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Un blog creato da Narciz il 08/01/2007

Narciso&Boccadoro

L' amore dolce e amaro

 
 

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MERCOLEDI' DELLE CENERI

Post n°13 pubblicato il 21 Febbraio 2007 da Narciz

E' finito ancora una volta, è finito ancora già nel mercoledì delle ceneri, come sempre. Ieri notte una leggera pioggia scendeva vaporizzata sul selciato, la si notava solo nella controluce dei lampioni, tutto il resto era nero. Stranamente non sono diventato malinconico. Ultimamente non mi hanno più  particolarmente intristito i segni della festa finita (vetri infranti, bottiglie, carte di tutti i formati e colori, montagne di coriandoli), quello che è stato vissuto è stato fatto come si deve, per cui non c'è rimpianto. Ieri notte mentre tornavo si mischiavano le passate di saggina dei primi spazzini con qualche camminata pesante e stanca, qualche ultima fiammata di urla che si perdeva nel labirinto delle calli con il rimbombo di qualche percussione nei campi più grandi, odore di pizza al trancio con il salso raffermo dei canali. Una miniera di segni e simboli. Perchè devo dirvi la verità, il carnevale del quale parlo io non è quello delle maschere stereotipate in Piazza S.Marco, dei flash fotografici dei turisti voyeuristi/ feticisti che attendono in fila il loro turno, e non è  nemmeno quello dei veneziani e dei loro palazzi (se mai l'hanno realemente festeggiato negli ultimi tempi). Io parlo del pulsare sincrono di migliaia di cuori che si riversano come l'acqua nelle condotte forzate e irrompe nel primo spazio aperto, parlo dello sfogo multisensuale che è permesso esternare solo in questi giorni, di gente che ti ferma per un secondo riconoscendoti o facendo finta di riconoscerti, di te che ti perdi nella folla e ti ritrovi nelle circostanze più improbabili e insensate, della musica improvvisata ad ogni angolo, di baci che si consumano nel tempo che ci si sorpassa nei due sensi di marcia. Anche se quest'anno è stata molto sotto tono tutta la festa vi potrei comunque raccontare dell'Erbaria a Rialto che sembrava sprofondare nell'acqua da quanta gente c'era, che scalpitava e pestava, urlava e fremeva, dei bar che tiravano fuori casse di liquori con la stessa sollecitudine con cui si distribuiscono aiuti umanitari, e della conseguente gente in coma etilico e tanto, tanto altro. Se siete curiosi chiedetemi pure. Insomma, mi piace la vita come un gran minestrone sempre in cottura.

 
 
 

M'ILLUMINO DI MENO!

Post n°12 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da Narciz

Oggi è la giornata nazionale del risparmio energetico e quindi....:

"Noi, in quanto individui, siamo tenuti a fare qualcosa, anche se ci sembra di poco conto. Solo perchè spegnere la luce uscendo da una stanza non ci sembra importante, non significa che non dobbiamo farlo"

14° Dalai Lama.

Teoricamente non dovevo scriverlo ed avere il pc spento...ma si può spegnere qualcos'altro!

 
 
 

LA PANCIA DI MATHILDA

Post n°11 pubblicato il 14 Febbraio 2007 da Narciz
Foto di Narciz

Oggi è un giorno in cui molti si chiederanno se sono innamorati o se qualcuno è innamorato di loro. Purtroppo le due cose non vanno sempre di pari passo. È un’ingiustizia che se viene superata si trasforma nel più grande miracolo che ci viene regalato da un’altra persona. Mathilda sentiva qualcosa di strano nella pancia che si accarezzava, io percepisco strane scariche elettriche sotto le costole, vicino allo sterno e mi sembra che le tonsille si ingrandiscano come fagioli magici nella mia gola. C’è chi gli prudono le dita (perché no?), chi non riesce a stare fermo, chi fissa gli altri con sguardo imbecille, chi dorme tutto il giorno per essere visitato nel sogno, chi non riesce a trovare le parole adeguate per dirlo e forse non le troverà mai, chi lo trasmette con gli occhi, con le carezze, chi lo camuffa con gesti scontrosi. Infiniti sono i modi per dire ti amo e se ne inventeranno sempre di nuovi. Non sono il tempo o lo spazio ad essere infiniti, ma l’amore.

 
 
 

IO CONTO ALLA ROVESCIA!

Post n°10 pubblicato il 09 Febbraio 2007 da Narciz

Ci siamo, ancora poco… e da stasera comincia la festa tra calli, campielli, fondamenta, bar & bacari, zone acquose salmastre e terraferma dell'entroterra, ci sarà musica, vertigine, nausea e puzza negli angoli, colori, sorrisi, umido e freddo, incontri inaspettati, coglioni altamente ubriachi, ninfe bellissime, ci si sfiorerà nella ressa, saranno attimi (ma molto lunghi nella memoria), ombre di sfuggita, massa indistinta in piazza S.Marco, brusio di fondo, mormorio vitale. Ballate la musica balcanica, il gipsy swing, la tammurriata, la pizzica, lo ska, il reggae, anni 80 per i nostalgici e i nomi guardateveli sul programma!immagineimmagine

 
 
 

RADIOGRAFIE

Post n°9 pubblicato il 02 Febbraio 2007 da Narciz

  Ritorno verso casa ieri notte camminando su un marciapiede di radiografie di rami proiettati dalla luna, di escrescenze e fratture scure sul piano che calpesto. Ciò che vedo è la proiezione di ciò che mi è sopra e mi circonda, non capisco a quanto ammonta la distanza fra il segno e ciò che l'ha prodotto.

Sono uscito prima del solito questa mattina. La luna ha ruotato di un centinaio di gradi all'orizzonte rispetto qualche ora prima. E' ingiallita e maturata come una pera, nel frattempo. Se penso che determina il livello delle maree, il taglio degli alberi, l'imbottigliamento dei vini, mi accorgo che anche noi non saremo mai stabili come vogliamo crederci o come vorremmo vedere gli altri.

Primo passo di oggi, accettare il cambiamento.

 
 
 

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 31 Gennaio 2007 da Narciz

INCONTRO: La figura fa riferimento al periodo felice che è immediatamente seguito al primo smarrimento, quando ancora non erano sorte le difficoltà del rapporto amoroso.

 

I.                    Sebbene il discorso amoroso non sia altro che una girandola di figure che, come gli svolazzamenti di una mosca in una stanza, si muovono secondo un ordine imprevedibile, io posso assegnare all’amore, se non altro retrospettivamente, immaginariamente, un divenire regolare: è mediante questo fantasma storico che talvolta io ne faccio: un’avventura. L’itinerario amoroso sembra allora seguire tre tappe (o tre atti): prima, istantanea, c’è la cattura (io sono rapito da un’immagine); dopo, c’è un susseguirsi d’incontri (appuntamenti, telefonate, lettere, viaggetti) durante i quali «esploro» con trasporto la perfezione dell’essere amato, ossia l’insperato adeguamento di un oggetto al mio desiderio: è la dolcezza dell’inizio, il tempo dell’idillio. Questo periodo felice assume la sua identità (la sua definizione) per il fatto che esso si contrappone (se non altro nel ricordo) al «seguito»: il «seguito» è la lunga sequela di sofferenze, dolori, angosce, sconforti, rancori, impacci e tranelli di cui divento preda e che mi porta a vivere incessantemente sotto la minaccia di un decadimento che coinvolgerebbe contemporaneamente l’altro, me stesso e l’incontro che ci ha scoperti l’uno all’altro.

II.                 Nell’incontro, io mi meraviglio per aver trovato qualcuno che, con pennellate consecutive e ogni volta precise, porta a termine senza cedimenti il quadro del mio fantasma; io sono come un giocatore la cui fortuna non si smentisce e che al primo colpo gli fa mettere la mano sul pezzo che va a completare il puzzle del suo desiderio. È una scoperta progressiva (quasi una verifica) delle affinità, complicità e intimità; e tutto questo io potrò condividerlo per sempre (almeno penso) con un altro che, da quel momento, sta per diventare il «mio altro»: io sono tutto proteso verso questa scoperta (ne tremo), al punto che qualsiasi curiosità intensa provata per un essere incontrato equivale in fondo ad amore…L’Incontro pone il soggetto amoroso (che è già estasiato) nello sbalordimento di chi si trova a vivere un fatto soprannaturale: l’amore appartiene alla sfera (dionisiaca) del Caso.

Da “Frammenti di un discorso amoroso” di R. Barthes

 
 
 

BESAME MUCHO

Post n°7 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da Narciz
Foto di Narciz

Eva contro Eva. Oggi spero di trovare finalmente l'agognato biglietto per una delle due date di Carmen a Mestre. Ti ho incontrato due anni fa a Fiumicino per errore: due del pomeriggio e tutta la zona check in deserta, tu con una tua amica, esattamente di fianco a me. Splendida, non ci sono altre parole, una perfetta ragazza qualunque. Non ti ho nemmeno chiesto l'autografo per risparmiarti di avere il solito spaccaballe tra i piedi. Ti ringrazio di quel tuo sguardo di riconoscenza per la mia ammirazione. Chissà che non ci si veda ancora, ho scoperto che il mondo è effettivamente molto più piccolo di quanto si possa pensare.

 
 
 

Coincidenze

Post n°6 pubblicato il 16 Gennaio 2007 da Narciz

Come appaiono strane le circostanze: apro a caso un libro di Hesse e ci trovo il racconto che segue, scoprendo strane trame che calzano perfettamente sul mio umore. Un po’ come quello che capitava a Strindberg nel suo ossessionato “Inferno”.

 

Tempo piovoso

 Vuole piovere, sul lago incombe grigia ed opprimente un’aria fiacca. Vado sulla riva, in prossimità della mia locanda.

Ci sono giornate piovose che sono rinfrescanti e gaie. Quella di oggi non è così. L’umidità cala e risale ininterrottamente nell’aria densa, le nuvole si abbassano ed altre sono subito là. Indecisione e malumore dominano nel cielo.

Mi ero figurato questa serata molto più bella, cena e alloggio nell’osteria dei pescatori, camminata sulla spiaggia, bagno nel lago, forse una nuotata al chiaro di luna.

Al posto di tutto questo un cielo diffidente e tetro, nervoso e maldisposto lascia cadere i suoi capricciosi scrosci di pioggia ed io mi trascino non meno nervoso e maldisposto attraverso il mutato paesaggio. Forse ieri notte ho bevuto troppo vino, o forse troppo poco, oppure ho sognato cose angosciose. Sa Dio che cos’è. Lo stato d’animo è pessimo, l’aria è estenuata è estenuata e molesta, i miei pensieri sono cupi, il mondo è privo di splendore.

Questa sera mi farò arrostire dei pesci e vi berrò molto vino rosso del luogo. Ridaremo un po’ di splendore al mondo e troveremo la vita più sopportabile. Accendiamo il fuoco del camino nell’osteria in modo da non vedere e non sentire questa pioggia accidiosa ed esausta. Io fumo i buoni lunghi sigari Brissago e tengo il bicchiere del vino davanti al fuoco, così che sfavilli fiammeo. Faremo così. La serata trascorrerà, io andrò a dormire, domani tutto sarà diverso.

Gocce di pioggia tambureggiano nell’acqua bassa della riva, un vento freddo e umido dissoda gli alberi bagnati, ed mandano bagliori plumbei, come pesci morti. Il diavolo ha sputato nella minestra. Niente è al proprio posto, niente risuona. Niente rallegra e riscalda. Tutto è desolato, triste, sporco. Tutte le corde sono stonate. Tutti i colori sfalsati.

Io so perché è così. Non si tratta del vino che ho bevuto ieri, e neppure si tratta del tempo piovoso. Diavoli sono venuti ed hanno reso stridente in me ogni  corda. La paura è tornata, paura da sogni infantili, da favole, da destini di scolaretti. La paura, l’essere circondato dall’irrevocabile, la malinconia, il disgusto. Che sapore insipido ha il mondo! Come è terribile che domani ci si debba di nuovo alzare, di nuovo mangiare, di nuovo vivere! Perché mai si vive? Perché si è così stupidamente bonari? Perché non si giace più a lungo nel lago?

A ciò non vi è rimedio. Non puoi essere vagabondo e artista e contemporaneamente  anche borghese e uomo sano e decoroso. Ti vuoi ubriacare, allora tienti anche il mal di testa! Se dici sì alla luce del sole e alle fantasie leggiadre, devi dire sì anche alla sporcizia e al disgusto. Tutto questo è in te, oro e fango, bramosia e pena, riso infantile e paura della morte. Dì a tutto sì, non sottrarti a niente, non tentare di eludere niente. Non sei un borghese, non sei neanche un Greco, tu non sei armonioso e signore di te stesso, sei un uccello nella tempesta. Lascia che la tempesta infuri! Lasciati portare! Quanto hai mentito! Migliaia di volte, anche nelle tue poesie e nei tuoi libri, hai giocato a fare il saggio, l’armonioso, il felice, l’illuminato. Così hanno recito la parte gli eroi in guerra, al momento dell’attacco, mentre le viscere sussultavano. Signore Iddio, che povera scimmia, che spadaccino alla specchio è l’uomo – specialmente l’artista – specialmente il poeta – specialmente io!

Mi farò arrostire dei pesci e berrò il vino nostrano da spessi bicchieri, per di più fumerò lunghi sigari, e sputerò nel camino, penserò a mia madre e cercherò di spremere una goccia di dolcezza dalla mia tristezza angosciosa. Poi giacerò nel cattivo letto accostato alla parete sottile, udrò vento e pioggia, combatterò con i battiti del cuore, desidererò la morte, aborrirò la morte, invocherò Dio. Sino a che tutto non sia passato, sino a che non mi culli qualcosa come sonno e conforto. Era così quando avevo vent’anni, è così oggi, sarà così alla fine. Sempre tornerò a pagare con giorni simili la mia bella, diletta vita. Sempre torneranno questi giorni e queste notti, la paura, il disgusto, la disperazione. E comunque io vivrò e continuerò ad amare la vita. Come imprendono misere e artefatte le nuvole sui monti! Come si rifrange falsa e stridula la luce insulsa sul lago! Come è sciocco e sconsolato tutto ciò che mi viene alla mente!

 
 
 

Remedia Amoris

Post n°5 pubblicato il 12 Gennaio 2007 da Narciz
Foto di Narciz

Ogni amore viene vinto dal nuovo, che gli succede.

Ovidio

Ti saprò dire se è vero, Ovidio.

 
 
 

Bianco e nero

Post n°4 pubblicato il 10 Gennaio 2007 da Narciz
Foto di Narciz

Questa mattina ho portato un progetto a Mestre: rami scuri contro un cielo tetro, fango nei viali e grigiore di smog. Figure strane si aggirano negli autobus quasi fossero carovane di mendicanti nel medioevo. Ritorno prima di mezzogiorno in Campo S.Margherita, mi attendono le mie due amiche: tutto bene l'esame. Due giri  . di sprizt al campari. Mi sento euforico finchè bevo e sono in compagnia. Rientro al lavoro che mi gira ancora la testa e riapro la rete: quasi avessi varcato una soglia magica (so che posso trovarti e so dove) le forze cominciano a venir meno e tornano nuvole cupe sul soffitto della stanza. Per il momento ancora foto in bianco e nero. Quando ci sarà la luce in questa città vedremo i colori

 
 
 
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