: "Buried alive in the blues"

 

Il mondo del rock era ancora sotto shock per la morte di Jimi Hendrix, quel 4 ottobre del 1970, quando arrivò la notizia che al Landmark Motor Hotel di Hollywood, California, era stato trovato il corpo senza vita di Janis Joplin. Quindici giorni dopo la scomparsa del grande chitarrista, si spegneva anche la voce femminile più "blues" della storia del rock. Il referto del dottor Noguchi, capo coroner della contea di Los Angeles, non lasciò spazio a dubbi: la cantante americana era morta il giorno prima, stroncata da un'overdose di eroina. Il suo corpo fu cremato e le sue ceneri disperse nell'Oceano, lungo la costa di Maryn County, in faccia all'Oceano.
Finiva così, a soli 27 anni, l'esistenza inquieta di Janis Joplin. Una vita vissuta pericolosamente, tra droghe e alcol, da quando, appena ventenne, era fuggita dalla sua "prigione natale", come chiamava Porth Arthur (Texas), la città dove era nata il 19 gennaio 1943. Il padre lavorava in una fabbrica di lattine, la madre era impiegata in un college. Sovrappeso e con la pelle rovinata dall'acne, Janis era una ragazzina piena di complessi, che cercava rifugio nella musica. Così, a 17 anni, mollò il college e fuggì di casa. Per seguire le orme delle sue stelle musicali preferite: Odetta, Leadbelly e Bessie Smith.

Cominciò esibendosi nei club country&western di Houston e di altre città del Texas. Appena ebbe abbastanza denaro, prese un bus per la California. Era l'era hippy, e Janis entrò a far parte di diverse comuni, stabilendosi a San Francisco per alcuni anni. Per un caso, tornò in Texas all'inizio del 1966, poco prima che un suo amico, Chet Helms, diventasse il manager di un nuovo gruppo rock, "Big Brother and the Holding Company". 
La band aveva bisogno di una vocalist femminile e Helm pensò a Janis. La contattò e la convinse a tornare a San Francisco. La fusione tra la voce abrasiva di Joplin e il ruvido acid-blues della band si rivelò un successo. Il gruppo divenne subito popolare in tutta l'area di San Francisco e fu chiamato a partecipare al rock festival di Monterey nel 1967. Una performance trionfale, bissata due anni dopo da Janis Joplin, questa volta come solista, a Woodstock.
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Arrivò così il loro album d'esordio, intitolato semplicemente con il loro nome, Big Brother and the Holding Company. Seguì una serie di concerti in tutti gli Stati Uniti. L'esibizione di Janis Joplin a New York, in particolare, entusiasmò la critica. Il successo la convinse così a lasciare la band, per intraprendere la carriera solista, nel 1968, subito dopo la pubblicazione del secondo album, Cheap Thrills, impreziosito da una cover "acida" di "Summertime" di George Gershwin, resa memorabile dall'interpretazione straziante di Joplin. Nel frattempo, la cantante texana era diventata uno dei simboli del rock al femminile, e, a dispetto di un fisico non proprio da top-model, perfino un sex-symbol. La sua sensualità selvaggia la rendeva infatti l'alter ego femminile di ciò che erano, in quegli anni, Jim Morrison o Mick Jagger. Lo confermava un articolo apparso su "The Village Voice": "Pur non essendo bella secondo il senso comune, si può affermare che Janis è un sex symbol in una brutta confezione".

Il gruppo di musicisti con cui Janis intraprese la carriera di solista si chiamava "Kozmic Blues Band". Con questa band realizzò il suo primo album per la Columbia: I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again Mama. La sua vita era a una svolta. Stanca di storie sentimentali senza futuro, aveva trovato un uomo che finalmente amava. E dopo le critiche alle sue ultime performance, sembrava aver deciso di dare un taglio agli eccessi di un'esistenza inebriante ma illusoria. All'inizio del 1970, così, formò un nuovo gruppo, la "Full-Tilt Boogie Band", con cui diede vita a un album-prodigio come Pearl (il soprannome con cui la chiamavano gli amici). Oltre a una versione di "Me and Bobby McGee" di Kris Kristofferson, il disco includeva hit come la trascinante "Get it while you can", la struggente "Cry baby" e l'umoristica "Mercedes Benz", composta da lei stessa.
Ma prima che l'album fosse pubblicato, arrivò la tragica notte di Hollywood. Forse quel "buco" doveva essere l'ultimo. Forse anche con l'eroina aveva deciso di farla finita. Ma quella notte spense per sempre la sua voce. Una voce appassionata e straziante, che era insieme ruggine e miele, furore e tenerezza, malinconia blues e fuoco psichedelico. Un canto unico e inimitabile in tutta la storia del rock. "Era una musa inquietante - scrive il critico rock Riccardo Bertoncelli - una strega capace di incantare il pubblico, la sacerdotessa di un rock estremo senza distinzione tra fantasia scenica e realtà". Uno stile che diventerà un riferimento preciso per intere generazioni di vocalist, da Patti Smith a PJ Harvey, da Annie Lennox degli Eurythmics a Skin degli Skunk Anansie. 

Discografia-
Big Brother and the Holding Company (Columbia, 1967) / Cheap Thrills (Columbia, 1968) / I Got Dem Ol' Kozmic Blues Again (Columbia, 1969) / Pearl (Columbia, 1971) / Joplin In Concert (Columbia, 1972) / Greatest Hits (Columbia, 1973) / Janis Soundtrack (Columbia, 1974) / Farewell Songs (Columbia, 1981) / Janis (anthology, Columbia, 1993) / 18 Essential Songs (Columbia, 1995)

Testo dal sito: www.ondarock.it

 
 
 
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Info su "GUN CLUB/Fire Of Love (Slash) 1980 blues-rock":


Il disco racchiude quindi un ampio catalogo di linguaggi musicali, ma riesce nell'intento di miscelare tutte queste forme sonore ricavandone un esplosivo concentrato di punk-rock rurale, che si rifà ampiamente alla macabra iconografia tipica delle regioni del profondo sud degli Stati Uniti. Il basso di Rob Ritter e la batteria di Ted Graham forniscono una base che sa essere sia veemente che morbida, a seconda che Pierce si produca in accelerazioni mozzafiato verso l'ignoto o in ipnotiche cantilene blues. La chitarra di Dotson è sempre perfetta, nel suo geniale accoppiamento di stili diversi e apparentemente contrastanti, swamp blues e frenesia punk in primis. Rifacendosi al lato più oscuro e demoniaco del rock, i Gun Club riescono ad appianare divergenze apparentemente insormontabili, a unire la violenza e la velocità dei punk urbani alle lente e inesorabili cadenze del sud degli States, regalandoci un adrenalinico e grandioso capolavoro del male.
Dal sito: www.ondarock.it

 
 

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Dischi in vinile pregiati dal 1993

Earth Wave Records è nel commercio via posta di dischi in vinile di qualità fino dal 1993. Il nostro sito è dedicato to a chi è veramente entusiasta del vinile, specialmente nelle stampe orginali americane e giapponesi of R&B, Rock, Jazz, Blues, Soul e ANCORA... dal 1950 al 1990. I nostri uffici principali sono a Rohnert Park, California e abbiamo un ufficio a Tokyo, Giappone.

Dal sito www.earthwaverecords.com

 

RIVISTE E SITI

Riviste

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BluesGuitar.it
Nazionalità: Italia

 

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Elettroacustico
Nazionalità: Italia

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Nazionalità: Italia

 

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La Pagina della Chitarra
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SoundMe
Nazionalità: Italia

 

immagineAXE
Nazionalità: Italia

Dal sito: www.bluesandblues.it

 

NOVITA'

AMANDA SHAW

Da casa Rounder, novità al femminile sull’onda del successo di personaggi come Allison Krauss. La formula del mix tra bluegrass, rock, country e pop-music esalta personaggi come la cantante violinista Amanda Shaw e l’avvenente cantante-mandolinista Rhonda Vincent. 

- Amanda Shaw – Pretty Runs Out  (Violinista di New Orleans con un originale blend di roots-based Louisiana music con accenti country e rock) Feat. Cute Boys.

 

Dal sito www.ird.it

 

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Info su "GUN CLUB/Fire Of Love (Slash) 1980 blues-rock":


Il disco racchiude quindi un ampio catalogo di linguaggi musicali, ma riesce nell'intento di miscelare tutte queste forme sonore ricavandone un esplosivo concentrato di punk-rock rurale, che si rifà ampiamente alla macabra iconografia tipica delle regioni del profondo sud degli Stati Uniti. Il basso di Rob Ritter e la batteria di Ted Graham forniscono una base che sa essere sia veemente che morbida, a seconda che Pierce si produca in accelerazioni mozzafiato verso l'ignoto o in ipnotiche cantilene blues. La chitarra di Dotson è sempre perfetta, nel suo geniale accoppiamento di stili diversi e apparentemente contrastanti, swamp blues e frenesia punk in primis. Rifacendosi al lato più oscuro e demoniaco del rock, i Gun Club riescono ad appianare divergenze apparentemente insormontabili, a unire la violenza e la velocità dei punk urbani alle lente e inesorabili cadenze del sud degli States, regalandoci un adrenalinico e grandioso capolavoro del male.
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LUCA GIORDANO


Bio - ITA
Luca Giordano, nato a Teramo nel 1980, inizia a suonare la chitarra all’ età di vent’anni da subito colpito da una grande passione per il Blues. E’ all’ Aquila che conosce i musicisti con i quali formerà l’affermata band Jumpin’Eye Blues Quintet, e si esibisce nei più importanti circoli blues Abruzzesi, e in numerosi festival di livello nazionale come Campli nel Blues, Vicenza Blues, Subiaco Rock and Blues Festival, Aventino Blues Festival aprendo i concerti di Lurrie Bell, Big Jack Johnson, Nathaniel Peterson ed altri. La Band riceve riconoscimenti come migliore gruppo alla rassegna ADSU 2003 l’Aquila e band vincitrice al Tornimparte Rock Festival 2004 e viene sempre più spesso coinvolta in manifestazioni che vedono la presenza di artisti come Joe Galullo, Nick Becattini, Vince Vallicelli, Pippo Guarnera, James Thompson. Con questi bluesmen nasce subito un rapporto di amicizia, e Luca viene spesso invitato a partecipare come chitarrista ai loro concerti. Nel 2005 partecipa al National Guitar Workshop di Chicago per un Blues Summit dove ha modo di seguire un seminario con il grande Chris Cain. In questo periodo di permanenza a Chicago suona in alcuni dei più famosi locali Blues della Windy City come il Buddy Guy’s Legends,il Rosa’s Lounge, la House of Blues, Andy’s Jazz Club, Kingston Mines. Nel 2006 collabora a Chicago con diversi artisti di fama nei circuiti locali come la cantante Blues Soul Sharon Lewis, il chitarrista di vecchia scuola James Wheeler, il cantante Charlie Love e diversi altri fino ad esibirsi al Chicago Blues Festival 2006 insieme alla leggendaria band di Muddy Waters composta da Willy “Big eyes” Smith alla batteria, Calvin “Fuzz” Jones al basso, Bobby Dixon, figlio di Willie Dixon, al piano e Terry Harmonica Bee per tre pomeriggi consecutivi al Mississippi Juke Joint Stage. Tornato per un breve periodo in Italia è in tour con Shirley King, figlia del Re del Blues BB King, poi con la cantante Nelle Tiger Travis, 2006 Chicago Blues Diva, ed infine con uno dei suoi più grandi idoli e maestri, icona per tutti i chitarristi Blues, Mr. Chris Cain, e in ultimo con il grande sassofonista Sax Gordon Beadle. Attualmente viaggia tra gli States e l’Italia collaborando con numerosi musicisti nostrani e d’oltreoceano. Sul palco con Big Jack Johnson, Billy Branch, Bob Stroger, Bonnie Lee, Carlos Johnson, Les Getrex, Linsey Alexander, Peaches Staten, Matthew Skoller, Junior Watson, Enrico Crivellaro ed altri.
DA:
http://www.myspace.com/lucagiordanoblues

 

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