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“Falsificatori della storia”, II guerra mondiale: la pubblicistica russa oggi 4a parte
Post n°15654 pubblicato il 21 Aprile 2020 da Ladridicinema
Tag: STORIA L'URSS arrivò al patto di non aggressione, a causa della minaccia di una guerra su due fronti (nell'agosto del 1939 era ancora in corso il conflitto con il Giappone), [13] mentre per la Polonia, nel 1934, non vi era un pericolo simile.
Si tenta di minare ogni riavvicinamento tra gli stati europei e la Federazione Russa. Inoltre, gli americani stanno cercando di "dirottare" l'Europa sul gas di scisto americano e contemporaneamente abbassare i prezzi mondiali del petrolio. Allo stesso tempo, i mass media mirano a fare della Federazione Russa una sorta di stazione di servizio dal "passato criminale", mentre proclamano patrimonio di “tutta l'umanità” le ricchezze della Siberia. S'intende, che alla Polonia vengono offerte alcune alternative geopolitiche. Ad esempio, la versione moderna del progetto polacco "Miedzymorze" [la Polonia “dal mar Baltico al mar Nero”; ndt], che prevede l'inclusione dell'Ucraina e della Bielorussia nella sfera di influenza polacca. [14] Pertanto, tutto ciò che cercano di appiopparci sul "passato criminale", come minimo non è affatto nuovo. E, di fatto, ricopia parola per parola la ben nota tesi secondo cui l'Occidente non ha bisogno della Russia in alcuna forma - né zarista, né bolscevica, né altra. Come Iosif Stalin vinse Winston Churchill sulla Polonia di Maksim Maksimov 18.01.2020 (…) Nel 2016, la Verkhovnaja Rada ucraina, dopo aver condannato il patto sovietico-tedesco del 1939, aveva adottato, insieme al Sejm polacco, un "Atto di memoria e solidarietà". L'allora ottantatreenne deputato Jurij Šukhevic, figlio dell'ex leader dell'UPA [Ukra?ns'ka povstanc'ka armija: Esercito insurrezionale ucraino. Vedi Nota 6 Introduzione; ndt] Roman Šukhevic, aveva immediatamente denunciato l'Atto, affermando che la condanna del patto “Molotov-Ribbentrop” fosse vantaggiosa solo per la Polonia. Perché? Condannando il patto sovietico-tedesco, si condanna anche tutto ciò che esso aveva dato all'Ucraina: Galizia, L'vov, Ternopol, Ivano-Frankovsk. All'ultimo momento, anche in Lituania si erano resi conto che la sottoscrizione di quell'Atto significava censurare il passaggio al paese della sua attuale capitale, Vilnius; così che anche il Sejm lituano si era sottratto al voto.
Il para-storico revisionista Mark Solonin, scrive Maksimov, sostiene che tutto ciò che la Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia ricevette dopo la guerra, non ha nulla a che vedere con il patto “Molotov-Ribbentrop”, ma è il risultato delle conferenze di Jalta e di Potsdam, in cui Stalin e Molotov negoziarono il confine occidentale della Bielorussia sovietica, avendo la meglio sulla accanita resistenza di Churchill.
Note
[1] Nel libro “Savage Continent. Europe in the Aftermath of World War II”, lo storico britannico Keith Lowe scrive che “Senza dubbio, dopo la guerra, la Polonia era il paese più pericoloso per gli ebrei. Almeno 500 ebrei furono uccisi dai polacchi nel periodo compreso tra la capitolazione della Germania e l'estate del 1946; la maggior parte degli storici cita in genere la cifra di circa 1.500 persone. Probabilmente è impossibile saperlo con certezza, poiché singoli casi venivano segnalati di rado e ancor meno registrati, anche se si concludevano con omicidi. Gli ebrei venivano buttati giù dai treni, derubati dei loro averi, portati nei boschi e fucilati. Si spedivano lettere per intimar loro di andarsene, se non volevano essere uccisi". Il più noto e forse il più brutale pogròm verificatosi in Polonia nel dopoguerra, avvenne nella città di Kielce, nella Polonia centro meridionale. Prima della guerra, vi vivevano circa 20.000 ebrei; dopo, meno di 200, sopravvissuti ai lager nazisti. Il pogròm cominciò la mattina del 4 luglio del 1946, dopo che un bambino di otto anni aveva falsamente accusato un ebreo del proprio rapimento e della sua detenzione nel seminterrato del locale Comitato ebraico. Assaltato l'edificio del Comitato, le persone che polizia e soldati vi avevano trovato, vennero gettate in pasto alla folla di uomini e donne che, a quanto si dice, urlavano “morte agli ebrei” o “finiamo il lavoro di Hitler”. Alcune decine di ebrei furono eliminati con spranghe di ferro, altri lapidati, ad altri ancora spararono polizia e soldati. Tra gli uccisi, donne incinte o con bambini piccoli; tre soldati ebrei decorati e anche alcuni polacchi, scambiati per ebrei. Nei diversi assalti, si contarono oltre settanta vittime. Secondo rubaltic.ru, il pogròm di Kielce dette il via all'emigrazione in massa degli ebrei dalla Polonia: a metà anni '60, ne rimaneva meno del 1% rispetto al periodo prebellico. [2] “URSS-Germania. 1932-1941” - Bollettino dell'Archivio del Presidente della FR; pag. 271; Moskva, “IstLit” 2019 [3] Comunità degli stati Indipendenti – in russo SNG: Sodruzhestvo Nezavisimykh Gosudarstv – fu creata l'8 dicembre 1991 dai presidenti di Russia, Bielorussia e Ucraina, Boris Eltsin, Stanislav Šuškevic e Leonid Kravchuk, subito dopo aver liquidato a tavolino l'URSS, nel famigerato complotto cosiddetto della Belovežeskaja Pušcha. Formalmente, oggi ne fanno parte Azerbajdzhan, Armenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizija, Moldavia, Russia, Tadzhikistan e Uzbekistan. [4] https://tsargrad.tv/articles/komu-nuzhno-chtoby-russkie-kajalis-za-vtoruju-mirovuju-vojnu_234471 [5] Tra i lavori di Natalia Narochnitskaja, storica, politologa, ex Deputata della Duma russa, anche l'opera “Partitura della Seconda mondiale. Chi e quando cominciò la guerra?” (Vienna, 2009), scritta insieme al defunto Valentin Falin, ex diplomatico, membro del CC del PCUS, deputato del Soviet Supremo dell'URSS. [6] “La coalizione anti-hitleriana. 1939. Cronaca di un fallimento”; cit. pagg.266-292. Secondo lo storico Egor Jakovlev, importante non è tanto sapere se i “protocolli segreti” allegati al patto “Molotov-Ribbentrop” esistessero veramente oppure no. Importante è, in ogni caso, il loro contenuto, e questo, stando alla loro versione ufficiale, non va al di là di un semplice riconoscimento di sfere di interessi. Ora, dice Jakovlev, in cosa consistevano tali “sfere di interessi”? Esse rappresentavano le medesime condizioni che l'URSS aveva chiesto anche a Gran Bretagna e Francia (e che esse non le avevano accordato) per la difesa dei confini sovietici. In sostanza, Mosca aveva necessità di bloccare ogni possibile accesso a potenziali nemici che attaccassero da nordovest (e, dunque, bloccare i possibili accessi all'URSS da Finlandia e Paesi baltici), da ovest (Polonia) e da sudovest (Romania e più specificamente Bessarabia, il cui inglobamento da parte di Bucarest nel 1919 l'URSS non aveva mai riconosciuto). Mosca richiedeva da sempre tali garanzie, afferma Jakovlev, e Stalin, quando fallirono i negoziati con Londra e Parigi, le espose a Ribbentrop quale precondizione imprescindibile per avviare qualsiasi trattativa. [7] “La coalizione anti-hitleriana”; cit. pagg.74-80 [8] Nome della riva destra del Dnepr negli anni 1660-1793. https://ru.wikipedia.org/wiki/?????????????_??????? [9] “La coalizione anti-hitleriana”, cit., pag. 50 [10] “La coalizione anti-hitleriana”, cit., pagg. 53-62 [12] Per chi conosce il russo: è possibile scaricare il libro su https://disk.yandex.ru/i/r009OMrztro-BQ [13] Vedi infra Fine agosto 1939. vittorie diplomatiche e militari dell'URSS, tra i brani che L'Antidiplomatico pubblicherà il prossimo l'8 maggio [14] “Verso il 2030 la Polonia dominerà su Bielorussia e Ucraina, mentre la Russia si sgretolerà in tanti “principati”... Verso il 2045 la Polonia riunirà intorno a sé Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania e stabilirà un protettorato su Slovenia e Croazia. Così, per la metà di questo secolo, l'Europa sbalordita scorgerà sulla propria carta un nuovo impero, la Rec Pospolita, come nel XVII secolo, da mare a mare” (George Friedman, co-fondatore della “StratFor”-Strategic Forecasting) [15] Bats'ka in bielorusso, bat'ko in ucraino (il più celebre è forse l'anarchico ucraino bat'ko Makhno), bat'ka in russo (abbastanza volgare). Il significato è lo stesso: padre, papà, babbo, ma con alcune sfumature stilistiche nelle diverse lingue slave. In una famiglia russofona, di città, con tasso culturale abbastanza elevato, quasi sicuramente l'appellativo verrà usato solo in senso ironico, a parodia di persone poco istruite o antiquate; la parola bat'ka in russo è di uso quasi solo contadino, rustico, ed è anche invecchiata. In bielorusso l'uso quotidiano è più frequente, anche se nelle famiglie della intellighentsia si usa sempre meno; così pure in ucraino. Il cliché di "bats'ka” fu appioppato a Lukašenko già all'inizio del suo primo mandato presidenziale. Si trattava di un epiteto popolare, per sottolineare che era abbastanza rustico, quasi contadinesco, poco colto e poco civilizzato nel parlare e anche un po' despota (come, in fin dei conti, era anche l'ucraino bat'ko Makhno) e pretende inoltre al ruolo di "padre della nazione". (Per l'illustrazione di questo termine, altrimenti di problematica traduzione letterale in italiano, ringrazio l'amico Aleksej Tekhnenko di Mosca. fp) [16] La questione di Katyn' non può ovviamente trovare illustrazione, nemmeno sintetica, nello spazio di una nota. È il caso dunque, a smentire il goebbelsiano “crimine sovietico”, di limitarsi a ricordare i principali rimandi disponibili in lingua italiana, quali la riproposizione del contributo di Ella Rule (https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2010/04/chi-ha-commesso-il-massacro-di-katyn.html) e il circostanziato compendio redatto da Grover Furr, pubblicato in italiano su vari siti web (uno è http://noicomunisti.blogspot.com/2014/03/la-versione-ufficiale-del-massacro-di_430.html).
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Inviato da: Mr.Loto
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Inviato da: Mr.Loto
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