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La ruota delle meraviglie da bestmovie

Post n°14144 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

La ruota delle meraviglie: l’omaggio di Woody Allen al grande teatro americano è un gioiello per spettatori appassionati. La recensione
La ruota delle meraviglie: l’omaggio di Woody Allen al grande teatro americano è un gioiello per spettatori appassionati. La recensione

Un giostraio dal cuore buono, una ex attrice infedele, un bagnino affascinante e una pupa in fuga da un gangster. A mezza via tra cinema e palcoscenico, il regista americano scopre un’ispirazione nuova e vecchia al contempo

di Giorgio Viaro 06/12/201
Uno sguardo dalla ruota panoramica, avrebbe potuto chiamalo così il suo film Woody Allen per quanto è forte il legame con il teatro americano – Eugene O’Neill, Tennessee Williams e Arthur Miller in particolare. Quasi tutta la storia si svolge nella casa di Humpty (Jim Belushi), un giostraio di Coney Island, sposato con Ginny (Kate Winslet), un’ex-attrice frustrata e innamorata del bagnino Mickey (Justin Timberlake), che a sua volta aspira a diventare drammaturgo. Amore ricambiato almeno fino a che non entra in scena Carolina (Juno Temple), figlia di Humpty da un precedente matrimonio e pupa di un gangster di New York, dal quale è scappata dopo averlo denunciato alle autorità.

Allen ha sempre definito la sua cultura “a macchia di leopardo”, nel senso che è preparatissimo su certe cose che ama e per nulla su altre, e La ruota delle meraviglie rispecchia bene questa immagine. Per chi ama il teatro è come vedere dei personaggi di Miller finire sul palco di un dramma di Williams (o viceversa, fate voi), ma con i tempi comici di Allen che fanno capolino qua e là, il suo cinema più riconoscibile appena dagli interni si esce in esterni, e una singola trovata sopra le righe – quella del bambino piromane – che è al 100% farina della sua ispirazione più pura (senza considerare l’importanza di Coney Island nella sua filmografia, basta pensare a Io e Annie).

In questo senso il film per lo spettatore è facile o difficilissimo a seconda delle passioni e dell’umore, ci sono molte parole dentro un contesto che è chiaro fin da subito, la storia ha la strada tracciata e tutto si riduce (ma “riduce” per modo di dire, c’è molta grandezza nel film) ai personaggi e al posto in cui vivono, che in questo caso rappresentano una cultura, un linguaggio, un immaginario. È enorme il piacere nel vedere la più grande attrice della sua generazione, cioè Kate Winslet, fare questo, cinema e teatro assieme, senza che sia mai completamente l’una o l’altra cosa, una specie di territorio ambiguo che non è palco e non è pellicola, illuminato con la stessa magniloquente incertezza da Vittorio Storaro.

Per questo la ruota del titolo è il simbolo esatto del film, perché più che un oggetto di scena è la scena stessa, la parte di mondo dipinta sul legno dei fondali, circondata dalle quinte, quella che si illumina dietro le finestre di cartapesta e ti invita a immaginare.

Per finire: è confortante scoprire come l’ispirazione di Woody Allen, proprio attraverso la collaborazione con Storaro e l’adozione del digitale, abbia subito una sterzata, si sia rimessa in movimento: Wonder Wheel non assomiglia troppo a niente della sua lunghissima carriera, e c’è dentro un calore senza tempo, un patrimonio di immagini e sentimenti, che assomiglia a un’eredità.

 

Foto: © Bir Film/Bioscop/Digicine/Magic Box/Mars Distribution/Mongrel Media/Odeon/Paradiso Entertainment/Warner Bros. /Amazon Studios/Cinetel

 
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Seven Sisters

Post n°14143 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema

Titolo originale: What Happened to Monday

 

Seven Sisters è un film di genere fantascienza, thriller del 2017, diretto da Tommy Wirkola, con Noomi Rapace e Willem Dafoe. Uscita al cinema il 30 novembre 2017. Durata 124 minuti. Distribuito da Koch Media.

Poster
TRAMA SEVEN SISTERS:

Seven Sisters (What Happened to Monday) dipinge un futuro orwelliano non lontano, popolato da figli unici e regolato da rigide imposizioni governative. 
Siamo nel nel 2073, un futuro non troppo lontano, in un mondo post-apocalittico in cui catastrofi meteorologiche, sovrappopolazione e scarsità di risorse stanno devastando il pianeta. Tensioni civili e politiche, guerre e profughi hanno cambiato il volto del mondo Una legge centrale, varata per arginare la crescita incontrollata della popolazione, permette alle famiglie il concepimento di un solo figlio per nucleo. La regola è stat istituita dal Bureau per il Controllo delle nascite, diretto dalla Dott.sa Cayman (Glenn Close) che impone l'ibernazione dei figli in eccesso. 
In questo contesto austero e limitato, sette sorelle gemelle, la cui madre è morta durante il parto, lottano per vivere un'esistenza normale fingendo di essere tutte la stessa persona (una ragazza di nome Karen Settman), e alternandosi nei suoi panni nel mondo esterno per qualche ora a settimana. Alle piccole Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica (tutte interpretate da Noomi Rapace), allevate dal nonno (Willem Dafoe), è permesso uscire di casa soltanto nel giorno corrispondente al proprio nome, con il divieto assoluto di rivelare il segreto della loro famiglia. Nascoste per sei giorni a settimana, camuffate nelle ore concesse all'esterno, crescono senz'altra compagnia che quella del nonno e delle sorelle, fino a quando una di loro, Lunedì per l'appunto, non sparisce nel nulla. Toccherà alle altre investigare sulla scomparsa della maggiore, anche se questo significa uscire al di fuori del giorno stabilito

Seven Sisters: Un'attrice, sette sorelle per i sette giorni della settimana, ognuna con il suo carattere, i suoi pregi e i suoi difetti: 
Lunedì è estremamente intelligente, sofisticata, elegante, forte, calma, ambiziosa e motivata. A lei spetta affrontare il giorno peggiore della settimana ed è colei che più fedelmente rappresenta Karen Settman. 
Martedì fuma spinelli, è alla mano e un po' new age. 
Mercoledì è atletica, esuberante, forte, sicura di sé, grintosa e una grande sportiva. 
Giovedì è la ribelle del gruppo. Sogna la libertà, ma ama profondamente le sue sorelle e diventa la leader. 
Venerdì è introversa, un piccolo genio della tecnologia, della matematica e della scienza. È la mente che sta dietro tutto. 
Sabato è estroversa, festaiola, simpatica, impertinente e, ovviamente, non ha mai dovuto lavorare un giorno in vita sua. 
Domenica è gentile, comprensiva e religiosa.

  • MUSICHEChristin Wibe
  • PRODUZIONE: Nexus Factory, Raffaella Productions, SND

 
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Seven sisters

Post n°14142 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Suburbicon

Post n°14141 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Suburbicon

Post n°14140 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Suburbicon è un film di genere commedia del 2017, diretto da George Clooney, con Matt Damon e Julianne Moore. Uscita al cinema il 06 dicembre 2017. Durata 105 minuti. Distribuito da 01 Distribution.

Poster

Suburbicon, la black comedy diretta da George Clooney da una vecchia storia dei fratelli Coen, nasconde sotto l'apparenza idilliaca un'implacabile ferocia, dipingendo il meglio e il peggio dell'umanità nelle azioni della gente comune. Il film è lo specchio ideale di un gioioso sobborgo californiano degli anni 50, fatto di casette allineate, giardini curati, gonne a ruota, occhialoni e colletti abbottonati, quasi quanto i suoi impeccabili abitanti. 
Il più abbottonato di tutti è il protagonista Gardner Lodge (Matt Damon), uomo di specchiata virtù che abita insieme alla sua famiglia in una delle villette pastello costruite con lo stampino. La sua pacifica esistenza viene stravolta da una brutale violazione di domicilio, sarà allora che, riscontrando la stessa lentezza e placidità nelle attività investigative, deciderà di farsi giustizia da solo. L'uomo perbene, consumato dal ricatto e dalla vendetta, è il primo a svelare la maschera di conformismo e ipocrisia che nasconde le meschinità della periferia e della natura umana. Nel cast anche Julianne Moore e Oscar Isaac

Il film nasce nel 1986 come sceneggiatura di Ethan e Joel Coen e diventa nel 2005 un film da affidare a Clooney regista e attore. 
Nel 2015 George decide di uscire dal cast, chiamando al suo posto, nel ruolo del protagonista, Matt Damon e invertendo la tendenza ad apparire, in parti più o meno significative, nelle sue stesse opere. 
Al copione dei talentuosi fratelli (dai quali è stato diretto in Fratello, dove sei? Burn After Reading e Ave, Cesare!) l'autore di Good Night, and Good Luck fa contribuire il suo fido collaboratore Grant Heslow e chiama a recitare Julianne Moore, Oscar Isaac e Woody Harrelson, che però esce subito di scena. Arrivano quindi Glenn Fleshler, il piccolo Noah Jupe e una serie di altri interpreti e si comincia a girare.



Presentato in concorso al 74esimo Festival di Venezia, Suburbicon è sì una dark comedy e un'incursione nei Fifties - "culla" di un sogno americano dai colori pastello - ma, come ogni film di Clooney, ha una forte connotazione politica. Nella sua condanna dell'intolleranza e del razzismo molti hanno visto una critica agli Stati Uniti di Donald Trump, e in effetti il regista ha pensato alla campagna elettorale del Presidente e al suo atteggiamento verso messicani e musulmani, come ha spiegato in più di un'intervista. La più importante ispirazione arriva però dalla triste storia di William e Daisy Meyer, coppia afroamericana che nel 1957 traslocò a Levittown, in Pennsylvania, scatenando le proteste della comunità bianca. Su di loro sono ricalcati (e si chiamano come loro) i personaggi della mamma e del papà di colore che diventano i vicini di casa dei Gardner e che subiscono attacchi sempre più violenti. 
Ecco, se c'è una parola che si associa bene con Suburbicon, è "escalation". Via via che la vicenda va avanti, infatti, il cinismo aumenta, togliendo spazio alla comicità, la cattiveria si impone e la crudeltà si scatena. 
Proprio questa "progressione" è l'elemento che ha appassionato al progetto Julianne Moore, attratta da una storia "sempre più dark e alla fine nerissima e costellata di gente brutta che fa cose brutte". 
Quanto a Matt Damon, che dopo un intenso periodo di lavoro intendeva fermarsi, non ha potuto dire di no al film per due ragioni: il ruolo gli sembrava divertentissimo e, dopo aver condiviso con l'amico George 7 set, semplicemente non poteva rifiutare la sua proposta di entrare nel cast di Suburbicon, anche perché, invece di girare ad Atlanta, come inizialmente previsto, Clooney aveva stabilito di effettuare le riprese a Los Angeles.

 

Presentato in Concorso al Festival di Venezia 2017.

FRASI CELEBRI:

 

Dal Trailer Italiano di Suburbicon:

Roger (Oscar Isaac): Se fai questo lavoro da tanto tempo sviluppi un fiuto per le cose losche, hanno un vago aroma... ma questo non ce l'ha quel vago aroma. 
Margaret/Rose (Julianne Moore): Grazie al cielo, direi. 
Roger: No, ha un vero fetore. 

Roger: Sciocchezze del genere poi tornano a perseguitarla... se l'avete uccisa voi. 

Due abitanti di Suburbicon: Questo è un posto sicuro? 
Lo era... 

Narratore: Benvenuti a Suburbicon, città meravigliosa ed entusiasmante. È stata costruita con la promessa di prosperità per tutti. Non pensi sia ora di un nuovo inizio? 

Gardner (Matt Damon) a Margaret/Rose: Va tutto a rotoli, Maggie. 

Narratore: Vieni a casa, vieni a Suburbicon!

 

  • MUSICHEAlexandre Desplat
  • PRODUZIONE: Black Bear Pictures, Silver Pictures, Smokehouse Pictures

 
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L'insulto

Post n°14139 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Il premio

Post n°14138 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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L'insulto

Post n°14137 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Titolo originale: L'insulte

L'insulto è un film di genere drammatico del 2017, diretto da Ziad Doueiri, con Adel Karam e Kamel El Basha. Uscita al cinema il 06 dicembre 2017. Durata 110 minuti. Distribuito da Lucky Red.

Poster

Un litigio nato da un banale incidente porta in tribunale Toni e Yasser. La semplice questione privata tra i due si trasforma in un conflitto di proporzioni incredibili, diventando a poco a poco un caso nazionale, un regolamento di conti tra culture e religioni diverse con colpi di scena inaspettati. Toni, infatti, è un libanese cristiano e Yasser un palestinese. Al processo, oltre agli avvocati e ai familiari, si schierano due fazioni opposte di un paese che riscopre in quell'occasione ferite mai curate e rivelazioni scioccanti, facendo riaffiorare così un passato che è sempre presente.

 

Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile a Kamel El Basha al Festival di Venezia 2017.


  • PRODUZIONE: Rouge International, Tessalit Productions, Ezekiel Films, Scope Pictures, Douri Films

 
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Dopo l’incontro con il Presidente Grasso, al via la discussione in Aula

Post n°14136 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema

 

 

Filomena Gallo, Mina Welby e Carlo Troilo consegnano 27mila firme sul BioTestamento al Presidente del Senato Grasso
Dopo l’incontro con il Presidente del Senato Pietro Grasso, al via la discussione in AulaIl segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, la copresidente Mina Welby e il consigliere generale Carlo Troilo hanno incontrato questa mattina il Presidente del Senato, Pietro Grasso, per consegnargli le oltre 27mila firme raccolte in calce all’appello di Dj Fabo per un’immediata approvazione senza modifiche  della legge sul biotestamento.

Queste firme si vanno a sommare alle oltre 121mila firme raccolte sotto la più generale proposta di legge popolare depositata nel settembre 2013, alle oltre 158mila sottoscrizioni dell’appello lanciato da Mina Welby, così come all’appello dei senatori a vita e a quello dei quasi 90 sindaci italiani e 2 presidenti di regione.

Tutti gli appelli citati hanno un unico obiettivo: l’immediata discussione della legge sul BioTestamento.

Il Presidente Grasso ha confermato a Gallo, Welby e Troilo il suo impegno per la calendarizzazione della legge sul testamento biologico e anche la trattazione in Aula già a partire da questa settimana. Le cose sono andate meglio del previsto: la legge è in discussione in aula già da questo pomeriggio.

I dirigenti dell’Associazione, che è stata la promotrice e la più attiva sostenitrice della legge, hanno ringraziato il Presidente Grasso, auspicando l’approvazione di queste norme di civiltà di cui in tutto l’Occidente solo l’Italia e l’Irlanda sono prive; una legge grazie alla quale si potrà contribuire ad evitare vicende drammatiche come quelle di Welby ed Englaro e di tanti altri.

 
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Venezuela. Anche Il Sole 24 Ore smentisce le fake news di Repubblica sul default da antidiplomatico

Post n°14135 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Venezuela. Anche Il Sole 24 Ore smentisce le fake news di Repubblica sul default
 
Ricorderete tutti i titoloni sparati dal mainstream sul presunto default del Venezuela. Una notizia senza alcun fondamento, prontamente smentita da l’AntiDiplomatico

di Fabrizio Verde
 

L’autocitazione non è elegante, ma diviene doverosa quando attraverso un’operazione di grossolana mistificazione della realtà siamo stati gettati nel calderone dei creatori di bufale, o fake news, per utilizzare la terminologia più in voga in questo momento. 

 

Ricorderete tutti i titoloni sparati dal mainstream sul presunto default del Venezuela. Una notizia senza alcun fondamento, prontamente smentita da l’AntiDiplomatico. Come sempre avviene quando vi sono in ballo questioni venezuelane. Ci sia concessa questa sorta di autocelebrazione del nostro lavoro. 

 

Passiamo adesso in rassegna alcuni titoli per capire meglio come veniva definita la situazione economica del Venezuela a metà novembre. La Repubblica - a proposito di fake news - il 14 novembre titola: «Venezuela a un passo dal default». Rincarando la dose il giorno successivo:  «Il Venezuela di Maduro a un passo dal default». 

Anche Il Sole 24 Ore, il 14 novembre, scriveva: «Il Venezuela in default mette nei guai anche gli Usa». Seguito a ruota da Il Giornale che afferma sicuro: «Il Venezuela sta fallendo, il default questione di giorni». 

 

Il quotidiano della Confindustria invece quest’oggi, bontà sua, ci informa che la situazione è ben diversa da quella descritta da circuito informativo mainstream. Con il paradosso che Il Sole stesso arriva a smentirsi. Nell’articolo odierno si legge: «Il Venezuela finora ha onorato i suoi debiti, regolarmente arrivati presso Clearstream, una delle stanze di compensazione finanziaria con sede a Lussemburgo. Clearstream ha ricevuto da Caracas i 20 milioni di dollari versati da PDVSA, obbligazioni con scadenza 2019 e 2024, ma non li ha ‘girati’ agli obbligazionisti. Quindi il governo di Maduro non è caduto in default. Ma agli obbligazionisti non è arrivato nulla. In altre parole alcuni fondi americani avrebbero invitato le stanze di compensazione a bloccare la distribuzione ai clienti». 

 

Il meccanismo utilizzato contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela viene poi denunciato anche dal ministro per il Petrolio, Manuel Quevedo, intervistato da Il Sole 24 Ore: «Ogni volta che c’è stata una scadenza abbiamo subito reso disponibile il denaro. Ma tutte le volte che si avvicina la data, allora comincia la cospirazione per far si che i pagamenti siano ritardati, comincia tutto un maneggio per far vedere che noi non stiamo pagando puntualmente».

Il dirigente venezuelano infine assicura: «Noi abbiamo disponibilità di risorse, flussi di cassa sufficienti e produzione per pagare». 

 

Ecco invece cosa scriveva l’AntiDiplomatico sulla questione per smentire proprio chi ci accusa di propalare fake news: «I titoli sono ad effetto. ‘Il Venezuela è in default’, gridano. Una circostanza che andrebbe a corroborare le montagne di fake news propalate da anni. Da lungo tempo, infatti, il circuito informativo mainstream si affanna nel voler dimostrare che il sistema economico socialista del Venezuela sarebbe in realtà insostenibile. Che l’unica strada praticabile da percorrere, volenti o nolenti, è quella del neoliberismo. Con il suo inevitabile corollario di fame e miseria crescente. 


Leggi: «Venezuela in default», una notizia costruita a fini politici

Possiamo fidarci degli annunci dati dai soliti noti della stampa mainstream in servizio perenne contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela? La risposta è no».

 

Citando inoltre quanto affermato dall’analista internazionale Francisco González che ai microfoni di RT, spiegava come si trattasse esclusivamente di «default medianico». Con i media mainstream impegnati a diffondere questa fake news per «generare paura tra gli investitori privati».In maniera tale da impedire l’acquisto di obbligazioni e frenare gli investimenti in Venezuela. 

 

Fu sempre l’AntiDiplomatico a denunciare nell’articolo intitolato ‘Guerra economica: Euroclear blocca fondi venezuelani per l’acquisto di alimenti e medicinali’, come questi organismi di compensazione finanziaria agiscano sullo scacchiere geopolitico su ordine di Washington per ostacolare quei paesi come il Venezuela che sono in contrasto con le politiche di aggressione degli Stati Uniti.

Antonio Gramsci diceva che la storia insegna ma non ha scolari. Siamo sicuri che questi media torneranno a propalare fake news sulla questione venezuelana così come fanno da anni. Nonostante le diffamazioni, noi continueremo a smontare le loro bufale punto su punto.   

 
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Il premio

Post n°14134 pubblicato il 07 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Il Premio è un film di genere commedia del 2017, diretto da Alessandro Gassmann, con Gigi Proietti e Alessandro Gassmann. Uscita al cinema il 06 dicembre 2017. Durata 100 minuti. Distribuito da Vision Distribution.

Poster

Il terrore dell'aereo e la prospettiva di un volo cadenzato da scossoni e turbolenze, convincono Giovanni Passamonte (Gigi Proietti) incensato scrittore di fama internazionale, a intraprendere un lungo viaggio in auto fino in Svezia. Destinazione: Stoccolma, Sala dei concerti, per la cerimonia di consegna dei premi Nobel. Insignito dell'ambito Premio per la letteratura, Passamonte convince il fidato assistente Rinaldo (Rocco Papaleo) a raggiungere la penisola scandinava prendendo l'autostrada. I due si ritrovano inaspettatamente a condividere l'abitacolo con i figli del vecchio scrittore, entrambi in cerca di una svolta: Oreste (Alessandro Gassmann) ex olimpionico e proprietario di una palestra in fallimento, e Lucrezia (Anna Foglietta) blogger nevrotica e inconcludente. Ogni tappa del viaggio diventa pretesto per guardare ad antiche dinamiche familiari, mettere in discussione le proprie certezze e conoscersi veramente.

  • PRODUZIONE: MG Italian International Film

 
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Film nella sale da domani

Post n°14133 pubblicato il 06 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

 
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Dickens l’uomo che inventò il Natale – Oltre la storia da hotcorn

Post n°14132 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Quando una storia è buona rimane nel tempo, e spesso si ripete, si crea un sequel, si fa un remake, ci si ispira. Oppure? Si cerca oltre la storia. Questo è il caso di “Dickens l’uomo che inventò il natale”. Un film che parte delle origini del libro, dalla sua creazione. Chi l’ha scritto? Ma soprattutto, che cosa ha spinto l’autore a farlo?

E così torniamo indietro nel tempo, fino ad un giovane Dickens in cerca di ispirazione. La storia è un adattamento del libro Les Standiford. Ciò che scopriamo tra i fotogrammi è che dietro ad ogni idea si nasconde un uomo che cerca di dirci qualcosa. Dickens stava attraversando una fase cruciale e critica della propria esistenza, i suoi ultimi tre libri furono un fallimento e venne rifiutato da tutte le case editrici. Ma il ragazzo non si diede per vinto e decise di scrivere un nuovo libro. Dickens grazie alle scrittura è riuscito a dare voce ai propri pensieri e a superare la crisi. E voi che cosa ne pensate? Proprio nelle difficoltà si trova l’ispirazione? A volte sì, altre volte non necessariamente, ma quello che la storia ci mostra è l’invito a fare di oggi il primo giorno del resto della nostra vita, valorizzandolo, dando il massimo.

Nel canto di Natale viene mostrato al protagonista il proprio futuro ed il passato, egli si rende conto di come la sua vita sia arida e desidera cambiarla, fortunatamente gli viene data la possibilità di farlo. Quello che Dickens ci invita a fare è di agire subito, impiegare tutte le nostre forze per rendere il nostro futuro esattamente come vogliamo che sia. E quale momento migliore dell’anno per farlo, se non a natale?

E voi vorreste cambiare qualcosa nella vostra vita? La maggior parte di voi risponderà di sì, qualcuno potrà ritenersi soddisfatto di quello che ha, ma su una cosa siamo tutti d’accordo: le storie di autorealizzazione ci piacciono e ci piaceranno sempre. Bene, questa è ambientata a natale e interpretata da un magistrale Dan Stevens, quindi che cosa aspettate?

 
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Giornalismo e fake news. Quando sono solo i 'bot russi' a informare sul nuovo golpe in Honduras da antidiplomatico

Post n°14131 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Giornalismo e fake news. Quando sono solo i 'bot russi' a informare sul nuovo golpe in Honduras
 
Cercate su Google Honduras.... e non troverete una riga sui cosiddetti liberi media sul golpe e i morti nelle strade 

Provate a fare quest'esperimento con noi.


Scrivete la parola Honduras su Google e capirete il livello del regime d'informazione dove viviamo.


Ma, prima di scriverlo, una premessa doverosa su quello che sta capitando nel paese già vittima nel 2009 del colpo di Stato contro il presidente Zelaya ordito dall'amministrazione Obama.

In Honduras si è votato domenica scorsa. Entrambi i principali candidati hanno proclamato vittoria. Salvador Nasralla della sinistra progressista raggruppata nell’Alleanza di Opposizione contro la dittatura e referente di Zelaya aveva dichiarato lunedì: «Sono il presidente dell’Honduras». Secondo i primi dati parziali forniti si trovava al 44,35% contro il 40,5 del presidente uscente Juan Orlando Hernandez. Dati poi improvvisamente cambiati il giorno dopo con il rappresentante del regime figlio del colpo di Stato a stelle e strisce che incredibilmente passato in vantaggio dello 0,2%.


Nasralla sin da subito denuncia tentativi di brogli compiuti con la complicità del Tribunale Supremo Elettorale e invita i propri sostenitori a raggiungere la capitale honduregna Tegucigalpa per protestare contro l’operazione in atto mirante a decretare in maniera surrettizia la vittoria di Hernandez. 


Infatti, dopo la comunicazione dei primi dati che davano Nasralla in vantaggio e con una tendenza ormai irreversibile a detta di numerosi esperti, il TSE blocca ogni comunicazione ufficiale. Gli osservatori internazionali vengono allontanati. E dopo ore di inspiegabile black-out arrivano nuovi risultati parziali con Hernandez di poco in testa. 


Ma il Tribunale supremo non ha mai annunciato i dati e nel paese è scoppiata la rivolta contro il nuovo tentativo di golpe della destra filo statunitense. Il governo ha emanato un decreto dal chiaro sapore golpista dove stabilisce che «le Forze Armate, sosterranno in maniera congiunta o separatamente, quando la situazione lo richiederà, l’azione della Polizia Nazionale» per «attuare i piani necessari per mantenere l&#

39;ordine e la sicurezza della Repubblica e garantire la esercizio dei diritti democratici». 


«Tutte le persone che saranno trovate fuori dell’orario di circolazione» saranno detenute e rimarranno «recluse». Questo è quanto stabilisce l’articolo 3 del governo. 


Insomma, un chiaro scivolamento verso lo Stato di polizia. Il tutto nell’assordante silenzio della comunità internazionale. 


Un silenzio voluto perché non stiamo parlando della spietata dittatura venezuelana, ma del ‘democratico Honduras’. La nazione centroamericana, adesso, rischia di sprofondare nel caos. 


Intanto a Tegucigalpa il popolo scende in piazza e parte immediata la repressione governativa: si contano già 3 morti, tra cui un bambino di appena 11 anni, numerosi feriti e arresti.


Stride il silenzio del segretario dell’Organizzazione degli Stati Americani, Luis Almagro, di solito sempre pronto nel denunciare fantomatiche violazioni dei diritti umani o brogli mai avvenuti in Venezuela. Evidentemente da Washington, chi tira i fili dell’ex ministro degli Esteri uruguayano fortemente criticato finanche dal suo vecchio compagno di partito Jose ‘Pepe’ Mujica, ha deciso che l’Honduras deve rimanere sotto il controllo di fatto degli Stati Uniti, che nell’area settentrionale del Centroamerica mantengono una forte presenza militare giustificandola con la lotta al narcotraffico. La verità è che si vuole impedire un riavvicinamento dell’Honduras con i governi progressisti della regione come avvenne quando Zelaya decise di unirsi ai paesi dell’ALBA-TCP.


Ecco ora potete completare la seconda parte dell'esperimento. Cercate su Google Honduras.... e non troverete una riga dai liberi media sul golpe e i morti nelle strade. Per essere informati su quello che sta accadendo nel paese centro americano collegatevi a qualche bot russo.

 
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Star Wars: Tutte le Anticipazioni sulla Nuova Trilogia da hotcorn

Post n°14130 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Rian Johnson, creatore della trilogia, ha rilasciato dichiarazioni molto interessanti sui nuovi film!

Manca pochissimo all’arrivo nella sale di Star Wars: Gli Ultimi Jedi e durante la promozione del film Rian Johnson, regista e sceneggiatore di questo capitolo, ha avuto modo di parlare anche della nuova trilogia di Star Wars.

Dopo il capitolo IX, che sarà firmato da J.J. Abrams, arriverà infatti una nuovissima trilogia con personaggi e luoghi del tutto inediti! Rian Johnson si occuperà di scrivere e dirigere il primo dei tre nuovi film ed è effettivamente lui che ha avuto l’idea di questo nuovo capitolo della storia di Star Wars:

Stavamo semplicemente parlando di quello che avremmo potuto fare e ho pensato ‘Quello che per me sarebbe particolarmente interessante è…’. E l’ho semplicemente detto, non era un pitch dettagliato, si trattava semplicemente di ‘Una nuova trilogia. Tre film, una storia. Nuovi personaggi, nuovi luoghi. Iniziamo dal principio’. Era la cosa più entusiasmante a cui potessi pensare e Kathy ha reagito in modo positivo, dandomi un’opportunità.

Pare quindi che questa nuova trilogia non parlerà di Luke Skywalker, ma introdurrà nuovi personaggi e una nuova parte della galassia mai esplorata nelle precedenti pellicole.

L’idea di una nuova trilogia è nata appena finite le riprese di Star Wars: Gli Ultimi Jedi, come confermato in conferenza stampa da Rian Johnson:

È stato qualcosa di totalmente separato, non c’era mai stata la possibilità di occuparmi del nono episodio. Era sempre stato previsto che avrei finito Gli ultimi Jedi e poi avrei passato il testimone al filmmaker successivo.

Abbiamo tutti avuto un’ottima esperienza lavorativa, per noi è stata un’esperienza molto importante. E via via che si avvicinava la fine, Kathy Kennedy, tutto il team Disney e noi che avevamo lavorato al film eravamo un po’ tristi per la cosa e ci siamo detti ‘Ci siamo davvero divertiti. Come possiamo far proseguire un altro po’ questa festa?’. E così ho proposto la mia idea per una Nuova Trilogia, basata su una storia nuova. Per me è stato molto emozionante.

A ulteriore conferma di quello dichiarato dal regista, Kathleen Kennedy, presidente della Lucasfilm, ha sottolineato le straordinarie capacità di Johnson:

Abbiamo amato il lavoro di Rian su Gli ultimi Jedi. È una forza creativa, vederlo formare il film dall’inizio alla fine è stato uno dei grandi piaceri della mia carriera. Rian realizzerà cose incredibili con le tele ancora bianche della nuova trilogia.

Ed è anche la straordinaria fiducia che la Lucasfilm ha riposto in Rian Johnsonche l’ha spinto a proporre l’idea della nuova trilogia:

È stato fantastico collaborare con la Lucasfilm e la Disney a Gli Ultimi Jedi. Star Wars rappresenta la più grande mitologia moderna, e ci sentiamo molto fortunati ad aver contribuito ad essa. Non vediamo l’ora di continuare con questa nuova seria di film. Ora come ora ho tutta la libertà di questo mondo ed è proprio questo che mi emoziona: la possibilità di esplorare nuovi luoghi, conoscere altra gente, scoprire cos’altro accade là fuori. Raccontiamo, senza limitazioni, una nuova storia attraverso tre pellicole ambientate in una nuova galassia. È esaltante.

Al momento non sono state rilasciate altre dichiarazioni, ma dopo queste premesse siamo sicuri la nuova trilogia di Star Wars si candiderà ufficialmente ad essere una delle produzioni più importanti dei prossimi anni!

 
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Smetto quando voglio 3 Ad Honorem

Post n°14129 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Assassinio sull'Orient Express

Post n°14128 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Happy End

Post n°14127 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Justice League

Post n°14126 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

DC Extended Universe è finalmente pronto a dare il via al mondo cinematografico degli eroi della DC Comics.

Dopo la morte di Superman sembra essere piombato il caos. La gente ha paura, perde la testa e i criminali sembrano farla da padrone. In più arrivano nuovi temibili nemici. Per questo motivo Bruce Wayne decide di formare un gruppo di eroi, che possano far trionfare la giustizia in qualsiasi momento: la Justice League. 

Dopo il complesso e problematico Batman Vs Superman e il poco curato Suicide Squad, Justice League riesce a stabilizzare il genere ma forse è un'occasione mancata, se non desolante pensando alla regia sciatta e un pò troppo ibrida.

L'uomo d'acciaio e i due film citati sopra avevano cercato però di trovare una strada diversa nel genere, con maggiore cupezza e una minima ricerca di identificabilità.

La durata poi è un altro punto a sfavore. Una pellicola nata per durare quasi tre ore è stata ridotta di una per ragioni commerciali. Una scelta che non permette di ragionare sui personaggi o sul cattivo (come in suicide squad) e chiaramente ne risente la 
storia che indubbiamente è già tra le più semplici che si possano immaginare.

Voto finale: 2/5

Justice League è un film di genere azione, avventura, fantasy del 2017, diretto da Joss Whedon, Zack Snyder, con Ben Affleck e Henry Cavill. Uscita al cinema il 16 novembre 2017. Durata 121 minuti. Distribuito da Warner Bros..

Poster

 

Di fronte alla nuova minaccia in agguato, il miliardario Bruce Wayne (Ben Affleck) rivaluta la scelta di lottare in solitaria e decide di fare squadra con un composito gruppo di supereroi, provenienti dai diversi angoli del pianeta. Entrato in possesso dei filmati che ritraggono alcuni metaumani mentre fanno uso di abilità sovrannaturali, il severo Batman, irruvidito dall'età che avanza ma ispirato dal recente sacrificio di Superman (Henry Cavill), si allea con la principessa delle amazzoni Wonder Woman (Gal Gadot) nella perigliosa ricerca per scovarli e reclutarli tutti. Grazie ai costosi mezzi a disposizione, riesce a intrufolarsi nel covo segreto del giovane Barry Allen (Ezra Miller), il talentuoso perito forense di Central City, capace di muoversi a una velocità superiore a quella della luce. Ma se convincere l'amichevole Flash a unirsi alla causa non si rivela così complicato, reclutare il ritroso sovrano di Atlantide non è impresa da poco, nemmeno per il vigilante mascherato. Nel reagire alle pretese di Wayne, lo straniero di nome Arthur Curry, conosciuto come Aquaman (Jason Momoa), sfodera un temperamento impulsivo e autoritario degno del suo rango, e simile a quello di un'altra new entry, Victor Stone, l'ex atleta rivestito di componenti meccaniche che si è guadagnato per questo il soprannome di Cyborg (Ray Fisher). Con la squadra così al completo, guidata da Batman, le forze della Justice League sono pronte a difendere il pianeta da un attacco di proporzioni catastrofiche.

Anche se la lavorazione di questo lungometraggio è iniziata nella primavera del 2016, poco dopo l'uscita di Batman V Superman, la storia produttiva di Justice League è stata per anni uno dei tormentoni più gettonati nel mondo delle news cinematografiche. 
Il progetto originale risale infatti addirittura al 2007, quando il regista dei Mad Max, George Miller, era praticamente a un passo dal set, con un titolo (Justice League: Mortal) e un casting completo con giovani attori: D. J. Cotrona per Superman, Armie Hammer per Batman, Megan Gale per Wonder Woman, Adam Brody per Flash
Christian Bale, ancora immerso nella trilogia batmaniana di Christopher Nolan, in un'intervista sperava che l'approccio giovanilistico di Miller non pestasse i piedi a quello che loro stavano costruendo. 
La mancanza di coerenza con le opere di Nolan in sè non avrebbe mai bloccato il film di Miller, ma due altri fattori si rivelarano molto più pesanti: lo sciopero degli sceneggiatori, che fecero slittare una volta la lavorazione fino al 2008, e infine le insistenze del governo australiano, che per consentire la lavorazione a basso costo in patria, imponevano una larga fetta di troupe di quelle parti. 
A questo bisogna aggiungere che la Warner Bros, scottata dal responso tiepido riservato a Superman Returns con Brandon Routh, non aveva troppa fretta di allonantanarsi dalle sicurezze di Batman. Chiusa la finestra, George Miller sventolò bandiera bianca senza procedere, così il film riprecipitò in un limbo, per essere poi rimesso in cantiere dopo l'uscita di Il cavaliere oscuro - Il ritorno (2012). 
Questa volta l'approccio è stato diverso, contestualizzandolo all'avvio di un DC Extended Universe che possa fare concorrenza allo strapotere del concorrente Marvel Universe. Attori comuni a tutti i lungometraggi del franchise, storie collegate, narrazione uniforme: si è cominciato con L'uomo d'acciaio (2013) di Zack Snyder, proseguendo con il citato Batman V Superman: Dawn of Justice (2016), sempre di Snyder, poi ancora con Wonder Woman di Patty Jenkins. Nel 2018 seguirà Aquaman con Jason Momoa, diretto da James Wan.


Un sequel per Justice League è già previsto per il 2019: sulle prime doveva essere il secondo atto della storia avviata da questo lungometraggio, ma sappiamo invece che si tratterà di un racconto più indipendente. 
Nemmeno il Justice League, la cui uscita nei cinema in Italia è prevista per il 16 novembre 2017, è stato esente da qualche turbolenza: Zack Snyder, designato regista, ha lasciato la supervisione delle parti finali della lavorazione a Joss Whedon (ex-Marvel con i primi due Avengers), a causa di un grave lutto familiare.
Maretta anche per la colonna sonora: Hans Zimmer ha deciso di chiudere col mondo dei supereroi già durante Batman V Superman, dov'è stato affiancato da Junkie XL; anche quest'ultimo ha lasciato l'impegno, sgomberando il campo per il buon vecchio Danny Elfman
Le sue musiche saranno probabilmente più in linea col tono più solare e positivo che lo sceneggiatore Geoff Johns ha proposto, evidente già in un primo teaser trailer. La Warner è infatti rimasta scontenta dal responso per il registro dark di Batman V Superman.

 

Dal Nuovo Trailer Italiano Ufficiale del Film Justice League

Alfred (Jeremy Irons) a Bruce Wayne (Ben Affleck): Si sente la mancanza dei giorni in cui la massima preoccupazione erano i pinguini che esplodono. 

Wonder Woman (Gal Gadot): Non agite da soli, dobbiamo farlo insieme 

Flash (Ezra Miller): E' forte vedervi tutti così pronti alla battaglia, io non so niente di battaglie! Io do soltanto un colpetto e scappo via. 

Cyborg (Ray Fisher): Tranquillo, Alfred, me ne occupo io 
Alfred: Ehm... ci conosciamo? 

Bruce Wayne/Batman: Superman era un faro per il mondo. Salvava le persone e tirava da ciascuno la parte migliore. 

Aquaman (Jason Momoa): Non lo riconosco, questo mondo 
Batman: Non lo devi riconoscere... solo salvarlo

Dal Trailer Italiano "Heroes"

Voce fuori campo: Il mondo è ancora in lutto dopo la morte di Superman. Violenza, guerre e atti di terrorismo sono in aumento 

Bruce Wayne/Batman : Ho fatto un sogno... il mondo stava per finire 
diana Prince/Wonder Woman: L'invasione... 
Bruce Wayne: Credo che sia qualcosa di peggio, di più oscuro 

Batman: Divisi, noi non siamo abbastanza... serve Superman! Gli ho fatto una promessa, per questo vi ho riuniti

 

FOCUS SU JUSTICE LEAGUE:

Il team originale della Justice League of Heroes si formò nel 1960 sulle pagine di The Brave and the Bold, a firma Gardner Fox, comprendendo Batman, Superman, Wonder Woman, Green Lantern, Aquaman e Martian Manhunter. C'è da notare tuttavia che, pur essendo concettualmente cofondatori del gruppo, Batman e Superman non erano per ragioni editoriali preminenti nelle vicende iniziale della Justice League of America, che conobbe il suo albo dedicato periodico a pochi mesi di distanza dal debutto. Le vicende ruotavano infatti su Wonder Woman, Green Lantern, Aquaman e Martian Manhunter. Flash, presente nel film, non è quindi presente nella prima incarnazione del gruppo, che diventa più flessibile nella sua formazione intorno alla fine degli anni Sessanta. 
Come tutti i fumetti supereroistici dall'inizio degli anni Settanta alla metà degli anni Ottanta, anche Justice League of America risentì della crisi di vendite, fino al rilancio di questa e altre testate avvenuto nel 1986, con l'inizio del periodo di retcon raccontato in Crisi sulle terre infinite (1985-1986). All'inizio di questa fase, Batman divenne leader temporaneo del gruppo, e la "Justice League International" riscosse un successo di vendite cospicuo, abbracciando toni molto meno cupi e una maggiore dose di umorismo. 
Dopo un'altra battuta d'arresto per sopraggiunto disinteresse del pubblico, il ciclo riparte nel 1997 per mano di vari autori, sino al 2011, quando la DC avvia un altro reboot, improntato al quasi azzeramento della continuity e a un ringiovanimento selvaggio dei personaggi. Accolto tiepidamente il cambio di rotta, si torna parzialmente sui propri passi col ciclo Rebirth, iniziato nel 2016.

  • MUSICHEJunkie XL
  • PRODUZIONE: Circle 4 Entertainment, DC Comics, DC Entertainment
 
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The Place

Post n°14125 pubblicato il 05 Dicembre 2017 da Ladridicinema
 

Paolo Genovese, dopo il successo di Perfetti sconosciuti realizza un film dove l'intera narrazione si sviluppa unicamente attraverso i dialoghi fra i personaggi con un'ambientazione limitata ad un bar di Roma, The Place, dove un individiduo misterioso siede perennemente a un tavolo in fondo al locale, ricevendo di volta in volta le visite di un disparato gruppo di uomini e donne, desiderosi di ottenere qualcosa da lui a cui chiede qualcosa in cambio.

Dove sareste disposti a spingervi moralmente pur di essere felici? Fino a che punto arrivereste pur di non soffrire più o non vedere soffrire i propri cari? Sareste disposti anche a vendere la propria anima dando spazio al proprio istinto, alla propria sofferenza e al proprio egoismo, magari anche arrivando a fare del male al prossimo? Quanto la propria coscienza potrà permettere questa cosa e soprattutto quanto la nostra anima può accettare e reggere prima di stancarsi definitivamente? Tutto questo è The place, un film dove Paolo Genovese riesce a toccare gli aspetti della vita in una maniera originale senza italianizzare il tutto, ovvero attraverso i colloqui con un interlocutore in una tavola calda, che non è altro che la nostra coscienza e il nostro istinto, o meglio la nostra anima.

Basato sulla serie televisiva The Booth at the End, il nuovo film di Paolo Genovese, The Place, recupera la struttura corale di Perfetti sconosciuti ma vira del tutto verso il dramma.

Chiari elementi psicologici, filosofici della vita ma anche religiosi sono presenti nella storia e soprattutto in colui che da i compiti ricevute le richieste. L'ambiguità di Mastrandrea, tiene incollato lo spettatore in attesa di sapere come si evolgono le storie dei personaggi. Un cast eccezionale, dove ognuno mette in scena se stesso in un film che insiste sottilmente su quelle debolezze umane che inducono le persone a chiedere un aiuto disperato

Voto finale: 4/5

The Place è un film di genere drammatico, fantasy del 2017, diretto da Paolo Genovese, con Valerio Mastandrea e Marco Giallini. Uscita al cinema il 09 novembre 2017. Durata 105 minuti. Distribuito da Medusa Film.

Poster

Ispirato alla serie tv americana "The Booth at the End", The Place, il nuovo film di Paolo Genovese, volge lo sguardo su un misterioso protagonista, ospite abituale a abitudinario di un locale dove se ne sta seduto, giorno e notte, al tavolo in fondo. Chi è quell'uomo? Non è importante. Al suo tavolo riceve dei visitatori. Ognuno di loro ha un desiderio, un desiderio profondo, un desiderio difficile da realizzare, se non impossibile. L'uomo misterioso è pronto a esaudire le loro richieste in cambio di alcuni "compiti" da svolgere. Quanto saranno disposti a spingersi oltre i protagonisti per realizzare i loro desideri? Chi di loro accetterà la sfida lanciata dall'enigmatico individuo, per il quale tutto sembra possibile? 
A sedersi di volta in volta davanti al personaggio interpretato da Valerio Mastandrea, troviamo quelli interpretati da Marco GialliniAlba RohrwacherVittoria PucciniRocco PapaleoSilvio MuccinoSilvia D'AmicoVinicio MarchioniAlessandro BorghiSabrina Ferilli e Giulia Lazzarini.

Il cinema di Paolo Genovese è sempre stato corale. Ha sempre amato storie piene di personaggi e di situazioni che coinvolgono a catena intere vite, famiglie, esistenze, sempre all'insegna della risata. Ovvio che la formula non cambi in The Place, dopo il grande successo di pubblico, e fino a qui niente di sorprendente, ma anche di critica, questo davvero raro accadimento per una commedia, di Perfetti sconosciuti. Di quel film rimane l'ambientazione in un unico luogo, in questo caso un ristorante, in cui viene introdotto un personaggio misterioso, cliente abituale, che lo utilizza come sede di uno scambio quasi faustiano. Esaudisce i desideri dei suoi pazienti, visto che in fondo è un curatore della felicità altrui, in cambio di alcuni compiti non meglio precisati, almeno prima di aver visto il film. Chi accetta il patto rischia tanto, ma la finalità di questa idea è proprio sondare fino a che punto siamo o saremmo disposti a spingerci per raggiungere la felicità. 

Come già successo per il suo grande successo di pubblico Immaturi, con tanto di seguito, anche The Place è un remake, per la precisione è l'adattamento di una serie del 2010, The Booth at the End, attualmente disponibile in Italia sulla piattaforma di Netflix. Due stagioni, per un totale di dieci episodi, prodotte per il canale americano FX, con protagonista Xavier Berkeley nei panni di the Man, l'uomo, che nella versione di Genovese è interpretato da Valerio Mastandrea, che sarà presto in sala con il suo esordio alla regia, Ride. Gli altri attori di Perfetti sconosciuti che tornano sono Marco Giallini e Alba Rohrwacher, mentre le nuove entrate sono numerose: Silvio MuccinoSilvia D'AmicoVinicio MarchioniRocco PapaleoSabrina FerilliVittoria PucciniAlessandro BorghiGiulia Lazzarini. 

La sceneggiatura è di Genovese stesso insieme a Isabella Aguilar (Dieci inverni). 
Nella colonna sonora il brano inedito The Place interpretato da Marianne Mirage, nome d’arte dell'italiana Giovanna Gardelli, da lei anche scritto insieme a Marco Guazzone e Matteo Curallo. Presente un altro brano della cantante, How Do You Feel Today?
The Place è stato scelto come film di chiusura della Festa del Cinema di Roma 2017 (uscita cinema Italia 9 novembre 2017)

 

Film di chiusura della Festa del Cinema di Roma 2017.

FRASI CELEBRI:

 

Dal trailer ufficiale del film The Place:

Vinicio Marchioni: Mi hanno detto che lei aiuta la gente ad ottenere quello che vuole 
Valerio Mastandrea: Diciamo che offro delle possibilità 

Marco Giallini: Perché gli chiedi cose così orrende, tu? Valerio Mastandrea: Perché c'è chi è disposto a farle 

Alba Rohrwacher: Come faccio a sapere che lei non è il diavolo? 
Valerio Mastandrea: Non lo può sapere 

Alessandro Borghi: Dammi un'altra possibilità 
Valerio Mastandrea: era questa la tua possibilità 

Giulia Lazzarini: Obbliga tutti quelli che vengono qui a fare del male? 
Valerio Mastandrea: No, solo alcuni 

Giulia Lazzarini: C'è qualcosa di terribile in ognuno di noi... e chi non è costretto a scoprirlo, è fortunato
SCENEGGIATURA: Isabella AguilarPaolo Genovese
  • MUSICHEMaurizio Filardo
  • PRODUZIONE: Una produzione Medusa Film, realizzata da Lotus Production, una società di Leone Film Group.
 
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