Biagio, vissuto nel IV secolo, era un medico di origine armena. Divenne vescovo della città di Sebaste dove operò numerosi miracoli. Arrestato fu imprigionato, torturato e sospeso ad un legno, dove con pettini di ferro gli fu scorticata la pelle e quindi lacerate le carni. Dopo un nuovo periodo di prigionia, fu gettato in un lago, dal quale uscì salvo. Subì il martirio mediante decapitazione. E’ stato innalzato alla dignità di santo ed è invocato contro i mali di gola, perché durante la sua prigionia, guarì miracolosamente un ragazzo che aveva una lisca di pesce conficcata nella trachea. E’ Patrono di Maratea, città che ne conserva le reliquie. Secondo la tradizione, queste, insieme a quelle di san Macario, giunsero a Maratea nel 732, quando una nave proveniente da un porto orientale, si arenò a causa di una tempesta presso l'isolotto di S. Janni. Gli abitanti del Castello raggiunsero l'imbarcazione per portare soccorso e vi trovarono oltre l’equipaggio, le sacre reliquie conservate in un urna marmorea, che fu portata in cima al monte dove rimase custodita. Il 3 maggio 1941 fu fatta una ricognizione ufficiale per il riconoscimento di quanto contenuto nell’urna: il torace, una parte del cranio, un osso di un braccio e un femore del santo armeno. La venerazione di Maratea per il santo protettore accrebbe l'evento miracoloso della santa manna. In più di un’occasione, la statua e le pareti della basilica si ricoprirono, e in modo abbondante, di un liquido acquoso, di colore giallastro, raccolto dai fedeli e adoperato con estrema devozione per la cura dei malati. Fu papa Pio IV, all’epoca vescovo di Cassano, che nel 1563 riconobbe il liquido come “manna celeste”. San Biagio è ricordato dalla chiesa il 3 febbraio, quando fu decapitato, ma a Maratea la festa patronale si celebra nella seconda domenica di maggio con un cerimoniale stabilito da un protocollo vecchio di secoli. I festeggiamenti durano otto giorni e si aprono il sabato precedente la prima domenica di maggio con la processione al Castello, detta "S.Biagio va per la terra". Il giovedì successivo, il simulacro del Santo viene portato a Maratea Inferiore, e la mattina della seconda domenica di maggio la statua, coperta col drappo rosso, torna nella sua abituale sede al Castello. |
Inviato da: Vince198
il 06/02/2024 alle 17:45
Inviato da: Vince198
il 26/05/2022 alle 09:00
Inviato da: Vince198
il 20/09/2021 alle 18:18
Inviato da: virginiagrey
il 11/12/2019 alle 12:06
Inviato da: Vince198
il 11/12/2019 alle 01:11