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Sokurov: la salvezza per l'Europa arriva dal Louvre, lo dice la Storia

Post n°12544 pubblicato il 04 Settembre 2015 da Ladridicinema
 

Stefano Stefanutto Rosa04/09/2015
VENEZIA. “Francofonia è un collage più che un racconto in ordine cronologico, un percorso che segue i meandri fantasiosi del pensiero”. Alexandr Sokurov torna in Concorso alla Mostra, dove nel 2011 con Faust vinse il Leone d’Oro, con un film, accolto alla prima per la stampa con lunghi applausi, fuori delle regole classiche.Francofonia  è un potente grido d’allarme non solo per il Vecchio Continente, al centro della narrazione, ma universale. 
Il film, che verrà distribuito da Academy Two, ha come location principale il Louvre, che tra l'altro ha co-prodotto il film, con i suoi tesori e visto durante l’occupazione nazista della Francia. Il regista racconta l’incontro e le biografie di due uomini di cultura eccezionali e realmente esistiti: il direttore del grande museo parigino, Jacques Jaujard, e l'ufficiale occupante  nazista il conte Franziskus Wolff-Metternich. Il destino li vuole su opposte barricate ma tacitamente alleati nel salvare le opere d’arte del Louvre dalle distruzioni e devastazioni belliche.

Questa emblematica vicenda, accaduta in pieno conflitto mondiale, ci dice che l’arte e la cultura sono l’unico punto fermo, un’ancora di salvezza per l’umanità anche nelle peggiori catastrofi, a cominciare proprio dalla guerra. Certo per Sokurov l’esito non è così scontato, se guardiamo alla metafora, nel film, di quella nave nell’oceano in tempesta con il suo prezioso carico di opere d’arte che si disperde in mare. “La nave che affronta la tempesta è come il destino, nella sua forma più pura e ineluttabile: quel che sarà, sarà”.

Francofonia è ricco di immagini di repertorio, tra cui: la vita a Parigi durante l’occupazione nazista, il collaborazionista Petain, un Hitler ridicolizzato mentre percorre in macchina gli Champs-Élysées, Leningrado (oggi Pietroburgo ) assediata dove persero la vita un milione e 250mila persone tra civili e militari sovietici, oltre alle tante vittime tedesche. Di contro nelle sale del Museo risuonano, ripetute più volte,da Marianne, personificazione della Repubblica francese, le parole: liberté, égalité, fraternité. C’è anche un insolito Napoleone orgoglioso di aver riempito le sale del Louvre di bottini delle sue spedizioni e guerre. 

Ma non lasciatevi ingannare dalle scelte stilistiche di Sokurov, prima fra tutte quel mix nella stessa scena di personaggi del passato e di contesti odierni. “Un tempo mi interessava la scelta formale, oggi invece conta il significato delle cose. L’opera artistica deve aiutare tutti voi a capire, a reagire, a creare un fermento nella mente ma anche nel cuore”. L’attore Louis-Do De Lencquesaing ricorda la prima scena girata nei giardini con i costumi dell’epoca in mezzo a bambini di oggi appena usciti dalla scuola: “La conferma che Sokurov mescola le epoche per raccontare qualcosa di eterno e universale”.
Anche l’attrice Johanna Korthals Altes ribadisce che il regista russo nel film “ha voluto il massimo della contemporaneità per rendere il tutto più vivido”.
Qualcuno chiede al regista perché quel titolo? “Mi piaceva il suono di questa parola, la sua tonalità. Di come la musica pervade il film. Il titolo dice tutto il mio amore per la Francia e per gli ideali rappresentati, ma forse gli ideali non esistono più”.

Il continente europeo si scontra con nuovi e complessi problemi che richiedono risposte simili, ma che non arrivano dai politici. “Forse anche prima non sapevano darle. Nonostante le esperienze vissute, gli stati non hanno conosciuto un rinnovamento, non è cambiato nulla”. E il cinema come ci può aiutare? “La sua forza sta nel rivolgersi alle emozioni, agli animi, ai cuori di voi spettatori”, risponde sicuro Sokurov.
Nel film insistente è il richiamo all’importanza dei ritratti pittorici conservati nei musei: “Guardandoli ci consentono di capire chi siano gli europei, osservando le particolarità del viso riusciamo a vedere le diversità da noi”.
E poi un appello agli italiani, ai francesi, ai tedeschi: “Noi russi amiamo la cultura europea, ma conservate la vostra individualità, non mescolatevi”.
Quanto al proposito annunciato di realizzare un ciclo di film d’arte al Prado e al British Museum, Sokurov chiarisce che il suo intento non è specializzarsi in film sui musei. “Lo fanno magnificamente le televisioni mondiali e gli stessi musei producono lavori simili. Non ho pianificato nulla, questo film narra una storia unica e separata nella quale il museo è il mio personaggio”.

 
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