![](getmedia.php?6orez.jgm%7DKg%60w_gh%7De%7C%60%3A%27903997%25%3E2180k%25iied-otaaacirr%60Cz%2743%27%3F%05kmcnmgjgx%7B%27ek%2Fne%7Col%05j%26)
Si parla tanto - a volte senza reale approfondimento - dello sfruttamento capitalista del lavoro in Cina. Ora, però, possiamo analizzare e informarci: vie preliminari per fare chiarezza.
Dal gennaio 2008 è in vigore in Cina una nuova legge di tutela del lavoro. Una legge che si inserisce nel programma di "sviluppo armonico". La nuova normativa segna uno spostamento a sinistra rispetto a quella del 1994 e ha attirato (ed è una buona notizia) le ire delle imprese straniere che in Cina potranno fare sempre meno quello che vogliono.
Per l'italiana Rivista della Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze la nuova legislazione realizza "importanti obiettivi quali: la protezione dell’occupazione; la promozione dell’occupazione; la maggiore regolamentazione e stabilizzazione del lavoro; il ruolo dell’arbitrato e della conciliazione delle controversie; le retribuzioni eque e la garanzia del posto di lavoro nel lungo periodo; la maggiore trasparenza nella risoluzione delle controversie del lavoro; la maggiore protezione dei segreti commerciali”.
E quindi un "sensibile incremento del costo del lavoro; un aumento dei salari; un miglioramento della produttività; aumento del potere sindacale; perdita dell’autonomia da parte del managemenet delle aziende; meno flessibilità del sistema produttivo; riduzione degli investimenti stranieri in Cina.
Insomma i manager delle multinazionali straniere non potranno più fare quello che vogliono!
Una chiara inversione di tendenza che fa dire che tra non molti anni potrebbe essere l’Europa a dover guardare la Cina in tema di diritti del lavoro.
Il link alla nuova legge (in italiano)
Un commento alla legge
Inviato da: cassetta2
il 13/10/2020 alle 09:42
Inviato da: Science fiction
il 01/08/2013 alle 09:22
Inviato da: puzzle bubble
il 03/05/2012 alle 15:51
Inviato da: l4g
il 30/07/2010 alle 10:19
Inviato da: npafriulivg
il 26/04/2009 alle 10:43