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STAR TREK di JJ Abrams (The Future Begins)Bisogna subito dire che questo film è splendido, senza appunti di sorta. Piace agli appassionati, piace ai simpatizzanti e piace anche a chi non ha mai visto mezza puntata di Star Trek in vita sua, e questo di solito è sinonimo di un film ben fatto. Il design tecnologico del film è la cosa più notevole, che ci fa comprendere che è possibile organizzare un prequel dal Mech.Design convincente e coerente; non come Star Wars nei tre capitoli usciti di recente (dove gli ala X sono stati sostituiti da supposte volanti) o dallo stesso "Star Trek Enterprise", al limite del vintage. Le scene di combattimento e anche la forma stessa dei raggi Phaser è stata sostituita da quella più dinamica e convincente mutuata da Battlestar Galactica, con tanto di contraerea, fuoco di copertura e cannoncini a ripetizione, a scapito degli affascinati ma poco appetibili combattimenti al rallentatore tipici degli episodi tv delle serie, che il sommo creatore Gene Roddenberry aveva trasposto dalle battaglie navali marine della seconda guerra mondiale. Tutto questo senza mai tradire l'appassionato, ma raggiungendo una delicata posizione d equilibrio tra il nostalgico e il giovane spettatore. Il ritmo è buono, senza mai un calo (anche se inevitabilmente rallenta un po' nel secondo tempo) o un intoppo, ci sono parti divertenti, parti emozionanti e parti commoventi, con tanti e tali elementi da poter coinvolgere una buona fetta di pubblico, che lo rende un film completo. Forse un pò troppo "leggero" nella seconda parte, dove perde i toni drammatici a favore di quelli avventurosi, forse effetto collaterale del dare spazio agli altri personaggi dell'universo Star Trek Classic (Scotty, Sulu, Checkov). Il giudizio complessivo è comunque molto alto, soprattutto se raffrontato con i film di genere, i cui appassionati non possono assolutamente esimersi dal vederlo. T.
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Hank
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HAGAKURE
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.
Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
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LA MORTE E IL BUSHIDO
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.
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il 26/04/2022 alle 15:33
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