Creato da Caino2007dgl il 26/10/2010
LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

Caino2007dglg1b9ippigalippialdettorejac.pictuso.angeloArianna1921david.1960mbmanagementcassetta2pollock10mooonizginko56070erriso0Reriel
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi del 21/09/2021

CLANDESTINI CHE PRESTO CI INVADERANNO A MILIONI: SVEGLIA ITALIA, SVEGLIA EUROPA

Post n°498 pubblicato il 21 Settembre 2021 da Caino2007dgl

Ecco come finiremo presto nel giro di pochi lustri, anche noi per colpa degli scellerati e disgustosi buonisti della sinistra italiana e non solo.

 

Il Burundi sull’orlo del baratro. Domenica sera un’imboscata fa scorgere un piano militare: torna l’opposizione armata? (di F. Beltrami)

Rapporti dal Burundi indicano che un gruppo armato sconosciuto ha teso un’imboscata e ucciso 12 persone e ferite molti altre nella provincia di Muramvya, nella parte centrale del Burundi. L’agguato è giunto domenica sera verso le 19.30 vicino a un’antenna della Croce Rossa sul trafficato asse Gitega-Bujumbura. La dinamica dell’imboscata e i personaggi uccisi fanno dedurre che si sia trattato di un piano militare e non di un semplice fenomeno di banditismo come si è affrettata ad affermare la giunta militare al potere dopo che la notizia è stata ripresa da RFI (Radio France International) e TV5Monde.

Tra le persone uccise vi è il Luogotenente Onesphore Nizigiyimana, alto ufficiale dell’esercito burundese che ha prestato servizio in Somalia all’interno delle forze africane AMISOM che combattono i terroristi Al-Shaabab. Anche sua figlia è stata uccisa mentre sua moglie e un altro bambino sono rimasti feriti. Uno staff della Banca Centrale del Burundi è rimasto ugualmente ucciso. Cinque feriti gravi sono stati evacuati all’ospedale di Muramvya. Altri feriti, il cui numero non è ancora stato determinato, sono stati trasferiti a Bujumbura.
In un tweet scritto nella lingua nazionale (kirundi), il Generale Neva (alias Évariste Ndayishimiye) attualmente alla Presidenza, si riferisce a un atto di briganti. “I briganti hanno fatto piangere ancora una volta il Burundi. È impossibile che i crimini non accadano, ma guai a colui che li commette. Tutte le reti criminali devono essere smantellate. Inviamo le nostre condoglianze alle famiglie colpite ”.

L’agguato avviene a meno di un mese di distanza da un attacco perpetrato da uomini armati a Rusaka nella provincia di Mwaro, che causò 7 morti e 3 feriti, confermando una impennata dell’insicurezza proprio quando la giunta militare di Gitega ha proclamato il ripristino della pace in tutto il paese e il ritorno alla normalità dopo la “parentesi” dei tumulti popolari legati al terzo mandato illegale del ex dittatore HutuPower Pierre Nkurunziza morto di Covid19 nel giugno 2020. L’attuale stato di insicurezza dona ragione ai profughi burundesi che in Tanzania resistono al tentativo delle autorità di Dodoma a rimpatriarli.

Altri segnali della insicurezza che regna sovrana nel paese sono le violenze in aumento da parte del regime. L’ultimo rapporto della Lega ITEKA registra 49 esecuzioni extragiudiziarie dall’inizio dell’anno tra cui 9 donne e 14 bambini minorenni. Le persone prese di mira sono prevalentemente attivisti del partito di opposizione del CNL di cui leader Agathon Rwasa è considerato il vero vincitore delle elezioni tenutesi nel maggio 2020. La Lega ITEKA individua come responsabili i miliziani Imbonerakure, la polizia e i servizi segreti. Secondo la ONG burundese il numero delle vittime civili del regime crescerà nel corso dei prossimi mesi.

Per porre fine a questa ondata di violazioni dei diritti umani, la Lega ITEKA invita il regime burundese a svolgere pienamente il suo ruolo rafforzando la protezione dei cittadini e consentendo loro di godere appieno dei propri diritti e delle libertà pubbliche. Chiede inoltre ai partner del Burundi di usare la loro influenza per costringere il governo burundese a ripristinare lo stato di diritto. Alla Comunità dell’Africa orientale (EAC), la Lega dei diritti umani chiede di essere pienamente coinvolta nel ripristino di uno spazio democratico in Burundi.

Il rapporto pubblicato dalla Lega ITEKA si inserisce nella battaglia politica intrapresa da diverse associazioni in difesa dei diritti umani e da oltre una trentina di eurodeputati contraria alla decisione presa dalle Unione Europea di normalizzare i rapporti con la giunta militare dopo l’applicazione di sanzioni nel 2016 a causa di gravi violazioni dei diritti umani avvenute tra il 2015 e il 2016. Violazioni che continuano tutt’ora. Il Presidente della Lega Iteka, ritiene che “la UE non deve sacrificare i diritti dell’uomo a favore delle relazioni diplomatiche”.

Le sanzioni dell’UE contro il Burundi, compresa la sospensione di tutti gli aiuti diretti al governo nel marzo 2016, furono un duro colpo per il potere burundese che perse improvvisamente il suo principale donatore. Ciò ha comportato per il paese la perdita di 430 milioni di euro, che dovevano essere concessi nell’ambito dell’11° Fondo europeo di sviluppo (FES), un programma che doveva estendersi dal 2014 al 2020. Un ambasciatore africano ha riferito alla Agenzia d’Informazione dell’Africa Centrale che il regime CNDD-FDD (Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia-Forze per la Difesa della Democrazia) ha un disperato bisogno dei soldi europei per poter sopravvivere. Le condizioni economiche del paese sono catastrofiche.

Come è stato nel caso del precedente attacco a Rusaka, nessuna rivendicazione è giunta dell’imboscata di Muramvya. Contemporaneamente girono voci sulla presenza di un concentramento di forze ribelli burundesi nella provincia del Sud Kivu, Congo alla frontiera con il Burundi. Trattasi di RED Tabara, FOREBU e FNL (Forze Nazionali di Liberazione). Tali forze ribelli straniere non temerebbero alcuna problematica in quanto l’offensiva contro le forze negative ordinata dal Presidente Felix Tshisekedi non riguarda, al momento, la provincia del Sud Kivu.

La riorganizzazione dell’opposizione armata burundese è stata possibile grazie alla decisione presa dal presidente congolese Tshisekedi il 2 maggio 2020 di ordinare alla controparte burundese di rimuovere immediatamente i suoi soldati dalla provincia del Sud Kivu. All’epoca il dittatore burundese Nkurunziza aveva adottato la strategia militare di spostare il conflitto con l’opposizione armata dal Burundi al vicino Sud Kivu, in Congo. i soldati della FDNB (Forze di Difesa Nazionale del Burundi) erano impegnati in scontri nel territorio di Uvira e piana della Ruzizi per impedire ai ribelli burundesi di raggrupparsi in previsione di un’invasione del Burundi. In supporto ai soldati burundesi vi erano i miliziani Imbonerakure e i terroristi ruandesi FDLR.

A seguito di questa richiesta (saggiamente accettata dal regime burundese) il presidente Tshisekedi si recò a Bujumbura per incontrare il dittatore Nkurunziza per proporgli una mediazione tra oppositori e regime. Proposta rifiutata dall’intransigenza del dittatore burundese che fece infuriare il capo di Stato congolese fino a ripartire improvvisamente interrompendo la visita ufficiale che doveva durare due giorni. All’epoca fonti diplomatiche informarono che Tshisekedi minacciò il dittatore burundese di destituirlo.

Un secondo motivo di attrito tra il presidente Tshisekedi e il Generale Neva e Maresciallo Bunyoni avvenne dopo la morte di Nkurunziza, nell’ottobre 2020 quando il Burundi disertò il summit di Goma per discutere della risoluzione della insicurezza nell’est del Congo. Al summit parteciparono i presidenti angolano João Lourenço, ruandese Paul Kagame e ugandese: Yoweri Kaguta Museveni. Nel summit fu ampiamente trattato il problema rappresentato dal gruppo terroristico ruandese FDLR, principale alleato politico e militare del regime burundese.

L’ultima azione militare in Burundi dell’opposizione armata burundese, prevalentemente sostenuta da Ruanda e Congo, avvenne lo scorso gennaio quando violenti combattimenti tra esercito e ribelli del RED Tabara scoppiarono nella località di Nyamuzi, provincia di Cibitoke. I combattimenti dovevano essere il preludio di una offensiva militare ribelle su Gitega e Bujumbura, mai concretizzatasi.

Fulvio Beltrami

 

notizie tratte dal sito web: https://www.farodiroma.it/il-burundi-sullorlo-del-baratro-domenica-sera-unimboscata-fa-scorgere-un-pia

 

ma questa catastrofe, già nel 2015, s'era chiaramente profilata all'orizzonte come rilevasi dal seguente articolo pubblicato dal quotidiano LA REPUBBLICA in data 15.12.2015, di cui si pubblica il relativo link per chi volesse approfondire tale tema drammatico e tragico sotto ogni aspetto.

https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2015/12/15/news/burundi_disastro_umanitario_300mila_sfollati_la_regione_dei_grandi_laghi_e_al_collasso-129558353/

 

E la stessa tragedia sociale , s'è presentata in questi giorni ai confini del MESSICO - USA ove una folla sterminata di gente haitiana, sta premendo per entrare illegalmente in America, come rilevasi dal seguente link:

Crisi al confine Usa-Messico, 10mila migranti sotto un ponte

4 giorni fa — Negli ultimi giorni un flusso imponente di migranti, molti dei quali in arrivo da Haiti, ha travolto i controlli alla frontiera.

Sono fatti che dovrebbero farci riflettere e meditare, considerato che la pressione migratoria di clandestini - non migranti - provenienti dall'Africa disastrata soprattutto per l'incapacità degli stessi africani di organizzare società moderne ed efficienti nonostante siano quasi tutti i suoi STATI dotati di immense risorse di ogni tipo che fanno golla soprattutto alla maledetta dittatura comunista cinese che si sta comprando praticamente ogni terra fertile di tale continente, presto si riverserà prepotentemente anche su di noi con effetti collaterali difficilmente quantificabili e verificabili.

SVEGLIA ITALIA, SVEGLIA EUROPA

Solo allora capiremo che non avere realizzato un valido sistema di difesa dei nostri confini, ci porrà in una posizione di estrema debolezza e precarietà, con la conseguenza che potremmo finire davvero malissimo subendo l'invasione di milioni di persone clandestine specialmente di origine africana che ci spazzeranno via in pochissimo tempo, esattamente come sta già avvenendo in CASTEL VOLTURNO ove i clandestini ormai hanno superato abbondantamente il numero di genti italiche presenti in quello sfortunato e disgraziato PAESE campano.


Pensateci bene prima di votare a sinistra ancora visto che questi partiti, non faranno nulla seriamente per difendere effettivamente ed efficacemente, come da tempo sta facendo la SPAGNA, dall'invasione perdurante di altre migliaia di clandestini che, presto , si potrebbero tramutare in milioni di soggetti stranieri pericolosi che pretenderanno di entrare da noi come sta accadendo ai confini fra il MESSICO  e gli USA per colpa delle assurde e scioccanti politiche migratorie dell'Amministrazione democratica americana.


VERGOGNA

Cuneo, li 21.09.2021

Rinaldo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

EMERGENZA ITALIA: le riforme da approvare entro dicembre 2021, come missione impossibile

Post n°497 pubblicato il 21 Settembre 2021 da Caino2007dgl

 

EMERGENZA ITALIA: dunque ,entro dicembre 2021, il governicchio DRAGHI dovrebbe indurre il PARLAMENTO ad approvare 42 importanti riforme che costituiscono la coditio sine qua non in base alla la Commissione Europea ci elargirà o meno le altre enormi somme di denaro del cosiddetto recovery plan.

Come farà il prof. MARIO DRAGHI a convincere   i componenti del suo governicchio così diversi e lontani fra loro sia per ideologia sia per carattere politico etcc, ad approvare le 42 riforme pretese dal sistema europeo ?

E' un mistero  buffo ma tragico nello stesso tempo , perchè se non si arriverà a farlo correttamente entro i termini previsti non voglio neanche pensare a cosa potrebbe accadere della nostra Italietta in mano a veri burattini come lo sicuramente i partiti di sinistra che ci tengono in pugno, pretendendo il rispetto per esempio di norme anticovid 19 cinese in modo perentorio ed assoluto , mentre, contemporaneamente, finora hanno consentito l'invasione del nostro territorio di quasi 40 mila clandestini che, ovviamente, di tali norme anticovid 19 cinese se ne fottono bellamente, sapendo che avranno sempre al loro fianco i paladini della giustizia sociale che sono proprio gli indifendibili ed inguardabili partiti di sx che ci odiano e ci disprezzano,visto che di questi clandestini decine e decine sono risultati, finora, affetti da covid 19 cinese e sue varianti.

TEmo ma spero di sbagliarmi, che a questo punto neanche se tornasse su questa Terr GESU' CRISTO ci potrebbe salvare dal macello che ci aspetta e che è già partito, purtroppo, con l'aumento del 40 % circa di elettricità e gas che sembra durerà altri 4 anni, che manderà in tilt sicuramente chissà quanti bilanci di sfortunati poveri specialmente anziani che non potendosi riscaldare a dovere , probabilmente moriranno assiderati nelle loro case spoglie quasi di tutto, mentre la sinistra continua ad accogliere pericolosi clandestini assicurando loro pasti gratis ed alloggio e riscaldamento ed altri privilegi e benefits tutto gratuito, alla faccia dei nostri poveri.

Ecco la notizia di cui si parla e che mi ha fatto venire i brividi alla schiena per quello che sotende tragicamente:




Le riforme da approvare per ricevere il Recovery: giustizia, fisco e non solo. La tabella Economia
20 set 2021 - 17:05

Lorenzo Borga

 

 

Sono 51 le condizioni da portare a casa entro dicembre e necessarie per ricevere i fondi europei del Recovery Fund. Dalle riforme architrave - giustizia e appalti - a decine di decreti e regolamenti. LA TABELLA

Scritto il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) bisogna attuarlo. E la prima sfida, portata a casa con l’approvazione europea del recovery plan italiano (LO SPECIALE DI SKY TG24), impallidisce rispetto all’impegno di spendere i 191 miliardi comunitari entro il 2026. Soprattutto vista la lentezza che caratterizza buona parte dell’amministrazione pubblica italiana e la difficoltà di spendere (bene) i soldi pubblici. Basta osservare i dati sugli investimenti pubblici per comprendere la difficoltà della sfida: entro il 2023 il governo Draghi vuole aumentare di un terzo i miliardi investiti dal settore pubblico rispetto a quanto accade oggi, per di più dopo anni in cui invece la capacità di spesa di comuni, regioni e ministeri è drasticamente calata.

Le quattro scadenze di settembre

Per farlo l’Ue ha previsto un controllo semestrale dei progressi dei vari europei nell’utilizzo dei fondi finanziati dai contribuenti del continente. Ogni trimestre quindi prevede il raggiungimento di diversi obiettivi, raccolti nel Pnrr. La prima scadenza è stata quella del giugno scorso, che prevedeva l’approvazione dei decreti sulla governance del recovery plan italiano, le semplificazioni per l’assunzione del personale che si dedicherà all’attuazione, degli appalti pubblici e delle altre procedure burocratiche. Entro settembre scadranno invece altri decreti a cui il governo sta lavorando, come un decreto ministeriale per istituire un sistema di monitoraggio dei rischi idrogeologici, un altro su nuovi impianti di gestione dei rifiuti (non ancora pubblicato), quello per l’apertura di un fondo che incentivi l’imprenditoria femminile e il rifinanziamento della Simest, società di Cassa Depositi e Prestiti che finanzia imprese che si affacciano sui mercati esteri.

2 obiettivi da raggiungere entro fine anno

Ma sarà la scadenza di fine anno quella più complessa da rispettare. Per allora saranno 42 gli obiettivi da portare a casa, elencati in un decreto del Ministero dell'Economia e riassunti nella tabella interattiva in basso. A partire dai più complessi, come l’approvazione in Parlamento della riforma del processo penale (che ha già l’ok della Camera), quella del processo civile e del procedimento fallimentare. Altri pezzi da novanta sono le riforme dell’università, la riforma fiscale e la legge annuale sulla concorrenza, su cui il governo vuole partire subito nonostante non siano richieste entro dicembre dalla Commissione europea. Oltre ai provvedimenti principali, ci vengono richiesti una lunga serie di decreti attuativi di responsabilità dei ministeri. Da quello per promuovere l'uso del biometano al testo necessario per stanziare fondi per l’acquisto di autobus elettrici, fino ai protocolli d’intesa con le regioni per ridurre gli operatori fornitori di servizi idrici, il piano di forestazione urbana, il decreto sullo sportello doganale unico e le linee guida per la valutazione della sicurezza dei ponti.

 

Non ci attendono però solo testi da scrivere e approvare: entro la fine dell'anno l'Ue vuole anche che terminiamo l'assunzione dei 1000 esperti che gestiranno il Pnrr (obiettivo non scontato viste le difficoltà del cosiddetto "concorso Sud"). Target quantitativi di questo tipo saranno sempre più frequenti con l'avanzare del tempo, da quando cioè si potranno misurare i primi effetti degli sforzi italiani.

 

note ricavate dal sito web: https://tg24.sky.it/economia/2021/09/20/recovery-fund-italia-riforme-approvare-100-giorni

 

Cuneo,li 21.09.2021

Rinaldo

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963