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Fa la cosa sbagliata

Post n°12472 pubblicato il 04 Agosto 2015 da Ladridicinema
 

Locandina Fa' la cosa sbagliata - The Wackness

New York 1994, era Giuliani. Luke Shapiro è un giovane spacciatore. Jeffrey Squires il suo psicanalista e il suo miglior cliente. Dall'erba al litio, il dottor Squires assume di tutto un po', ma nega al giovane amico la prescrizione per le pillole della felicità, spronandolo a vivere, a soffrire, ad amare. Almeno finché Luke non scopre di voler fare tutto questo solo con e per la figliastra di Squires, Stephanie... 
Il college alle porte, l'ultima estate in città, i problemi economici in casa, la distanza dai coetanei, lo spettro e il rito della prima volta, che deve accadere, per liberare dalla condizione della domanda continua, per cominciare ad offrire qualche risposta sulla vita. Nel secondo film di Jonathan Levine (il primo, All the boys love Mandy Lane, resta inedito in Italia) gli elementi classici del romanzo di formazione edizione Sundance ci sono tutti ma appaiono un po' fuori tempo massimo, proprio come i vezzi formali di quando la regia cerca di commentare a suo modo la (bella) musica, invece che lasciarsi da lei accompagnare lungo la strada. 
L'interesse del film è altrove, nella relazione tra un ragazzo che si crede depresso ma sta solo girando senza spinta, perché il suo carretto dei gelati pieno di droga non ha il sapore della ribellione ma quello abitudinario del mestiere e del dovere, e un adulto pieno di incongrua vitalità, che tiene a bada fuggendo in paradisi artificiali, un uomo che fa sempre "la cosa sbagliata", utile agli altri e poco a se stesso. Josh Peck ci mette la tenerezza dello sguardo, Ben Kingsley ci mette tutto se stesso, come nell'Oliver Twist diPolanski, e ci lascia capire che comico sarebbe se glielo facessero fare. Terza protagonista, la città di New York giunge in soccorso, si mette a disposizione, ma l'impressione è che Levine non colga appieno le occasioni che lei gli offre. 
Tra situazioni scontate, psicologismi quasi invadenti, potenzialità narrative sottosfruttate, i due uomini raccontano due età, due modi di vivere l'amore e la disperazione, due storie di riflusso, post-hippy per Squires e post-grunge per Shapiro, mentre nella loro amicizia si rivelano (che più esplicitamente non si può) le contraddizioni del vivere e la speranza per sopravvivere. 
Lontani anni luce dalla violenza inferta ed esperita dei kids di Larry Clark, il massimo che può accadere a Luke Shapiro è una notte in prigione o un trasloco in un quartiere meno benestante. Poco male, in fondo, e infatti non basta. D'altronde - ed è una scelta, non un caso - Josh Peck non viene dal mondo reale, ma direttamente da Nickelodeon.

 
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