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Venezia 77, Leone d'oro è 'Nomadland'. Miglior attore è Favino, Castellitto premiato per la sceneggiatura da repubblica

Post n°15811 pubblicato il 30 Settembre 2020 da Ladridicinema
 

dalla nostra inviata CHIARA UGOLINI(agf)
Assegnati i premi della settantasettesima edizione della Mostra, sotto la giuria di Cate Blanchett: il premio più importante va a una donna, Chloé Zhao
Alla fine il Leone d'oro è femmina e arriva su Zoom. Nell'edizione della Mostra postcovid le emozioni dal vivo sono assicurate dalla presenza di molti premiati, ma la vincitrice assoluta dell'edizione si collega da Pasadena insieme alla sua protagonista e produttrice Frances McDormand. Il Leone d'oro è Nomadland della regista cinese, trasferita a quindici anni negli Usa, Chloé Zhao, un film intenso che racconta il mondo dei nomadi, viaggiatori per scelta o per necessità che sui loro camper o van attrezzati, attraversano il Paese. In un video, girato con alle spalle il camioncino che le ha accompagnate nel film, McDormand ha detto: "Ovviamente non siamo insieme, vi salutiamo qui da Pasadena, e vogliamo ringraziarvi da parte di tutto il nostro team, dai nostri compagni per questo Leone" e ruggisce, in coppia con la regista aggiunge: "Ci vediamo sulla strada".

Protagonista è Frances McDormand che interpreta Fern, che dopo la morte del marito e lo spopolamento della cittadina rurale dove aveva vissuto per tanti anni causa la chiusura della cava, vero motore dell'economia locale inizia un lungo viaggio dove farà l'incontro di tante persone diverse attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano. Era dal 2010 (l'anno di Sofia Coppola con Somewhere) che una donna regista non conquistava il maggior premio e in questa edizione con otto registe in concorso su 18 e con Cate Blanchett presidente di giuria l'impresa si è replicata, da qui potrebbe cominciare la corsa verso gli Oscar: se fosse nominata sarebbe la prima regista asiatica candidata per la regia.


L'Italia vince due volte, prima con Pietro Castellitto, regista esordiente per I predatori come premio per la miglior sceneggiatura nella sezione Orizzonti e poi con Pierfrancesco Favino, attore (e produttore) di Padrenostro (in sala il 24 settembre) in cui è l'alter ego del padre del regista, Claudio Noce, che si è ispirato all'attentato subito da suo padre, il vicequestore Alfonso Noce negli Anni di piombo. "Stavo passando il mio sabato come faccio solitamente, vestito da uomo del Seicento tirando di spada (il riferimento è al film di Veronesi che sta girando, seguito dei Moschettieri, ndr) e invece mi avete fatto la più bella sorpresa della mia vita - ha detto Favino - Ringrazio Claudio Noce che si è fidato dell'uomo più che dell'attore e mi ha chiesto di custodire il suo affetto più grande, e grazie al giovane Mattia Garaci. Il premio è suo come di tutti quelli che hanno lavorato a questo film. Un maestro mi ha detto che quando si gira un film è come creare una stella, e voglio dedicare questo premio a tutte le stelle, ai milioni di schermi che accoglieranno le stelle e agli occhi che brilleranno nel buio".

Emozionatissimo il ventottenne attore e regista Pietro Castellitto ha detto sul palco: "Soltanto gli infami e i traditori sono bravi nei ringraziamenti" e ha ringraziato produttore, distributori, Biennale, la giuria "e la mia famiglia che mi ha insegnato a essere sincero con me stesso. Dedico il premio a chi non la pensa come me perché solo legittimando l'altro si può avere uno scambio. La competizione è con la storia, non con il nostro tempo". Il film racconta dell'incontro-scontro tra due famiglie, i Pavone e i Vismara, proletari neofascisti i primi e borghesi e intellettuali, gli altri, entrambi impegnati a farsi strada con ogni mezzo nella giungla romana.

La cerimonia, condotta ancora dalla madrina Anna Foglietta, si era aperta con un doppio contributo: la poesia nove marzo duemilaventi che ha emozionato durante il lockdown letta dalla drammaturga Mariangela Gualtieri e Diodato, che dopo aver conquistato Sanremo e il David, incanta il pubblico anche nella Sala Grande del Palazzo del cinema, voce e chitarra, con la sua Adesso col violinista D'Erasmo sulle immagini in bianco e nero della Mostra. "Tutti avevamo solo un pensiero, arrivare a questa serata - ha detto Anna Foglietta commuovendosi - e ora sono veramente emozionata perché ce l'abbiamo fatta. Abbiamo fatto la storia. Centinaia di ragazzi si sono ritrovati al cinema, altri si sono commossi dietro la mascherina, come rimanere indifferente di fronte all'applauso alla fine del film? Ci vogliamo fare una promessa: trovare un luogo segreto tra la testa e il cuore dove mettere il ricordo di questa edizione".


Miglior attrice è Vanessa Kirby, l'attrice inglese che era in corsa con due ruoli: la madre dolente di Pieces of a woman dell'ungherese Kornél Mundruczó, e la donna innamorata di The World to come, storia d'amore tra due donne nell'America rurale dell'Ottocento firmata dalla regista norvegese Mona Fastvold. Ma la Coppa è andata per il film ungherese. "Quante performance femminili interessanti c'erano quest'anno - ha commentato Blanchett - ma noi dovevamo sceglierne una" e la performance è quella in Pieces of a woman. Miglior regista è Kiyoshi Kurosawa, regista di Moglie di una spia ambientato nel Giappone degli anni Quaranta.


Il Leone d'argento è andato al film distopico messicano Nuevo Orden di Michel Franco. Che racconta una società dove nel bel mezzo del matrimonio di una rampolla di buona famiglia esplode una rivoluzione popolare violentissima che finisce repressa in un colpo di stato militare. "Ho scritto il film sei anni fa ma non avrei immaginato che sarebbe stato più vicino alla realtà che alla fantasia. Questa storia  mostra che c'è molto che deve essere aggiustato, ho fatto il film per far sì che non si arrivi a una situazione così. Spero che il cambiamento sia possibile, credo ancora nel futuro, il festival è un ottimo esempio".

Il premio Marcello Mastroianni dedicato a un talento esordiente è andato al ragazzino Rouhollah Zamani protagonista del film iraniano Sun Children, storia di un gruppo di ragazzini disagiati che si ritroverà in una speciale caccia al tesoro. Un premio speciale della giuria è andato a Dorogie Tovarischi! (Cari compagni) del regista russo Andrei Konchalovsky, un racconto in bianco e nero del massacro avvenuto a Novocherkassk, il 2 giugno del 1962 di cui si è saputo solo trent'anni dopo. Miglior sceneggiatura è stata decretata quella del film The disciple del regista indiano Chaitanya Tamhane storia di un uomo che ha dedicato tutta la vita alla musica classica indiana.


Il Leone d'oro del futuro - Luigi De Laurentiis, dedicato ai registi esordienti, va alla regista portoghese Anna Rocha de Sousa per il film Listen, presentato in Orizzonti, che quasi non è riuscita a ringraziare per i singhiozzi che le hanno rotto il fiato. "Grazie che non avete mollato con questo festival, dedicato a tutte le famiglie che attraversano momenti difficili".  Nella sezione Orizzonti è stato premiato anche Yahya Mahayni come miglior attore per The man who sold his skin di Kaouther Ben Hania, migliore attrice Khansa Batma per Zanksa contact di Ismaël El Iraki, mentre il Gran Premio della giuria è andato ancora ad Anna Rocha de Sousa. Quello per la miglior regia è andato al regista filippino Lav Diaz per il suo Lahi, Hayop, mentre il miglior film è l'iraniano The Wasteland di Ahmad Bahrami.

 
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