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Messaggi del 26/02/2018

 

9 - LOTTA ALLA POVERTÀ, SANITÀ, ASSISTENZA

Post n°14320 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema

Un paese sempre più preda della crisi, impoverito e incattivito, vede crescere l’emarginazione sociale, conseguenza del sistematico smantellamento del sistema di welfare pubblico perseguito in questi anni. 18 milioni di persone sono a rischio di povertà e di esclusione sociale, un dato in crescita rispetto agli anni scorsi; 12 milioni di persone rinunciano a curarsi per motivi economici. È particolarmente grave l’attacco in corso al sistema sanitario pubblico e universalistico, riconosciuto come uno dei migliori al mondo per l’efficacia nel garantire a tutte e tutti il diritto alla salute.  La percentuale di PIL destinata alla spesa sanitaria è oggi inferiore alla soglia di rischio indicata dall’OMS e si procede verso ulteriori tagli. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: livelli assistenziali in caduta libera, lunghezza delle liste d’attesa in continua crescita, una conseguente diseguaglianza di accesso ai servizi, accentuata anche dall’introduzione del welfare aziendale che rompe l’universalismo del diritto alla salute e lo vincola al contratto di lavoro. Sono radicalmente insufficienti le  politiche di assistenza, come gli asili, o i servizi sul territorio per il sostegno agli anziani. I diversamente abili ed i soggetti sociali fragili sono sempre più spesso abbandonati a loro stessi o alle loro famiglie, senza alcuna assistenza economica e materiale e alcun serio programma di inserimento e inclusione sociale. Noi invece crediamo che chiunque, in qualunque condizione, abbia diritto alla salute, all’assistenza, ad una vita indipendente, libera dal bisogno e dignitosa.

Per questo lottiamo per:

  • l’istituzione del reddito minimo garantito, contro l’esclusione sociale e la precarietà della vita, per persone disoccupate e precarie: un reddito che consenta di superare la soglia di povertà relativa, che sia a carattere personale ed erogato fino al superamento della condizione di disagio;
  • la garanzia dei livelli essenziali di assistenza erogati dal SSN e la loro omogeneità su tutto il territorio nazionale;
  • l’eliminazione dei ticket sulle prestazioni sanitarie;
  • il taglio drastico dei tempi di attesa, anche attraverso la modifica delle norme che regolano l’intra moenia;
  • un nuovo programma di assunzioni per sanità e servizi socio-assistenziali, che elimini il precariato, con l’immediato sblocco del turn-over lavorativo;
  • l’uscita del privato dal business dell’assistenza sanitaria;
  • il potenziamento dei servizi sanitari esistenti, con il blocco dei processi di ridimensionamento e chiusura degli ospedali e lo sviluppo di una rete capillare di centri di assistenza sanitaria e sociale di prossimità;
  • la definizione di un piano nazionale per la non autosufficienza, centrato sull’assistenza domiciliare integrata;
  • dare attuazione all’inclusione delle persone con disabilità e dei soggetti fragili nella scuola, nel lavoro, nella società, per il diritto ad una vita piena, cancellando gli ultimi provvedimenti che vanno in senso contrario.

 
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L'ora più buia

Post n°14319 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema
 

Siamo nel 1940, e tutti i tentativi di frenare Hitler sono falliti. Da meno di un anno si è in guerra, la Francia sta capitolando, il Belgio è caduto e si pensa che i prossimi a essere invasi saranno probabilmente gli inglesi. C'è ancora chi, nella politica inglese, non ha capito la situazione e vuole trattare la resa. C'è ancora chi si fida di Hitler, nonostante i fatti; con una sola voce critica che aveva avvertito per primo della pericolosità del dittatore nazista, ovvero Winston Churchill, che però non viene considerato da nessuno, compreso il re; visti i tanti fallimenti di cui è stato responsabile dalla débâcle di Gallipoli durante la prima guerra mondiale fino alla questione dell'abdicazione di Edoardo VIII e all'appoggio al suo matrimonio. Churchill però alla fine verrrà chiamato a governare nel momento peggiore della storia inglese, perchè è l'unico accettato dall'opposizione decidendo di giocarsi il tutto per salvare i soldati inglesi a Dunkirk.

Avevamo bisogno di un altro film su Winston Churchill? Probabilmente no ma davanti alla performance di Gary Oldman c'è poco da fare comunque la si pensi. L'Homburg di feltro, il grosso sigaro, il panciotto, la voce grassa, il corpo goffo, il whisky alla mano, il borbottio permanente... lo statista inglese è un'attrattiva per qualsiasi attore. Ma credo che nessuno lo abbia fatto come Oldman, rappresentandolo attraverso vizi, abitudini e modi di fare della vita privata, come le sue passioni, il caratteraccio e l’amorevole rapporto con la moglie Clementine. Il tutto in un film che non è propagandistico ma forse nemmeno completamente storico, quasi in costume. Questo per via della scelta di Joe Wright che ha il dono dell’equilibrio e di conseguenza il suo è un cinema di qualità; che non mira a sbancare ma non è limitato per pochi.

Un peccato del film è che dovrebbe essere anche altro oltre ad essere un racconto biografico delle settimane che vanno dalla caduta del governo Chamberlain all'evacuazione di Dunkirk. Un film storico dovrebbe fare i conti con la storia, ma questo film resta troppo ancorato o meglio solo ancorato al personaggio di Winston con tutti gli altri personaggi che gli ruotano attorno senza alcun rilievo, compreso re Giorgio VI. Non c'è il racconto della collettività presente in Dunkirk di Nolan, ma solo dell'individuo in un racconto quasi documentaristico, soprattutto nel finale (lo si vede soprattutto nel discorso a fine film e nella differenza in cui è diffuso o meglio mostrato in questo film e in quello di Nolan).

Un film che completa in qualche modo il percorso iniziato con "Il discorso del re" e proseguito con "Dunkirk". Queste sono le cose che piacciono al pubblico e ancor di più a Hollywood e penso che l'oscar questa volta a Oldman non glielo potrà togliere nessuno

Voto finale: 4+/5

L'ora più buia

Titolo originale: Darkest Hour

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L'ora più buia è un film di genere biografico, drammatico, storico, guerra del 2017, diretto da Joe Wright, con Gary Oldman e Kristin Scott Thomas. Uscita al cinema il 18 gennaio 2018. Durata 125 minuti. Distribuito da Universal Pictures.

L'ora più buia ora in programmazione in 23 Sale Trova Cinema
Poster

TRAMA L'ORA PIÙ BUIA:

Political drama firmato Joe Wright, L'Ora più buia è ambientato all'inizio della Seconda guerra mondiale. L'ora più buia cui fa riferimento il titolo è il momento cruciale della scelta, da parte del Primo ministro britannico Winston Churchill(Gary Oldman), tra l'armistizio con la Germania nazista e l'intervento nel conflitto armato. Di fronte all'avanzata dell'esercito tedesco e all'imminente invasione della Gran Bretagna, Churchill è chiamato a decidere tra la tutela del Paese in nome di una pace apparente e temporanea e la difesa dei propri ideali di autonomia e libertà. Accanto a lui, indaffarate nel dietro le quinte della storia, la moglie Clementine (Kristin Scott Thomas) e la segretaria personale Elizabeth Nel(Lily James). Nel cast anche Ben Mendelsohn nei panni dell'amato sovrano Re Giorgio VI, e Ronald Pickup in veste di Primo ministro uscente, Neville Chamberlain.


Le pagine cruciali della storia britannica sono recentemente sempre più in primo piano, al cinema come nelle serie televisive. Non è un territorio inusuale anche per il regista Joe Wright, il cui piano sequenza sulla spiaggia di Dunkerque in Espiazione è stato spesso lodato, e confrontato al lavoro di Nolan nel recente film omonimo. L'ora più buia già dal titolo ci fa intuire la delicatezza del momento in cui si trova il protagonistaWinston Churchill. Il primo ministro Neville Chamberlain è prossimo alle dimissioni dopo molte mosse impopolari, come l'ostinazione nel cercare una soluzione politica con l'aggressivo regime hitleriano.Siamo nel maggio 1940 e il corpulento politico conservatore, appena nominato premier, deve subito prendere una decisione fondamentale per le sorti del suo Paese. Prendere atto della sconfitta francese e cercare la pace con la Germania, o continuare a combattere, confidando in una pronta riscossa, a partire dal recupero delle proprie truppe, accerchiate sulla spiaggia francese di Dunkerque

Una sfida totale con l'obiettivo di mobilitare la nazione intera per proseguire la guerra in nome degli ideali liberal democratici degli alleati. L'ora più buia è tutto ambientato negli austeri e cupi uffici della politica britannica, in una sorta di fronte interno rispetto all'eroismo epico del film di Nolan. Wright sceglie una via claustrofobica, tutta concentrata sulla parola, quella molto caratteristica del linguaggio di Churchill, un vero leone in gabbia. Il premier inglese è qui interpretato da un irriconoscibile Gary Oldman, truccato pesantemente per l'occasione, tanto da richiedere oltre tre ore di make-up ogni mattina prima di iniziare le riprese. Un lavoro estremo che ogni attore sogna, con un tono di voce anch’esso ben diverso dal proprio, per il grande interprete londinese, nominato solo pochi anni fa all'Oscar per La talpa. 
La sceneggiatura è del neozelandese Anthony McCarten, già autore de La teoria del tutto: ancora una storia vera e biografica con un’interpretazione forte, quella dello scienziato Stephen Hawking per cui Eddie Redmayne vinse l'Oscar. 

Per il ruolo di Neville Chamberlain era stato scelto John Hurt, poi sostituto da Ronald Pickup a causa della malattia del grande attore, poi scomparso a gennaio del 2017. Non si smentisce la grande scuola degli interpreti britannici, qui presente in forze: Stephen Dillane è il ministro degli esteri Lord Halifax, grande sostenitore di una pace con Hitler, Kristin Scott Thomas è la moglie di Churchill, Clementine, mentre Lily James passa dai piani nobili di Donwton Abbey al ruolo di segretaria personale del primo ministro. C’è anche un po' d’Italia nella squadra de L’ora più buia, con il montatore Valerio Bonelli e il compositore della colonna sonora, il pisano Dario Marinelli, collaboratore abituale di Wright, vincitore dell'Oscar per Espiazione e nominato per Anna Karenina e Orgoglio e pregiudizio.

 

Dal trailer italiano del film L'ora più buia:

Giorgio VI (Ben Mendelsohn): Perché sono stato costretto a convocare Churchill? Ha dei precedenti catastrofici! 

Clementine Churchill (Kristin Scott Thomas): Fagli vedere le tue vere qualità, la tua assenza di vanità... 
Winston Churchill (Gary Oldman): Sì, la mia volontà di ferro... 
Clementine: Il senso dell'umorismo! 
Winston Churchill: Oh-oh-oh 

Generale Ironside (Malcom Storry): I tedeschi circondano 60 divisioni britanniche e francesi, nei prossimi giorni vedremo il collasso dell'Europa occidentale 

Elizabeth Layton (Lily James): Quando tempo gli resta se non li soccorriamo? 
Winston Churchill: Due giorni, forse...ci vorrà un miracolo per salvarli 

Clementine: Il peso del mondo intero è sulle tue spalle 

Visconte Halifax (Stephen Dillane): Abbiamo di fronte una sconfitta, l'annientamento dell'esercito e una imminente invasione; dobbiamo negoziare la pace 
Winston Churchill: Quando impareremo la lezione? Non si può ragionare con una tigre, quando la tua testa è nella sua bocca! 
Halifax: Sciocchezze! L'unico pericolo vero... 
Winston Churchill: Vuole smetterla di interrompermi quando la sto interrompendo io?! 

Winston Churchill: Abbiamo di fronte molti, molti lunghi mesi di lotta e sofferenza! Anche se tanti vecchi e importanti Stati sono caduti nella morsa del dominio nazista, noi difenderemo la nostra isola quale che sia il prezzo da pagare! Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste di atterraggio, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline! Non ci arrenderemo mai! Perché senza vittoria non può esserci sopravvivenza!

Dal nuovo trailer italiano del Film:

Winston Churchill: Vostra Maestà! 
Giorgio VI: Signor Churchill...La invito ad assumere la carica di Primo Ministro 

Reporter (Joshua Higgott): Deve rispondere al Lord del sigillo privato 
Winston Churchill: Sono sigillato in gabinetto! Penso di potermi occupare solo di una cacca alla volta 

Winston Churchill: L'Europa è ancora... 
Visconte Halifax: L'Europa è persa 

Winston Churchill: Dobbiamo incitare ad una resistenza eroica 

Winston Churchill: Mi assumo la responsabilità 
Visconte Halifax: Davvero? 
Winston Churchill: Davvero sì, Signore! Ed è la ragione per cui occupo questa sedia!

 


 

 
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Sono tornato

Post n°14318 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema
 

In un'epoca che vive del rinascere di idee pericolose che si pensavano dimenticate e il tentativo di falsificare la storia raccontando gli eventi in maniera non veritiera e corretta, dovute all'incapacità politica e alla crisi, e all'assenza sul territorio della sinistra oltre che ad un carattere tipicamente italiano del "volemose bene"; vediamo il rinascere con maggiore seguito di movimenti di ispirazione neo-fascista o comunque populisti di vario genere. Ma i primi lo sono realmente? Che cosa succederebbe se Benito Mussolini fosse di nuovo qui con noi? Come troverebbe questa Italia del 2017 (anno in cui è stato girato il film)? Riuscirebbe a ritornare alla ribalta e a vincere le elezioni facendosi passare all'inizio come comico e poi pian piano conquistando la gente, ascoltando e poi agendo? 
Sono tornato, è il remake in salsa italiana del film tedesco Lui è tornato. I film pur se praticamente uguali nei toni iniziali e nelle scene, vanno almeno nello sviluppo dei toni della narrazione su due situazioni diverse e non potrebbe essere diversamente... Il popolo tedesco ha fatto i conti con il suo passato, ma all'interno di ognuno di loro vive sempre quella natura pericolosa di voglia di potere e di sentirsi superiore che non è dimenticato del tutto. Un film, questo sull'importanza della memoria, decisamente interessante e con un elevato tasso di ironia. In Italia invece, questo non è avvenuto, non si è fatto il conto con il passato; vive cosi non solo un tentativo di revisione storiografica degli eventi, ma anche il mito dell'italiano brava gente e del fascismo gentile. Di conseguenza tutto è più scansonato, banale...
Un paese dove, come dice il Mussolini del film; non si sa cosa vi fanno studiare a scuola (scena di Piazzale Loreto); dove c'è un buonismo ipocrita e uso sproporzionato della lingua inglese, perché vi è la paura delle parole; ma soprattutto la frase più importante del film è "Vi ho lasciato 80 anni fa come un popolo di analfabeti e vi ritrovo come un popolo di analfabeti"... e giù tutto il pubblico ad applaudire e ridere. Perché questo siamo diventati, vogliamo ridere e ridendo ci fregano e fanno passare tutto, ma anche e soprattutto non ci fanno pensare... lui stesso fece fare commedie su commedie nel 1940, per distrarre la popolazione e non far pensare.
Il film alterna parti costruite come una commedia fantapolitica a inserti documentaristici di interviste reali a persone che esprimono le loro reazioni di fronte al possibile ritorno di Mussolini.
E sta qui una differenza fondamentale, ovvero che qui da noi la reazione della gente a uno straordinario Massimo Popolizio in camicia nera è diversa rispetto ai tedeschi. Qui si nota molta approvazione, molta complicità... ma ci arriveremo tra poco.
Questi toni scherzosi nel film italiano portano ad una scelta diversa del regista di documentari che tenterà di raccontare il dittatore nella società di oggi (ironico in Germania, abbastanza ridicolo in Italia) e nel finale, perché mentre nel film tedesco c'è la questione della memoria, qui invece no... siamo scansonati come detto prima, anche qui e siamo disposti a perdonare tutto in un bel talk show da facili lacrime. 
Eh si probabilmente con questa classe politica e con questo odio verso la politica dovuta alla loro incapacità e alle loro nefandezze...e attraverso un mezzo come la televisione... lui che la propaganda l'ha inventata, avrebbe vita facile.
La scena indimenticabile del film è naturalmente quella con la nonna ebrea malata, che riacquisisce un minimo di lucidità riconoscendo immediatamente il duce, ricordando la vergogna infamante con cui questo paese si è macchiato, ovvero le leggi razziali. Ricordando il rastrellamento del ghetto di Roma e di come abbia fatto a sopravvivere ad Auschwitz (i soldati inglesi che la estraggono se la potevano risparmiare però visto che sappiamo benissimo chi ha liberato i campi di concentramento...); ma soprattutto avvertendo di non fidarsi, perché già una volta avevano creduto che fosse un comico... 
Benito Mussolini è tornato e in realtà scopriamo che non se ne è mai andato realmente, e quelli di cui dobbiamo avere veramente paura siamo noi stessi. Questo è il significato del film.
Lo avranno capito? Credo di no... Quelli poi che accusano l'autore di aver parlato del fascismo in modo ambiguo e di aver parlato più di populismo che di fascismo, forse si sono sentiti toccare, o semplicemente non hanno capito che il film, non parla di Mussolini, ma di tutti noi, perché "Il problema di questo paese è la memoria" e l'immagine di Pasolini sul muro nel finale la dice tutta, perché aveva avvertito per primo del fascismo della società dei consumi.

Voto finale: 3+/5

Sono tornato è un film di genere commedia del 2018, diretto da Luca Miniero, con Massimo Popolizio e Frank Matano. Uscita al cinema il 01 febbraio 2018. Durata 100 minuti. Distribuito da Vision Distribution.

Poster

Sulla scorta del divertente Lui è tornato, film tedesco che immagina Hitler a spasso per la Berlino dei giorni nostri, l'italiano Sono tornato, diretto da Luca Miniero, vede uno smarrito Benito Mussolini (Massimo Popolizio) riapparire in piazza Vittorio, nella Roma dei giorni nostri, con la divisa sporca e il volto tumefatto. La guerra è finita, la sua Claretta non c'è più e tutto sembra cambiato. All'apparenza. Il duce non apprezza lo scenario multiculturale della piazza gremita, né comprende l'attaccamento morboso all'arnese "telefonino". Assorbiti dagli schermi e persuasi che si tratti dell'ennesima attrazione per turisti, i passanti continuano a ignorarlo finché, Andrea Canaletti (Frank Matano), un giovane documentarista con grandi aspirazioni ma pochi, pochissimi successi, guidato da necessità e fiuto di giornalista, credendolo un attore comico, non gli propone di diventare protagonista di un documentario. Per l'affabulatore Mussolini è l'occasione di riconquistare le masse. Tra i due comincia così una surreale convivenza: in giro per l'Italia, tra ospitate in tv e incontri con gli italiani dei giorni nostri, porta Mussolini a farsi conoscere e riconoscere sempre di più, fino a diventare addirittura protagonista di un show televisivo. Il Duce si convincerà di poter riconquistare il paese. Un divertente esperimento storico in forma di comedy: i tempi sono cambiati, il "popolo" italiano non tanto.


La produzione di remake europei non è certo così abbondante come quella hollywoodiana, ma spesso regala curiosi progetti, come è sicuramente il caso di Sono tornatoLuca Miniero, infatti, ha ripreso uno dei casi dello scorso anno in Germania, Lui è tornato, sull'improvviso riapparire di Hitler per le strade di Berlino con una versione rielaborata per il nostro Paese. In questo caso è Benito Mussolini a essere catapultato nel pieno di un quartiere multietnico di Roma. In entrambi i casi le parti di finzione vengono mescolate con alcuni momenti, più numerosi nella versione originale, in cui la camera segue realmente il dittatore protagonista, abbigliato di tutto punto come negli anni d’oro, in giro per le città e le campagne, registrando soprattutto le reazioni della gente. La cosa inquietante è che non sono rare le braccia tese in risposta e i sorrisi, oltre che di stupore, anche di apprezzamento. L'idea originale è venuta allo scrittore e giornalista Timur Vernes, che nel 2012 esordì con un romanzo subito balzato in testa alle classifiche di vendita in Germania, dove ha venduto 2,3 milioni di copie, venendo poi tradotto in 41 lingue; in italiano è pubblicato da Bompiani. 

"Eravate un popolo di analfabeti, dopo 80 anni torno e vi ritrovo un popolo di analfabeti", dice Massimo Popolizio/Benito Mussolini nel film, mentre appare in un programma televisivo, presto conquistato dalla possibilità di averlo come ospite. C'è anche una sequenza in cui il finto Mussolini si presenta nella natia Predappio e in un circolo di un partito di estrema destra. Sono tornato è la scommessa maggiore della carriera di Luca Miniero, vista la tematica molto delicata e il tentativo di far ridere, e riflettere, muovendosi in terreno minato. In carriera ha diretto il grande successo Benvenuti al Sud, anch'esso un remake, e il sequel Benvenuti al Nord. Il suo esordio, e altri due film, li ha firmati insieme a Paolo Genovese, anche lui poi protagonista in solitario di una carriera ai primi posti del botteghino, come accaduto per il recente The Place. 

Massimo Popolizio è un attore di teatro, cinema e doppiatore in ruoli significativi come quello di Lord Voldemort nella saga di Harry Potter e Tom Cruise in Eyes Wide Shut. Ha già interpretato personaggi della nostra storia, come Giovanni Flacone in Era d’estate di Fiorella Infascelli e il politico democristiano Vittorio Sbardella ne Il divo di Paolo Sorrentino. 
Passando al resto del cast del film, nei panni dell'autore televisivo, aspirante documentarista d'autore, che lo riprende per caso mentre viene catapultato dal passato, Frank Matano, uno dei rari casi di youtuber diventato un protagonista della comicità televisiva e del cinema. Ha iniziato mettendo in rete degli scherzi telefonici, per poi partecipare ai programmi televisivi Le iene e Italia's got talent. L'esordio al cinema nel 2013 in Fuga di cervelli di Paolo Ruffini, seguito da Ma che bella sorpresa, al fianco di Claudio Bisio. Il 25 aprile 2018 sarà nelle sale il suo esordio alla scrittura per il cinema, Tonno spiaggiato, diretto dal suo collaboratore Matteo Martinez. La sceneggiatura del film, con il delicato adattamento della storia alla realtà italiana, è stata scritta, oltre che da Miniero stesso, dall'astro nascente Daniele Guaglianone, reduce dal successo degli script di Lo chiamavano Jeeg Robot, Indivisibili, L'ora legale e Benedetta follia.

 

Dal Trailer Ufficiale del Film Sono tornato

Mussolini (Massimo Popolizio): Il mio obiettivo è di viaggiare per l'Italia e di riconquistarla! 

Mussolini: Sareste d'accordo su una dittatura? 
Pizzaiolo: Ma una dittatura libera, però. Una dittatura non troppo dittatura 
Mussolini: Un partito solo? 
Pizzaiolo: Massimo due 

Andrea Canaletti (Frank Matano): "Benito.mussolini" occupato, ma "dux2018" è libero 
Mussolini: Io non sono "dux2018"... "superuomo", "camicia nera", "eccellenza", "lui"! 
Andrea: Preso! 
Mussolini: "Onore e rispetto" 
Francesca (Eleonora Belcamino): Vabbe, beato a lei, la fiction co' Gabriel Garko è presissimissimo! 
Mussolini: E che cazzo! 
Andrea: "Eccheccazzo" è libero! 

Alessandro Cattelan (se stesso): Progetti per il futuro? 
Mussolini: Fare l'impero. PAM! 

Andrea: Che razza di persona sei? 
Mussolini: Un vincente! 

Mussolini: Eravate un popolo di analfabeti, dopo ottanta anni torno e vi ritrovo un popolo di analfabeti 

Nonna Lea (Ariella Reggio): Quegli occhi...non si dimenticano! Anche allora la gente rideva, anche allora credevano fosse solo un comico...

 


 
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Bendetta follia

Post n°14317 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema
 

Guglielmo Pantalei, proprietario di un negozio di articoli religiosi, viene lasciato dalla moglie per una donna il giorno del loro anniversario. Ma lui non si rassegna all'abbandono.

Nella sua vita infelice e depressa irrompe Luna, giovane "borgatara" romana, che si candida per il ruolo di commessa nel negozio di Guglielmo, nonostante il suo aspetto poco incline ad un negozio del genere. Questa benedetta follia, che porterà Luna, lo stravolgerà aiutandolo ad aprire nuove porte.

Nei film di Carlo Verdone, tutto sembra sempre girare in base ad alcuni elementi, ovvero il protagonista alle prese con le sue abitudini quotidiane; un secondo personaggio che sconvolge tutto; una serie di eventi che portano ad una svolta. Spesso e volentieri i finali hanno poi quel qualcosa di amarognolo. Questo film bene o male va sulla stessa strada. Ci troviamo chiaramente di fronte ad un omaggio alle sue maschere, verso cui guarda con malinconia, verso quel tempo che non tornerà, parafrasando Battiato e "La stagione dell'amore".

Verdone ha la capacità innata, della commedia all'italiana, di riderci su e in questo film gli riesce (aggiungerei anche piacevolmente) qualche azzardo, come nella scena dello specchio in cui parla con il Guglielmo del passato, o meglio con il Carlo del passato; oppure la scena in cui sembra citare "Harry, ti presento Sally" o ancora e soprattutto nella scena "psichedelica" circordato da preti e suore, senza però accentuare la satira.

La metafora del film è semplicemente quella di cercare di vivere e non di sopravvivere. Benedetta follia è quindi la parabola di uomo solo di mezza età ormai disilluso, che ha come unica passione la sua vecchia Honda, raccontato attraverso una narrazione delicata e struggente della solitudine. Infine da sottolineare il bell'intreccio tra l'imbarazzo esistenziale di Verdone con la natura popolana e scansonata di Ilenia Pastorelli

Voto finale: 4+/5

Benedetta follia è un film di genere commedia del 2018, diretto da Carlo Verdone, con Carlo Verdone e Ilenia Pastorelli. Uscita al cinema il 11 gennaio 2018. Durata 109 minuti. Distribuito da Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis.

Poster

TRAMA BENEDETTA FOLLIA:

Scritto, diretto e interpretato da Carlo VerdoneBenedetta Follia segue le vicende di Guglielmo (Verdone), uomo di specchiata virtù e fedina cristiana immacolata, proprietario di un negozio di articoli religiosi e alta moda per vescovi e cardinali. I valori su cui l'uomo ha fondato la sua esistenza crollano all'improvviso quando sua moglie Lidia (Lucrezia Lante della Rovere) lo abbandona dopo venticinque anni di matrimonio, proprio nel giorno del loro anniversario. La vita però riserva ancora qualche sorpresa allo sfortunato Guglielmo, che in una giornata come tante nel suo negozio riceve la visita di un'imprevedibile candidata commessa: Luna (Ilenia Pastorelli), una ragazza di borgata sfacciatissima e travolgente, volenterosa ma altrettanto incapace, e adatta a lavorare in un negozio di arredi sacri come una cubista in un convento. Luna traghetterà l'abbottonato datore di lavoro attraverso un mondo proibito di single allo sbaraglio, fatto di appuntamenti al buio, app di incontri come "Lovit", la più hot del momento, ed esilaranti tentativi di donne disposte a tutto pur di trovare l'anima gemella. Letizia, Raffaella, Adriana: incontri imbarazzanti, buffi e sorprendenti o incontri casuali come quello con Ornella (Maria Pia Calzone). 
E visto che la realtà supera l'immaginazione, le vite di Guglielmo e Luna avranno dei risvolti totalmente inaspettati. Perché, come quelle del Signore, anche le vie dell'amore sono infinite.


Dal 2006 Carlo Verdone è passato nella scuderia di De Laurentiis, e sotto l'egida FilmAuro arriva in sala anche questo Benedetta Follia. Nonostante una sostanziale continuità produttiva, Verdone nel corso dei suoi quasi quarant'anni di carriera cinematografica si è sempre rimesso in gioco seguendo una precisa strategia: associarsi agli autori e agli attori del momento, cogliendo la doppia occasione di aggiornarsi sugli interessi del pubblico e arricchirsi con esperienze diverse. Benedetta follia non fa eccezione, perché è il primo copione che Carlo Verdone scrive con Nicola Guaglianone e Menotti, già coautori di quel piccolo fenomeno che si è rivelato Lo chiamavano Jeeg Robot. Una new wave romana per un artista fieramente romano, senza peraltro uscire troppo dal seminato, perché Guaglianone ha dato il suo contributo anche a una commedia satirica come L'ora legale di Ficarra & Picone. 

Da Lo chiamavano Jeeg Robot viene comunque anche l'ex-modella Ilenia Pastorelli, vincitrice nel 2016 del David di Donatello come migliore attrice proprio con quel film che rappresentò il suo esordio cinematografico, dopo essere arrivata sino alle semifinali della dodicesima edizione del Grande Fratello nel 2011-2012. 
Più rodati gli abituali recenti collaboratori di Verdone: Lele Marchitelli, apprezzato autore di musiche per programmi storici della gang Guzzanti-Dandini, cominciò il suo viaggio con Carlo (non continuativo) oltre vent'anni fa, col lungometraggio un po' amaro Sono pazzo di Iris Blond (1996), nel quale la musica aveva un ruolo di rilievo, così come ha un ruolo di rilievo per il Verdone uomo e artista. Meno di lunga data il rapporto col direttore della fotografia Arnaldo Catinari, che per la regia di Carlo Verdone si è occupato delle luci solo del precedente L'abbiamo fatta grossa. 

Le riprese sono state effettuate a Roma durante la torrida estate del 2017, quando il termometro ha spesso toccato (e superato) i 40 gradi, costringendo la troupe di Verdone a qualche stop per le riprese in esterni. Il personaggio interpretato da Carlo ha una bottega di oggetti sacri in Via dei Cestari, zona realmente famosa in città per queste attività.

Le coreografie della sequenza di ballo sono di Luca Tommassini.

FRASI CELEBRI:

 

Dal Trailer Ufficiale di Benedetta Follia

Guglielmo (Carlo Verdone): Sono 25 anni di matrimonio, ma ci amiamo come se fosse il primo giorno. 
Lidia (Lucrezia Lane della Rovere): È da un anno che io mi vedo con un'altra persona. 
Guglielmo: ... Eh? ...Chi è questa persona? 
Lidia: Silvana! 

Guglielmo al figlio: Tua madre c'ha una relazione con la mia commessa ed è una cosa normale?! 

Luna (Ilenia Pastorelli): So' venuta p'aa annuncio. L'inglese lo mastico, eh! [mentre mastica una chewing gum] 
Guglielmo: Eh, lo vedo... 
Luna: Hambuger, all inclusive. Che dice, so' assunta? 

Guglielmo: Mia moglie mi ha lasciato per una donna. 
Luna: Ah vabbè, è lesbica! 
Guglielmo: Sarò senza speranza... 
Luna: Ah, però, dove non c'è speranza ci sta... Lovit! 

Luna: Ma guardi che bel profilo che gli ho fatto, eh! 

Luna: Sua moglie sa'a deve dimentica'! 26 chiamate in uscita! Solo ieri sera. 
Guglielmo: Non trovavo il libretto d'istruzioni dell'asciugapanni. 
Luna: Alle 3 de notte? Ma dai... 

Luna: Io la cambio da così a così. Se fida? 

Guglielmo: Io voglio vivere. Mi sono stufato! Devo recuperare quello che ho perso. 

Guglielmo: La posso invitare a bere una cosa? 
Dottoressa: Ma che, ce sta a prova'? 

Guglielmo: Mi ha scambiato sicuramente per un drogato e un depravato. 
Luna: Ah, vabbè, come tutti l'ex mia! Quello se recupera, dai. 

Guglielmo: Ma dove l'hai messo? 
Donna con cui è a un appuntamento: Nel posto più bello del mondo... 
Guglielmo: Ridamme il telefono! 
[vibrazione] 
Donna: Non posso...

 


 
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Domenica straordinaria per Belle & Sebastien che conquista il 2° posto

Post n°14316 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema
 

A casa tutti bene (guarda la video recensione) vince la domenica, con quasi 700mila euro e il weekend, con quasi 2 milioni di euro e arriva a un totale di 6,6 milioni di euro, con buone speranze di diventare il film italiano con il migliore incasso nella stagione corrente. 
Black Panther (guarda la video recensione) anche questo fine settimana deve accontentarsi del secondo posto, dopo aver ottenuto mezzo milione ieri e 1,4 milioni nell'arco del weekend. Il suo totale comincia a diventare interessante, con quasi 5 milioni di euro incassati, anche se lontano dagli standard dei film Marvel usciti di recente. 
Altro grande weekend per La forma dell'acqua - The Shape of Water (guarda la video recensione), che ottiene 1,2 milioni e raggiunge un totale di 3,5 milioni. Ottimo fine settimana per la new entry Il filo nascosto (guarda la video recensione), che ha ottenuto più di un milione di euro e la migliore media per sala tra i film della top ten. 
Boom clamoroso di Belle & Sebastien - Amici per sempre (guarda la video recensione), che ieri è stato il secondo miglior incasso di giornata con oltre mezzo milione di euro, un dato che gli ha permesso di superare il milione complessivo e finire quinto nel weekend. Inizia a scendere invece Cinquanta sfumature di rosso (guarda la video recensione), che è arrivato comunque al totale straordinario di 13,7 milioni. 
Partenze discrete per La vedova Winchester e Sconnessi che aprono con più di 600mila euro. Ultimi giorni di buoni incassi per The Post (guarda la video recensione) che chiude con 6 milioni di euro complessivi. Gli incassi di questi ultimi tre giorni, in crescita rispetto all'anno scorso, hanno permesso a febbraio di colmare il gap rispetto all'anno scorso, creatosi dopo un cattivo gennaio. Questa settimana arrivano, tra gli altri, Red SparrowLady Bird(guarda la video recensione), Quello che non so di lei (guarda la video recensione), È arrivato il Broncio e Puoi baciare lo sposo

 
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8 - BENI E ATTIVITA’ CULTURALI, COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE

Post n°14315 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema

Con gli ultimi governi l’investimento in cultura è sceso alle 0,7% del Pil; si sono emanate leggi che hanno ridotto la cultura a merce; si è proseguito con la politica degli “eventi”, degli “una tantum” e dei “bonus”. Si è riportato il servizio pubblico radiotelevisivo sotto il diretto controllo del governo; si sono eliminati i finanziamenti pubblici all’informazione indipendente, cooperativa, culturale e scientifica. Per noi la cultura e l’informazione sono un bene pubblico, patrimonio di tutti, non privatizzabile e non mercificabile. Sono diritti fondamentali e inalienabili. Solo l’intervento pubblico può garantire un reale pluralismo e una reale indipendenza della produzione e dell’offerta di cultura e di informazione dalle logiche di mercato. Anche su questo si misura oggi la disuguaglianza: non solo tra chi ha e chi non ha, ma anche tra chi sa e chi non sa.

Per questo lottiamo per:

  • portare l’investimento nella cultura almeno all’1% del Pil;
  • leggi che garantiscano risorse pubbliche certe a sostegno della produzione e distribuzione indipendente, dell’associazionismo culturale, dei luoghi della fruizione;
  • riforme di tutte le istituzioni culturali pubbliche la cui gestione deve essere affidata alle forze sociali, culturali e professionali del settore;
  • costruzione in tutti i quartieri delle nostre città di una rete di spazi pubblici della cultura: luoghi di incontro, partecipazione, fruizione culturale, produzione, sperimentazione e formazione gestiti dal territorio;
  • assicurare ai lavoratori della cultura i diritti di tutti i lavoratori, fermare i processi di precarizzazione. Garantire continuità di reddito e tutele, riconoscendo, nei settori in cui è fisiologico, il carattere “intermittente” del lavoro culturale: dietro il lavoro che “emerge” c’è un lungo lavoro sommerso che è “lavoro” e come va tale retribuito e tutelato;
  • leggi di tutela, conservazione e valorizzazione dei beni culturali ed artistici da parte dello Stato; un piano straordinario di manutenzione del paesaggio e del nostro patrimonio storico ed artistico, bibliotecario e archivistico; il riconoscimento di tutte le professionalità del settore del restauro e dell’archeologia;
  • nuove norme sul diritto d’autore che, difendendo il compenso economico e la possibilità per gli autori di decidere dell’integrità e del destino della propria opera, consentano contemporaneamente di scaricare e condividere opere d’ingegno sulla rete per uso esclusivamente personale; le norme attuali sono inutilmente vessatorie o addirittura d’ostacolo allo svolgimento di servizi pubblici quali, ad esempio, il prestito bibliotecario di opere su supporto digitale;
  • la difesa della neutralità della Rete e un controllo pubblico sui big data, i loro detentori e l’utilizzo che ne fanno;
  • una vera legge sul conflitto di interessi e legge antitrust;
  • una riforma che ribadisca la centralità del servizio pubblico radiotelevisivo e che ne garantisca una gestione democratica e partecipata, pluralista e decentrata;
  • il sostegno pubblico alle testate indipendenti, alle cooperative, alle pubblicazioni culturali e scientifiche.

 
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Crisi umanitaria in Venezuela? Solo una fake news, afferma esperto dell'ONU da antidiplomatico

Post n°14314 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema
 

Crisi umanitaria in Venezuela? Solo una fake news, afferma esperto dell'ONU
L'avvocato e storico statunitense Alfred de Zayas, esperto nel campo dei diritti umani, ha messo in guardia sull'uso del termine crisi umanitaria per intervenire in Venezuela e rovesciare l'attuale governo

di Fabrizio Verde
 

«Ho comparato le statistiche del Venezuela con quelle di altri paesi e non c’è una crisi umanitaria, di certo c’è scarsità, ansia e penuria ma chi ha lavorato per decenni alle Nazioni Unite e conosce la situazione dei paesi in Asia, Africa e alcuni in America, sa che la situazione in Venezuela non è quella di una crisi umanitaria», queste le parole chiare pronunciate ai microfoni di teleSUR da Alfred de Zayas, smontano la narrazione dominante riguardante il Venezuela. 

 

Alfred de Zayas, avvocato e storico statunitense, esperto indipendente delle Nazioni Unite (ONU) per la Promozione di un Ordine Internazionale Democratico ed Equo, ha espresso il proprio giudizio dopo aver concluso una visita in Venezuela proprio per appurare se Caracas stesse vivendo una crisi umanitaria come affermato quotidianamente dal complesso dei media mainstream ed esponenti politici che avversano la Rivoluzione Bolivariana. 

 

Secondo l’esperto Onu, che possiede grande esperienza nel campo dei diritti umani, la presunta crisi umanitaria viene utilizzata per provare a intervenire in Venezuela e rovesciare il governo democraticamente eletto di Nicolas Maduro. 

Spiegando che, nonostante molti sostengano che il Paese sia sull’orlo del baratro, «Il Venezuela patisce una guerra economica, un embargo finanziario, soffre di un alto livello di contrabbando e, logicamente, ha bisogno di solidarietà internazionale per risolvere questi problemi». 

 

Invece la comunità internazionale sembra, o almeno quella parte legata agli interessi statunitensi, sembra andare nella direzione contraria attraverso l’inasprimento delle già inique sanzioni che colpiscono Caracas. Sanzioni che invece andrebbero revocate «perché peggiorano la carenza di cibo e medicine, è inaccettabile pensare che in presenza di una crisi di malaria nell’Amazzonia venezuelana, la Colombia abbia bloccato la vendita di medicinali e il Venezuela abbia dovuto ottenerli dall’India».

 

 

 

Durante la sua visita in Venezuela, de Zayas, ha tenuto incontri con funzionari governativi, vittime di violazioni di diritti umani ed episodi di violenza legati alle cosiddette ‘guarimbas’ (proteste violente e di natura golpista organizzate dall’opposizione) per approfondire la conoscenza della situazione politica, economica e sociale del paese latinoamericano al centro di una spaventosa attività di disturbo che nasce nel nord del continente. 

 

Una visita oscurata

 

L’esperto ha inoltre dichiarato a teleSUR che di norma, le dichiarazioni di un alto funzionario delle Nazioni Unite, segretario del Comitato per i Diritti Umani e capo del Dipartimento Reclami dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, vengono immediatamente riprese e rilanciate da grandi media come BBC e The New York Times. 

 

Invece i media mainstream hanno deciso di ignorare le conclusioni di de Zayas che avrebbero demolito il castello di bugie costruito ormai da anni per screditare il Venezuela presso l’opinione pubblica internazionale e spianare la strada a un eventuale intervento nel paese. «Nel caos del Venezuela, sia la CNN che la BBC mi hanno ignorato, è come se la mia visita in Venezuela non fosse mai avvenuta, come se non avessi visitato il paese», ha denunciato l’esperto delle Nazioni Unite. Aggiungendo che teleSUR e Sputnik sono stati gli unici media a raccogliere la sua testimonianza. 

 

Infine, de Zayas ha reso noto di aver ricevuto forti pressioni in merito alla sua visita in Venezuela. Con il palese obiettivo di andare a influenzare quello che sarebbero poi state le conclusioni della missione a Caracas. «Ho ritenuto che vi fossero interferenze con la mia indipendenza, io sono il relatore, determino il mio programma, conosco quali siano le informazioni rilevanti per la mia relazione, ma non voglio che il rapporto mi venga dettato e alcune organizzazioni non governative mi hanno suggerito in modo non gentile con lettere offensive, quello che dovevo fare quando ero in Venezuela». 

 

Negli ultimi tempi si è scatenata la crociata contro le cosiddette fake news. La tanto sbandierata crisi umanitaria in Venezuela, imputata alla cattiva gestione di Maduro, si è rivelata proprio essere un classico esempio di fake news. Non concepita e diffusa dai tanto fantomatici quanto imprendibili hacker russi, ma dall’intero apparato mediatico mainstream a reti unificate. 

 
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Je suis.... ? Ecco cosa significa svolgere la professione di giornalista nella Palestina occupata

Post n°14313 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema
 

Je suis.... ? Ecco cosa significa svolgere la professione di giornalista nella Palestina occupata
 

di Paola Di Lullo

 

"Non c'è nessun giornalista al mondo più minacciato di un giornalista palestinese, perché lui o lei non partecipa solo alla manifestazione, ma vive l'evento stesso".
Hamde Abu Rahma

 


Ci sono diversi problemi per svolgere la professione di giornalista in Palestina. Si inizia dalla fase pre-professionale quando si cerca di ottenere un'adeguata formazione per il mestiere. Le risorse scarseggiano, e gli studenti di giornalismo devono anche affrontare la difficoltà quotidiana di passare attraverso i checkpoint che limitano i loro movimenti.

Arrivare in classe in tempo diventa una lotta quotidiana.


Diventati giornalisti, ci si rende poi conto che vi è una totale mancanza della necessaria libertà per riuscire a coprire accuratamente gli eventi e trasmetterli al resto del mondo.

Se è vero un po' dappertutto che i media mainstream sono asserviti al padrone di turno, in Palestina, i giornalisti hanno ben altri problemi da affrontare Il Centro Palestinese per lo Sviluppo e le Libertà dei Media (MADA) ha pubblicato, il 10 febbraio, un rapporto in cui si afferma che, tra dicembre 2017 e fine gennaio 2018, sono state registrate 117 violazioni contro le libertà dei media palestinesi per mano delle forze israeliane.

Il MADA ha riferito che a gennaio c'è stata una diminuzione delle violazioni contro le libertà dei media rispetto a dicembre 2017. Si va dalle 89 violazioni , di cui 84 veri e propri attacchi, di dicembre, alle 31 di gennaio, tre delle quali commesse da forze dell'ANP.

Nonostante il calo tra dicembre 2017, mese caldo in cui si sono registrate la maggior parte delle proteste contro il riconoscimento americano di Gerusalemme come capitale di Israele, e gennaio 2018, il MADA ha dichiarato che le violazioni di gennaio sono state più alte dello scors gennaio.

Una delle principali violazioni di gennaio, riguarda un fotoreporter di Reuters a Gerusalemme, colpito alla testa con un'arma contundente che gli ha causato un'enorme ferita ed una commozione cerebrale.


 

 

I giornalisti palestinesi descrivono spesso il loro lavoro come una forma di "resistenza", poiché credono che le loro storie mostrino al mondo gli effetti devastanti delle politiche israeliane sui palestinesi e forniscano ai palestinesi un mezzo per far ascoltare le loro voci in un clima mediatico spesso offuscato dalla narrazione filoisraeliana. Infatti, durante i 70 anni di occupazione israeliana del territorio palestinese, il punto di vista israeliano ha forzatamente e deliberatamente dominato i media nazionali e globali. In tal modo, la parte israeliana ha oscurato la verità sulla Palestina. Israele si è concentrato maggiormente sugli Stati Uniti e sui paesi europei che hanno influenza riguardo il conflitto in corso.

Tuttavia, l'emergere di Internet - e di tutto ciò che consente una trasmissione rapida delle notizie - ha reso il mondo un villaggio più piccolo. Un giornalista Palestinese può sperimentare la libertà di espressione sul web. La verità sulla situazione non può più essere fermata. Al contrario, la trasparenza che Internet fornisce può portare ad ascoltare più voci che rappresentano la parte palestinese. 

Di oggi, la notizia di un altro arresto, il giornalista Mohammad Olwan, fuori al carcere di Ofer, dov'era in corso una manifestazione non violenta per protestare contro la detenzione dell'attivista palestinese Munther Amira, capo del capo del Comitato di coordinamento della lotta popolare (PSCC) in Cisgiordania, arrestato durante le proteste pacifiche di fine dicembre.




Il video dell'arresto :


https://www.facebook.com/eyeonpalestine2011/videos/1821154494573450/?t=6

 

La manifestazione è stata soppressa con lanci di gas lacrimogeni e l'uso dello spray al peperoncino.

Il video dell'intervento dell'IDF alla manifestazione :
https://www.facebook.com/eyeonpalestine2011/videos/1821081667914066/?t=1

A questo punto, come non ricordare i 17 giornalisti massacrati a Gaza nell'estate 2014, durante l'Operazione Protective Edge?

Come non ricordare, tra gli altri, 
il palestinese Ali Shehda Abu Afash e l'italiano Simone Camilli, uccisi il 13 agosto 2014, mentre cercavano di filmare gli artificieri al lavoro per disinnescare un razzo inesploso a

Beit Lahia? Tre ore di tregua e poi morti, assassinati, 5 artificieri e 2 giornalisti. Un secondo, e fu buio. Israele uccide anche così.
Di Simone ci resta lo splendido documentario About Gaza 
https://youtu.be/ZjxB6qwa-oI

FONTI : Ma'an News Agency
Eye on Paletine

 
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Russia: "Psicosi di massa" sul Ghouta dei media occidentali non aiuta la situazione

Post n°14312 pubblicato il 26 Febbraio 2018 da Ladridicinema

Russia: Psicosi di massa sul Ghouta dei media occidentali non aiuta la situazione
 
Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha chiesto un immediato cessate il fuoco nel Ghouta Orientale, sobborgo di Damasco per fornire aiuti umanitari alla popolazione ed evacuare i feriti.
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU si è riunito con urgenza ieri su iniziativa della Russia per affrontare la situazione nel Ghouta Orientale, sobborgo di Damasco dove la situazione umanitaria è peggiorata di recente.
 
Secondo il rappresentante permanente della Russia presso l'ONU, Vasili Nebenzia, l'incontropermetterà di ottenere "una nuova visione e comprensione della situazione e proporre vie d'uscita".
 
Durante il suo discorso, Nebenzia ha denunciato che c'è una "guerra dell'informazione" sulla situazione nel Ghouta Orientale. Secondo una visione presentata dai media occidentali, nella zona ci sono solo ospedali contro i quali agisce il governo siriano, mentre la presenza di "parecchie migliaia di milizie che non hanno voluto riconciliarsi è qualcosa su cui si tace, ha dichiarato il diplomatico russo.
 
Nebenzia ha evidenziato il fatto che alcune di queste milizie sono legati a gruppi terroristici come Jabhat al Nusra, "attaccano Damasco e lanciare decine di missili al giorno" contro capitale siriana un fatto che non viene preso in considerazione.
 
Il diplomatico russo ha aggiunto che i milizianio hanno trasformato i civili in ostaggi e non li hanno lasciati uscire dai territori che controllano.
Inoltre, membri di gruppi illegali hanno ignorato gli appelli della Russia a deporre le armi e a regolare il loro status, e hanno indebolito i negoziati di mercoledì scorso.
 
La comunità internazionale incolpa il governo di Bashar al-Assad per la morte di civili nel Ghouta Oriental dopo i recenti attacchi. Secondo i dati dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, la cui credibilità è stata messa in dubbio anche dai media mainstream, dal 18 febbraio ad oggi 382 civili sono morti a causa degli attacchi delle forze governative siriane.
 
Il rappresentante della Russia ha paragonato "la massiccia psicosi" del Ghouta Oriental alla situazione nella città siriana di Raqqa. "La distruzione metodica di Raqa da parte delle forze della coalizione è un fatto recente", ha spiegato.
 
Nebenzia ha ricordato che quando la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha bombardato la città per conto della lotta contro l'ISIS, ci sono stati anche dei civili coinvolti, ma dopo aver terminato l'operazione antiterrorismo in Raqqa, è andata via senza preoccuparsi dei pericoli che i residenti locali dovevano affrontare. "Ora fino a 50 persone muoiono per le mine che sono state lasciate lì", ha detto il diplomatico.

 
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