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Monicelli, senza cultura in Italia...
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Messaggi del 14/12/2018
Post n°14798 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da Ladridicinema
George R. R. Martin, autore della saga di romanzi Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha appena concluso il tour promozionale per il suo nuovo libro, Fuoco e Sangue. Solitamente riluttante a fare interviste, in questi ultimi giorni il celebre scrittore ha rilasciato numerose dichiarazioni, è apparso su un palco in New Jersey con John Hodgman e per finire ha anche consigliato qual è il posto migliore per mangiare la pizza a New York. Incredibile ma vero… e se non ci credete basta mettere play al video qui sotto: Scrivendo sul suo Not a Blog, Martin ha ringraziato i fan, gli editori e i suoi agenti per averlo aiutato a rendere Fuoco e Sangue un successo (il libro ha debuttato al primo posto dei Bestseller del New York Times, e attualmente si trova ancora al secondo posto) e inoltre ha fatto una promessa a tutti coloro che stanno aspettando The Winds of Winter(l’ultimo capitolo della saga il prossimo capitolo della saga delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco): Non sarà domani, e non sarà la prossima settimana, ma avrete una fine per Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Nel frattempo, avete ancora l’ultima stagione di Game of Thrones in arrivo, e un nuovo show che ha il titolo provvisorio di The Long Night in fase di casting e un altro paio di show che sono in fase di scrittura… e anche un altro paio di cose a cui sto lavorando.
Finalmente qualche rassicurazione. Voi che cosa ne pensate? Lasciate un commento.
Post n°14797 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da Ladridicinema
di Alessandro Pascale«Il Prof [Domenico Losurdo, ndr] mi aveva scelto come interprete de La società dello spettacolo, ma dimostrò anche a me, prove alla mano, che oggi l’informazione è solo spettacolo. Gli sono riconoscente. Da allora per me, niente è mai stato più come prima e sono finito ad ingrossare le fila, mio malgrado, di quei cospirazionisti ingenui che prima criticavo e che però – analizzati i fatti – dicono la verità». (Carlo Freccero, 2 luglio 2018) [1] La descrizione del mondo fatta da George Orwell in 1984 serviva a screditare il sistema socialista totalitario dell’Unione Sovietica. In realtà risulta perfetta per il mondo odierno.
Partiamo da una constatazione fondamentale: la “libera” informazione è oggi in mano ad un pugno di capitalisti. Il capitalismo e la democrazia liberale propugnano da sempre l’ideale della libertà di stampa, della pluralità di fonti di informazione e della libertà di pensiero. A parole. Nella realtà, sia a livello mondiale sia ai vari livelli locali, dove prospera il capitalismo si verificano concentrazioni di aziende anche nel settore delle telecomunicazioni, che comprendono quindi il vasto mondo delle televisioni, dei giornali, delle riviste, dell’editoria, ecc. Tali concentrazioni, nell’epoca della mercificazione totale e del tripudio dell’ideologia neoliberista, logica conseguenza di un imperialismo che non ha più freni, sono chiaramente detenute da un pugno più o meno ampio di capitalisti.
Vediamone alcuni esempi: nel maggio 2016 Michael Snyder [2] ha calcolato che il 90% del consumo “mediatico” medio (circa dieci ore al giorno) di un normale utente statunitense fosse di fatto proveniente da aziende affiliate o controllate sostanzialmente da sole sei grandi multinazionali: Comcast, The Walt Disney Company, News Corporation, Time Warner, Viacom e CBS Corporation. Queste, a loro volta, controllano altre aziende di varie dimensioni in un enorme gioco di scatole cinesi. Significativo è l’esempio della News Corporation, un vero e proprio impero mediatico che rimane essenzialmente tale nonostante l’azienda sia stata di recente scorporata in due tronconi per ragioni organizzative.
La News Corporation è di proprietà sostanziale di Rupert Murdoch, che ne detiene la quota di maggioranza relativa, facendo di lui uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo controllando organi di informazione e/o intrattenimento in Australia, Regno Unito, USA, Fiji, Papua, India, Paesi Bassi, Russia, Bulgaria, Romania, Serbia, Turchia, Georgia, Polonia, Indonesia, Germania, Italia, praticamente tutto il Sud America e non solo. Oltre al controllo di centinaia di piccole riviste locali, questo enorme conglomerato mediatico detiene il controllo delle più importanti aziende mondiali nel settore delle telecomunicazioni e dell’editoria. Ne sono esempi i quotidiani britannici The Sun e The Times; gli statunitensi The Post e Wall Street Journal; la televisione satellitare di Sky in Italia e nel Regno Unito; la Fox Television e la casa cinematografica 20th Century Fox negli Stati Uniti. Si è calcolato che il suo gruppo editoriale raggiunga ogni giorno circa 4,7 miliardi di persone, i tre quarti della popolazione globale. Forbes stima nel 2015 il suo patrimonio in 13,9 miliardi di dollari [3].
Sul potere di Murdoch e sull’intreccio tra potere mediatico e potere politico ha scritto nel 2012 una bella riflessione Vittorio Parsi su Avvenire [4], commentando l’avvio di una commissione d’inchiesta britannica sui rapporti tra la News Corporation e la politica inglese.
«Ciò su cui si cerca di far luce non si limita nemmeno all’influenza – straordinaria secondo alcuni, eccessiva secondo altri – che il magnate australiano dei media avrebbe esercitato sulla politica britannica degli ultimi tre decenni. Lo scandalo in cui è rimasto invischiato il gruppo News Corp, una delle maggiori concentrazioni mediatiche del mondo a cui fa capo anche l’emittente televisiva Sky, ha messo in evidenza infatti una serie di contiguità tra forze di polizia, media e politici che neppure una figura controversa come Murdoch riesce ad esaurire. Ed è, evidentemente, qualcosa che non riguarda il solo Regno Unito. È difficile dire chi sia il mazziere tra media e politica nel distribuire le carte di un gioco che con la democrazia ha davvero poco a che fare. In realtà, sembra di poter dire che questo ruolo può cambiare da Paese a Paese e persino da fase storica a fase storica.
Ciò su cui si possono purtroppo nutrire ben pochi dubbi è il fatto che i sicuri perdenti siano i cittadini, i quali si ritrovano alla mercé di due poteri, con la propria privacy data in pasto a chiunque, senza alcun rispetto sostanziale per la dignità individuale. Non è da ieri che la romantica idea dei media come cani da guardia del potere politico fa acqua. Il giornalismo romantico e indipendente, che si nutre di inchieste e verifiche scrupolose, forse non è mai davvero esistito o esiste solo nei film e nelle lezioni delle scuole di giornalismo. Ma viene da chiedersi quanto il crescente ruolo giocato dai media nelle nostre società non abbia finito con lo snaturare ancora di più una relazione che già in partenza era fin troppo suscettibile di deragliare.
La pervasività e la potenza dei media sembrano aver fagocitato la stessa informazione, imponendo un ritmo e una finalità ben diversa da quella che sarebbero adeguate. La potenza dei media non poteva non allettare il potere della politica e, al contempo, non poteva essa stessa essere tentata dal trasformarsi in potere. La relazione tra media e politica, tra chi controlla i primi e chi vive della seconda, non si è però articolata in quello scontro che alcune anime candide avevano ipotizzato. E neppure ha determinato la sudditanza degli uni agli altri. Troppo forti per essere dominati, troppo deboli per dominare. Ne è emerso un compromesso non scritto, in cui ognuno cerca di trarre il suo vantaggio quando e dove può farlo. Un accordo che produce equilibri contingenti, ma duraturo nell’asservire quel cittadino che pure sarebbe il titolare ultimo del potere: una collusione permanente.
L’espressione Grande Fratello a una parte crescente di giovani (e anche meno giovani, in realtà) evoca ormai un noto (e pessimo) format televisivo globale e sempre meno è associata al grande romanzo di Orwell e alla sua disperata denuncia del totalitarismo e della sua menzogna. Eppure, questa confusione è in realtà una perfetta metafora dello stato delle relazioni tra media e politica, del fatto che non sia necessario determinare un vincitore affinché la democrazia sia sotto scacco […].
Chi si aspetti rivelazioni clamorose sul rapporto tra Murdoch e Margaret Thatcher resterà probabilmente deluso. L’attuale baronessa Thatcher non fu e non potrà mai essere ridotta a una invenzione del suddito di un lontano Dominion. Ma è proprio anche grazie alle politiche thatcheriane, al mantra delle liberalizzazioni e privatizzazioni, che il potere dei tycoon dei media è cresciuto in maniera così preoccupante. Al punto da fare interrogare tutti noi sulla perdurante capacità delle istituzioni democratiche di difendere i cittadini dalle conseguenze negative sul piano politico delle gigantesche concentrazioni di ricchezza. È un tema […] su cui tutte le democrazie si giocano la loro credibilità e, in ultima analisi, il loro e il nostro futuro».
(estratto dal cap. 4 di A. Pascale, Il Totalitarismo “liberale”. Le tecniche imperialiste per l'egemonia culturale, La Città del Sole, Napoli 2019. Per averlo in anticipo lo si può acquistare in prevendita scrivendo a storiasocialismo@lacittadelsole.net. L'Introduzione del libro si trova su http://www.marx21.it/index.php/storia-teoria-e-scienza/marxismo/29390-presentazione-de-qil-totalitarismo-liberaleq. Ulteriori materiali utili su intellettualecollettivo.it
Post n°14796 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da Ladridicinema
Conversazioni atomiche è un film di genere documentario del 2018, diretto da Felice Farina. Uscita al cinema il 13 dicembre 2018. Durata 84 minuti. Distribuito da Istituto Luce Cinecittà – Nina Film. - DATA USCITA: 13 dicembre 2018
- GENERE: Documentario
- ANNO: 2018
- REGIA: Felice Farina
- PAESE: Italia
- DURATA: 84 Min
- DISTRIBUZIONE: Istituto Luce Cinecittà – Nina Film
TRAMA CONVERSAZIONI ATOMICHE: Conversazioni Atomiche, il film diretto da Felice Farina, sperimenta un modello di divulgazione scientifica appassionato e personale: un road movie in una brillante chiave donchisciottesca dove lo stesso autore e il suo riluttante scudiero/operatore di ripresa Nicholas si intrufolano nella quotidianità di chi non smette mai di farsi domande. Dall'acceleratore di particelle di Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, dall’Interferometro Virgo all’Osservatorio astronomico di Campo Imperatore, Farina con la sua telecamera si addentra nei laboratori di ricerca per «raccontare la quotidianità di chi ha scelto di dedicare la propria vita a fare domande». In un road movie che intreccia commedia, situazioni da buddy movie, dialoghi appassionati, divagazione storica e sconfinamenti che aprono al mistero del non ancora conosciuto, il regista romano compie un viaggio in lungo e in largo per l’Italia e, supportato da un contrappunto inedito di filmati scientifici dell’archivio Luce, ci fa riflettere su quella sfida, tipicamente umana, di andare oltre le colonne d’Ercole «per seguir virtute e canoscenza». Una dichiarazione d’amore alla ricerca italiana che cerca di trasferire alcuni concetti fondanti della fisica di oggi anche a chi è convinto di non capirne un accidente o, peggio, di non averne alcun bisogno.
Post n°14795 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da Ladridicinema
Conversazioni atomiche è un film di genere documentario del 2018, diretto da Felice Farina. Uscita al cinema il 13 dicembre 2018. Durata 84 minuti. Distribuito da Istituto Luce Cinecittà – Nina Film. - DATA USCITA: 13 dicembre 2018
- GENERE: Documentario
- ANNO: 2018
- REGIA: Felice Farina
- PAESE: Italia
- DURATA: 84 Min
- DISTRIBUZIONE: Istituto Luce Cinecittà – Nina Film
TRAMA CONVERSAZIONI ATOMICHE: Conversazioni Atomiche, il film diretto da Felice Farina, sperimenta un modello di divulgazione scientifica appassionato e personale: un road movie in una brillante chiave donchisciottesca dove lo stesso autore e il suo riluttante scudiero/operatore di ripresa Nicholas si intrufolano nella quotidianità di chi non smette mai di farsi domande. Dall'acceleratore di particelle di Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, dall’Interferometro Virgo all’Osservatorio astronomico di Campo Imperatore, Farina con la sua telecamera si addentra nei laboratori di ricerca per «raccontare la quotidianità di chi ha scelto di dedicare la propria vita a fare domande». In un road movie che intreccia commedia, situazioni da buddy movie, dialoghi appassionati, divagazione storica e sconfinamenti che aprono al mistero del non ancora conosciuto, il regista romano compie un viaggio in lungo e in largo per l’Italia e, supportato da un contrappunto inedito di filmati scientifici dell’archivio Luce, ci fa riflettere su quella sfida, tipicamente umana, di andare oltre le colonne d’Ercole «per seguir virtute e canoscenza». Una dichiarazione d’amore alla ricerca italiana che cerca di trasferire alcuni concetti fondanti della fisica di oggi anche a chi è convinto di non capirne un accidente o, peggio, di non averne alcun bisogno.
Post n°14794 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da Ladridicinema
Titolo originale: The Eyes of Orson Welles Lo sguardo di Orson Welles è un film di genere documentario del 2018, diretto da Mark Cousins. Uscita al cinema il 16 dicembre 2018. Durata 110 minuti. Distribuito da I Wonder Pictures. - DATA USCITA: 16 dicembre 2018
- GENERE: Documentario
- ANNO: 2018
- REGIA: Mark Cousins
- PAESE: Gran Bretagna
- DURATA: 110 Min
- DISTRIBUZIONE: I Wonder Pictures
TRAMA LO SGUARDO DI ORSON WELLES: "Solo una persona può decidere il mio destino – e quella persona sono io." Con questa fermezza si presentava Charles Foster Kane, indimenticabile protagonista di Quarto Potere, il film che nel 1941 sconvolse il mondo del cinema. Molti anni dopo, le stesse parole sembrano riecheggiare dietro al suo regista, sempre pronte a indicargli la via. Grazie all'accesso esclusivo al materiale privato di Orson Welles, Mark Cousins indaga una leggenda: attraverso i suoi occhi, disegnato con le sue mani, dipinto con i suoi pennelli. Prodotto da Michael Moore, The Eyes of Orson Welles riscopre uno dei più brillanti autori del Ventesimo secolo e esplora come il suo genio, trent'anni dopo la sua morte, risplenda ancora oggi nell'era di Trump.
Post n°14793 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da Ladridicinema
Il Testimone invisibile è un film di genere thriller del 2018, diretto da Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio e Miriam Leone. Uscita al cinema il 13 dicembre 2018. Durata 102 minuti. Distribuito da Warner Bros.. Il Testimone invisibile, il film diretto da Stefano Mordini, racconta la storia di Adriano Doria (Riccardo Scamarcio), un giovane imprenditore di successo che si risveglia in una camera d'albergo chiusa dall'interno accanto al corpo senza vita della sua amante, l’affascinante fotografa Laura (Miriam Leone). Viene accusato di omicidio ma si dichiara innocente. Per difendersi, incarica la penalista Virginia Ferrara (Maria Paiato), famosa per non aver mai perso una causa. L'emergere di un testimone chiave e l'imminente interrogatorio che potrebbe condannarlo definitivamente, costringe Adriano e l'avvocato Ferrara a preparare in sole tre ore la strategia della sua difesa e a cercare la prova della sua innocenza. Spalle al muro, Adriano sarà costretto a raccontare tutta la verità. Dal Trailer del Film Il Testimone invisibile Adriano Doria (Riccardo Scamarcio): Non faccio altro che mentire, è sbagliato quello che facciamo Laura (Miriam Leone): A me sembra che quando sei con me, sei felice!
Voce off: Premio come Miglior Imprenditore dell'anno, Adriano Doria!
Adriano: Pensavo di avercela fatta, quando è successo l'inevitabile!
Virginia Ferrara (Maria Paiato): Tutti la considerano colpevole...la polizia, sua moglie...il mio compito è di tenerla fuori dalla galera! La procura ha in mano una persona informata sui fatti, un testimone...abbiamo 180 minuti! Qual è la prima cosa che ricorda? Adriano: Quando mi sono svegliato è cominciato un incubo
Adriano: Vi dico che c'era un uomo!
Adriano: Tutta la scena del crimine è stata preparata per incastrarmi!
Virginia: Non c'è salvezza, senza sofferenza!
Tommaso Garri (Fabrizio Bentivoglio): Tutti gli uomini e tutte le donne non sono che attori!
Laura: Indietro non si torna!
Adriano: Vuole giocare? Allora giochiamo! IL CAST DI IL TESTIMONE INVISIBILE:
- MONTAGGIO: Massimo Fiocchi
- PRODUZIONE: Warner Bros. Entertainment Italia e Picomedia
Post n°14792 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da Ladridicinema
Fake news Copertina flessibile – 5 mar 2018
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il 13/11/2019 alle 16:33
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il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
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