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"Le polemiche su Lucio Dalla sono una vendetta dei gay"

Post n°7585 pubblicato il 09 Marzo 2012 da Ladridicinema
 
Tag: news

"Volevano fare di lui una bandiera. Chi ci critica sono sciacalli, iene". Padre Boschi, che ha pronunciato l'omelia ieri in S.Petronio, sugli attacchi alla Chiesa: "Condanna il peccato, non il peccatore". Poi frena: "Non volevo essere offensivo". Dom Chessa, benedettino di Santo Stefano: "Anche con il suo coming out avrei celebrato ugualmente i funerali. Davanti al Signore ogni cosa viene ricomposta, al di là delle nostre fragilità. Le etichette servono solo a far parlare". Monsignor Silvagni: "Non le esequie di un omosessuale, ma di un uomo. Certo alcune cose si potevano intuire, ma non sono mai state tematizzate".Arcigay Bologna: "Se si tratta di un'apertura, sia esplicitato". Il sindaco Merola: "Basta polemiche, rispetto per la privacy". Celentano sulla tomba del cantautoreGli attacchi alla Chiesa per l'atteggiamento "ipocrita" tenuto nei confronti di Lucio Dalla sono "una vendetta dei gay che volevano fare del cantante una bandiera". Cosìpadre Bernardo Boschi, confessore di Lucio, risponde agli attacchi piovuti soprattutto da ambienti omosessuali - ma anche da parte della giornalista Rai Lucia Annunziata - nei confronti della Chiesa, rea, secondo loro, di aver acconsentito ai funerali religiosi solo perché Dalla non aveva mai dichiarato la sua omosessualità. Lucio era "una persona di grande fede" e non ha "mai voluto conclamare" la propria omossessualità". Secondo il padre domenicano quelli che criticano "sono sciacalli, iene. Sputano sentenze su cose più grandi di loro". Ma poco dopo dichiarerà alle agenzie: "Non volevo essere offensivo, per me il rispetto per tutti è la prima cosa". 

"La Chiesa condanna il peccato, non il peccatore quando questi fa un certo cammino", sono le parole di Boschi Boschi, che ieri ha pronunciato l'omelia ("Povero Marco, che crudeltà"). "Questi soloni che imperversano, dicendo che la 
Chiesa è ipocrita non sanno niente della Chiesa. Anche Gesù andava dalle prostitute perché si convertissero. Io sono andato tante volte a casa di Lucio e c'era anche Marco Alemanno, e non ho mai visto nulla".

E anche dom Ildefonso Chessa, monaco benedettino della basilica di Santo Stefano, dichiara, a titolo personale: "Non avrei avuto problemi" a celebrare le esequie di Lucio Dalla anche se il cantautore bolognese avesse dichiarato la sua omosessualità. Le polemiche piovute sulla Chiesa "sono immeritate, frutto di un'ipocrisia che confina con una sorta populismo di ritorno, mentre questo è il momento di tacere". Chessa ha partecipato alla cerimonia, durante la quale Marco Alemanno ha letto per Lucio le parole della sua canzone "Le rondini" ringraziandolo per avergli permesso di crescergli accanto. "Davanti al Signore - dice Chessa - ogni cosa viene ricomposta, al di là delle nostre fragilità. Non vedo perché io debba fermarmi di fronte a etichette che servono solo a far parlare. Quel che è prevalso è che lui era un credente. E questo dovrebbe prevalere sempre".

Don Silvagni: "Il funerale di un uomo". Il funerale di Lucio Dalla "è stato fatto con i criteri con cui lo si sarebbe fatto con il funerale di qualsiasi altro cristiano". Cioè "coinvolgendo le persone a lui più vicine, con attenzione alle loro esigenze, e dando alla liturgia un tono di affetto e familiarità", avverte monsignor Giovanni Silvagni, vicario dell'arcidiocesi di Bologna. "Non è stata la celebrazione di un funerale omosessuale, ma il funerale di un uomo". Le polemiche per Silvagni sono "uno spostare il tema su un aspetto secondario, una strumentalizzazione tardiva che si commenta da sola. Chi vuole cavalcare l'onda si assume le sue responsabilità. Credo che sia una mancanza di rispetto verso chi prova dolore", precisa.

"Un problema che non esiste". Lo stesso Silvagni, intervendo più tardi, cerca di allontanare le polemiche. "Si è voluto inventare un problema che non esiste cavalcando interessi mediatici per interessi che mi paiono un po' estranei alla vicenda e ai sentimenti delle persone coinvolte". "La Chiesa ai funerali - ribadisce Silvagni - prega per il defunto e per la sua salvezza eterna, lo fa per tutti perché tutti siamo peccatori". Invece in questo caso si va a "interferire e sfruculiare la vita personale e privata di persone che non hanno mai voluto esternare cose particolari. Certo alcune cose le si potevano intuire, ma non sono mai state tematizzate. I funerali si fanno per i credenti e per chi lo chiede". Conclude Silvagni: "Questa polemica macchia più chi ha prodotta di chi la subisce".

Franco Grillini: "Era gay, la Chiesa lo sapeva". A denunciare una sorta di atteggiamento di favore da parte della Chiesa nei confronti di Lucio Dalla anche Franco Grillini, ex presidente di Arcigay. "Uno ha diritto di dirlo e di non dirlo, se è gay. Lucio dalla era gay e lo sapevano tutti, tutta bologna e la chiesa cattolica", ha detto ai microfonidi Tgcom. "Era il segreto meno segreto che ci possa essere. Abbiamo rimproverato un atteggiamento dei giornali: se muore un poveraccio omosessuale, si dice tutto di lui, se muore un omosessuale famoso, nel momento in cui si fa un funerale non si può dire nulla". "Invito padre Boschi alla calma: forse la vendetta che teme - tuona Grillini - e che lo rende così nervoso, è quella della Curia per avere celebrato i funerali di tanto celebre omosessuale nella chiesa più nota che si affaccia nella piazza più importante di Bologna e in diretta tv".

Arcigay Bologna: "Mai stato nostra bandiera". "Se accogliere Lucio Dalla in chiesa per i suoi funerali è stato un segno di apertura, la Chiesa lo espliciti chiaramente". E' il messaggio che il presidente dell'Arcigay di Bologna, Emiliano Zaino, manda al mondo ecclesiastico. "Sinceramente credo che la Chiesa abbia dato un'interpretazione del comportamento di Lucio solo come religioso perché già i testi di alcune sue canzoni sarebbero da scomunica per la Chiesa. Insomma il senso è: se ti comporti così, ti benedico", aggiunge Zaino, che accusa il mondo dell'informazione di omofobia. Sulle accuse rivolte dalla Chiesa a chi l'ha criticata: "Non abbiamo mai chiesto a Dalla di partecipare a un nostro Pride né ad altre iniziative perché sapevamo della sua scelta di riservatezza, anche se non nascondeva la sua omosessualità, e l'abbiamo sempre rispettata. Nessuna vendetta da parte dei gay. Anzi, nel movimento molti ci hanno rimproverato di non essere intervenuti nel dibattito con dichiarazioni. Io credo solo che, messa alle strette, la Chiesa pensa di difendersi aggredendo noi. E' la loro solita ipocrisia"

Il sindaco: "Niente polemiche". "I bolognesi erano lì in piazza per Lucio, conoscono tutto di lui e della sua vita, ma non ne hanno fatto un motivo di polemica": così il sindaco Virginio Merola chiede di non sollevare ulteriori polemiche sulle esequie. C'è stata "una grande vicinanza agli amici e al compagno come è stata molto rispettata anche la sua scelta religiosa". Nella sua richiesta di sobrietà, Merola ha aggiunto: "Mi permetto solo di dire che io rispetto le persone e la loro privacy".

"Una targa in piazza Maggiore". I funerali si sono conclusi da 24 ore ma Bologna è già impegnata a perpetuare il ricordo e la poesia di Dalla. Il sindaco Virginio Merola pensa a una targa in piazza Maggiore: "Lucio e i bolognesi hanno già deciso qual è il luogo" da dedicare all'artista, "si chiama piazza Maggiore, pardon piazza Grande. Credo che tra una decina d'anni sarà necessario ricordarlo con una targa. Se dobbiamo parlare di pronunciamenti popolari, il luogo è già stato deciso". Subito, ma più utilefra dieci anni, "quando i giovani non si ricorderanno che Piazza grande è una canzone di Dalla".

Radio Padania: Dalla un italiota. 
Dalle frequenze di Radio Padania giungono attacchi postumi a Lucio Dalla:  "E' stato anche il simbolo di un'Italia che noi padani non vorremmo, bisogna pur dirlo e denunciarlo", dichiara Andrea Rognoni, conduttore dell'emittente della Lega Nord. Il cantautore morto improvvisamente giovedì scorso è un "italiota, sagace autore dell'Italia tricolorita". Offese a Dalla? Se qualcuno ha parlato male di Lucio in trasmissione "io non l'ho sentito", assicura il direttore dell'emittente Matteo Salvini.

Celentano sulla tomba di Dalla. Non ha partecipato alla camera ardente e al funerale, ma Adriano Celentano ha voluto salutare Lucio. Oggi, assieme alla moglie Claudia Mori, a Gianni Morandi e al produttore Gianmarco Mazzi, ha reso omaggio al cantautore presso il cimitero della Certosa.
 

(05 marzo 2012)

 
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