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Crimini d'odio o follia del Politically Correct? Un caso esemplare da megachip
Post n°14115 pubblicato il 27 Novembre 2017 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news Il caso della studiosa canadese processata dalla sua Università perché in materia di politicamente corretto osa presentare un dibattito fra opinioni contrapposte. Ma l'opinione pubblica reagisce Redazione26 novembre 2017 di Daniele Scalea. Lindsay Shepherd, studentessa ventiduenne alla Wilfrid Laurier University in Canada, è incaricata dal suo supervisore di tenere alcune lezioni di comunicazione. Uno dei temi toccati è la recente legge di Justin Trudeau in base alla quale si potrebbe essere puniti se non si adopera, rivolgendosi o riferendosi a una persona, il pronome da essa preferito (quindi se un uomo vuole essere definito "lei", una donna "lui" e un trans "essi", tutti sono chiamati a farlo o rischiano di essere accusati di "crimini d'odio"). La Shepherd, che non è ostile alla normativa, decide tuttavia di mostrare alla classe, come base di discussione, un dibattito televisivo cui ha partecipato anche Jordan Peterson - un professore universitario che è stato ascoltato pure in audizione al Senato. Peterson porta argomentazioni contrarie allo spirito della legge. Qualche studente sdegnato dal fatto di essere stato esposto a idee contrarie alle proprie fa il delatore con le autorità accademiche. Il supervisore e altri due professori convocano la Shepherd e, in un dialogo surreale, la accusano di transfobia. Alla sua difesa, che ha semplicemente cercato di presentare le due opinioni contrapposte, essi rispondono che proprio là è il problema: gli studenti devono conoscere una sola opinione, quella che il clero accademico di sinistra radicale reputa corretta. La Shepherd sarebbe finita, se non fosse per una scaltra iniziativa: registra l'incontro e lo divulga. Il senso comune dell'opinione pubblica si solleva contro il furore ideologico dei professori engagé. Gli studenti manifestano solidarietà alla loro collega accusata di blasfemia postmoderna. Le sorti si ribaltano e sul banco degli imputati finiscono gli accusatori. L'università è costretta a scusarsi, idem per i docenti coinvolti. Il supervisore, addirittura, ammette in pubblico che forse non è giusto insegnare da una prospettiva partigiana, ammettendo solo un'ideologia ed escludendo tutte le altre opinioni.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45