Creato da toughenough il 22/08/2007

Cinema e Amenità

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STAR TREK di JJ Abrams (The Future Begins)

Post n°141 pubblicato il 18 Maggio 2009 da toughenough
 

Bisogna subito dire che questo film è splendido, senza appunti di sorta. Piace agli appassionati, piace ai simpatizzanti e piace anche a chi non ha mai visto mezza puntata di Star Trek in vita sua, e questo di solito è sinonimo di un film ben fatto.
Come poi questo sia potuto accadere è un mistero. JJ Abrams è certamente più famoso per avere creato serie tv come Lost o Fringe che come regista, mentre invece, seduto dietro alla macchina da presa, la usa con rara maestria. Orci e Kurtzman (sceneggiatori) hanno scritto "chicche" in negativo come Transformers o The Island, mentre la sceneggiatura di questo episodio della saga di Star Trek è impeccabile, denso, anche elegante.
Le dinamiche dei personaggi sono esattamente quelle viste della serie TV degli anni 60, con un casting di attori veramente appropriati, dall'interprete di Spock che senza dubbio era il più difficile da trovare, alla faccia da schiaffi spavalda di Kirk e al fascino del tenete U-Hura.

Il design tecnologico del film è la cosa più notevole, che ci fa comprendere che è possibile organizzare un prequel dal Mech.Design convincente e coerente; non come Star Wars nei tre capitoli usciti di recente (dove gli ala X sono stati sostituiti da supposte volanti) o dallo stesso "Star Trek Enterprise", al limite del vintage. Le scene di combattimento e anche la forma stessa dei raggi Phaser è stata sostituita da quella più dinamica e convincente mutuata da Battlestar Galactica, con tanto di contraerea, fuoco di copertura e cannoncini a ripetizione, a scapito degli affascinati ma poco appetibili combattimenti al rallentatore tipici degli episodi tv delle serie, che il sommo creatore Gene Roddenberry aveva trasposto dalle battaglie navali marine della seconda guerra mondiale. Tutto questo senza mai tradire l'appassionato, ma raggiungendo una delicata posizione d equilibrio tra il nostalgico e il giovane spettatore.
Con un moderato colpo di spugna gli sceneggiatori si liberano dalle convenzioni, dalle trappole, dagli obblighi dall'immenso background formato dai centinaia di episodi per ogni serie che formano un dedalo a prova di sceneggiatore, senza per questo risultare troppo irrispettosi verso la sacralità del "motore a curvatura".

Il ritmo è buono, senza mai un calo (anche se inevitabilmente rallenta un po' nel secondo tempo) o un intoppo, ci sono parti divertenti, parti emozionanti e parti commoventi, con tanti e tali elementi da poter coinvolgere una buona fetta di pubblico, che lo rende un film completo. Forse un pò troppo  "leggero" nella seconda parte, dove perde i toni drammatici a favore di quelli avventurosi, forse effetto collaterale del dare spazio agli altri personaggi dell'universo Star Trek Classic (Scotty, Sulu, Checkov).

Il giudizio complessivo è comunque molto alto, soprattutto se raffrontato con i film di genere, i cui appassionati non  possono assolutamente esimersi dal vederlo.

                                                                                    T.

 

 

 

 
 
 
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HAGAKURE

Si può imparare qualcosa da un temporale.
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.

Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
 
 

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LA MORTE E IL BUSHIDO

Ho scoperto che la via del samurai è la morte.
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.
 
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