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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE
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E MENTRE LA MALEDETTA E PERICOLOSISSIMA DITTATURA COMUNISTA CINESE CHE STA GRADUALMENTE INTENSIFICANDO LA SUA PRESENZA MILITARE NEL PACIFICO PER IMPORRE LA SUA PREDOMINANZA - L'INTENZIONE DI INSTALLARE UNA BASE MILITARE NAVALE NELLE ISOLE SALOMONE , LO DIMOSTREREBBE CHIARAMENTE - E CHE FRA POCO INVADERA' ANCHE L'ISOLA DI TAIWAN , PER IMPADRONIRSI DELLE SUE IMMENSE RICCHEZZE INDUSTRIALI, TOTALMENTE, LA STESSA CINA CONTINUA AD ARRICCHIRSI GRAZIE ANCHE AGLI INGENTISSIMI AFFARI LUCROSI CHE L'OCCIDENTE CONTINUA SCANDALOSAMENTE E VERGOGNOSAMENTE A FARE CON TALE STATO DISUMANO ED ILLIBERALE.
E' UNA POLITICA DEL CUPIO DISSOLVI CHE E' IRRESPONSABILE E PROFONDAMENTE MASOCHISTA E CHE DEVE ESSERE CONDANNATA MORALMENTE ED ETICAMENTE SENZA SE E SENZA MA.
IN ITALIA, COME SI SA BENISSIMO, LA CINA ANTIDEMOCRATICA, FINORA, HA TROVATO CONSENSI ED APPOGGI SOPRATTUTTO NEL MONDO DELL'ORMAI SCREDITATO E DELEGITTIMATO M5S RISCUOTENDO ANCHE ENORMI SIMPATIE NEL MONDO DELLA CONTROVERSA SINISTRA.
Cina, il patto con le Isole Salomone e la veloce espansione nel sud del Pacifico che preoccupa Australia e Usa. E Taiwan è sempre più isolata
Pechino ha raggiunto l'intesa per un accordo di sicurezza che fa seguito alla decisione dello Stato insulare di interrompere le relazioni diplomatiche con Taipei. Canberra e Washington hanno provato a ostacolare la firma, senza successo. La preoccupazione riguarda la militarizzazione di in un’area a lungo ritenuta immune dalle rivalità mondiali, su cui la Cina sta allargando la propria influenza grazie ai rapporti economici
La Cina e le Isole Salomone hanno raggiunto l’intesa per la firma di un accordo di sicurezza che verrà ratificato nel mese di maggio. Il patto, come ricordato dal primo ministro delle Isole Salomone Manasseh Sogavare, non prevede la creazione di una base militare cinese nella piccola nazione dell’Oceania e fa seguito alla decisione, assunta dalle autorità locali nel 2021, di interrompere le relazioni diplomatiche con Taiwan e di riconoscere la Repubblica Popolare Cinese. Taipei può contare su un piccolo numero di alleati nel mondo, appena 14, che riconoscono l’isola come uno Stato e che rappresentano appena lo 0,2 per cento del Prodotto Interno Lordo globale. Si tratta, perlopiù, di nazioni molto piccole e situate nei Caraibi oppure in Oceania. Tra le eccezioni ci sono il Guatemala, l’Honduras, il Belize, il Paraguay, lo Swaziland e Città del Vaticano. La lista degli alleati di Taiwan si sta riducendo costantemente e negli ultimi sei anni diversi Paesi, come il Nicaragua, hanno chiuso i rapporti ufficiali con l’isola. Pechino, sfruttando lo status di superpotenza economica e politica assunto dalla Cina, riesce con facilità a convincere i Paesi a passare dalla propria parte. In alcuni casi, come denunciato dal ministero degli Esteri di Taiwan, pesano gli aiuti finanziari diretti promessi ma ben pochi, in realtà, desiderano inimicarsi il gigante cinese.
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