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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 06/09/2012
Post n°8505 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Post n°8504 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
(Adnkronos) - "In carcere c'e' solo sofferenza e si vive per meta' ma vado avanti come un gladiatore ed e' giusto che paghi", dice il protagonista Raffaele Costagliola (non presente alla proiezione veneziana perche' il Giudice di Sorveglianza non aveva autorizzato la sua trasferta al Lido), in una lettera fatta pervenire al regista e letta dallo stesso Marra durante l'incontro con il pubblico al termine della proiezione. "Sono fiducioso nelle persone che mi circondano e soprattutto credono in me e possono darmi un futuro fuori da questo mondo di sofferenza. Il film - aggiunge Costagliola - mi ha fatto riacquistare la fiducia in me stesso ….e per questo ringrazio il mio amico Vincenzo Marra". Il 'Gemello' e' stato prodotto da Gianluca Arcopinto, Marco Ledda, Vincenzo Marra, Angelo Russo Russelli. Una produzione Axelotil e Settembrini Film.
Post n°8503 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
La prima ballerina assoluta Alicia Alonso, direttrice del Balletto Nazionale di Cuba, è stata ricevuta a Roma dalle autorità italiane, a proposito del Premio Leonida Massine 2012, che riceverà il prossimo 8 settembre, per la sua carriera artistica. Al ricevimento realizzato dai sindaci Giovanni Alemanno e Michele De Lucia, di Roma e Positano, rispettivamente, ha partecipato l’ambasciatrice di Cuba in Italia, Milagros Carina Soto con altri funzionari della missione diplomatica nel paese. La giuria che le ha assegnato all’unanimità il Premio, uno dei più importanti d’Europa, ha avuto come membri personaggi della critica internazionale della danza come Clement Crisp, del Regno Unito e Anna Kisselgoff, degli Stati Uniti, con Renè Sirvin, della Francia e Alfio Agostini, dell’Italia. L’anno scorso il premio era stato assegnato all’opera della vita all’italiana Elisabetta Terabust, che ha diretto in diverse tappe le compagnie di danza del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro dell’Opera di Roma e il San Carlo di Napoli.(PL/ Traduzione Granma Int.) |
Post n°8502 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
di Gianni Rossi Il governo conservatore portoghese, non sapendo più dove prendere i soldi per tappare il buco del debito statale, che lo ha gettato al secondo posto nella speciale classifica dei PIIGS, i 5 paesi più indebitati dell’Eurozona, subito dopola Greciae poco prima dell’Irlanda, ha preventivato di “affidare”la RTP,la Radiotelevisionepubblica, ai privati, seppure “in maniera temporanea”.Nonostante la proposta dei vertici della RTP di ridurre il budget annuale di 55 milioni di euro, portandolo a 180 milioni, la maggioranza di centrodestra (eletta l’anno scorso, al posto dei socialisti, dopo lo scoppio della crisi e l’ascesa a livelli pazzeschi dello Spread dei bond lusitani rispetto a quelli tedeschi), guidata da Pedro Manuel Passos Coelho, ha deciso di privatizzare l’ente contro anche i deliberati dei Trattati comunitari di Lisbona e di Amsterdam e del Consiglio d’Europa, che tutelano i Servizi pubblici europei da qualsiasi forma di alienazione ai privati, in quanto “fondamentali per la salvaguardia della democrazia e la difesa del pluralismo”. Una scelta dettata dal fondamentalismo iperliberista, che ha spinto l’intero Consiglio di amministrazione della RTP a dimettersi, oltre a scatenare una dura reazione della EBU/UER, l’organizzazione europea che riunisce i 56 servizi pubblici europei. Va ricordato che Protocollo di Amsterdam definisce il “Servizio pubblico di radiotelevisione come un elemento distintivo dell’Unione Europea, in quanto un elemento fondamentale comunitario”. A questo proposito, la legislazione europea è molto esplicita nella salvaguardia del “sistema duale” pubblico-privato, “alla base del pluralismo mediatico”. I vertici dell’EBU/UER (il presidente Jean-Paul Philippot e il Direttore generale Ingrid Deltenre) hanno inviato una lettera al capo del governo Passos Coelho e al Presidente portoghese, il conservatore Anibal Cavaco Silva (già primo ministro dal 1985 al 1995 e leader indiscusso del partito PSD insieme al Presidente della Commissione Europea José Manuel Durao Barroso) dai toni fermi e allarmati per la “privatizzazione strisciante”, che potrebbe diventare un pericoloso precedente utilizzabile da altri governi conservatori, con la scusa di “fare cassa” e di mettere così a tacere le “voci fuori dal coro”. Già in Spagna il governo democristiano di Rajoy ha messo le mani sulla TV pubblica, riformando i meccanismi di nomina dei vertici editoriali ed epurando i giornalisti ritenuti “scomodi”, così come fece il conservatore Cameron alla BBC, portando ad un drastico ridimensionamento del personale e delle aree di competenza. “Il Servizio pubblico di radiodiffusione non può essere trattato come una società elettrica o una mensa aziendale”, hanno stigmatizzato i due alti esponenti dell’Eurovisione, per poi rimandare al precedente periodo dittatoriale, irritando gli ambienti conservatori: “questa misura potrebbe inoltre esercitare una pressione sulla società portoghese in questi tempi di crisi e compromettere un’istituzione pubblica, che è al servizio dei portoghesi dalla fine della dittatura di Salazar. Si tratta di un progetto inquietante per tutti i portoghesi, che perderebbero un valido punto di riferimento per la sua affidabilità, e rappresenta anche un pericolo per l’indipendenza editoriale e il pluralismo”! I vertici dell’EBU/UER, inoltre, condannano l’eventuale privatizzazione, perché la ritengono una minaccia senza precedenti, che porterebbe alla fine del Servizio pubblico in Portogallo, in contrasto anche con i dettami del Protocollo di Amsterdam e le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, prevedendo così uno futuro scontro giuridico presso l’Alta Corte europea. I Servizi pubblici radiotelevisivi, secondo vari pronunciamenti del Parlamento europeo e della Commissione sono da ritenersi dei “presidi al servizio dei cittadini, e non degli azionisti, aiutano a sviluppare la democrazia e non il profitto, a differenza dei media commerciali”. La privatizzazione della RTP, secondo il presidente dell’EBU/UER, potrebbe anche “avere delle ripercussioni profonde sulla conoscenza della cultura per le nuove generazioni portoghesi. E comunque non potrà risolvere la crisi finanziaria attuale del Portogallo, che tra l’altro è il meno generoso nell’UE in tema di proventi pubblicitari verso il proprio servizio pubblico”. Resta un dubbio di forte impatto politico comunitario: il Presidente della Commissione, il portoghese Barroso, esponente di punta del partito conservatore al governo, è davvero all’oscuro del progetto di privatizzazione della RTP, assolutamente in contrasto con gli stessi fondamenti del Trattato dell’Unione? E se invece ne è stato informato, il suo silenzio-assenso lancia un’ombra minacciosa sui futuri assetti nel mondo della comunicazione, proprio mentre il Parlamento sta discutendo nelle competenti commissioni una nuova Raccomandazione che tutelerebbe ancora di più il ruolo dei Servizi pubblici. La TVin “salsa portoghese” potrebbe purtroppo essere adottata anche dagli altri paesi dell’Eurozona in forte debito finanziario, dando un mano notevole ai pochi gruppi multimediali (Murdoch e Berlusconi in testa) da tempo in continua caduta di ricavi e di inserzioni pubblicitarie, dovute anche ai bassi ascolti di programmi ormai fuori dai “sentimenti culturali” di ingenti masse europee, stremate da un crisi economica senza via d’uscita. 5 settembre 2012
Post n°8501 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
di Filippo Vendemmiati Ho paura di invecchiare. Un timore riflesso dunque mi accompagnava davanti ai 97 anni di Pietro Ingrao. Ma lui l’ha dissolto: gli occhi vivi nella mia faccia, chiede senza pause ‘cosa pensi di questo mondo in cui ti stai inoltrando? Quanti film vai a vedere tu? Quanti anni hai? Avanti, ancora domande!, imponendosi senza gara come, tra noi, quello davvero giovane, curioso del mondo, mai pago cercatore di risposte e di confronto. Lavorare al film su uno dei massimi leader storici del Pci, forse il più amato e il meno potente, e’ stato un incontro umano vibrante su un cammino che continua. Un ripasso di emozioni e ideali che – sbagliavo dunque – a quasi cent’anni possono farti lucidamente vitale e attrattivo. Niente santini, sia chiaro. Ma molta voglia di reincontrare la passione politica perduta per la nostra strada italiana. Pietro ha visto il film nella casa natale di Lenola. “Grazie grazie, ha detto alla fine. Ma adesso parlatemi di voi, che io temo d’avere stufato”. Domenica prossima “Non mi avete convinto” sarà proiettato per tutti i compaesani di Ingrao nell’anfiteatro del paese ciociaro. Ci sarà Ettore Scola, vecchio amico e compagno di avventure cinematografiche. Perché come sempre ripete Pietro: “ne capivo più’ di cinema che di politica”. Il film prodotto da Tomatodoc & film e distribuito da LuceCinecittà viene proiettato durante la nona edizione delle Giornate degli autori, nell’ambito della 69 Mostra del Cinema di Venezia in programma dal 30 agosto al 9 settembre 2012, e inserito tra gli eventi speciali della mostra Link da dove scaricare clip 5 settembre 2012
Post n°8500 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
di Valter Vecellio Che “Bella Addormentata”, il film diMarco Bellocchio presentato allaMostra del Cinema di Venezia, fosse destinato a sollevare polemiche – e polemiche anche pretestuose e strumentali – lo si era messo in conto; ma anche pretestuosità e strumentalizzazioni dovrebbero avere un qualche limite: pudore, se non per buon senso. Personaggi come l’ex ministroMaurizio Sacconi, o l’ex sotto-segretaria Eugenia Roccella, evidentemente privi di entrambi, questi limiti non sospettano neppure cosa siano, e si esibiscono in affermazioni spericolate. Per Sacconi il film di Bellocchio “è tutt’altro che educativo”. A parte questa inquietante concezione dell’arte con funzione educativa e pedagogica, su cosa si fonda questo accigliato giudizio? Sacconi il film l’ha visto? No, ammette; ma una persona che stima sì, “…e mi ha riferito di un assoluto disprezzo per la tesi di coloro che nel dubbio scelsero il principio di precauzione in favore della vita. Nel caso Englaro ci fu nel Parlamento e nel paese un confronto alto che vide impegnata la buona politica da una parte e dall’altra. Non sarebbe quindi educativa un’opera nella quale la tesi opposta a quella di colui che l’ha diretta venga descritta come una cinica operazione di asservimento al capo-partito e attraverso di esso alla chiesa, verso la quale i pregiudizi di Bellocchio non sarebbero tra l’altro nuovi”. Abbiamo avuto ben modo di vedere – e lo si ricorda perfettamente – la “buona politica” venuta dalla “parte” che è di Sacconi: dal vergognoso “Eluana è in grado di procreare” diSilvio Berlusconi, al congestionato Gaetano Quagliariello che urla nell’emiciclo del Senato all’indirizzo dei senatori del centro-sinistra: “Assassini!”. Poteva esimersi dal dire la sua la ex sottosegretaria Eugenia Roccella? No, la loquacissima zuava pontificia doveva comunicare la sua riflessione sul film di Bellocchio, una sorta di dovere civico. Ecco quello che ha detto: “Prevedibile, scontato, anti-cattolico, com’era lecito attendersi; e dominato dai sentimenti dell’anti-politica”. Ullallà! E su cosa si basa un così negativo giudizio? L’ha visto? “Il film non l’ho ancora visto…”, ci fa sapere. Anche lei! Però “da quello che mi hanno raccontato si tratta di un film scontato, con una storia prevedibile, e che di fatto non racconta quasi nulla della vicenda di Eluana”. Il film non l’ha visto, e però “…da quello che ho capito mi pare sia un film in cui la politica è raccontata solo in maniera cinica e servile, mentre il film non dà conto della straordinaria e generosa battaglia politica che è stata fatta sia per salvare la vita a Eluana, ma anche per impedire che un tribunale potesse decidere della vita e della morte di una persona”. Proseguendo nella sua “recensione” del film non visto, Eugenia Roccella sostiene che “l’ossessione religiosa e anticattolica di Bellocchio: ma questa non è una novità e può anche far parte della sua libertà creativa…”. Bontà sua. Stupirsi? Tutto sommato no. Eugenia Roccella, per esempio, tempo fa, ha trovato tempo e modo per scagliarsi contro una storia di “Dylan Dog”. Anche in quel caso si esibì in giudizi aspri che poi rettificò in qualche modo. Non aveva letto la storia. Per anni siamo stati governati da personaggi simili: capaci di straparlare di cose che non conoscono, trinciando giudizi sulla base di quanto altri hanno loro riferito: la cifra di quello che sono capaci di essere; i guai e i guasti di cui sono stati capaci li si paga ancora. 6 settembre 2012
Post n°8499 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Centoquattro anni e non sentirli: Manoel De Oliveira, regista portoghese classe 1908, torna al Lido di Venezia, dove nel 2004 ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera, per presentare «O Gebo e a sombra», la sua ultima fatica inserita nel Fuori Concorso. Tratta da una pièce del 1923 dello scrittore Raul Brandão, la pellicola, girata in lingua francese, racconta la drammatica vicenda di Gebo, un anziano contabile costretto ancora a lavorare per mantenere la moglie Doroteia e la nuora Sofia. Quando suo figlio João ritorna a casa, dopo aver passato diversi guai e diversi anni lontano dai suoi cari, il tranquillo ménage comincia a scricchiolare, dando spazio a un'interessante riflessione sul rapporto generazionale e sui drammatici stati d'animo di chi lotta per sopravvivere. Alla sua veneranda età, De Oliveira, il più anziano regista in attività al mondo, conferma un buon talento dal punto di vista visivo: le immagini, di chiara derivazione pittorica, sembrano infatti tanti tableaux vivants, i cui protagonisti vengono illuminati solo dalla fioca luce delle candele. Rigoroso nel trasporre ai giorni nostri un racconto morale dei primi anni del ‘900, il film risente però di un'eccessiva impostazione teatrale che ne limita il valore cinematografico: d'altronde, chi è avvezzo al cinema recente dell'autore, sa bene che i dialoghi sono spesso l'elemento più importante delle sue opere. Basti ricordare, ad esempio, «Ritorno a casa» del 2001, dove Michel Piccoli vestiva i panni di un attore shakespeariano, o «Un film parlato» del 2003, tutto giocato sulle differenze verbali tra le varie lingue dei partecipanti a una crociera. Se il montaggio e le inquadrature, seppur studiate al minimo dettaglio, possono sembrare di facile realizzazione, assolutamente straordinario è il lavoro degli attori, vincolati spesso a recitare all'interno di piani-sequenza particolarmente lunghi, proprio come se si trovassero su un palcoscenico. Il cast, assolutamente d'eccezione, annovera attori del calibro di Michael Lonsdale nei panni del padre di famiglia, Claudia Cardinale, l'attrice italiana preferita dal regista, in quelli di sua moglie e l'intramontabile Jeanne Moreau, in scena per alcuni minuti, che con i suoi 84 anni compiuti è sempre vivacemente attiva nel mondo del cinema. Oltre a questi mostri sacri, da segnalare la presenza di due attori feticcio di De Oliveira: Ricardo Trêpa, nel ruolo di João, e Leonor Silveira in quello di Sofia.
Post n°8498 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Altro superbo viaggio sulla perdita di controllo, sulla parola come disperato tentativo di contatto e non un film su Eluana Englaro. Il cinema del regista piacentino inghiotte e trascina via con sé in un flusso ininterrotto di coscienza, con un impeto prima trattenuto e poi esplosivo, con un Paese filmato come se stesse sott'acqua, dentro in un acquario, dove più della voce si sente soltanto un sordo eco. Come un altrosalto nel vuoto
No, non è un film su Eluana Englaro così come Buongiorno, notte non era un film su Aldo Moro. E' piuttosto un altro salto nel vuoto, un altro immenso, incontrollabile viaggio nel cinema di Bellocchio sulla perdita di controllo, sul gesto, su più frammenti di follia che prendono forma e che spesso restano chiusi dentro le quattro mura, dove tutto si amplifica, dove ogni voce può alzarsi d'improvviso, restare sussurrata in un corridoio d'ospedale, diventare inquietante ripetizione ("Eluana, svegliati!" oppure "Più forte" grida Isabelle Huppert la sua nervosissima preghiera facendo avanti e indietro) o mettere in moto uno scatto, un impulso di rabbia (il bicchiere in faccia all'autogrill). Dalle sbarre con Ida Dalser sullo sfondo della neve di Vincere alla nebbia iniziale di Bella addormentata, con un impeto prima trattenuto poi esploso, che esce dallo sfondo e che poi buca lo schermo, evidente anche nell'immagine del gruppo di senatori con la luce addosso di un filmato proiettato, forse tra Dillinger di Ferreri e The Aviator di Scorsese, squarcio però poi prepotentemente reimpossessato da uno sguardo oggi unico non solo nel cinema italiano ma internazionale. La vicenda di Eluana Englaro è lo sfondo. Si sente parlare di lei in continuazione, sui titoli dei giornali, nei notiziari in tv che si trasformano in un'informe e monotona altra voce che però, proprio nella sua insistita ripetitività, diventa ulteriore momento di oppressione. Proprio da qui s'incrociano quattro vicende, parallele nella loro chiusura in un dolore privato e intimo proprio al contrario di quella di Eluana che invece è sulla bocca di tutti. Un senatore (Toni Servillo) non sa se seguire le direttive del suo partito che vuole votare una legge che va contro la sua coscienza mentre la figlia Maria (Alba Rohwacher) va davanti la clinica dove è ricoverata Eluana essendo un'attivista del movimento della vita. Sul fronte laico ci sono invece Roberto (Michele Riondino) con il fratello. Una grande attrice (Isabelle Huppert) ha rinunciato alla sua carriera in attesa del risveglio della figlia, da anni in coma irreversibile. Rossa (Maya Sansa) è invece una tossicodipendente che vuoler morire ma un medico, Pallido (Pier Giorgio Bellocchio) non si muove più dalla sua stanza per evitare che si suicidi. Più storie ma anche più flussi di coscienza. Tra la vita e la morte, tutto sotto il segno di una parziale immobilità. Dei personaggi, ma anche stavolta come in Buongiorno, notte un Paese che sembra stare sott'acqua, come in un acquario, come gli ippopotami che si vedono in tv o i senatori nella sauna proprio come gli zombie di un film di Romero. Dove il lavoro incredibilmente potente è proprio quello di filmare tutte le parole che si disperdono ed evaporano nell'aria e invece quelle che cercano di arrivare al cuore di chi si ama, da quelle dell'attrice verso la figlia, da quelle della moglie in coma del senatore che gli chiede "Aiutami!" o dalla ricerca di una certezza dopo uno slancio passionale improvviso da parte della figlia. Bella addormentata è orientato proprio nel continuo e insopprimibile tentativo di rompere continuamente gli argini, di sfondare le mura, che nella propria mente può essere lo stesso sentimento distruttivo del caos come quello generato con il Vittoriano a pezzi in L'ora di religione. Tutto nella disperata ricerca di un contatto, come il figlio dell'attrice che recita davanti a lei il Pianto della Madonna di Jacopone da Todi come urlo della ricerca del suo amore, del senatore che cerca continuamente e inutilmente di telefonare alla figlia, della stessa Huppert che a un certo punto guarda in macchina e sembra chiedere "Aiuto"" proprio fuori del film, cercando di frantumare lo schermo, facendo arrivare addosso tutto l'impeto di un film e di un cinema travolgente, insostenibile, che ti trascina nella sua marea. Oltre l'esterno, c'è anche la confessione. Privata, inascoltata, davvero luogo segreto, di una complicità unica tra quel personaggio e lo spettatore. Il discorso che si sta preparando il senatore in cui sembra che ogni frase gli faccia proprio fisicamente male nel momento in cui esce dalla sua bocca o i brividi di quel rapporto a due nella stanza d'ospedale tra Rossa e il medico, diventano davvero dei privilegi di un cinema che decide di aprire solo alcune delle sua stanze, di condividerle e poi tenere quelle altre chiuse. Bella addormentata non cerca risposte ma continua a porre altre domande, che si moltiplicano, che entrano nella testa e diventano pensieri circolari che non escono più. E tutti i personaggi (con attori in forma straordinaria, su tutti Isabelle Huppet, Toni Servillo e Maya Sansa assieme alla sorprendente prova di Gianmarco Tognazzi) potrebbero essere quasi i sogni di un personaggio protagonista che non c'è, di un fantasma. Il fascino della notte. Dove dormire e bellezza diventano elementi mai così coincidenti. Per scaramanzia, non si fanno previsioni e non si nomina. Ma stavolta, come per Buongiorno, notte, quella cosa lì (che non si deve nominare) sarebbe meritatissimo.
Post n°8497 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
settembre 06, 2012
Dopo Nokia e Motorola, anche Amazon ci ha mostrato una serie di interessanti novità durante il suo evento di oggi tenutosi a Santa Monica, California. Jeff Bezos (CEO Di Amazon) ha iniziato la conferenza parlando del grande lavoro svolto dall’azienda, soprattutto per quanto riguarda il Kindle Fire, che lui giudica un servizio e non un semplice gadget da acquistare. Il Kindle Fire viene definitivo un servizio perché attraverso lo store si possono avere a disposizione oltre 180.000 libri digitali, numero che nessun altro produttore può vantare.
Si è passati poi con la presentazione del nuovo Kindle Paperwhite, che presenta uno schermo migliorato (65% di pixel in più rispetto ad un normale Kindle) che offre una risoluzione più nitida (221ppi) che rende più comoda la lettura dei vari libri. E’ perfetto sia per la lettura in camera da letto che fuori alla luce del sole. E’ spesso 9,1 mm e avrà una batteria in grado di tenerlo attivo per ben 8 settimane. regolazione luminosità Il suo prezzo? 119 dollari. Con disponibilità prevista per il 1 ottobre 2012. Sarà disponibile anche un modello 3G, che metterà a disposizione rete internet gratuita per scaricare contenuti in qualsiasi momento, che costerà 179 dollari.
Jeff Bezos annuncia poi un abbassamento del prezzo per il normale Kindle, che da 79 dollari passa a 69 dollari, e il nuovo servizio Kindle Direct Publishing che aiuterà gli autori a pubblicare libri sullo store in poche ore. Poi si passa ad alcuni dati su Kindle Singles, che fino ad oggi hanno registrato oltre 3,5 milioni di vendite, e al nuovo Kindle Serials, che offre testi di episodi che si aggiornano automaticamente non appena disponibili.
Infine Kindle Fire, o meglio il modello di seconda generazione. Il CEO di Amazon annuncia inizialmente il successore del primo modello che tanto successo ha riscosso tra i media e i consumatori, che possiede il doppio delle performance, doppia RAM e un prezzo di 159 dollari, con disponibilità a partire dal 14 settembre.
Poi passa alla presentazione della vera novità, il Kindle Fire HD, modello tutto nuovo con display da 8,9 pollici avente una risoluzione di 1920 x 1200 pixel (254 ppi), processore OMAP 4470 processor, realizzato da Texas Instruments, speaker dual-stereo, Wi-Fi, due antenne che sfruttano una nuova tecnologia chiama MIMO che sfrutta gli ostacoli per garantire una migliore qualità del segnale. Inoltre è stata introdotta una funzionalità, che ci permetterà di registrare e ascoltare i nostri libri, ad esempio, quando siamo in auto. Naturalmente possibilità, oltre che di leggere libri, anche di guardare film e giocare, salvando anche i livelli e progressi fatti.
Altra novità importante è Skype e Facebook, infatti potremo usufruire delle due applicazioni sul Kindle come su qualsiasi altro tablet, sfruttando per la prima App la fotocamera frontale HD. Il Fire HD avrà 16GB di storage.
Post n°8496 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
"Bella addormentata" infiamma il Lido: si discute di eutanasia ma anche dell'immagine di un Parlamento malato[di Cristiana Paternò] VENEZIA - Ci sono anche i manifestanti (sparuti a dire il vero) del Movimento con Cristo per la vita arrivati da un paesino in provincia di Vicenza. Sono al Lido a pregare e protestare contro Bella addormentata, che non hanno visto ma definiscono addirittura "pericoloso". Sono reazioni estreme ma il film di Marco Bellocchio, secondo italiano in corsa per il Leone d'oro e da domani in sala con 01, non può non dividere e far discutere, anche se, si spera, con toni più pacati. Però chi può dimenticare il clima di psicodramma collettivo che abbiamo tutti vissuto nel febbraio 2009, quando l'Italia intera era al capezzale di Eluana, in coma profondo da 17 anni. E il regista piacentino è il primo ad esserne consapevole. Ma il suo film, che tra pochi giorni sarà a Toronto, è stato comunque accolto al Lido con molti applausi e reazioni positive anche dai critici stranieri: The Hollywood Reporter parla ad esempio di "intelligenza e complessità nell'intrecciare storie attorno al tema scottante dell'eutanasia, con una narrazione che sa rivolgersi a un pubblico sofisticato". Insomma, il regista torna a emozionare e far riflettere con la sua capacità di assumere eventi storici e rappresentarli in piena libertà dando spazio al lavoro dell'immaginazione, come in Buongiorno, notte e L'ora di religione. L'anno scorso ha ricevuto il Leone alla carriera e ora si mette di nuovo in gioco affrontando la competizione con quest'opera, prodotta da Cattleya e Rai Cinema, dal cast davvero spettacolare: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa, Pier Giorgio Bellocchio, Gian Marco Tognazzi, i giovani Brenno Placido, Fabrizio Falco, un superlativo e ironico Roberto Herlitzka, nei panni di un senatore psichiatra di Forza Italia che "impasticca" i suoi compagni di partito per curarne manie e psicosi che sono simbolo di un'intera classe politica alla deriva. Eutanasia, diritto al suicidio e morte della politica sono temi di straordinaria complessità morale e filosofica che il film racconta costruendo attorno agli ultimi sei giorni di Eluana - evocati puntualmente e tristemente dalle immagini dei telegiornali - tre episodi drammaturgicamente molto potenti. Cè il senatore di Forza Italia ma ex socialista, Uliano Beffardi (Toni Servillo), che non se la sente di votare contro l'eutanasia come richiederebbe la disciplina di partito. Lui stesso ha vissuto anni prima il dramma di una moglie amatissima afflitta da una malattia terminale. Sua figlia Maria (Alba Rohrwacher) è invece una fervente attivista del Movimento per la vita e sta partendo per Udine, per pregare di fronte alla clinica La Quiete, ma s'imbatte in un ragazzo che sta dall'altra parte della barricata (Michele Riondino) e se ne innamora perdutamente. Intanto una grande attrice di teatro (Isabelle Huppert) si è ritirata dalle scene per assistere la figlia Rosa, in coma profondo, fino a trascurare il marito (Gian Marco Tognazzi) e il figlio (Brenno Placido) che aspira a diventare attore proprio per compiacerla, ma non ha alcun talento. Infine Pallido, un giovane e rabbioso medico di idee razionaliste (Pier Giorgio Bellocchio), si prende cura di una tossica (Maya Sansa) che vorrebbe darsi la morte e riesce a risvegliarla alla vita come nella celebre fiaba di Perrault. Cosa l'ha spinta a realizzare un film a partire dalla vicenda di Eluana?
In quei giorni sono stato coinvolto e aggredito da quello che vedevo e sentivo e mi sono venute in mente per reazione delle storie che ho lasciato depositare per alcuni anni. Solo dopo le ho orchestrate insieme agli sceneggiatori Veronica Raimo e Stefano Rulli. Non volevo affermare un principio, dirmi pro o contro l'eutanasia. Certo, il film svela quello che penso sull'argomento, però credo lo faccia in modo complesso, senza ecumenismo, ma anche senza atteggiamenti di disprezzo e di odio. In questi giorni mi ha molto colpito la fine del Cardinal Martini - la cui fede assoluta non è certo in discussione - con la sua richiesta di non ricorrere a un inutile accanimento terapeutico e di usare la sedazione. Del resto anche papa Giovanni Paolo II, a suo tempo, chiese di poter tornare alla casa del Padre e questo lo sottolineo nel film. Cosa risponde alle accuse di chi si sente offeso da una difesa dell'eutanasia? Il film non vuole essere la bandiera di una tesi. Credo che un artista debba essere libero di immaginare quello che gli pare. Bella addormentata è fatto di tanti risvegli e non risvegli, non solo quello della tossica, ma anche la figlia del senatore o il figlio della Divina madre. La mia è una posizione calmamente laica, ma non voglio certo condannare chi ha la fede, anche se il personaggio di Isabelle Huppert - che cita anche La storia vera della signora dalle camelie di Bolognini - nella sua dimensione glaciale e assurda, è davvero al limite del patologico. Ma in tutti i personaggi ritrovo qualcosa che mi appartiene. E' un film semplice, essenziale, e non credo che vi siano dei compiacimenti. Non voglio essere conciliante ma neppure condannare chi ha la fede, anche se io non ce l'ho. Come ha lavorato sui personaggi cattolici? Non avevo l'intenzione strategica di mostrare le varie posizioni, però c'erano dei personaggi cattolici. La mia formazione è quella, li conosco bene, anche se non vado più in chiesa e non credo più in Dio. In Italia siamo pieni di cattolici, anche nel governo, dappertutto. Ha parlato con Beppino Englaro? Il 7 settembre sarà a Udine per l'anteprima del film, l'ha già visto ma non voglio dire nulla di ciò che pensa. Con lui avevo parlato a suo tempo, quando gli ho detto che intendevo girare il film e che sarebbe stato però un film di fantasia con il suo dramma sullo sfondo. Lei ha dato della politica italiana una rappresentazione venata di amaro sarcasmo, che fa pensare a certe immagini di Sorrentino. Non volevo disprezzare i politici, come ormai tutti fanno, dicendo che sono dei ladri, che devono tornare a casa, piuttosto li ho mostrati nella loro disperazione, nello sbandamento che vivono. Sono molti i malati di mente in Parlamento, si dice nel film. C'è una disumanità patologica, una disperazione di cui sono inconsapevoli. Del resto il potere è inguaribile e io, pur essendo pacifista, ho una dimensione anarchica. Vuole commentare la vicenda dello scioglimento della Film Commission del Friuli Venezia Giulia seguita al finanziamento del film? Quando abbiamo girato a Udine, siamo stati una settimana davanti alla clinica e nessuno ci ha contestato o insultato. Ma la Regione di centrodestra ha voluto fare una battaglia a posteriori con una dimensione autodistruttiva che è tipica della classe politica italiana, cioè sciogliendo una Film Commission che ha sempre lavorato molto bene e non capisco secondo quale principio. Pensa che lo scandalo possa giovare al film? Ormai viviamo un distacco tra le discussioni in tv, in internet, sui giornali e poi l'andare al cinema. Un tempo lo scandalo era importante, adesso non esiste più. Io comunque cerco di fare un buon film e non mi è mai importato di usare lo scandalo per attirare il pubblico.
Post n°8495 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
VENEZIA - Si parla di eutanasia anche in un piccolo film messicano proposto alla Settimana della critica e molto applaudito, No quiero dormir soladell'esordiente Natalia Beristain, storia del complesso rapporto tra una nonna e una nipote. L'anziana Dolores, alcolizzata e malata di Alzheimer, ex attrice di grande successo, e la giovane e sbandata Amanda, senza lavoro fisso e incapace di prendere sonno se non c'è un partner, anche occasionale, accanto a lei. La pellicola indaga le pieghe di questa relazione, inizialmente difficile ma poi, via via, sempre più sincera, che passa anche per una riflessione sul corpo, l'accettazione di sé, l'invecchiare e il desiderio della morte. "Non considero la scelta di Dolores come eutanasia, ma come una decisione di mettere fine alla propria vita, conservando quella capacità di guidare le proprie scelte che quella donna ha sempre avuto", dice la regista e produttrice, sottolineando anche come il Messico sia un paese molto cattolico dove il tema è particolarmente delicato. "L'essere anche coinvolta nella produzione e il piccolo budget mi hanno lasciato una libertà totale di affrontare l'argomento che forse altrimenti non avrei avuto".
Post n°8494 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
"Questo film non è ideologico, ma è un grido di libertà che sembra il grido di mia figlia. Hanno qualcosa di profondo che li lega: la libertà. Mentre lo guardavo, mi sono chiesto cosa avrebbe detto Eluana: 'Marco (Bellocchio ndr), non sei grande, sei super!'". Così Beppino Englaro, il padre di Eluana, la donna per diciassette anni in stato vegetativo morta a Udine il 9 febbraio 2009, commenta Bella addormentata. Englaro, che ha visto il film con 'L'Espresso' nell'anteprima stampa, lo racconta in un'intervista al settimanale domani in edicola. "Dal giorno dell'incidente di Eluana, il 18 gennaio 1992 - racconta - non mi è nemmeno mai passato per la testa di andare al cinema. E' la prima volta che ci vengo". A Venezia non ci è andato perché "un conto è un film che racconta le cose, altro è viverle sulla propria pelle - osserva - Una vicenda come questa ti devasta. Mia moglie è stata devastata in una maniera, con la malattia, io in un'altra. Devastato sotto, dentro. Guardarle al cinema fa riflettere in un altro modo. E siccome solo i cittadini possono cambiare davvero le cose, questo film sarà utilissimo". Nel '92, ricorda Englaro, ''ero solo, un cane che abbaiava alla luna - conclude - Oggi tutto il mondo può apprezzare Bellocchio, ispirato dalla nostra lunga battaglia che ha cambiato il clima culturale di un Paese. E lui lo racconta, mettendo a nudo chi si è buttato nel mucchio solo per interessi di bottega, compresa una certa politica".
Post n°8493 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Sedici minuti di applausi e una ovazione per Marco Bellocchio e il cast hanno accolto ieri sera la proiezione ufficiale in Sala Grande di Bella addormentata, secondo film italiano in Concorso. A ricevere gli applausi l'intero cast del film tra cui Toni Servillo e Isabelle Huppert, che hanno più volte salutato il pubblico. Il film uscirà domani in 250 copie distribuite da 01.
Post n°8492 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
"Acciaio mi ha fatto fare pace con la mia idea di fabbrica, ma le ultime vicende dell'Ilva mi hanno fatto dissotterrare l'ascia di guerra"[di Michela Greco] VENEZIA - Un tempo e un luogo sospesi, quello dell'età di mezzo dell'adolescenza e quello dello spazio "vuoto" tra il brulichio industriale della fabbrica Lucchini di Piombino e il paradiso naturale dell'isola d'Elba. Si muove oscillando tra questi opposti Acciaio di Stefano Mordini, l'atteso film italiano delle Giornate degli Autori tratto dal romanzo omonimo di Silvia Avallone, bestseller vincitore del premio Campiello. Prodotto da Palomar e Rai Cinema, arriverà nelle sale grazie a Bolero, ma per ora ha catapultato al Lido il ricco cast composto da Michele Riondino, Vittoria Puccini, Anna Bellezza e Matilde Giannini. Insieme al regista di Provincia meccanica danno vita a un romanzo di formazione duro come l'acciaio che si sforna a ciclo continuo nella fabbrica in cui lavora Alessio (Riondino), infaticabile operaio che crede nel suo lavoro nonostante le mille difficoltà, ed è disposto a lasciarsi "distrarre" solo dal suo travagliato amore. Quella Elena (Puccini) che è tornata in provincia per mettersi dall'altra parte della barricata, diventando l'interlocutore borghese chiuso nell'alto degli uffici che dominano la fabbrica. Ma al centro del racconto ci sono anche Anna (sorella di Alessio, interpretata da Matilde Giannini) e Francesca (Anna Bellezza), adolescenti belle e smarrite che si rifugiano nella loro amicizia sensuale, nascoste tra le dune di una spiaggia segreta, in attesa di capire il mistero dell'adolescenza e di sfuggire dall'innocenza. Intanto, il ciclo dell'acciaio, rumoroso, fumoso e minaccioso, non si interrompe mai. Tarantino di origine, figlio e nipote di operai dell'Ilva e già interprete di una storia 'di fabbrica' ambientata proprio nella sua città con Marpiccolo, Michele Riondino si ritrova in laguna con due ruoli importanti: questo in Acciaio e quello in Bella addormentata, l'attesissima pellicola di Marco Bellocchio sull'eutanasia. Riondino, le è capitato di girare un film in fabbrica proprio mentre infuoca la questione dell'Ilva di Taranto, di cui lei è originario... Ci sono tante coincidenze, ma in realtà Acciaio non parla di ambiente, anche perché la Lucchini ha un altro atteggiamento sul territorio rispetto all'Ilva, che invece del territorio di Taranto abusa. Ci sono però molte affinità tra me e il mio personaggio, perché ho fatto studi tecnici proprio sul ciclo dell'acciaio e io, come Alessio, sono fuggito da una realtà di provincia. Questo film mi riguarda da vicino. Ma non ho costruito il personaggio sui miei giudizi sulla fabbrica, perché nella realtà non ci sono mai entrato, invece nel film la vivo dall'interno e la prospettiva è completamente diversa. Quindi più che un film sull'ambiente, Acciaio è un film sul lavoro. Sì, vi si mostra quanto sia usurante quello in acciaieria, ma anche quanto ci si possa essere attaccati. Oggi non c'è ambizione più grande che mantenerlo, il lavoro: un tema ancora più attuale dell'Ilva. Che effetto ha avuto su di lei raccontare una storia tanto vicina alla sua esperienza?
Mi ha aiutato a fare pace con una certa idea di fabbrica legata alla realtà dell'Ilva. Poi con le notizie di questi giorni ho di nuovo dissotterrato l'ascia di guerra. E' deprimente vedere che si trasferiscono delle scelte importantissime sui lavoratori, è sbagliato, le responsabilità sono di altri. La politica si disinteressa di Taranto, eppure pare che ci siano ben tre ministri dello Sviluppo, mentre quello della Salute tace. Evidentemente pensa che a Taranto bisogna continuare a respirare diossina. Per me non è così. Come pensa verrà accolto il film nella sua città? Non so, in effetti non parla della stretta attualità, però c'è molto il ritmo della fabbrica. Ho seguito i turni, le squadre e ho vissuto il tentativo dell'azienda di responsabilizzare gli operai con cartelli che dicono 'se ti succede qualcosa è colpa tua', e in questo la Lucchini è come l'Ilva. E poi per voi giornalisti certe cose sono degli scoop, per noi di Taranto le bustarelle girate intorno all'Ilva sono verità di popolo. Il film è molto agganciato alla città di Piombino, come avete lavorato sul territorio? Ho dovuto lavorare su un'aderenza linguistica e al territorio, imparare a vivere la città, i percorsi piombinesi. Come a Taranto, i luoghi sono sempre quelli, gli spostamenti sono geometrici. Ci siamo tarati su ritmi lavorativi e sociali locali, anche quelli di una 'movida' che in realtà non si muove. Che progetti ha prossimamente? Farò teatro per un po'. Ho un nuovo spettacolo, inedito e realizzato dalla mia compagnia, a metà settembre, che sarà a Roma a gennaio e si intitolaSiamosolonoi, ma non ha nulla a che fare con Vasco. Mi butto sul palcoscenico perché avevo bisogno di respirare un po' di polvere sana.
Post n°8491 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Si intitola Film a micro-budget: il futuro del cinema? il panel internazionale della 69 Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica 2012, moderato daPeter Cowie, che avrà luogo al Lido martedì 4 settembre alle ore 15.00 in Sala Conferenze Stampa.
Nell'anno in cui la Biennale di Venezia lancia alla 69. Mostra - in linea con gli altri Settori della Biennale - l'iniziativa Biennale College - Cinema, in partnership con Gucci, laboratorio di alta formazione per giovani cineasti finalizzato alla produzione di 3 film a micro-budget, un panel internazionale farà il punto su due temi: l'importanza di saper/poter girare film a micro-budget in un periodo di crisi globale, e la necessità di trovare giovani talenti per rinvigorire il cinema del futuro.
All'incontro curato da Cowie, storico del cinema e fondatore dell' "International Film Guide", parteciperanno i critici e storici del cinema: Richard Corliss(Stati Uniti, critico del settimanale "Time", New York), Mick LaSalle (Stati Uniti, critico del "San Francisco Chronicle"), Savina Neirotti (Italia, Head of Program Biennale College - Cinema e TorinoFilmLab), Mark Peranson (Canada, redattore della rivista "CinemaScope"). Sin dagli inizi degli anni Duemila, un crescente numero di giovani cineasti ha risolto la sfida finanziaria di produrre un film usando le nuove tecnologie, e addirittura telefoni cellulari. I risultati sono stati alterni, ma la purezza e l'autenticità di questi film, insieme al frequente buon risultato al box-office, giustifica i modesti mezzi di produzione. Tuttavia non si tratta di un fenomeno del tutto nuovo. Esistono dei precedenti nel lavoro dei grandi autori europei e asiatici. Satyajit Ray ha realizzatoPather Panchali con 3,000 $ nel 1955, Ingmar Bergman ha girato Monica e il desiderio nel 1952 per una cifra oggi equivalente a 75.000 $, e i film chiave del Neorealismo italiano sono stati prodotti con pochi spiccioli. E ancora, John Cassavetes ha girato Shadows con 40,000 $ nel 1959. Nei primi anni '90Kevin Smith ha realizzato Clerks con 27,000 $, Robert Rodriguez El Mariachi addirittura con 7,000 $. Possiamo riflettere su alcuni successi inaspettati come Non aprite quella porta nel 1974, The Immoral Mr. Teas, The Blair Witch Project e La notte dei morti viventi tutti quanti prodotti con meno di 120,000 $, e tutti che hanno incassato centinaia di volte il loro costo.
Il Panel, tra le altre questioni, sottolineerà l'importanza dei festival che propongono film a micro-budget.
Post n°8490 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Di Davide Fumagalli Appena iniziata, l'attesa conferenza di Amazon per la presentazione dei nuovi e-book reader e tablet non delude le apsettative della vigilia. “Kindle Fire deve essere considerato un servizio, più che un dispositivo. Questa è la vera differenza rispetto agli altri tablet proposti dai nostri competitor”. Il pensiero di Jeff Bezos, numero uno e fondatore di Amazon, è chiaro e consente di comprendere meglio l’enorme successo dei talbet e dei lettori di ebook della società americana, l’unica in grado di impensierire seriamente il domonio di iPad sul mercato. Sulla piattaforma Kindle sono disponibili oltre 180 mila libri, che hanno contribuito a permette alle vendite dei libri in formato elettronico di superare quelle fisici.
La prima novità introdotta dalla nuova gamma di Kindle riguarda gli schermi a inchiostro elettronico retroilluminati, basati sulla tecnologia Paperwhite, che utilizza un sistema di diffusione a fibre ottiche che porta la luce generata da led verso il fondo del dispositivo stesso, e non verso gli occhi del lettore come nei display lcd tradizionali, per garantire un maggior confort.
Il nuovo Kindle Touch, che garantisce un'autonomia di lettura di 8 settimane è saraà disponibile dal 1 ottobre, è offerto a 119 dollari nella versione Wi-Fi e a 179 dollari in quella dotata di scheda 3G, sempre priva di canone telefonico a carico dell'utente. Amazon ha inoltre messo a punto una versione base, priva di schermo touch e supportata da annunci pubblicitari, al costo di soli 69 dollari, davvero molto aggressivo.
Accanto ai nuovi dispositivi, Bezos ha sottolineato anche i risultati ottenuti dai servizi di vendita digitali di Amazon. Self Publishing, il programma che permette a chiunque di pubblicare un libro conservando tutti i diritti di copyright e il 70% del fatturato realizzato, senza alcun costo, ha portato alla vendita di 20 dei 50 libri più acquistati. Grande successo ancher per Singles, brevi racconti a metà tra un vero libro e un articolo, venduti a 1,99 dollari ciascuno. Amazon ha introdotto anche Series, ovvero tutte le puntate di serial tv da fruire sui dispositivi mobili con una logica di acquisto continuativo.
La vera star della serata , il tanto atteso tablet Fire 2, fa la sua comparsa sul palco. Più veloce del 40% rispetto al precedente modello, sarà in vendita dal 14 di settembre negli Usa a 159 dollari, un prezzo davvero allettante. Amazon affianca inoltre un secondo tablet, Fire HD, caratterizzato da un display più ampio (8,9 polici contro i 7 dell'altro modello) e una risoluzione di 1.920 x 1.200 punti, ideale per visualizzare film in formato Full HD. Il display dispone inoltre di un particolare filtro che permette di vedere colori vividi anche in pieno giorno, un processore in grado di supportare velocemente queste funzioni e altoparlanti stereo in qualità Dolby. Per supportare la trasmissione di video Full HD dispone di due antenne Wi-Fi integrate. La memoria integrata è di 16 Gb, sufficiente per il genere di contenuti multimediali supportati.
Post n°8489 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Nuovi Kindle Touch, Kindle Fire e Kindle Phone? Tutto quello che c'è da sapere sui lanci di stasera Pubblicato il 06 set 2012 da Luca Come anticipato, Amazon nella giornata di oggi terrà una conferenza da Santa Monica dove verranno svelati nuovi prodotti della sua linea Kindle di e-reader e tablet, forse seguito da qualcosa di insolito. L’evento partirà dalle 19:30 (ora italiana) e sebbene l’azienda sia rimasta con la bocca ben cucita, poche ore fa ha mandato in onda uno spot pubblicitario nell’intermezzo di una partita di football che ci da un primissimo assaggio delle novità. Il video non svela in modo esplicito nomi o caratteristiche dei nuovi prodotti, ma le immagini mostrano chiaramente un e-reader Kindle Touch con un nuovo sistema d’illuminazione per e-paper (che non è una banale retroilluminazione) e almeno due nuovi tablet Kindle Fire, dal taglio originario da 7″ e uno più grande, probabilmente da 10″ come le prime indiscrezioni. Continua dopo l’interruzione. Le informazioni sulla versione illuminata del Kindle sono trapelate già la settimana scorsa suThe Verge, con un set di immagini che rivela anche le nuove caratteristiche: una cornice più scura, maggiore risoluzione e contrasto, illuminazione integrata e otto settimane di autonomia. Il nome? Potrebbe chiamarsi Kindle Touch Paperwhite. Il testo mostrato nelle immagini è in francese e potrebbe indicare un lancio globale immediato e non frammentato nel tempo e in differenti aree, come era successo per i precedenti Kindle. La recentissima apertura dell’Appstore agli utenti di Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia è un altro indizio che ci porta in questa direzione. Le informazioni sui tablet Android continuano invece ad essere piuttosto confuse. Pochi giorni fa avevamo parlato di due versioni da 7″, una riedizione leggermente riveduta del Kindle Fire classico, affiancato da una nuova unità sempre da 7″ con un hardware rivisto, ma ora le immagini dello spot pubblicitario sembrano confermare anche la vecchia ipotesi di un modello più grande da 10″. L’ultima indiscrezione riguarda la presentazione del prototipo di uno smartphone marchiato Kindle. Un’ipotesi che avevamo sentito già qualche tempo fa, ma che ora sembra confermata da un numero di fonti che parlano di un telefono Android basato sulla stessa versione altamente personalizzata dei Fire, che potrebbe comprendere Nokia Maps come sistema di navigazione e localizzazione. Ipotesi e indiscrezioni ancora non confermate, che potremo finalmente verificare questa sera con la conferenza e il lancio dei nuovi prodotti di Amazon dalla California. L’appuntamento è fissato alle 19:30 di questa sera. Via | Engadget | The Verge
Post n°8488 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Post n°8487 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
(ANSA) - ROMA, 5 SET - La musica, dice, gli ha allungato la vita e, a chi gli chiede quale delle sue oltre 400 colonne sonore dedicherebbe al premier Mario Monti, Ennio Morricone risponde: ''Vittoriosi', e' il finale della suite degli Intoccabili di Brian De Palma. E' anche un auspicio''. E 'Vittoriosi' sara' uno dei brani che dirigera' l'8 settembre a Udine, prima tappa del tour italiano nei palasport 'Ten - 2002/2012 dieci anni di concerti' (poi Verona, Firenze, Torino, Milano, Roma, Bologna e Padova).
Post n°8486 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
(ANSA) - LOS ANGELES, 5 SET - C'e' un bel po' d'Italia quest'anno al festival internazionale del cinema di Toronto che apre i battenti domani nella citta' canadese: Bertolucci, Bellocchio, Castellitto, Garrone. Le firme sono di qualita' e l'attesa e' molta, soprattutto per Venuto al mondo di Sergio Castellitto, che sara' presentato in prima mondiale e per Io e te di Bernardo Bertolucci, gia' visto a Cannes ma molto atteso anche da questa parte dell'oceano, a dieci anni dalla presentazione a Toronto di The Dreamers.
Post n°8485 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
(ANSA) - VENEZIA, 6 SET - Visita lampo alla Mostra del cinema di Venezia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dopo aver ammirato la Biennale Architettura, Napolitano e' atteso al Lido per pranzare all'Excelsior con il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore della Mostra Alberto Barbera. Con loro il regista Ermanno Olmi e i giurati italiani di Venezia 69: Matteo Garrone, Isabella Ferrari, Pierfrancesco Favino.
Post n°8484 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Guarda le foto1 di 30Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con il l'attore e Robert Redford alla Biennale VENEZIA - Stretta di mano a sorpresa alla Mostra del Cinema di Venezia tra il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Robert Redford, la star di oggi, con il thriller 'The Company You Keep'. Napolitano, dopo aver visitato la Biennale Architettura, questa mattina ha accettato l'invito a pranzo del presidente Paolo Baratta e del direttore della Mostra Alberto Barbera. Napolitano è arrivato all'Excelsior alle 12.30 e alle 14 è ripartito dopo aver parlato di cinema con Baratta, Barbera e i giurati Garrone, Ferrari, Favino e il maestro Olmi. Durante un pranzo leggero - tagliata di tonno e sogliola con purea di zucca - il presidente Napolitano ha mostrato tutto il suo interesse e la sua passione per il mondo del cinema, che ha frequentato nei decenni scorsi. Il presidente della Biennale Paolo Baratta al termine della visita lampo al Lido ha raccontato ai giornalisti come Napolitano abbia tenuto testa ai suoi interlocutori con continue citazioni cinefile. "Sono stato molto onorato della sua visita alla Mostra - ha detto Baratta all'ANSA -: non potevo trattenerlo oltre avendo un impegno istituzionale nel pomeriggio fuori Venezia". Napolitano si è rammaricato di non andare al cinema più spesso di quanto gli accada e ha chiesto ai presenti informazioni e consigli sui film da recuperare. In particolare, ha riferito Baratta, è impaziente di vedere il film di Marco Bellocchio 'Bella Addormentata', che ieri sera ha avuto 16 minuti di applausi in sala grande. Con Redford ha parlato dell'importanza del cinema indipendente italiano e americano e in generale, facendo i complimenti all'ideatore del Sundance Film Festival per il suo impegno.
Post n°8483 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Pubblicato il 01 set 2012 da Federico Moretti Amazon ha esteso Appstore for Android, il marketplace delle applicazioni per il sistema operativo di Google, all’Europa: l’Italia è fra i Paesi dai quali scaricare il software – che è chiamato App-Shop, probabilmente per problemi di marchio – e usufruire delle offerte perché Amazon regala un’applicazione al giorno. Gli utenti italiani di Android possono accedere all’alternativa commerciale più quotata a Google Play, ma tuttora non sono disponibili dei dispositivi prodotti da Amazon. È una situazione destinata a cambiare presto. Giovedì prossimo, infatti, Amazon terrà l’evento da cui sono attesi i cinque o sei nuovi dispositivi per la serie del Kindle Fire e l’approdo di App-Shop in Europa potrebbe alludere alla distribuzione dei device nel nostro Paese. L’arrivo in Italia sarebbe strategico, perché Google ha aperto le ordinazioni del Nexus 7 – il tablet da 7” con Jelly Bean – soltanto in Francia, Germania e Spagna. App-Shop Amazon per Android ha raggiunto le stesse località includendo l’Italia dalla quale non è possibile ordinare il prodotto di Google. Ciò significa che nelle prossime settimane potremmo avere, oltre ad App-Shop Amazon, un’ampia scelta di tablet da 7” o 10” con Android 2.3 – la versione correntemente installata su Kindle Fire è Gingerbread – a un prezzo accessibile. La prima versione del tablet è proposta negli Stati Uniti e in Canada a $199 come il Nexus 7 e il cambio dovrebbe essere uno a uno in entrambi: almeno, questa è stata la politica di Google nei Paesi dell’euro-zona. Caratteristiche tecniche e aggiornamenti del sistema operativo saranno determinanti. Via | Digital Trends
Post n°8482 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
Pubblicato il 24 lug 2012 da Federico Moretti Non una, ma 5 o 6 Stock-Keeping Unit (SKU): secondo le indiscrezioni di Desmond Parneros – presidente di Staples, Inc. che distribuisce il tablet – Amazon avrebbe in mente di rendere il Kindle Fire più simile alla gamma degli eReader. Inclusa la produzione di una versione da 10”, già anticipata alla vigilia dell’annuncio del primo dispositivo, per competere con l’iPad di Apple. I rumor hanno una certa credibilità, non soltanto per la fonte autorevole. Amazon è solita proporre numerose varianti dei propri device, come il Kindle. Quali potrebbero essere queste varianti? Oltre a un nuovo modello più grande, Amazon dovrebbe offrire il Kindle Fire con o senza connettività 3G in associazione al WiFi. È la stessa politica adottata sugli eReader. I conti, però, non tornano: seguendo questo schema, i tabletdovrebbero essere 4. Cosa dovremmo aspettarci dal quinto o sesto dispositivo? Gli analisti sono pronti a scommettere su uno smartphone, ma Parneros non s’è sbilanciato in questo senso. Però, un modello di Kindle Fire da 8” o 9” non avrebbe molto significato. Qualunque sia il piano di Amazon, in Italia il problema resta lo stesso. Né il Kindle Fire, né il Nexus 7 di Google – entrambi con Android – sono disponibili nel nostro Paese. Ad oggi, nessuno di loro prevede il 3G limitando al WiFi la connettività dal tablet. Riservando i principali concorrenti dell’iPad ai mercati statunitense, canadese e/o britannico le multinazionali escludono la maggioranza dei consumatori. E, se davvero Apple produrrà un device da 7” a un prezzo contenuto, l’iPad non avrebbe più dei rivali così credibili. Via | Reuters
Post n°8481 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
L'intervallo(L'intervallo)GENERE: DrammaticoANNO: 2012 DATA: 05/09/2012NAZIONALITA': ItaliaREGIA: Leonardo Di CostanzoCAST: Alessio Gallo, Francesca Riso, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster Ribelle - The Brave(Brave)GENERE: Animazione, AvventuraANNO: 2012 DATA: 05/09/2012NAZIONALITA': USAREGIA: Mark AndrewsCAST: Kelly Macdonald, Emma Thompson, Billy Connolly, Kevin McKidd, Robbie Coltrane, Julie Walters Shark 3D(Bait)GENERE: Azione, Horror, ThrillerANNO: 2012 DATA: 05/09/2012NAZIONALITA': AustraliaREGIA: Kimble RendallCAST: Xavier Samuel, Phoebe Tonkin, Sharni Vinson, Julian McMahon, Alice Parkinson, Alex Russell Bella addormentata(Bella addormentata)GENERE: DrammaticoANNO: 2012 DATA: 06/09/2012NAZIONALITA': ItaliaREGIA: Marco BellocchioCAST: Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Pier Giorgio Bellocchio, Maya Sansa Come non detto(Come non detto)GENERE: CommediaANNO: 2012 DATA: 07/09/2012NAZIONALITA': ItaliaREGIA: Ivan SilvestriniCAST: Josafat Vagni, Alan Cappelli, Valeria Bilello, Monica Guerritore, Ninni Bruschetta, Francesco Montanari The Bourne Legacy(The Bourne Legacy)GENERE: Azione, ThrillerANNO: 2012 DATA: 07/09/2012NAZIONALITA': USAREGIA: Tony GilroyCAST: Jeremy Renner, Rachel Weisz, Edward Norton, Joan Allen, Albert Finney, Oscar Isaac
Post n°8480 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
In occasione della 69esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) e 100autori (Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva) organizzano insieme un incontro sul futuro degli studi di Cinecittà. L’appuntamento è per martedì 4 settembre 2012 ore 15.00 alla Casa degli Autori – La Pagoda. I lavoratori, l’azienda e tutte le forze che si sono già pronunciate in merito sono stati chiamati ad esporre la propria posizione alla stampa internazionale e ai professionisti del settore presenti al Lido. Lista degli interventi (in ordine alfabetico): Luigi Abete (Presidente Cinecittà Studios), Nicola Borrelli (Direttore Generale Cinema MiBAC), Stefania Brai (PRC), Massimo Corridoni (rappresentante lavoratori Cinecittà Studios), Roberto Cicutto (Amministratore Delegato Istituto Luce Cinecittà), Francesco Maselli (ANAC), Gennaro Migliore (SEL), Andrea Purgatori (100autori), Giulia Rodano (IdV), Vincenzo Vita (PD). Modera l’incontro Roberto Barzanti, Presidente delle Giornate degli Autori.
Post n°8479 pubblicato il 06 Settembre 2012 da Ladridicinema
NOTIZIEE' MORTO MICHAEL CLARKE DUNCANL'attore de Il miglio verde era stato colpito da un infarto lo scorso luglio. Aveva 54 anni 04/09/2012 - P.F. Lo ricorderemo sempre nei panni di John Coffey, gigantesco afro-americano condannato a morte ne Il miglio verde, adesso Michael Clarke Duncan se ne è andato: è morto in ospedale in seguito alle complicazioni dovute a un attacco cardiaco che lo ha colpito lo scorso 13 luglio.
A confermare la notizia della scomparsa è stata la sua fidanzata Omarosa Manigault. Il cinquantaquattrenne attore è apparso in una dozzina di film di successo: lo ricordiamo al fianco di Bruce Willis in Armageddon (nei panni dell'unico “nero su una Harley in Sud Dakota”) e nella commedia FBI – Protezione testimoni (ma anche ne La colazione dei campioni e Sin City). Ha interpretato il cattivo sia nel remake de Il pianeta delle scimmie che nello sfortunatissimo adattamento Marvel di Daredevil.
Alto quasi due metri e dal peso di oltre centotrenta chili, Duncan è tornato a lavorare con Michael Bay anche in The Island. Negli ultimi anni ha prestato la voce sia a un personaggio di Kung Fu Panda che a un alieno del film Lanterna Verde.
Nel 2000 è stato candidato all'Oscar per il ruolo di John Coffey, l'innocente che viene mandato al macello, accompagnato sulla sedia elettrica dal secondinoTom Hanks nel bel film tratto da Stephen King.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45