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Mia madre

Post n°12348 pubblicato il 07 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

 
Margherita è una regista e sta girando un film sulla crisi economica italiana che parla di un'azienda dove i nuovi proprietari, americani; proponendo tagli e licenziamenti arrivano allo scontro con gli operai. Oltre alla difficoltà del film, Margherita dovrà affrontare le problematiche dell'attore americano scelto per interpretare il nuovo proprieterio. 
Un attore che è in crisi, un divo che vuole smettere di recitare e tornare alla realtà.
A questo si aggiungono i problemi personali e familiari di Margherita, separata con una figlia a carico; una madre che sta per morire con cui ha un rapporto strano e che la costringerà a un confronto non facile, con stessa, con la madre e il fratello Giovanni.

Mia madre di Nanni Moretti è un film molto maturo, dove la difficoltà di porsi di fronte al mondo e la perdita della certezza sono i temi fondamentali. E' un film molto maturo anche perchè personale in molti aspetti; e quindi in qualche modo superiore anche a La stanza del figlio, in quanto il tema della morte che lì era inteso come fine di un qualcosa, qui diviene inizio di un'altra attraverso l'esempio e il ricordo di quello che questa persona ha fatto. Se in La messa è finita la morte della madre era un evento tragico che irrompeva in un mondo di egoismi; qui i personaggi non sono giudicati, sono solo smarriti, pieni di incubi e pensieri.

Il senso di malessere che il film comunica esprime l’angoscia di chi vive questo stempo, con Margherita che non riesce più a capire nulla di quello che le sta intorno mentre il fratello Giovanni decide di lasciare il lavoro e di affrontare la ormai imminente morte della madre in maniera intima e riservata mantenendo un estremo realismo a differenza della sorella; infine l'attore protagonista del film che scorda le battute ed è in perenne stato confusionale.

E' un film molto intimo, dove Moretti racconta il dolore della perdita della madre mettendo a nudo tutto il suo dolore e le sue inadeguadezze.

Come sempre nel cinema di Nanni Moretti è presente il carattere sociale attorno alla storia; in questo infatti c'è la regista Margherita che fa film impegnati senza capire più nulla del mondo e crea un film dove il carattere precario del lavoro e la crisi sono all'ordine del giorno.

Mia madre è un lento prepararsi alla morte da parte dei figli, madre interpretata da una stupenda Giulia Lazzarini, vera sorpresa di questo film.

Invece cosa dire di Margherita Buy; che ancora una volta con questa prova di assoluta bellezza si dimostra la migliore attrice italiana. Nanni Moretti ha avuto la capiacità di ritagliarsi un ruolo minore, senza rinunciare alla sua ironia; quello del fratello, mentre Margherita Buy in realtà svolge il ruolo di Nanni al femminile; e questo lo si può vedere nei particolari del personaggio, negli scoppi di ira, nell'egocentrismo ecc...

Eccezionale anche Torturro, che come confermato da Moretti a volte improvvisa alcune battute e alcune caratteristiche del suo personaggio. Un personaggio inadeguato e portato all'estremo dal provincialismo italiano.

Un bellissimo film, un film sul cinema e sul rapporto tra realtà e finzione, un film maturo da guardare molto attentamente, un film sull'essere genitori e figli; un film sugli insegnamenti fatti di nozioni e un urlo alla vita e a guardare sempre al domani con il sorriso

Voto: 5+/5

Mia madre

Margherita è una regista. Sta girando un film sul mondo del lavoro, di cui ha chiamato come protagonista un eccentrico e bizzoso attore americano. Ma Margherita ha anche una madre ricoverata in ospedale, che assiste assieme al fratello Giovanni, fratello e figlio perfetto che è sempre un passo avanti a lei. La madre di Margherita e Giovanni, dicono i medici, non ha molto tempo. Tra le riprese di un film che si rivelano più complicate del previsto, una figlia 13enne con problemi col latino (quello stesso latino che insegnava la madre), e il dolore per un lutto che si sa imminente e non si sa come gestire, Margherita confonde realtà, sogno, ricordo e deve trovare la sua strada in tutta quella sofferenza.

  • FOTOGRAFIAArnaldo Catinari
  • MONTAGGIOClelio Benevento
  • PRODUZIONE: Fandango, Sacher Film, Rai Cinema in co-produzione con Le Pacte e con Arte
  • DISTRIBUZIONE: 01 Distribution
  • PAESE: Italia
  • DURATA106 Min
NOTE:

Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015.

 
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