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Su web e ong le redini di Putin da Il manifesto

Post n°8195 pubblicato il 15 Luglio 2012 da Ladridicinema
 

  • La Duma russa ha approvato di gran carriera la nuova legge che introduce forme di censura amministrativa sui siti internet, e si prepara a far lo stesso con altre due leggi assai controverse che riguardano le ong e il reato di diffamazione. La legge che riguarda il web è stata comunque molto cambiata dopo le veementi proteste venute negli ultimi giorni dai maggiori operatori russi del settore – il portale e motore di ricerca Yandex e il social network Vkontakte, entrambi con decine di milioni di utenti – che hanno fermato per un giorno le loro attività al pari della sezione russa di Wikipedia. Inizialmente la possibilità di chiusura amministrativa dei siti, senza mandato di un tribunale, era estesa genericamente a tutti i siti dove fossero apparse “informazioni nocive”, un concetto che nemmeno esiste nella legislazione russa e che quindi teoricamente avrebbe permesso alle autorità di polizia di chiudere qualunque sito; dopo le proteste la formulazione è stata resa più stretta e legata alla finalità dichiarata della legge, che era la protezione dei minori dalle attività di pedopornografia.

    Ma questa messa a punto non basta ad allontanare il sospetto che dopo il ritorno al Cremlino per la terza volta di Vladimir Putin il potere russo voglia dare una robusta stretta censoria e rendere più difficili le attività “non in linea”. Resta infatti in via di approvazione un’altra legge molto contestata, quella che ingiunge a tutte le ong che ricevono finanziamenti dall’estero di registrarsi presso il ministero dell’interno come “agenti stranieri”. Nonostante le proteste (molto vive anche quelle di Washington, che in effetti finanzia molte ong in Russia), e nonostante un lungo incontro di Putin con alcuni rappresentanti della società civile che gli hanno espresso le proprie preoccupazioni in merito, la legge andrà al voto oggi alla Duma e mercoledì alla Camera alta, con poche modifiche: secondo il parere espresso dallo stesso Putin, potranno essere esentate dall’obbligo le ong fondate da enti e aziende statali (e che razza di ong sarebbero?) e quelle che si occupano del benessere di bambini, ammalati, animali; potranno inoltre ricevere finanziamenti esteri senza diventare “agenti stranieri” anche le organizzazioni che perseguono finalità sociali senza occuparsi di politica (una definizione questa piuttosto ambigua che lascia aperte le porte a interpretazioni molto restrittive), nonché le organizzazioni religiose. Quanto alle altre, Putin ha precisato nuovamente che non si tratta di introdurre limiti e divieti all’attività di qualsiasi ong ma solo di “registrarsi per quello che effettivamente sono”. In pratica, ad essere messe all’indice come “agenti stranieri” saranno soprattutto alcune organizzazioni, finanziate da Usa e Unione Europea, che si occupano di questioni come il monitoraggio elettorale, la tutela legale di attivisti politici condannati, la difesa della libertà di stampa, ecc. Un caso particolare è quello della rete televisiva RT (Russian Television), che è registrata come ong ma di fatto è la “voce” internazionale del Cremlino nel mercato globale dell’informazione e trasmette in inglese (tra l’altro con servizi spesso di ottima qualità giornalistica, con ben poco da invidiare a network come CNN o Al Jazeera, anzi); visto che riceve soldi da aziende americane (Google e Youtube, per dire), dovrebbe essere qualificata a sua volta, paradossalmente, come “agente straniero”. Ma probabilmente l’esenzione in quanto “creata da enti e aziende statali” è stata concepita proprio per RT.

    E a proposito di libertà di stampa va registrata l’imminenza dell’approvazione di un’altra legge, che ripristina la definizione di reato penale per la diffamazione – la depenalizzazione era avvenuta soltanto otto mesi fa, nel novembre 2011, su richiesta del predecessore di Putin. A parere del presidente, il ritorno della fattispecie di reato penale non deve necessariamente essere accompagnato dalla previsione di pene detentive per i condannati: per chi scrive che Putin è un ladro, insomma, basterà una bella multa.

di a. d. 
pubblicato il 13 luglio 2012 

 
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