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Ritorno al futuro

Post n°12375 pubblicato il 10 Maggio 2015 da Ladridicinema
 

 
Locandina Ritorno al futuro

Marty McFly ha diciassette anni, una ragazza di cui è innamorato e una famiglia non particolarmente vivace. Il padre, George, ha paura anche della propria ombra mentre la madre si lascia vivere, priva com'è di qualsiasi ambizione per sé e per i propri tre figli. Marty è amico di Doc, uno scienziato eccentrico che ritiene di aver inventato un'auto che è al contempo una macchina del tempo. Marty avrà modo di scoprire che lo è realmente finendo nella sua stessa città nel 1955. Lì conoscerà sua madre e suo padre che non sembrano proprio destinati a formare una coppia.
Robert Zemeckis era da poco andato con successo di pubblico e di critica All'inseguimento della pietra verde quando si mise al volante di un'auto che pareva destinata all'oblio. Perché la De Lorean DMC 12, come sanno gli appassionati delle quattro ruote, non è frutto di invenzione ma era stata l'unico veicolo realizzato da un industriale accusato di appropriazione indebita e quindi sparito dal mercato. Così come l'idea della macchina del tempo non è particolarmente originale se si considera che H.G. Wells l'aveva già immaginata nel suo romanzo omonimo del 1895. 
Dove risiede allora la base del successo di questo film che avrebbe dato il via a una trilogia destinata a sbancare i box office di tutto il mondo? Sta nel fatto che Zemeckis, con la complicità alla produzione dell'amico Spielberg, non si limita a giocare con gli anacronismi in stile Un americano alla corte di re Artù ma va molto oltre. Non solo anticipa le Sliding Doors della seconda metà degli anni Novanta ma batte anche di un'incollatura (ossia di un anno) il Coppola di Peggy Sue si è sposata. Lo fa con la consapevolezza di realizzare una commedia innervata dalla fantascienza ma, soprattutto, di star riflettendo su un presente non facile (se Reagan è Presidente perché non avere Jerry Lewis come vice?) senza particolari nostalgie per il passato. Non siamo in area American Graffiti in questa occasione o, se lo siamo, si tratta solo di riferimenti cronologici. Perché la vita nel 1955 non è poi così idilliaca se i bulli spadroneggiano. 
A questo si aggiunge una riflessione non banale sull'immagine che i figli di tutto il mondo (e forse di tutte le epoche) hanno dei genitori. Quell'uomo e quella donna sembrano non essere mai stati degli adolescenti e, soprattutto, non debbono aver mai avuto una sessualità. Così Marty può sentirsi davvero a disagio nel momento in cui non solo rischia un pre-incesto (avere un rapporto amoroso con sua madre che ancora non è tale) ma scopre che la ragazza non attende le avances ma le anticipa attivamente. Lo scorrere del tempo, che apre il film con gli innumerevoli orologi che affollano il laboratorio di Doc Brown, non sembra aver intaccato la presa spettacolare (ma non solo) di questo film. 
Semmai ci ricorda che oggi Michael J. Fox lotta contro un male, il morbo di Parkinson, che proprio con il procedere degli anni e con le scoperte di scienziati non meno brillanti di Doc potrebbe essere sconfitto. Guardandolo poi con particolare attenzione, il film ci ricorda che la tecnologia periodicamente compie dei ritorni al futuro. Osservate uno dei bulli che inseguono Marty in auto: indossa gli occhialini bicolori del 3D. Più 'ritorno al futuro' di così!

 
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