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LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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Messaggi del 11/03/2024

SECOLO XXI - ANNO 2024 . REGIONALE ABRUZZO 2024, ESITO CON UN'ALTRA SCHIACCIANTE VITTORIA DEL CENTRODESTRA

Post n°1355 pubblicato il 11 Marzo 2024 da Caino2007dgl

 

11 MARZO 2024:

 

PER IL POPOLO D’ABRUZZO ED IL CENTRODESTRA OGGI E’ UN GRANDE GIORNO POSITIVO, POICHE’ LA DESTRA , ALLE ELEZIONI REGIONALI 2024, L’ACCORTA ED INTELLIGENTE CITTADINANZA ABRUZZESE HA RICONFERMATO ALLA SUA GUIDA IL DR. MARSILIO, CONTRO LA SCALACINTA NOTA ARMATA DI BRANCALEONE DELLA SINISTRA-SINISTRA.

ECCO LA NOTIZIA CHE LO CONFERMA IN PIENO:

Voto in Abruzzo, risultati: il centrodestra si tiene la Regione. Marsilio avanti di 9 punti su D’Amico. Partiti: Fdi primo col 24%, Lega dietro Fi

 

di F. Q. | 11 Marzo 2024

Marco Marsilio ha vinto le elezioni in Abruzzo: battuto lo sfidante Luciano D’Amico e il campo largo, il centrodestra si tiene la Regione. Mentre continua lo scrutinio e di fronte a proiezioni dei dati reali ormai consolidate, il presidente uscente del centrodestra si attesta nove punti avanti sullo sfidante del centrosinistra: 54,1 contro 45,9 per cento. Dopo un primissimo exit poll alla chiusura delle urne che lasciava intravedere un possibile sfida all’ultimo voto, la vittoria è stata via via sempre più schiacciante. I risultati sono stati accolti con esultanza e lunghi applausi dal comitato del centrodestra a Pescara, dove, dopo le due di notte, è arrivato lo stesso presidente: Qualcuno ci ha sottovalutato e ha raccontato di un testa a testa che non è mai esistito”, ha detto. E ribadendo il significato nazionale della sfida che, mai come questa volta, ha avuto gli occhi puntati di tutti i leader, si è rivolto alle opposizioni: “Il campo largo non sarà il futuro dell’Italia“, ha detto. Una provocazione ai giallorossi che per un attimo hanno sognato di fare la doppietta dopo la vittoria in Sardegna e che, da domani, dovranno decidere se questa è stata l’occasione per rinsaldare l’alleanza o una nuova battuta d’arresto. è stata l’occasione per rinsaldare l’alleanza o una nuova battuta d’arresto.

Ma non sono i soli a dover fare i conti con gli equilibri interni: se a caldo è il tempo di ragionare per coalizioni (55,6% centrodestra contro 44,4% centrosinistra), nelle prossime ore si apriranno le analisi sui risultati dei singoli partiti. E le proiezioni offrono già una fotografia molto interessante. La vittoria è di Fratelli d’Italia che supera il 24 per cento (seppur in calo di sei punti rispetto alle politiche), ma fa un buon risultato anche Fi sfiorando il 14 per cento. Sta peggio invece il Carroccio che, dal 28% di cinque anni fa, precipita all’8,4, superato anche dagli azzurri. Sul fronte opposto i dem sono secondo partito con un 18 per cento, in crescita rispetto alla scorsa tornata, mentre il M5s fa un tonfo al 7 per cento (contro ben il 20 di cinque anni fa). Infine Azione sta sopra il 4 e Avs appena sotto. Tutti dati da confermare e che saranno decisivi per gli equilibri interni. E non solo quelli regionali.

Il primo segnale: l’affluenza delude chi sperava nell’effetto SardegnaLa rimonta del cosiddetto “campo larghissimo”, forte del risultato in Sardegna, non c’è stata: la campagna elettorale unitaria della coalizione che ha messo insieme tutti i partiti di opposizione (Pd, M5s, ma anche Iv, Azione, Avs e socialisti) non è riuscita nella missione impossibile di ripetere il risultato sardo. Il primo segnale è stata l’affluenza addirittura leggermente più bassa del 2019 e ferma al 52,37% degli aventi diritto: chi confidava nel voto d’opinione (in particolare della costa) che, speranzoso nel ribaltone, avrebbe dovuto correre alle urne, si è dovuto ricredere. Nel corso della giornata infatti, i dati sono andati via via peggiorando: alle 12 l’affluenza ha segnato un più 2 per cento rispetto alla scorsa tornata, ma il margine si è ridotto man mano che passavano le ore fino a scomparire. Tanto che, alla chiusura delle urne, l’affluenza è stata la peggiore della storia delle regionali abruzzesi. Un dato peggiore anche delle elezioni del dicembre 2008, quelle post Sanitopoli dell’arresto di Ottaviano Del Turco.

La spinta del fantomatico “effetto Sardegna”, dopo la vittoria a sorpresa di Alessandra Todde, non ha avuto particolari effetti. Marsilio l’ha detto fino all’ultimo giorno: l’aria in Abruzzo non è mai cambiata e i risultati gli hanno dato ragione. Quello che è certo però, è che per la prima volta dal 2010, in Italia, si sfidavano due soli candidati presidenti in una elezione regionale e questo ha contribuito a polarizzare la competizione. Inoltre, e non è elemento da poco, a differenza della Sardegna qui non era possibile il voto disgiunto: ques’ultima opzione avrebbe probabilmente reso

leggermente più complessa la vittoria di Marsilio, permettendo più margine di manovra sui candidati.

La spinta del fantomatico “effetto Sardegna”, dopo la vittoria a sorpresa di Alessandra Todde, non ha avuto particolari effetti. Marsilio l’ha detto fino all’ultimo giorno: l’aria in Abruzzo non è mai cambiata e i risultati gli hanno dato ragione. Quello che è certo però, è che per la prima volta dal 2010, in Italia, si sfidavano due soli candidati presidenti in una elezione regionale e questo ha contribuito a polarizzare la competizione. Inoltre, e non è elemento da poco, a differenza della Sardegna qui non era possibile il voto disgiunto: ques’ultima opzione avrebbe probabilmente reso leggermente più complessa la vittoria di Marsilio, permettendo più margine di manovra sui candidati.

Fdi primo partito, la Lega viene doppiata da Forza Italia – Il voto si è caricato di un forte peso nazionale negli ultimi giorni e in particolare è stato trasformato in un nuovo test per la premier Giorgia Meloni. Se la sconfitta del sardo Paolo Truzzu le è stata attribuita quasi integralmente, la sua scelta di difendere il candidato di bandiera Marsilio è finita doppiamente sotto esame. E ora potrà far valere nelle dinamiche interne alla coalizione la nuova vittoria. Anche perché Fratelli d’Italia si conferma primo partito e, stando alle proiezioni ottiene il 24,9 per cento: una flessione leggera rispetto alle politiche (qui prese il 30%), ma un boom se confrontato a cinque anni fa quando Meloni e i suoi si fermarono al 6,9%. Dietro c’è poi Forza Italia che supera il 14,1 per cento (+ 5 punti circa rispetto al 2019). Non può essere un buon risultato per la Lega che arranca all’8,7% e impallidisce con il confronto della scorsa elezione quando sfiorò il 28 per cento dei consensi e di fatto permise l’elezione di Marsilio. Il Carroccio si fa così superare dal partito di Antonio Tajani con un sorpasso che non potrà passare inosservato. Il tutto mentre oggi, a voto in corso, è scoppiato il caso del pullman Fi partito da Napoli per portare a votare fuorisede abruzzesi. Intanto i leader della coalizione negano che ci siano mai state preoccupazioni sul risultato: “Quando si governa bene”, ha detto Maurizio Lupi su Rete8, “ci possono essere tutti i tam tam mediatici, le elucubrazioni, gli scenari nazionali e mondiali. L’Abruzzo è diventato l’Ohio… poi alla fine gli elettori scelgono il buongoverno. Passata questa tornata ci si concentrerà tutti sulla Basilicata. Siamo 1-1 e il centrosinistra dirà che deve rivincere”.

Il centrosinistra: Pd secondo partito, ma non basta. M5s al 7 – Il campo larghissimo, da Pd a M5s fino a Iv, Avs e Azione, mai come questa volta forse ha provato il tutto per tutto. Forte della vittoria sarda ha cercato di ignorare tensioni e differenze per riuscire a strappare la seconda vittoria locale in meno di un mese. Era impossibile eppure gli sforzi unitari, mai così convinti (dall’annuncio della campagna per il salario minimo alla sospensione degli scontri interni) avevano lasciato intendere che in fondo ci credessero davvero. Il risultato è comunque deludente perché dimostra un sostegno per le destre ancora molto forte a livello territoriale e preannuncia una campagna per le Europee tutta in salita. Magra consolazione solo per i dem che sono il secondo partito sopra il 18 per cento dei consensi e riescono a guadagnare rispetto alla scorsa tornata (11,14%). Botta dura invece per il M5s che si ferma al 7,1 per cento con un risultato fortemente in calo rispetto al 2019 quando, con la candidata Sara Marcozzi presero addirittura il 19,74%. Ma era un’altra epoca. Il coordinatore regionale 5 stelle Gianluca Castaldi ha cercato di sminuire: “Il nuovo corso è partito da poco, ci stiamo strutturando. Il Movimento soffre le elezioni locali, abbiamo difficoltà”, ha detto. Tra le altre forze, Azione ha preso il 4,1%. Infine, Alleanza Verdi Sinistra arriva circa al 3,7 per cento dei voti. “Avevamo sognato una notte diversa”, è stato l’amaro commento dell’ex sindaco di Pescara, Marco Alessandrini e candidato del centrosinistra poco prima della proclamazione della vittoria di Marsilio. “Forte delusione per l’astensionismo“. D’Amico ha scelto di non parlare a caldo, ma di aspettare la tarda mattinata. L’esperimento di alleanza abruzzese è stato comunque unico e ora starà alle forze di centrosinistra decidere cosa vogliono dal futuro.

DAL SITO WEB: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/11/elezioni-in-abruzzo-risultati-il-centrodestra-si-tiene-la-regione/7475039/

 

DUNQUE DOPO LA VITTORIA AVUTA IN SARDEGNA COME TOTALE DEI VOTI COMPLESSIVI OTTENUTI MOLTO SUPERIORI A QUELLI OTTENUTI DALLA SINISTRA-SINISTRA, LA DESTRA S’E’ RICONFERMATA GIUSTAMENTE E MOLTO OPPORTUNAMENTE ANCHE IN ABRUZZO, AL MIO AMATISSIMO ABRUZZO DOVE IO SONO NATO.

 

INFATTI, IN SARDEGNA , LA TODDE HA AGGUANTATO LA PRESIDENZA DELLA GIUNTA REGIONALE SARDA CON LO SCARTO DELLO 0,04 DI VOTI RISPETTO AL SUO AVVERSARIO, GRAZIE AGLI SCIAGURATI QUATTRO VOTI DISGIUNTI CHE HANNO PENALIZZATO IL CENTRODESTRA E CHE CERTAMENTE E’ UN VOTO INCOSTITUZIONALE, POICHE’ L’ART. 48 DELLA COSTITUZIONE STABILISCE TASSATIVAMENTE CHE IL CITTADINO HA DIRITTO AD ESPRIMERE UN SOLO VOTO E NON DUE COM’E’ SUCCESSO IN SARDEGNA.

 

LA VITTORIA IN ABRUZZO CONFERMA IL GRANDE APPOGGIO POPOLARE ANCHE DEGLI ABRUZZESI VERSO IL FANTASTICO GOVERNO DELLA SIGNORA GIORGIA MELONI.

 

ALLA FACCIA DI TUTTI I SINISTRORSI E DEL M5S-STALLE, CHE HANNO PENSATO FACENDO L’AMMUCCHIATA VERGOGNOSA E CONTRO TUTTE LE PASSATE LORO DICHIARAZIONI CHE MAI SI SAREBBERO ALLEATI CON IL M5S-STALLE RITENUTO AL DI FUORI DEGLI SCHEMI DEMOCRATICI E LIBERALI DELL’OCCIDENTE ED ANCHE A FAVORE , DI FATTO, DEL NEO NAZISTA VLADIMIR PUTIN , MAFIOSO CRIMINALE GIA’ MESSO SOTTO PROCESSO , MOLTO OPPORTUNAMENTE , DAL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE DELL’AJA E COLPITO DA ORDINE DI CATTURA INTERNAZIONALE EMESSO DALLA STESSA SUDDETTA AUTORITA’ GIUDIZIARIA INTERNAZIONALE.

 

OGGI QUINDI POSSO AFFERMARE CHE E’ UN BEL GIORNO ANCHE SE QUI A CUNEO PIOVE, PIOGGIA PREZIOSISSIMA PER CUI RINGRAZIAMO DIO PER AVERCELA DI NUOVO DONATA.

 

Cuneo,li 11.03.2024

 

Rinaldo

 

 

 

 

 
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