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Iron man 2

Post n°14749 pubblicato il 10 Novembre 2018 da Ladridicinema
 

"Io sono Iron Man" così, con lo svelamento dell'identità non più segreta, si chiudeva la storia del film precedente e così si apre quella di questo nuovo capitolo. Tony Stark è Iron Man e ora, dopo 6 mesi, che la notizia è di pubblico dominio il governo e le compagnie concorrenti, non troppo liete che la pace nel mondo sia mantenuta da un deterrente che non gli appartiene, tentano di appropriarsi dell'armatura: "Ho privatizzato con successo la pace" risponde Stark a chi lo accusa di essere fuori dal controllo statale. Non è tuttavia questo il problema più grosso del miliardario con l'hobby del supereroismo. Il palladio, elemento utile a far funzionare l'armatura, lo sta lentamente uccidendo inquinandogli il sangue e il brillante inventore non riesce a trovare un rimedio. Come se non bastasse, nel mezzo di una corsa automobolistica promozionale, a turbare la pace mondiale si presenta Ivan Vanko, figlio di un vecchio collaboratore di Howard Stark (il padre di Tony), colmo di rancore, volontà di vendetta e in possesso dei brevetti originali di molte invenzioni della Stark.
Nel 2008 Iron Man fece segnare una delle punte più alte del cinema d'azione degli ultimi anni, raccogliendo il quasi unanime consenso di pubblico e critica per come raggiungeva tutti gli obiettivi del film d'intrattenimento all'americana: avvincere con l'azione, affascinare con un protagonista carismatico in cui volersi immedesimare, divertire e smuovere sentimentalmente. Il team capitanato da Jon Favreau, nel quale spiccava la forma smagliante di Robert Downey Jr., sembrava aver ritrovato lo smalto dell'intrattenimento della Hollywood degli anni '80 fondendo il meglio del cinema del frat pack con il fascino che è proprio dei supereroi da fumetto.
Lo stesso non si può purtroppo dire di Iron Man 2, che seguendo la tipica scansione del cinema supereroistico (dopo un primo episodio che narra le origini dell'eroe viene un secondo più denso di eventi e personaggi che mette in crisi e infine consolida la figura protagonista) gioca al raddoppio con l'idea di aumentare il gradimento. Ma così non è.
Uno dei pochi cambi fatti al team creativo nel passaggio da un film all'altro riguarda gli sceneggiatori: arriva Justin Theroux (che alle spalle ha la collaborazione a Tropic Thunder) e se ne vanno i 4 realizzatori del precedente. Scelta curiosa che si ripercuote in una scrittura non eccellente: molte sottotrame raccontate in maniera non impeccabile, molti personaggi, un trionfo di ammiccamenti al futuro film sui Vendicatori, molti dialoghi non eccezionali e poca azione appesantiscono inevitabilmente il film e, cosa peggiore, tolgono quel misto di arroganza e autoironia che rendeva unico il film precendente. I cattivi da uno diventano due: oltre a Vanko, specchio del Tony Stark inventore, c'è anche Justin Hammer, che è lo specchio del Tony Stark imprenditore, mentre gli alleati raddoppiano e a soffrirne è il rapporto tra Tony e Pepper Potts, ormai ridotto alla solita macchietta da battaglia dei sessi e lontanissimo da quell'amaro e romantico menage a due che li univa.
Iron Man 2, insiste e preme su tutti quegli elementi che avevano fatto il successo del primo, portando ogni situazione e ogni personaggio al suo paradossale estremo. La conseguenza è che si perde quell'aura di apparente spontaneità che rendeva godibile il racconto di un uomo che vola in un'armatura tecnologica a favore di una compiaciuta sufficienza. La prova evidente è data dalle molte sequenze che replicano i momenti topici del primo film ma che non ne sono all'altezza. Anche lo showdown finale con la nemesi di turno (un Mickey Rourke perfetto tanto quanto lo era Jeff Bridges) si risolve in poco e senza vero coinvolgimento.

 
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