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Il Traditore

Post n°15169 pubblicato il 09 Giugno 2019 da Ladridicinema
 

"Il Traditore" è il ventiquattresimo film di Marco Bellocchio, e ci racconta, o meglio interpreta come detto dallo stesso regista; gli eventi che scaturirono dalle parole di Tommaso Buscetta, il boss dei due mondi; su Cosa Nostra, e di come queste furono decisive nella sconfitta dei Corleonesi. Lo fa creando un personaggio onirico, quasi di stampo shaksperiano per raccontarci i tragici eventi di quegli anni. La storia parte dalla festa di Santa Rosalia nel 1980 a casa del Boss Bontade, per arrivare attraverso un immenso numero di morti (di cui è presente il triste conteggio durante il film) dovuti alle guerre di mafia scatenate dai corleonesi, all'arresto e all'estradizione di Buscetta in Brasile dove era fuggito ben conscio che la pace con Riina non era destinata a resistere e capì per primo che bisognava andarsene. Fuga che però al capo dei capi non bastava; lo voleva morto e cominciò facendo rapire e uccidere i due figli ottenuti dalla prima moglie, pur di farlo tornare e uccidere di conseguenza. Una volta estradato in Italia comincerà a collaborare con Giovanni Falcone, aprendo il vaso di Pandora mafioso e permettendo di allestire il maxi processo che decapiterà la mafia siciliana.

Buscetta però non si sente un traditore, i traditori sono altri, quelli che hanno tradito "i valori" di Cosa Nostra, o almeno è quello che crede, perchè come gli ricorda il giudice Falcone, è troppo inteliggente per credere a certe fantasie. Come dice Bellocchio "Mi interessa il personaggio di Tommaso Buscetta perché è un traditore. Ma in verità chi ha veramente tradito i principi ‘sacri’ di Cosa Nostra non è stato Tommaso Buscetta, ma Totò Riina e i Corleonesi. Come si vede due modi opposti di tradire. Nella storia tradire non è sempre un’infamia. Può essere una scelta eroica. I rivoluzionari, ribellandosi all’ingiustizia anche a costo della vita, hanno tradito chi li opprimeva e voleva tenerli in schiavitù”.

Questo per dire che al registra piacentino non interessa tanto il personaggio in sè ma l'ambiente e lo sfondo in cui questo si trova, e cosa scaturiranno le sue parole con il giudice Falcone, che porteranno 366 mandati di cattura.

Naturalmente la storia non finisce con il maxi processo e con il confronto con Pippo Calò e la sentenza; ma prosegue con la strage di Capaci, che fa capire a Buscetta che ancora non è finita; con la vita americana del boss fino alla sua morte nel 2000 nel suo letto come desiderava; passando per il confronto con Riina una volta arrestato e alle accuse ad Andreotti, legandolo a due omicidi di mafia eccellenti, quello del generale Dalla Chiesa e del giornalista Mino Pecorelli. Naturalmente come ribadito nel film, per questioni narrative alcuni eventi sono stati drammatizzati volantariamente.

Queste accuse ad Andreotti non possono che portare ad una sorta di collegamento involontario ad Aldo Moro e al confronto con un altro film del maestro piacentino, ovvero "Buongiorno, Notte" che narra del rapimento del presidente della Dc e un'accusa anche allo Stato di aver collaborato e di non essere pulito ed esente da colpe; metafora di ciò è la scena dal sarto dove Buscetta prova un abito ed esce il presidente Andreotti.

Come allora è strabiliante la bravura dell’attore che interpreta il personaggio principale della storia. Pier Francesco Favino, dona ancora più complessità al personaggio che con le sue parole rivelò e spiegò la trattativa Stato-Mafia, che distrusse qualcosa che sembrava indistruttibile, tradita da se stessa; anche se come detto prima il Buscetta-Favino accusa altri dicendo che è stato Riina a distruggere Cosa Nostra con i suoi comportamenti. Il trasformismo di Favino è eccezionale, tanto dal punto di vista linguistico che mimetico.

Il Buscetta interpretato da Favino è un personaggio complesso, tragico, pieno di ombre che non ti fa mai capire chi è realmente, che sembra stia interpretando una parte e che vuole far credere che sia un soldato semplice. Inizierà a sbottonarsi e a togliersi la maschera solo con il giudice Falcone; per poi essere distrutto, o meglio la sua attendibilità come testimone nel processo Andreotti. La tragedia di un uomo.

Il film segue un ritmo preciso mai forzato, perchè Bellocchio non è interessato a colpi di scena clamorosi, ma a raccontare i fatti e le contraddizioni del personaggio Buscetta e dell'Italia di quegli anni; non per niente il senso del film sta tutto nelle parole e nei silenzi del boss. Non c'è giudizio nei suoi confronti, ma nemmeno indulgenza. Bellocchio mostra la verità pura, e questa è talmente drammatica e cruenta che è sufficiente a provocare il disgusto per quei personaggi. In qualche caso, basta un primo piano a centrare il bersaglio.

Spaventa l’attentato di Capaci visto dall’interno dell’auto mentre tutto sembra tranquillo, ordinario e normale. Una bomba dentro lo Stato e dentro di noi. Ma del resto lo stesso Falcone ricordava di avere più paura di Roma che di Palermo.

Voto finale: 5/5

Il Traditore è un film di genere drammatico del 2019, diretto da Marco Bellocchio, con Pierfrancesco Favino e Maria Fernanda Cândido. Uscita al cinema il 23 maggio 2019. Durata 148 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Poster

 

Il Traditore, il film di Marco Bellocchio, racconta il primo grande pentito di mafia, l'uomo che per primo consegnò le chiavi per avvicinarsi alla Piovra, cambiando così le sorti dei rapporti tra Stato e criminalità organizzata. Pierfrancesco Favino interpreta Tommaso Buscetta, il Boss dei due mondi, secondo una prospettiva inedita e mai studiata prima.

All'inizio degli anni 80 è guerra tra le vecchie famiglie della mafia, Totò Riina e i Corleonesi. In palio c'è il controllo sul traffico di droga.
Alla festa di riconciliazione delle 'famiglie' Tommaso Buscetta sente il pericolo.
Decide di emigrare in Brasile per seguire i suoi traffici e allontanarsi dai Corleonesi che si accaniranno su due dei suoi figli e il fratello rimasti in Sicilia, e lui stesso è braccato anche in Brasile.
Ma prima della mafia è la polizia brasiliana ad arrestarlo. Ora ci sarà l'estradizione e la morte sicura in Italia. Ma il giudice Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi) gli offre un'alternativa: collaborare con la giustizia. Per il codice d'onore della mafia equivale a tradire.
Grazie alle sue rivelazioni viene istruito il Maxi-Processo con 475 imputati.
Le sentenze decimano la mafia, ma Totò Riina è ancora latitante.
La risposta è l'attentato a Falcone e alla sua scorta. Buscetta decide di fare nomi eccellenti della politica, è il testimone in numerosi processi e diventa sempre più popolare.

 

Unico film italiano presentato in concorso al Festival di Cannes 2019.

FRASI CELEBRI:

 

Dal Trailer del Film:

Giovanni Falcone (Fausto Russo Alesi): Faccia i nomi, Buscetta!
Tommaso Buscetta (Pierfrancesco Favino): Dottor Falcone, noi dobbiamo decidere solo una cosa: chi deve morire prima, lei o io?

Giovanni Falcone: Non ci sono intoccabili! Non mi fraintenda, ma ho più paura dello Stato che della mafia!

Tommaso Buscetta: Io sono stato e resto un uomo d'onore! Sono loro che hanno tradito gli ideali di Cosa Nostra, per questo io non mi considero un pentito!

 


 
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