Creato da Caino2007dgl il 26/10/2010
LA SOVRANITA' POPOLARE E LA COSTITUZIONE

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Messaggi del 28/10/2021

SECONDO LE PREVISIONI DELL'ONU STIAMO SULLA BUONA STRADA PER GIUNGERE ALLA CATASFROFE AMBIENTALE FINALE. SARA' COSI' DAVVERO ?

Post n°555 pubblicato il 28 Ottobre 2021 da Caino2007dgl

L'ONU FA SOLO ALLARMISMO O QUANTO RELAZIONATO,FINORA, DAGLI SCIENZIATI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE, SI BASA SU ELEMENTI PROBANTI E FONDATI ?

MA COME SI FA A RAGGIUNGERE UNO SCOPO POSITIVO QUANDO IL GRANDE CONTINENTE INDIANO SEMBRA CHE NON NE VOGLIA SAPERE DI MISURE TESE A DIMINUIRE IL CO2 NELL'AMBIENTE, AVENDO , A DIRE DEI SUOI GOVERNANTI, L'ESTREMA URGENZA E NECESSITA' DI ULTERIORE CRESCITA PER SFAMARE LA SUA FOLTISSIMA POPOLAZIONE CHE OGGI, IN GRAN PARTE, SOFFRE LA FAME ?

MA COME SI FA A RAGGIUNGERE UNO SCOPO POSITIVO QUANDO LA GRANDE DITTATURA ANTIDEMOCRATICA ED ANTISOCIALE DELLA CINA, SEMBRA CHE NON NE VOGLIA SAPERE DI MISURE TESE A DIMINUIRE IL CO2 NELL'AMBIENTE ENTRO IL 2030, META FISSATA PRUDENTEMENTE E PRECAUZIONALMENTE DAGLI SCIENZIATI MONDIALI, PER TENTARE DI RIMEDIARE AD ANNI ED ANNI DI COMPORTAMENTI IRRESPONSABILI E PERICOLOSI PER L'AMBIENTE AVENDO , A DIRE DEI SUOI GOVERNANTI, LA NECESSITA' DI ULTERIORE CRESCITA PER SFAMARE LA SUA FOLTISSIMA POPOLAZIONE CHE OGGI, IN GRAN PARTE, NON PARE CHE STIA MOLTO BENE A LIVELLO ALIMENTARE E SOCIALE ?

E COME SI FA A PARLARE DI RIDUZIONI DI CO2 QUANDO L'AFRICA HA BISOGNO DI SVILUPPARSI PER CREARE ALTRO BENESSERE SOSTANZIALE PER LE SUE POPOLAZIONI CHE IN GRANDISSIMA PARTE OGGI SOFFRONO LETTERALMENTE LA FAME ? COME SI FA AD ORDINARE AGLI AFRICANI DI ALLINEARSI A NOI EUROPEI ED AL RESTO DELL'OCCIDENTE PER CONCORRERE ALLA SALVEZZA DEL PIANETA NON AVENDO PERALTRO NEANCHE I MEZZI SUFFICIENTI PER FARLO CORRETTAMENTE E VALIDAMENTE ?

COMUNQUE, CALMA E SANGUE FREDDO.

LA TERRA NEI SECOLI S'E' EVOLUTA CON O SENZA L'INTERVENTO BENEFICO E POSITIVO DELL'UOMO, SPECIALMENTE QUANDO ALL'INIZIO V'ERANO MIGLIAIA E MIGLIAIA DI VULCANI CHE SPUTAVANO ALL'ESTERNO LAVA INCANDESCENDENTE ED ANCHE SOSTANZE VELENOSISSIME IMPREGNANDO L'ARIA E LE ACQUE DEL PASSATO PERICOLOSAMENTE.

ESATTAMENTE COME STANNO ANCORA OGGI FACENDO MOLTI VULCANI DELL'ISLANDA ED ANCHE QUELLO DELL'ISOLA SPAGNOLA LA PALMA ED HA FATTO ANCHE PER GIORNI IL NOSTRO GRANDE ETNA ED ANCHE ALTRI DELLE NOSTRE ISOLETTE DEL MAR TIRRENO COME LO STROMBOLI PER ESEMPIO.

EPPURE, EPPURE LA NOSTRA EROICA E MITICA TERRA E' RIUSCITA, NEL TEMPO A SANARE OGNI TIPO DI DIFFUSIONE DI SOSTANZE TOSSICHE PER L'UOMO, CONSENTENDOCI DI EVOLVERCI ,A NOSTRA VOLTA, FINO AD OGGI.

MADRE NATURA SA COME SI FA. QUINDI GLI ALLARMI DELL'ONU A ME SEMBRANO ECCESSIVI ANCHE SE RITENGO CHE BISOGNA IMPARARE A RICICLARE COMPLETAMENTE E TOTALMENTE TUTTO QUELLO CHE POSSIAMO ANCHE  PER SUPPLIRE ALLA SERIA MANCANZA DI MATERIE PRIME NELL'INDUSTRIA COME QUELLA DELL'ACCIAIO E DELL'ALLUMINIO CHE STANNO DIVENTANDO COSTOSISSIME ESSENDO QUASI TUTTE FINITE SOTTO IL MONOPOLIO DELLA DITTATURA COMUNISTA CINESE CHE VORREBBE UTILIZZARLE PER RICATTARCI ASSIEME AD ALTRI FATTORI INDUSTRIALI E COMMERCIALI OLTRE CHE FINANZIARI, IN MODO SCANDALOSO E VERGOGNOSO.

ECCO LA NOTIZIA CHE LO DIMOSTREREBBE:

L’alluminio sarà il prossimo buco nero della supply chain globale?
Di Otto Lanzavecchia | 19/10/2021 -
L’alluminio sarà il prossimo buco nero della supply chain globale?

 

La mancanza di elettricità in Cina si sta ripercuotendo sulle scorte europee di alluminio. Così il settore automotive rischia un altro collo di bottiglia, come per i semiconduttori. Ma anche altre materie prime iniziano a scarseggiare. E la matrice è sempre la stessa

STRALCIO RICAVATO DAL SITO WEB: https://formiche.net/2021/10/alluminio-magnesio-cina-automotive/

E QUESTO E' IL LINK CHE RIGUARDA IL COMMERCIO DELL'ACCIAIO:Perché la guerra dei dazi tra Cina e Usa penalizzerà l'acciaio ...

16 lug 2018 — Burelli (Ast): "A fronte dei dazi americani, i grandi produttori asiatici come la Cina dirotteranno le loro esportazioni verso l'Europa. E ...

 

L’Onu: «Procediamo sulla buona strada. Verso la catastrofe»

 

«A meno di una settimana dalla Cop26 di Glasgow siamo sulla buona strada per la catastrofe climatica. Di quanti campanelli d’allarme abbiamo bisogno?» ha detto ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, i cui commenti assumono un tono via via più drammatico man mano che si avvicina la conferenza ONU sul clima. Guterres è intervenuto alla conferenza stampa di presentazione del nuovo « Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP). A pochi giorni dal «Production Gap Report» che evidenziava come i governi stiano pianificando di produrre entro nel 2030 il 110% in più di combustibili fossili rispetto a quanto sarebbe coerente con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5°C, il nuovo documento spiega che allo stato attuale gli sforzi dei singoli Paesi porterebbero a una riduzione solo del 7,5% delle emissioni annue di gas serra nel 2030, un impegno insufficiente secondo le Nazioni Unite: il mondo, infatti, ha bisogno di una riduzione del 55% delle emissioni per limitare l’aumento della temperatura globale sotto il grado e mezzo, cioè quel livello indicato dagli scienziati per uno scenario meno rischioso per il nostro Pianeta e il futuro dell’umanità.
«Come dice il titolo del rapporto di quest’anno, “Il riscaldamento è acceso”, e come mostrano i contenuti del rapporto, la leadership di cui abbiamo bisogno è spenta. Lontana» ha avvertito Guterres.

Le promesse di riduzione delle emissioni sono «vaghe» e incoerenti con la maggior parte degli impegni nazionali per il 2030, avverte il rapporto. Eppure, secondo l’«Emissions Gap Report» la buona strada sarebbe una e una sola: «Per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi in questo secolo, l’obiettivo ambizioso dell’Accordo di Parigi, il mondo ha bisogno di dimezzare le emissioni annuali di gas serra nei prossimi otto anni». Ripetiamolo: dimezzare le emissioni entro il 2030. È questo l’obiettivo, ambizioso, che deve darsi la Cop26 che inizia domenica 31 ottobre e continuerà fino al 12 novembre a Glasgow, in Scozia.

Il mondo ha appena otto anni per tagliare 28 gigatonnellate di CO2 equivalente. Per mettere questo numero in prospettiva, le emissioni di anidride carbonica da sole dovrebbero raggiungere 33 gigatonnellate nel 2021. Quando anche tutti gli altri gas serra sono presi in considerazione, le emissioni annuali sono vicine a 60 gigatonnellate. «Il cambiamento climatico non è più un problema futuro. È un problema di adesso» ha detto Inger Andersen, direttore esecutivo dell’UNEP. «Per avere una possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, abbiamo otto anni per quasi dimezzare le emissioni di gas serra: otto anni per fare i piani, mettere in atto le politiche, attuarle e infine realizzare i tagli. L’orologio sta ticchettando forte»

Se non cambierà niente, la direzione è segnata: gli impegni sul clima e le misure di mitigazione porteranno secondo le proiezioni UNEP il Pianeta a un aumento della temperatura globale di 2,7 gradi entro la fine del secolo, ben lontano dagli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Il titolo del rapporto presentato ieri è «Il riscaldamento è acceso». L’UNEP ha rilevato che la pandemia di Covid-19 ha portato nel 2020 a un calo senza precedenti delle emissioni globali, il quale non è stato comunque sufficiente a invertire la rotta, come ha spiegato l’altro ieri anche l’ultimo report della World Meteorological Organization: la concentrazione di gas climalteranti in atmosfera continua a crescere.

In relazione all’emergenza sanitaria e alla ripresa, il rapporto segnala anche un rischio: «Nella maggior parte dei Paesi è stata persa l’opportunità di utilizzare il salvataggio fiscale e la spesa per stimolare l’economia sostenendo l’azione per il clima». Secondo il rapporto, infatti, è «probabile che solo il 20% circa degli investimenti totali per la ripresa fino a maggio 2021 riduca le emissioni di gas serra».

Ieri il Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani era a Rimini, dov’è in corso Ecomondo. Non ha commentato il rapporto UNEP, ma ha ribadito che il «gas naturale svolgerà comunque un ruolo significativo nella transizione energetica», anche se è una fonte fossile e dovrebbe essere tenuta sotto terra. Ad intervenire sulla COP26 è stata invece la vice ministra degli Esteri Marina Sereni, concludendo i lavori della X Conferenza Italia-America Latina e Caraibi. «Europei, Latinoamericani e Caraibici condividono l’agenda internazionale in tema di commercio internazionale, sviluppo sostenibile e cambiamenti climatici, si tratta di un patrimonio di influenza su scala globale che dobbiamo usare con pragmatismo, ma sempre ispirati dai valori cardine che ci accomunano». L’appuntamento di Glasgow rappresenta, secondo Sereni, «uno dei principali banchi di prova dell’efficacia del multilateralismo». Ad ascoltare Guterres, la bocciatura è vicina.

 

DAL SITO WEB: https://ilmanifesto.it/lonu-procediamo-sulla-buona-strada-verso-la-catastrofe/

 

AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA.

 

Cuneo,li 28.10.2021

 

Rinaldo

 

 

 
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