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La ballata di Buster Scruggs

Post n°15635 pubblicato il 19 Marzo 2020 da Ladridicinema
 


Un vecchio libro che contiene sei storie sul vecchio West apre le sue pagine per trasferirle, una dopo l'altra sullo schermo. Si va da Buster Scruggs pistolero cantante fino a una diligenza stipata di persone dirette passando attraverso impiccagioni e filoni d'oro.
I Coen, come è praticamente loro regola, minimizzano. Affermano di aver scritto dei racconti western e di aver poi desiderato di metterli insieme come nei film a episodi degli anni Sessanta italiani. Volevano i migliori registi disponibili e sono lieti che entrambi (cioè loro) abbiano accettato.

Dietro questo umorismo auto/ironico si nasconde di fatto un'operazione di qualità che si colloca alla perfezione nella linea del loro modo di fare cinema.

C'è infatti in ogni loro opera una cultura profonda e si potrebbe quasi dire maniacale che ama trovare opportunità di dissimulazione di volta in volta diverse. In questa occasione tocca a un genere, il western, che viene rivisitato in gran parte dei suoi elementi fondativi senza però cadere mai nella parodia o nella citazione di uno specifico film (altri direbbero 'omaggio') fine a se stessa. A partire dal primo episodio in cui il Buster Scruggs del titolo è un cowboy canterino che rimanda a una tipologia del western che risale all'introduzione del sonoro nel cinema e che già John Landis aveva bonariamente preso in giro ne I tre amigos. Qui però da subito le variazioni sul tema sono numerose e tutte riuscite. Il protagonista non solo è paragonabile a un usignolo ma è anche uno che sa come usare le armi e che sa come difendersi anche in loro assenza.

I Coen strutturano la loro antologia prendendosi dei rischi strutturali. Perché si ride e lo si fa più volte nei primi due 'racconti'. Poi il riso va progressivamente scemando salvo riemergere a tratti all'improvviso. Non scema però il livello qualitativo che consente alla narrazione di svariare dallo spaghetti western alle carovane senza dimenticare i nativi americani, il cercatore d'oro e, last but not least, la diligenza di fordiana memoria. Ed è qui che si rivela, in favore di chi non lo avesse già colto in precedenza, il fil rouge tematico declinato sotto i suoi più vari aspetti.

 
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