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Ferro, grande show e lacrime nell'Olimpico strapieno da Il messaggero

Post n°8187 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 
Tag: eventi, news


di Marco Molendini


ROMA - Riempire l’Olimpico, una buona parte dell’Olimpico, di questi tempi è davvero un’impresa (ne sa qualcosa Madonna). Il mondo dei concerti è una valle di lacrime (come stanno sperimentando festival, raduni e singole serate). Vedere, allora, metà gradinate e il prato dello stadio pieni come erano pieni ieri sera (con il palco appoggiato alla tribuna Tevere), è davvero una singolare eccezione che ha almeno un paio di significati. Il primo, generale, è che il pubblico, in mancanza di soldi, sceglie quello che va a vedere con grande oculatezza. Secondo: la carriera di Tiziano Ferro è in decisa ascesa (e lui dà segno di accorgersene quando grida al suo pubblico: «Ditemi che sto sognando»). Che la conferma, per il cantautore di Latina, venga proprio da Roma, davanti a un pubblico casalingo (ieri sera c’erano almeno quarantamila persone) è però solo un caso pur se piacevole, visto che il suo orizzonte professionale spesso guarda oltre i confini nazionali.

Lo show, in effetti, è costruito e ha il passo dei grandi spettacoli, con un palco originale a forma di quadrilatero, i grandi schermi usati con evidente efficacia scenografica, la passerella a forma di quadrato che fende la folla, i colpi di scena (come l’avvio con Tiziano che scende dall’alto dentro un cubo trasparente), il repertorio che viaggia avanti e indietro nel tempo lungo la ancora breve vita musicale di un’artista tosto e caparbio che si è fatto largo giovanissimo, ha saputo convivere con il successo, lo ha mantenuto ed è anche riuscito a crescere.
L’amore è una cosa semplice, così si chiama il tour come il disco (arrivato al quarto platino) è costruito con una leggerezza che Ferro non aveva mai trasmesso prima in modo così completo. In scena comunica voglia di divertirsi, si fa notare come ballerino in deciso progresso rispetto ai primi tentativi, lasciando da parte certe malinconie a tinte forti che caratterizzavano i suoi concerti di una volta, anche se poi si sfoga coi lacrimoni finali di commozione. C’è maggiore padronanza, più energia, anche una certa civetteria nel cambio ripetuto di toilette (che sciccheria la giacca di strass luccicante) e c’è la conferma sfacciata delle sue capacità vocali (pur con i postumi dell’influenza), come dell’originalità del suo stile e del suo talento nella scrittura che si sofferma sempre più sulla vena melodica, ma prova a variare clima e generi.
Si parte subito dalla canzone che dà il nome sia al tour, ecco poi l’insistenza ritmica di La differenza tra te e me, il versante soul con l’ironica Hai delle isole negli occhi. I brani più recenti si alternano ai recuperi: ecco Imbranato, L’ultima notte al mondo. Sere nere fa cantare tutti prima di una parentesi decisamente dance con Stop! dimentica, Xverso e Raffaella è mia. Breve sosta, un video di ringraziamento ai fan (che si squagliano davanti a quel «grazie a voi per più di dieci anni di vita assieme») e si riparte con un set acustico, chiuso da una versione bossa nova di Roma nun fa la stupida stasera (e di nuovo tutti a cantare). Finale con il recupero di Perdono e Rosso antico, a voce ormai rotta dalla fatica e dalla commozione, bis con Per dirti ciao!, Ti scatterò una foto e La fine. Tiziano saluta: una notte così non la dimenticherà facilmente e lo dice, prima di sciogliersi in lacrime.

Domenica 15 Luglio 2012 - 11:22
Ultimo aggiornamento: 11:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
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