La barricata

Ciao. Sto leggendo in questi giorni il supplemento di novembre a MicroMega dal titolo "Dio, nichilismo, democrazia" al cui interno differenti voci si confrontano e, tra queste, la visione di Paolo Flores D'Arcais mi pare caschi a fagiolo. Parlando di libertà (e del resto lui è un fan della democrazia liberale), egli si chiede se la (presunta) libertà illimitata dell'individuo non corra il rischio, nichilistico, di trasformarsi in anarchia e si risponde attraverso il noto (e fastidioso!) adagio: "La mia libertà conosce un limite quando lede una medesima libertà altrui". A questo punto, la domanda diventa: ma chi stabilisce quali siano i confini? Ed eccoci al punto, la sua risposta è: la guerra, la forza, il successo. Per farla breve, la questione sarà sempre la solita. Fintanto che esisterà un sistema sociale (e, una volta per tutte, non solo economico!) che esalta la concorrenza tra esseri umani (si badi, non solo tra soggetti economici!) non potrà esistere un sistema di governo di tipo egualitario. Nella lista dei cosiddetti "diritti umani" rientra, ad esempio, quello di avere un lavoro che permetta il reddito al fine di sostentare sè stessi e la propria famiglia (e/o prole), il sistema capitalistico implica necessariamente, invece, la voce "disoccupazione". Se ne deduce che se esiste "uno" viene a mancare "l'altro"! Quella in cui abitiamo non è una "democrazia" ma è una "democrazia liberale" e i "diritti umani", perciò, non possono che essere "diritti umani individuali". Con tutta la fatica del caso e con tempi più lunghi del previsto (figli questi dei miei limiti scolastici), sono giunto alla conclusione che la soluzione di determinate questioni non può prescindere da un'analisi di carattere dialettico, la quale prevede tesi, antitesi e sintesi (che definirei, addirittura, fondamentale regola democratica), differentemente dalle logiche che prevedono la prevaricazione tra singoli individui. Buona serata.