Creato da kaoxing il 28/11/2005
I crimini dell'imperialismo e le resistenze popolari. Per mantenere viva la memoria

INVASIONE CRIMINALE

Just Foreign Policy Iraqi Death Estimator
 

Lenin sempre!


 

Area personale

 

I miei ospiti online

website counter
 

Tag

 

A morte l'imperialismo!

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 23
 

Ultimi commenti

Impegnatevi di più con i post non posso essere l'unico...
Inviato da: cassetta2
il 13/10/2020 alle 09:42
 
grazzie!
Inviato da: Science fiction
il 01/08/2013 alle 09:22
 
su blogger...
Inviato da: puzzle bubble
il 03/05/2012 alle 15:51
 
of reproduction Cartier Roadster Two-Tone 18kt Yellow Gold...
Inviato da: l4g
il 30/07/2010 alle 10:19
 
CIAO, COME STAI? TI RICORDI DI ME? MARY
Inviato da: npafriulivg
il 26/04/2009 alle 10:43
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Sergio Romano e l'atomi...Portavoce del Ministero ... »

LA STRANA STORIA DELL'INTEGRITA' TERRITORIALE

Post n°179 pubblicato il 26 Agosto 2008 da kaoxing
 

Il presidente russo Dmitri Medvedev ha annunciato che Mosca riconosce ufficialmente l'indipendenza dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia.

Sono subito seguite le critiche "pelose" di Ue e Nato sul rispetto dell'integrità territoriale della Georgia.

Già, gli stessi Paesi che non hanno avuto lo stesso "bon ton" nei confronti di Serbia, Iraq e Afghanistan. E che aspirano a staccare il Tibet dalla Cina! Già, ora si sono scoperti contrari alla creazione di entità statali etniche. Ma il Kosovo, è forse una realtà multietnica?

I miei auguri ai popoli dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia

Sostegno alla Russia
Il "Gruppo di Shanghai", di cui fa parte la Cina, ha dato il proprio sostegno all'azione russa in Georgia. Con la Cina alle spalle, che senso avrà mai parlare di Russia isolata sul piano internazionale?

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Barricata/trackback.php?msg=5303513

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
galeonepirata
galeonepirata il 26/08/08 alle 19:13 via WEB
Anche io sostengo la loro indipendenza
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/08/08 alle 21:11 via WEB
si mi aggiungo anch'io ai commenti precedenti dei Compagni.la questione di queste due repubbliche è ovviamente diversa dal tibet o dal kosovo,e naturalmente cio' viene ignorato.la Russia sta assumendo un ruolo sempre piu' importante in questo attuale contesto politico in cui l'aggressivita' imperialista si acuisce sempre piu',ed è un acutizzarsi sempre piu' violento quanto violenta è la crisi economica che investe gli Usa.Erman
(Rispondi)
 
DocGull
DocGull il 27/08/08 alle 18:15 via WEB
Creare stati puri etnicamente rischierebbe di devastare gli equilibri europei,con conseguenze molto, molto negative. Tecnicamewnte sono quindi contrario all'indipendenza dell'Abkhazia e dell'ossezia del Sud. Ma come dimenticare che chi la critica oggi ha spinto il kosovo ad una secessione illegale ed illegittima dal punto di vista del diritto internazionale? Adesso le conseguenze di certe scelte si pagano.
(Rispondi)
 
giampi1966
giampi1966 il 28/08/08 alle 13:57 via WEB
E' la solita politica internazionale dei due pesi due misure, mi sembra che l'etnia che ha più diritto all'indipendenza ossia il Kurdistan è ignorato da tutti....
(Rispondi)
 
ventididestra
ventididestra il 28/08/08 alle 14:45 via WEB
Sono d'accordo sul fatto che è una risposta russa all'errore del frettoloso riconoscimento del kossovo, ma un conto è un popolo che lotta da anni contro un'oppressione straniera, ai quali va tutta la mia solidarietà, un conto è una vera e propria invasione manu militari. Sul fatto dei "due pesi due misure" sono anche d'accordo, ma ribadisco che non dovrebbero esserci "invasioni" da una parte o dall'altra. Quello che invece mi spaventa è l'evidenziarsi del "gioco" strategico per l'accaparramento delle ultime fonti di petrolio. Questo significa che non vi è una fonte energetica altrettanto valida. Credo che il nostro futuro sarà molto diverso da come lo immaginiamo. Ciao!
(Rispondi)
 
 
kaoxing
kaoxing il 28/08/08 alle 15:00 via WEB
l'invasione manu militari, stracciando precedenti accordi, l'ha fatta la Georgia. la Russia ha risposto dopo infruttuosi tentativi di svegliare la diplomazia internazionale. Il Kossovo lottava da anni contro l'oppressione straniera? E da quando?
(Rispondi)
 
giampi1966
giampi1966 il 28/08/08 alle 16:12 via WEB
Concordo con Kao, la questione del Kossovo è uno scandalo ma tutta la questione Yugoslava è uno schifo, gli unici che lottano da anni (con decine di migliaia di morti) sono i Ceceni, i Kurdi e altri popoli dei quali però non si parla mai.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/08/08 alle 20:03 via WEB
il kossovo lottava?no assolutamente,cosi come non esisteva nessuna pulizia etnica da parte delle milizie serbe.purtroppo lo scandalo della Jugoslavia grida ancora vendetta....sui ceceni sarei cauto,non credo sia compito nostro appoggiare le loro rivendicazioni,anzi dobbiamo rspingerle.S.L.
(Rispondi)
 
 
kaoxing
kaoxing il 29/08/08 alle 09:06 via WEB
Sulla Cecenia mi trovi d'accordo: a nessuno certo piace che sia stata devastata, ma la sua indipendenza sarebbe stata una vittoria, non del diritto dei popoli, ma un passo avanti dell'imperialismo Usa e Nato.
(Rispondi)
 
giampi1966
giampi1966 il 29/08/08 alle 11:01 via WEB
Ricordiamoci che Putin è un fascistone e che il 10% dei Ceceni è stato trucidato, certo forse gli americani hanno finanziato la ribellione, ma non credo che un popolo paghi un contributo di sangue e sofferenza così grande se alle spalle non ha un credo molto solido.
(Rispondi)
 
 
kaoxing
kaoxing il 29/08/08 alle 11:12 via WEB
Putin non è certo un compagno. Ma, nella fase attuale, credo si debba appoggiare la Russia contro ogni tentativo di attentare la sua integrità. Insomma il pericolo maggiore per l'umanità, in quest fase, è la Russia o gli Usi e i suoi accoliti, Israele in primis?
(Rispondi)
 
 
 
giampi1966
giampi1966 il 01/09/08 alle 08:47 via WEB
Infatti ho scritto come te in messaggio di appoggio alla Russia. Ciao carissimo
(Rispondi)
 
 
 
 
kaoxing
kaoxing il 01/09/08 alle 08:49 via WEB
ho visto e rendo merito. Ormai la nostra lotta, nell'analisi delle condizioni di ogni caso specifico, è ora in difesa della sovranità nazionale.
(Rispondi)
 
gianlucaot
gianlucaot il 30/08/08 alle 19:19 via WEB
Ciao. Vorrei segnalare al riguardo il blog di La Grassa (http://ripensaremarx.splinder.com) dove da tempo si parla anche delle manovre volte ad isolare la Russia da parte di Usa e compagnia cantante (o Usi, come dici giustamente tu...). Sono assolutamente d'accordo con te. Bisogna adottare la dialettica (e soprattutto cancellare i dogmi!) per comprendere al meglio le situazioni e quindi, in questo caso, è necessario sostenere la Russia. Buona serata.
(Rispondi)
 
 
kaoxing
kaoxing il 31/08/08 alle 11:31 via WEB
grazie per la segnalazione! Gli "Usi" è un errore di battitura, ma potrei adottarlo al posto de "Gli Usa e i suoi accoliti".
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/09/08 alle 09:51 via WEB
Non mi stupisce la totale mancanza di "bon ton" di tutti quei paesi che attualmente sono ancora in terra straniera armati di tutto punto ah già dimenticavo che sono lì per la pace :-( sarà per questo che le loro azioni di guerra e invasione le considerano giuste.
Bhe che Putin non sia un compagno è noto probabilmente solo ai compagni però per tutti gli altri resta un "Comunista che mangia i bambini" quindi da isolare e contrastare spero solo che si rendano conto che seppur l'antico URSS non esiste più la Russia e i suoi "comandanti" non cederanno facilmente alle ingerenze e pressioni di paesi stranieri che per altro hanno fornito fino all'altro ieri armi anche alla Georgia. E i giacimenti (si dice così?) di metano nelle regioni indipendenti li vogliamo dimenticare? Perchè alla fine di questo si tratta. Gli "USI" in fondo a questo stanno pensando del resto gli frega poco e la storia recente lo dimostra.
Speriamo non ci si debba pentire di essere uno dei tanti paesi alleati agli "USI".
Buona settimana, Lughe
(Rispondi)
 
NanciQ
NanciQ il 03/09/08 alle 16:49 via WEB
....io però questa volta faccio vento contrario, insomma... agitiamo tanto le masse per la rivoluzione.... e poi chi la fa sul serio viene condannato??? insomma... quel popolo forse si sentiva anonimo... non si immedesimava col nome di "popolo Russo"... poi la storia della nato e dell'Ue che fanno a preferenze sì che è da condannare... ma l'atto in se....no
(Rispondi)
 
 
kaoxing
kaoxing il 03/09/08 alle 17:09 via WEB
scusa, ma di quale rivoluzione parli?
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/10/08 alle 09:10 via WEB
Se può interessare, è un lavoro sulla sconosciuta realtà della Transnistria, che ho curato per i Nuovi Partigiani della Pace. Buon lavoro. Per le immagini si può andare su www.resistenze.org Enrico Vigna TRANSNISTRIA Notizie (Settembre 2008) Presentazione Iniziamo con questi primi materiali un lavoro di INFORMAZIONE su una piccola realtà di quell’ Europa sempre più sottoposta ad una aggressione politica, economica, militare e spesso violentemente MEDIATICA. La questione Transnistria rappresenta una situazione sicuramente complessa, delicata ed anche dolorosa trattandosi di popoli fratelli, e su cui non compete certamente a noi, schierarsi, dare giudizi definitivi o da “tifosi”. Ma riteniamo invece parte del compito informativo e politico, portare almeno una informazione e far conoscere documenti e analisi di quella parte della contraddizione, rappresentata dalla piccola Repubblica Moldava della Transnistria. Sappiamo che è considerato uno degli “stati canaglia” dall’imperialismo, dalla Nato e dalle forze liberiste internazionali, per questo è sottoposta ad un pesante embargo e sanzioni commerciali. Inoltre in questi ultimi mesi, molte ONG e la Fondazione Soros stanno intensificando una campagna mediatica in Internet, su riviste e in convegni internazionali, i cui echi sono arrivati fino in Italia; le motivazioni sono le solite di sempre che vanno bene per ogni occasione: diritti umani, corruzione, violazione delle regole della comunità internazionale, mancanza di “democrazia”, traffici illeciti, ecc. ecc. la memoria va immediatamente a Serbia, Iraq, Bielorussia, Zimbabwe, Libano, Siria, Cuba, Corea Nord, ecc. ecc. Questo dovrebbe già essere sufficiente per porsi domande e cercare di capire qualcosa di più, nulla di più di questo…ma almeno questo, poi ciascuno si farà una sua opinione. Cerchiamo di dare voce a chi è stato “silenziato” conoscendo bene quali sono i meccanismi devastanti della messa in isolamento di una realtà, di un paese e di un popolo. Oltre agli stretti rapporti con la Russia e la Bielorussia, fino al 2000 vi erano buoni rapporti anche con la RF Jugoslava, perché questa piccola realtà è stata da sempre contro l’aggressione alla Serbia, e anche rispetto al Tribunale Nato dell’Aja ha avuto un fermo atteggiamento di denuncia e solidarietà con il popolo serbo, prossimamente faremo circolare documenti datati ma interessanti da conoscere. Questo è semplicemente ciò che da questo numero cercheremo di fare, partendo come sempre dal presupposto politico ed ideologico di lavorare per la solidarietà e le soluzioni pacifiche delle contraddizioni geopolitiche tra i popoli; ed anche in questo caso ciò che auspichiamo è un processo (fortunatamente già iniziato) di soluzione graduale e pacifica delle problematiche tra le leadership della Moldavia e della Transnistria, anche perché entrambe, al di là di specificità e differenze contingenti, hanno una base di valori e storia comuni, fondate nelle radici popolari antifasciste. Cercheremo di far circolare la documentazione che ci stanno facendo avere: materiali, articoli, appelli, non con spirito “tifoso” ma con la semplice volontà di dare diritto di parola, a chi è nel mirino dell’imperialismo e del liberismo occidentale, quando questo non ci sarà più, si potrà discutere delle loro scelte o programmi…filosoficamente. Ma come sempre lo sforzo è oltrechè di INFORMARE, quello di sostenere e dare voce a ciò che và nella direzione dell’unità dei popoli che lì vivono da secoli, per una prospettiva solidale, di progresso ed emancipazione dei lavoratori, al di là degli aspetti etnici o regionali. Nuovi Partigiani della Pace ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Breve Scheda informativa sulla Transnistria Informazioni generali sulla Repubblica Moldava del Trans-Dniester (Transnistria) REPUBBLICA MOLDAVA DEL TRANS-DNIESTER (TMR) o Area Totale - 4,163 sq. km. o Perimetro - 851 km. o Popolazione - 750,000 (Moldavi 34%, Russi - 28%, Ukraini - 26%) o Lingue Ufficiali - Moldavo, Russo, Ukraino o Moneta - rublo Trans-Dniester o Capitale - Tiraspol o Presidente è I. Smirnov Breve Istoria Nell’estate del 1989, forze nazionaliste che si rifacevano al fascismo romeno, anticomuniste e antislave, (sostenute e finanziate dai circoli imperialisti occidentali) avevano preso in mano la situazione, occupando il vuoto di potere creatosi con l’indipendenza dall’URSS, della ex Repubblica Socialista Sovietica della Moldavia, teorizzando l’espulsione della popolazione russofona e l’integrazione con la Romania del post socialismo. Quando i nazionalisti moldavi a Kishinev e altre città moldave iniziarono a gridare ai loro incontri che tutti i non-moldavi venissero deportati, divennero evidenti le loro prospettive anti-slave, e quando la leadership della Moldavia stabilì la creazione di uno stato etnicamente puro e la rottura con l’Unione Sovietica, il popolo del Trans-Dniester insorse contro l’aggressivo nazionalismo militante. Vennero creati dei Consigli Locali delle Collettività dei lavoratori e altre organizzazioni sociali per dirigere la lotta del popolo contro il nazionalismo moldavo-rumeno. Il popolo del Trans-Dniester aveva dimostrato la sua unità e solidarietà, prendendo parte ad incontri e scioperi contro le leggi discriminatorie introdotte dalle autorità di Kishinev. Ma il nazionalismo in Moldavia cresceva. La leadership Moldava adottò una serie di leggi e decreti che tentarono di imporre la Moldavia come un secondo stato rumeno. Il rumeno venne dichiarato lingua ufficiale, venne introdotto l’alfabeto rumeno al posto di quello cirillico usato tradizionalmente in Moldavia, e la bandiera rumena – il tricolore – divenne la bandiera ufficiale della Repubblica Moldava. L’inno rumeno veniva trasmesso ogni mattina alla radio nazionale. Gli slogans del cosiddetto Fronte Popolare iniziarono a diventare realtà. Dmitry Matyushin, ucciso a Kishinev solo perché parlava russo, fu la loro prima vittima. I deputati del Trans-Dniester del Concilio Supremo della Moldavia vennero ostracizzati sia moralmente che fisicamente. Il risultato fu che lasciarono il Parlamento moldavo per formare il Concilio Supremo provvisorio della Repubblica Moldava del Trans-Dniester, Transnistria. Politiche irragionevoli della leadership moldava di allora, formata per la maggior parte da rappresentanti del Fronte Popolare, avevano velocizzato il processo di ristabilimento dello stato nel territorio del Trans-Dniester. In seguito, il governo della Moldavia tentò di risolvere tutte le differenze con la forza. A partire dal 1990, ci furono vari tentativi di risolvere il conflitto con la Transnistria con la forza, che portò a numerose perdite tra la popolazione civile. La guerra civile lanciata dalla Moldavia nel 1992 fu il culmine della violenza nazionalistica. In questa situazione si scatenò una breve ma dura guerra civile, che tra marzo e giugno provocò circa 1.500 morti tra i due fronti, l’intervento delle truppe della quattordicesima armata russa di stanza nella parte transnistriana, pose fine al conflitto e permise alla piccola Repubblica di non essere invasa dalle forze reazionarie scioviniste dell’epoca. Durante la guerra, ci furono 800 morti e 3000 feriti della Transnistria. La Repubblica del Trans-Dniester soffrì inoltre gravi perdite materiali, dato che la guerra si svolse nel suo territorio. Il popolo del Trans-Dniester, che stava combattendo per difendere la propria repubblica, ebbe il supporto delle forze patriottiche di tutte le ex-repubbliche sovietiche. La Russia prese parte attiva per fermare le operazioni militari sulle sponde del Dniester. La Moldavia fu costretta a fermare la guerra e iniziare i negoziati. Ma il risultato fu la completa divisione della Repubblica Moldava del Trans-Dniester dalla Moldavia, che da allora sono due stati indipendenti senza niente in comune. 18 anni fa, il 2 Settembre del 1990, si tenne il secondo Concilio Straordinario dei deputati della Transnistria di tutti i livelli a Tiraspol che, dopo i risultati del referendum nazionale, proclamò la Repubblica Moldava del Trans-Dniester (Transnistria). L’esistenza della Repubblica Autonoma Sovietica Socialista Moldava (MASSR, 1924-1940) servì come contesto storico per il ristabilimento dello stato del Trans-Dniester, dato che è situata nello stesso territorio. Nel giugno del 1990, gli esponenti nazionalisti di Kishinev dichiararono vuoto e illegale il Patto “Molotov-Rippentropp” e il decreto del Soviet Supremo dell’USSR del 1940 sullo stabilimento della Repubblica Sovietica Socialista Moldava sul territorio della Bessarabia e del MASSR, riconoscendo così legittimo il ristabilimento dello stato nel territorio dell’ex MASSR. La regione transnistriana situata sulla riva sinistra del fiume Dniestr, la cui popolazione era prevalentemente di origini russe e ucraine, insieme alla stragrande maggioranza dei moldavi di origini rumene lì presenti, si opposero ai processi di distruzione e assimilazioni astoriche, e indirono nell’estate del ’90 un referendum per autonomizzarsi legislativamente da questi eventi; votarono il 95,8 % degli elettori, e il 75,3 % votò per la formazione della Repubblica Sociale Sovietica Moldava della Transnistria. Il 2 settembre 1990 il secondo Congresso dei deputati transnistriani, proclamò la nascita della definitiva Repubblica Moldava Transnistria ( RMT), eleggendo un Soviet Supremo di 50 eletti e I. Smirnov era eletto presidente. Il 2 di settembre del 1990 è quindi la data ufficiale del ristabilimento dello stato nel territorio della Repubblica Moldava della Transnistria e della proclamazione del TMR. Il nome stesso della Repubblica ha il significato dell’aspirazione dei transnistriani di proteggere e preservare i diritti della comunità moldava, la sua cultura e tradizioni, all’interno delle leggi repubblicane. La regione è sempre stata fortemente industrializzata e specializzata nella produzione di armamenti pesanti, eredità dell'Unione Sovietica, ma oggi la situazione è di profonde difficoltà, causa la situazione politica difficile, il contestato status giuridico internazionale e un embargo totale. I confini della Repubblica Moldava della Transnistria sono controllati da truppe di frontiera del Trans-Dniester e dogane, tutto il territorio della Transnistria è soggetto alla legislazione emanata dalla Costituzione della Repubblica Moldava del Trans-Dniester. Durante gli anni della sua esistenza, la Repubblica è divenuto uno stato a tutti gli effetti. La Repubblica Moldava della Transnistria ha un Presidente eletto legalmente, il principale corpo legislativo è il Consiglio Supremo della Repubblica Moldava del Trans-Dniester, il governo viene eletto e diretto dal Presidente. La Repubblica Moldava del Trans-Dniester ha una Corte di Giustizia, un ufficio del pubblico ministero e mass media rappresentati dalla Radio Repubblicana, TV e giornali. La Costituzione della Repubblica Moldava del Trans-Dniester, adottata da un referendum nazionale nel 1996, stabilisce che la “Repubblica Moldava del Trans-Dniester è uno stato indipendente, sovrano, democratico, legale”. La Costituzione stabilisce anche che la Repubblica Moldava del Trans-Dniester riconosce e protegge equamente proprietà di diversi tipi - proprietà dello stato, proprietà privata, e altri. La Repubblica Moldava della Transnistria possiede una propria bandiera, un Esercito, un corpo di polizia e un Inno nazionale. Sono in corso da anni trattative con la Repubblica Moldava ( sviluppatesi soprattutto negli ultimi anni, anche grazie alla nuova dirigenza moldava), con la presenza di organismi internazionali tra cui l’OSCE, per trovare una soluzione alle controversie, dirimere le divergenze e ritrovare prospettive di collaborazione pacifica e congiunta. Transnistria (Pridnestrovie) 2 Settembre 2008: Giornata dell’Indipendenza. 18 Anni di esistenza della Repubblica Moldava del Trans-Dniester (Transnistria) Il 2 settembre 2008, la Repubblica di Pridnestrovie ( Trnsnistria) ha celebrato il 18° anniversario della sua dichiarazione come repubblica socialista. Nel 1990 la Transnistria proclamò il suo primo status come una Repubblica Socialista Sovietica per potere rimanere dentro l'URSS. La repubblica si separò da quello che allora era la Repubblica Socialista Sovietica della Moldavia dentro le frontiere sovietiche della Moldavia nel 1990 e prevalse nella guerra sul suo territorio quando la Moldavia la attaccò nel 1992. Dopo avere resistito in maniera ferma nella guerra per la sua sopravvivenza, fu firmato un accordo di cessate il fuoco con la Repubblica di Moldavia. Ogni anno, il 2 settembre è festa nazionale in Transnistria. Il paese cominciò le celebrazioni del 18° anniversario il martedì del primo anno cessata la guerra, presso il Memoriale della Gloria nella capitale Tiraspol, ponendo fiori sulle tombe di coloro che morirono lottando per l'indipendenza della Repubblica. In quel 2 settembre 1992, una solenne sfilata passò di mattina per le strade di Tiraspol e procedette fino al Memoriale dove migliaia di cittadini lasciarono fiori, nella memoria dei difensori locali che furono assassinati mentre difendevano l'esistenza di Pridnestrovie (Transnistria) dagli attacchi moldavi nel 1992. Quest’anno nel centro di Tiraspol, si è svolta la sfilata dell'Esercito della Repubblica, delle guardie di confine e della polizia. Poi uno degli eventi più importanti nel programma di celebrazione è stata la tradizionale sfilata militare con la banda musicale celebrata in Tiraspol. Fino a tarda notte si sono svolte feste, fiere, eventi culturali e sportivi. Erano presenti delegazioni ufficiali della Russia, Ucraina, Irlanda, Bielorussia, Bulgaria, altri paesi della UE e delle Repubbliche di Abkhazia ed Ossezia del Sud. Le celebrazioni sono terminate alla sera, con un spettacolo sul ghiaccio, nell'appena inaugurata pista di pattinaggio su ghiaccio di Tiraspol, seguito da un enorme festa di fuochi d'artificio in tutte le principali città della Transnistria, cominciata esattamente alla mezzanotte. Sostenuta dalla Russia, Transnistria opera attualmente nella ricerca di una pacifica e civile separazione. Il suo presidente Igor Smirnov ha chiesto pubblicamente al suo omologo della Moldavia, Vladimir Voronin di riconoscere la Repubblica indipendente di Pridnestrovie (PMR) e firmare un accordo di amicizia e cooperazione tra i due paesi. Smirnov fa leva nel modello di soluzione pacifica dei conflitti, di cui esiste già un precedente. La Transnistria da molto tempo cerca di negoziare un "divorzio" civile con la Moldavia, facendo riferimento alla forma in cui la Repubblica Ceca e la Slovacchia si divisero in due parti separate dopo la fine della Guerra Fredda. Sottolineando che i mediatori ed osservatori internazionali insistono nel riannodare questo processo di soluzione pacifica, Smirnov ha aggiunto che Pridnestrovie non si è mai negata nel prendere parte ad un dialogo costruttivo. E che prima dell’attuale Repubblica di Moldova non dichiarò mai la sua indipendenza, la Transnistria di oggi è stata una constatazione oggettiva e reale dell'attuale Moldavia. E neanche ha alcuna continuità storica con la Moldavia. La Transnistria si è associata alla Russia nel riconoscimento di Ossezia del Sud ed Abkhazia che a loro volta hanno corrisposto nel riconoscere la Transnistria. Il Presidente della Transnistria, Igor Smirnov ha detto in piazza: " In questi nostri 18 anni che stiamo celebrando, ancora il mondo non ci ha ancora riconosciuti come un stato. Questo malgrado abbiamo garantito a noi stessi l'indipendenza economica e politica, e tutte le caratteristiche di uno Stato sovrano stanno funzionando" Egli ha ancora dettoche la Transnistria è pronta ad unirsi con Abkhazia ed Ossezia del Sud per essere riconosciuta come un paese indipendente. Nel Referendum in Transnistria del 2006, quasi il 98 percento degli elettori appoggiò l'indipendenza. Fonte: http://www.tiraspoltimes.com Traduzione a cura dei “ Nuovi Partigiani della Pace” Ultime Elezioni Presidenziali in Transnistria nel 2006 Candidato Presidente Candidato Vice Presidenza Partito % Igor Smirnov A.I. Korolev Part. Repubblica 82.4 Nadezhda_Bondarenko A. Bazhen KPP e PKP 8,1 …. (Communist Party of Pridnestrovie e Pridnestrovie_Communist_Party) Andrei Safonov G. Volov Indipendente 3,9 Peter Tomaily A. Korshunov Part. Rinnovamento 2,1 ALTRI 1,6 SCHEDE NULLE 1,9
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963