Caos ed Essere - Un viaggio, sette emozioni: l'essere e i suoi frammenti.
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la claustrofobia dell'impossibilità

Le carceri dell’impossibilità si stringono come fauci intorno ai desideri, martiri sacrificati sull’ara delle illusioni sconfessate. Anguste, claustrofobiche come una bara sepolta sotto il terriccio umido dell’inganno, circoscrivono il ridotto spazio in cui ossessivamente girare, cercando una crepa da violentare per crearne una breccia oltre lo sguardo del buio.  La mortificazione di un Inferno nel…
 

tratto da "Frammenti - dell'essere e dei suoi mali"

 Grida represse, lugubre sogno dolce di apparizioni spettrali. Distorta la rabbia vibra incosciente sul fallo metallico, gustato con avidità. Violento il suono, famelico nel mio desiderio di accoppiamento con me stesso. Esplodo, lurido di follia inespressa… mi uso, abuso di me…ad occhi chiusi ascolto le mie parole che si confondono nel rumore, noise nonsense di…
 

notturno

 Razzie Nel tempio della solitudineSbatte un pensieroContro lo sguardoDel buioSi flette il rumoreOltre il tocco del ventoIncostanteCome il canto notturnoDi un lampoOvattato dalla coltre del pianto…Respiro il silenzioLa confusione mi vinceCedevoleL’inganno sul quale mi addormento.  
 

Una vita sotto controllo

Il controllo mi fotte. Ingoio i pensieri strozzati nel loro regolare fluire dai limiti di una possibilità scremata della sua valenza intima, spogliata del suo referente astratto, e resa puro significante che sussegue lettere come fossero inganni incastonati come perle fasulle nell’etere delle mie domande. Non esiste oltre ne altrove, e la scelta diventa solamente…
 

tratto da "Frammenti - dell'essere e dei suoi mali"

Un senso di impotenza mi scivola rapace sui muscoli, nervosi, contratti all’istante per l’amplesso abortito in petto. Il respiro affanna, lo avverto penetrarmi, ed è l’unica cosa che riesco a percepire, mentre indolenzito navigo i meandri di una ragione vacillante. La maschera si rapprende sul viso, tra carne e cera scende una lacrima che scava…
 

abitudine

Eterno ritorno dell’uguale. L’abitudine respira sulla mia pelle ovattando la percezione della luce.  Calpesto le mie stesse impronte perdendo pensieri sull’asfalto della ridondanza. Mi sfuggono, come se il loro scorrere appartenesse ad una dimensione parallela nella quale la clessidra è regolarmente posta nella sua fierezza verticale che ingoia la sabbia, e con essa il moto…
 

Lontano dall'oltre

Nicotina in eccessosulla scissura effimeradello sguardo.La stanchezzaè un corpo estraneoche ricopre la pellecol piacereoscenodi nascondermisotto la coltre densadel suo lurido manto.A malapena avverto il soffioleggeroche penetra dall'esternocome un agoche punge nell'insensibilitàdi un vorticesenza toccare l'occhiodel dolore...osservo il cieloestraneoal senso dell'oltrelontano dal rumoreche convulso si dimenanel desiderio vanodi possedermi.
 

labile altrove

sbottono un pensieronell'armonia della nottedebolezzaè languoredi sensi incertiche oscillanosulla poesia recisadell'incoscienzal'abbandonola tensioneriflusso poligamoodore d'altrovedensa astrazioneil fumo confusodel vuotonel quale mi immergobevendo silenziosulle labbra del sonno
 

Rivelazioni di un giorno qualunque

Annuso le dita che puzzano di fumo sull’alone giallastro nella parte interna del medio, là dove il contatto col filtro lascia le tracce del coito consumato, come un’impronta seriale di quelle sigarette di contrabbando utilizzate spesso come gustoso ansiolitico per sopravvivere a me stesso. Adoro gli odori acri e pungenti, hanno il sapore di una…
 

Il possesso, la lentezza, l'infinito

“Il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità è direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio.” Dice Kundera…Sarà per questo motivo che paralizzo il tempo nel mio eone interiore, sventrando l’animo per gustare intensamente ogni eternità. Lo stato di sospensione nel quale naufraga il mio pensiero è la condizione imprescindibile di lentezza…
 

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