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La guerra dell'eroe operaio Lindon da ansa

Post n°14751 pubblicato il 10 Novembre 2018 da Ladridicinema
 

 

Leader sindacalista nel potente film di Brizé, in sala dal 15/11

 

 (ANSA) - ROMA, 6 NOV - Vincent Lindon, tre anni dopo il premio per la migliore interpretazione maschile per La loi du marché al festival di Cannes, torna al cinema con un ruolo forte e molto simile, diretto dallo stesso regista, Stephane Brizé e ancora una volta dedicato alla crisi economica, al lavoro, ai rapporti operai/padroni. Lindon, 58 anni, è di una efficacia eccezionale, riesce a dare un volto appassionato, nervoso, vitale all'operaio sindacalista in lotta contro la chiusura della fabbrica e la delocalizzazione. E', come dice il titolo, In Guerra (En Guerre). Il film, dopo Cannes, arriva in sala in Italia con Academy Two il 15 novembre.
    Il film mette in scena, con dialoghi serrati, ritmo da thriller e montaggio originale, impronta da inchiesta tv, una storia esemplare, la stessa che si è vista tante volte in Italia e in Europa e che ha a che fare con la globalizzazione del mercato, gli accordi tra stati che passano sopra le teste dei lavoratori, il concetto tutto capitalistico di chiudere una fabbrica per aprirla dove i costi del personale sono la metà e più, le statistiche che si possono leggere in tutti i modi, le persone che diventano numeri.
    Un film politico, nel senso proprio del termine: la lotta di Laurent Amedeo, leader sindacalista che guida gli operai che scioperano per impedire che l'industria in cui lavorano venga chiusa, diventa sempre più una guerra, con battaglie vinte, cambi di fronte, piccole vittorie, giganti sconfitte. Con lui ci sono 1100 persone e rispettive famiglie decise ad andare avanti fino in fondo, a chiedere il supporto dell'Eliseo, della corte di giustizia, degli operai di altre fabbriche pur di avere un confronto con il Ceo dell'industria di stanza in Germania, un manager che ha avuto pure lo stipendio aumentato per gli ottimi dividendi e che non sa giustificare la chiusura se non con quella solita drammatica frase, è il mercato che lo chiede.
    L'unità dei lavoratori, dopo tre settimane di sciopero e presidio, vacilla quando cominciano le sirene del padrone di una buonuscita ai lavoratori che accettano di riprendere il lavoro per concludere gli ordini già firmati. Laurent, non senza contrasti, prova a resistere: uniti si vince e non per ciascuno operaio ma per tutti, una vittoria in quella fabbrica può diventare simbolo in altri luoghi. Malgrado gli sforzi, tutto però è destinato ad una brutta fine. L'ispirazione è in parte ad una storia vera, quella di Xavier Mathieu, leader sindacale della Continental.

 
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