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CRISI DI GOVERNO: IPOTESI DI ANALISI

Post n°99 pubblicato il 23 Gennaio 2008 da kaoxing

Il governo di centro-sinistra sembra ormai giunto alla fine della sua breve esperienza. Questo ci costringe ad un'analisi che tenti di andare oltre il chiacchiericcio politichese stile Porta a porta, Matrix o Ballarò. Che ormai queste trasmissioni sostituiscano il parlamento è parte della crisi civile e culturale di un intero Paese. Noi, da comunisti, cerchiamo di starne fuori.

Cause contingenti, ovvero le cause secondarie
Crisi dettata dai guai giudiziari di Mastella (Grillo ha scritto con efficace ironia "Arrestato l'Udeur")? Direi proprio di no; il malessere del maratoneta del trasformismo è legato alle ipotesi di riforma elettorale. Il suo senso della politica è limitato ad una questione di mera sopravvivenza.
Andiamo quindi oltre.

Cause profonde:

- L'alternanza che vuole il Capitale
Dire che tra le cause della crisi ci sia la nascita del Partito Democratico è vero solo se usciamo dalla limitata prospettiva della contingenza politica. Questo nuovo soggetto dello politica italiana, il cui contraltare è il Partito del Popolo delle libertà, è una delle risposte alle richieste di governabilità di Confindustria. Montezemolo e accoliti, il capitale italiano, hanno bisogno, e lo hanno fatto capire, di una competizione politica limitata a soggetti che non ne mettano in discussione il potere reale, che non intacchi la struttura di classe della democrazia nostrana. Hanno necessità che la progressiva regressione dei diritti dei lavoratori non venga arrestata. La loro "meritocrazia" altro non è che la copertura di privilegi monopolisti e oligopolisti. Noi abbiamo, e la storia patria lo dimostra, l'unica borghesia che preferisce il feudalesimo alla libera concorrenza!
Il cammino che si sta' tracciando è quello di una scelta politica limitata a due grandi soggetti politici, convergenti al centro, chiaramente moderati e rappresentanti delle diverse frazioni di capitale. Più che un bipartitismo vedremo crescere una sorta di monopartitismo competitivo.

- Il Vaticano, ovvero le tonache porporate
Qui inteso come gerarchie ecclesiastiche, non come comunità di fedeli. Questo governo dava fastidio a Bagnasco e amici in termini di scelte politiche? Non credo proprio: i pacs sono morti prima di nascere e i privilegi fiscali sono rimasti intatti. I motivi sono altri. Il Vaticano è un potere economico, parte integrante del capitale italiano e, per questo, non vuole e non può cedere il suo potere di controllo sul Paese. Ancor di più ora che dal punto di vista sociale la sua presa è ormai minoritaria: i cattolici italiani sono fedeli di una religione da supermercato e le pratiche religiose ammuffiscono.
Questa presa di coscienza lo rende sempre più arrogante: chiede libertà per un Papa che monopolizza da anni i palinsesti dei telegiornali e richiama all'ordine il cardinale Tettamanzi che, cercando di dare risposte ad una società che cambia, ha cercato di porre l'attenzione sulle unioni affettive al di fuori del matrimonio.
L'anticlericalismo di facciata non farà altro che dargli forza. Anzi è quanto chiede: la vicenda della Sapienza lo mostra chiaramente.
Per questo motivo, da comunisti, non dobbiamo disgiungerlo dall'anticapitalismo. Teniamo ben presente che il Vaticano è parte integrante del Capitale italiano. Il nostro anticlericalismo è una battaglia di classe e non anti-religiosa.

- La sinistra, ovvero gli sconfitti
La "cosa rossa" uscirà probabilmente a pezzi, anche nei confronti del proprio elettorato. In questi due anni ha subito ed ingoiato di tutto, ha passivamente subito i ricatti di tre-quattro senatori senza portare a casa nulla. Due anni di governo di sostanziale anonimato.
Il Partito Democratico ne raccoglierà i pezzi e parte degli elettori in nome, come dicevo sopra, della governabilità.

- Il referendum, ovvero l'unica vittoria
Abbiamo difeso con successo, nel 2006, la Costituzione repubblicana


Questi sono primi spunti di analisi che lascio a chi mi legge e che, da chi mi legge, devono essere integrate, critica e passate al vaglio.

E non preoccupatevi se Berlusconi tornerà al governo. E' normale che un Paese in una irreversibile crisi morale e culturale venga rappresentato dai suoi più degni epigoni. Per quanto mi riguarda, andrò alle urne, per il rispetto che provo per il sangue versato dai partigiani, voterò e perderò.

 
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kaoxing
kaoxing il 29/01/08 alle 08:43 via WEB
Guarda caso le gerarchie "appoggiano" sempre i peccatori di destra! Mai quelli di sinistra: distinzione tra peccatori? Io parlerei di convenienza politica ed economica. Non parlerei di dottrina cattolica, ma analizzo i comportamenti concreti e su questi giudico! Non fai lo stesso anche tu con il comunismo: lo condanni sui fatti non sull'ideologia di fratellanza. Lo stesso medoto, a ragione, deve essere utilizzato per giudicare la chiesa: non le prediche ma gli atti! Non i fedeli, ma i prelati!
 
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