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Messaggi del 12/02/2019

 

Mia Martini - Io sono Mia

Post n°14911 pubblicato il 12 Febbraio 2019 da Ladridicinema
 

Mia Martini - Io sono mia, è un film televisivo vero, ma fa il suo raccontandoti la storia di un grandioso talento, una stella della musica italiana come Mia Martini, e lo fa con grande forza attraverso Serena Rossi in questa sintesi della sua vita arricchita dalla sue hit. Siamo di fronte ad un ritratto personale di una donna con una grandissima umanità, tradita dal suo stesso mondo, che chiedeva di essere capita e ascoltata. Un film che non racconta nel dettaglio la sua vita come detto, rimanendo in superficie; ma che ha come obiettivo quello di dare una sorta di rivincita o risarcimento a una vittima della cattiveria e dell'invidia, perché quello che ha subito Mimì è stato qualcosa di indegno, così come resta ipocrita il comportamento di tanti che in quegli anni hanno girato la testa e che oggi fanno gli adulatori. Un film quello di Riccardo Donna, che parte da SanRemo e finisce con Sanremo, perché per una grande artista come Mia Martini parlano e parleranno sempre le sue canzoni e la sua voce che l'hanno resa immortale

 
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Tutte le fake news del delegato golpista venezuelano in gita in Italia da antidiplomatico

Post n°14910 pubblicato il 12 Febbraio 2019 da Ladridicinema
 

Tutte le fake news del delegato golpista venezuelano in gita in Italia
 
Francisco Sucre, il delegato del golpista venezuelano arrivato in Italia parla apertamente di "guerra umanitaria"
 
 
Il golpista venezuelano - che a 3 settimane dal colpo di stato ordito dagli Stati Uniti è ancora chiuso in casa - ha mandato in gita in Italia una sua delegazione guidata dal presidente della Commissione esteri di quel Parlamento che dal 2015 è in ribellione contro gli altri poteri costituzionali del paese.

 
Nell’intervista a Rossana Miranda, giornalista italo-venezuelana su cui già vi avevamo scritto e che propone le sue prestigiose riflessioni, oltre che per il portale Formiche, anche per il giornale dell’ultra-destra venezuelana El Universal, Sucre ammette i piani golpisti. E per questo commenteremo punto per punto le sue dichiarazioni molto significative.
 

“Tuttavia, per il richiamo ad elezioni libere, c’è bisogno di scegliere un nuovo Consiglio Nazionale Elettorale, affidabile per tutti; abilitare tutti i partiti politici, senza prigionieri politici né politici inabilitati, e garantire l’osservazione internazionale professionale, obiettiva e imparziale.”
 
Nell’intervista a Formiche, praticamente Sucre ci sta dicendo di essere illegittimo. Il CNE, Consiglio Nazionale elettorale, uno dei 5 poteri costituzionali del Venezuela che soprassiede tutto il sistema elettorale venezuelano, definito dall’Ong dell’ex presidente Carter come il “migliore al mondo”, ha decretato la vittoria delle destre nelle elezioni parlamentari del 2015, così come quella di Nicolas Maduro nelle elezioni presidenziali del maggio 2018, così come in tutte le 23 delle 25 elezioni tenutesi in Venezuela dal 1999.
 
 
Fa poi quasi tenerezza il signor Sucre quando arriva a dichiarare:
 
“Sì, molte, non solo di diplomatici ma anche di militari (attivi e ritirati), e i sondaggi di opinione indicano che il 91,8% della popolazione riconosce come presidente legittimo Juan Guaidó, e tutto perché Maduro e il suo regime non proteggono nessuno.”
 
Interlaces, agenzia indipendente, proprio ieri ha offerto il sondaggio che mostra come oltre il 57% dei venezuelani ritiene Nicolas Maduro come il legittimo presidente. Da giorni, come testimoniato anche dal giornalista nord-americano Max Blumenthal che oggi ha finalmente rotto il muro della censura, il popolo venezuelano è in mobilitazione permanente contro la guerra, contro il golpe e per difendere la propria Costituzione e il proprio Presidente.

 Immagini chiaramente censurate su tutti quei poveri media impegnati, per l'ennesima volta, a tirare la volata ai crimini occidentali. La domanda poi tragicomica da fare al povero Sucre sarebbe: “ma scusi, con il 92% dei consensi nel popolo, perché il golpista non è nel palazzo presidenziale e perché non controllate i ministeri, l’esercito e le autorità tutte?”
 
Non sarà certo Miranda a farla... e quindi andiamo avanti.

Per il diritto internazionale, è noto, come il riconoscimento sia un atto puramente politico e per il diritto internazionale consuetudinario - codificato dall’art 1 e 2 della Carta delle Nazioni Unite - è noto come siano norme di ius cogens, cioè di grado superiore, il rispetto della sovranità di un paese e la non ingerenza negli affari interni delle altre nazioni. Riscrivendo tutto il diritto internazionale, quindi, Sucre dichiara in modo imbarazzato e imbarazzante:
 
“Dal punto di vista del diritto, specificamente degli obblighi, queste si basano sul diritto romano con l’idea del “pater familias” (buon padre di famiglia).
 
Il “buon padre di famiglia” e tutto il diritto internazionale si spegne in una frase grazie a Sucre. Il “buon padre” di famiglia – ma questo il delegato del golpista in Italia lo sottintende solo e Miranda non può scriverlo – chiaramente sarebbe Trump e le sue bombe.
 
 
Nel proseguo dell’intervista Sucre parla poi di “emergenza umanitaria”.
 
“Emergenza umanitaria complessa; risultato delle azioni di un regime fuorilegge come quello di Maduro che ha agito come un cattivo padre di famiglia, per non compiere con la responsabilità di proteggere i diritti umani della popolazione.”
 
La crisi in Venezuela è il prodotto di un decennio di criminale embargo chiesto e richiesto dalle destre agli Stati Uniti e all’Unione Europea con l’obiettivo esplicito di arrivare al colpo di stato attuale e poterlo giustificare. Non lo diciamo noi, è quello che lettera per lettera dichiara senza pudore l’ex ambasciatore nordamericano in Venezuela William Rivington:

 
  

Sui costi delle sanzioni criminali contro l’economia in Venezuela, l’istituto Celag nel suo ultimo rapporto ha quantificato in 350 miliardi le perdite complessive. 350 MILIARDI. Si tratta di un massacro, una guerra economica devastante che il relatore per le Nazioni Unite De Zayas definisce “omicidio premeditato”. Ecco in questo omicidio premeditato l’estrema destra golpista che Sucre rappresenta in Italia è complice consapevole. “La crisi umanitaria è una iperbole. Naturalmente c'è scarsità di beni, ma la causa è come ho spiegato nello sforzo congiunto di Stati Uniti, Canada e Unione Europea per causare il caos in Venezuela, con l'obiettivo di far cadere il governo. Il livello machiavellico di cinismo è senza pari. Inoltre, il termine "crisi umanitaria" è solo parte di quello che intendono veramente e cioè "intervento umanitario" o meglio ancora "intervento militare per imporre un regime change", sostiene De Zayas
 
 
Ma andiamo avanti: e riprendiamo l’ultima frase del passaggio precedente di Sucre che è la più significativa di tutta l’intervista perché smaschera i suoi piani e per questo parlavamo di ammissione ad inizio dell'articolo.
 
“per non compiere con la responsabilità di proteggere i diritti umani della popolazione.”
 
Da legare con l’ultima risposta:
 
“E’ la società internazionale a dovere, in maniera collettiva, attendere e proteggere una popolazione vulnerabile attraverso gli aiuti umanitari.”
 
Qui c’è tutta la strategia golpista in atto. La “responsabilità di proteggere” è la criminale e illegale dottrina che, contro il diritto internazionale e contro la Carta delle Nazioni Unite, ha voluto trovare un pretesto di giustificazione ai massacri contro quei paesi che non si sono piegati ai diktat degli Stati Uniti: Jugoslavia, Somalia, Iraq, Afghanistan, Siria, Libia… con i milioni di morti e profughi che oggi piangiamo. La giustificazione è la “responsabilità di proteggere” e Sucre non ha neanche la decenza di nascondere le sue intenzioni contro il suo paese.
 
E la verità Sucre finalmente la dice nel finale:

“La rotta è chiara. L’idea è aumentare la pressione internazionale “

Si perché il colpo di stato del 23 gennaio senza nessuna base di consenso politico e senza sollevazione delle forze armate è fallito miseramente. E quindi non resta che la “pressione internazionale”. Da ultimo l’intelligence venezuelana ha sventato un tentativo di presa violenta del Palazzo Presidenzialie previsto per il 30 gennaio e il 2 febbraio. Del resto, questo e solo questo è il piano dei golpisti, semplicemente perché è il piano degli Stati Uniti contro il Venezuela. Dal golpe dell’aprile del 2002 ad oggi nulla è cambiato.

Il dialogo come ammette proprio Sucre nell’intervista non gli interessa, se fosse interessato alla destra venezuelana, del resto, dopo un anno di negoziazione a Santo Domingo avrebbero dato seguito alla LORO richiesta, avanzata per tutto il 2017 mentre organizzavano il terrorismo nelle strade noto come Guarimbas, di “elezioni anticipate”. Non si sono presentati alle elezioni presidenziali e hanno rotto l’accordo ormai raggiunto a Santo Domingo dopo una telefonata dell'allora segretario di Stato Usa Tillerson dalla Colombia, semplicemente perché chi li guida a Washington vuole appropriarsi direttamente delle risorse del paese. E per farlo ha bisogno di distruggere la Costituzione del paese, non mediare o dialogare.

Dichiara sempre De Zayas che come relatore Onu ha avuto incontri con rappresentati dell'Assemblea Nazionale, della Camera di commercio, con il corpo diplomatico, gruppi dell'opposizione, organizzazioni non governative, leader della chiesa, studenti e professori delle Università: “Anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha fatto un appello similare di mediazione e ha offerto i suoi buoni uffici. Ma l'opposizione venezuelana rifiuta il dialogo, perché vogliono prendere il potere attraverso un colpo di stato. La storia dell'America Latina è piena di golpe di destra e nulla è più antidemocratico e corrosivo dello stato di diritto di un colpo di stato.”
 
Chi oggi dopo Jugoslavia, Somalia, Iraq, Afghanistan, Siria, Libia, Ucraina fa finta di non vedere cosa sta accadendo in Venezuela è in malafede e asservito a quei poteri che hanno sulla coscienza milioni di morti e miliardi di dollari di profitti per le industrie delle armi. Alternative non ci sono. Chi dal Pd alla Lega, da Fratelli d’Italia a Più Europa sta tirando la volata alla prossima “guerra umanitaria”, che come vedete i golpisti venezuelani non nascondano essere l'obiettivo, si conferma il servitore fedele di interessi criminali.

La Redazione 

 
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Le 10 fake news sul Venezuela che vi ripetono giorno e notte

Post n°14909 pubblicato il 12 Febbraio 2019 da Ladridicinema
 

Le 10 fake news sul Venezuela che vi ripetono giorno e notte
 

La disinformazione e la falsa rappresentazione della maggior parte dei media contro il Venezuela e il suo governo genera un fenomeno pericoloso: la popolazione che viene informata attraverso di loro crede a false notizie come vere.

 

Per combattere l'ignoranza e discutere con fermezza nei dibattiti sulla situazione esistente in Venezuela, l'economista e accademico spagnolo Alfredo Serrano ha compilato una semplice lista di dati, a cui abbiamo contribuito con altri, per nutrire le discussioni e, en passant, educare sulla realtà venezuelana.

 

1. L’organo elettorale

 

L'Assemblea Nazionale (AN) del Venezuela, in oltraggio dal 2016, presieduta dal deputato dell'opposizione Juan Guaidó, è stata eletta attraverso il Consiglio Nazionale Elettorale venezuelano (CNE), lo stesso organismo con cui il presidente Nicolás Maduro è stato eletto nel 2013 e 2018. Sia il la direzione dell’AN che Guaidó affermano che il CNE è un'istituzione manipolata, sostenendo in questo modo che la rielezione del presidente è una frode. Secondo questa logica dell'opposizione, anche l'AN e tutti i suoi deputati, incluso Juan Guaidó, lo sarebbero altrettanto.

 

Tuttavia, finora non ci sono documenti che provano questa accusa e, al contrario, le relazioni degli osservatori delle Nazioni Unite (ONU) hanno dimostrato che non ci sono irregolarità nei 25 processi elettorali svolti in Venezuela durante negli ultimi 20 anni.

 

2. Riconoscimenti

 

OSA

L'Organizzazione degli Stati Americani (OSA) non ha riconosciuto Guaidó come presidente incaricato del Venezuela. Il suo segretario generale, Luis Almagro, lo ha fatto per proprio conto e a proprio rischio, ma non i suoi membri come blocco. Almagro ha cercato di spostare l'OSA su questa posizione, ma la maggior parte delle nazioni non ha sostenuto la mozione.

 

ONU

Allo stesso modo, nemmeno l'ONU non ha riconosciuto Guaidó. Il voto straordinario convocato dagli Stati Uniti (USA) per questo motivo, è stato respinto dalla maggioranza dei suoi stati membri. Ciò è stato confermato in diverse occasioni da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, lasciando in chiaro in una lettera di approvazione l'ingresso di "aiuti umanitari" per il Venezuela, a condizione che questa sia approvato dal governo, presieduto da Nicolás Maduro.

 

Papa Francesco

Il più alto rappresentante della Chiesa cattolica nel mondo non ha aderito al riconoscimento di Guaidó, ha riferito dopo aver risposto ad una domanda a riguardo fatta da un giornalista durante il volo di ritorno in Italia dal suo viaggio a Panama.

 

Unione Europea

Non tutti i paesi dell'Unione Europea (UE) non hanno conosciuto Nicolás Maduro. L'Italia, la Grecia, la Romania, l'Irlanda, la Bulgaria, Cipro, Malta e la Slovacchia non appoggiano la mozione di Guaidó e, in quanto blocco, l'UE non ha deciso una decisione.

 

Altre nazioni

Paesi di grande importanza geopolitica ed economica come la Cina, la Russia, la Turchia, l'Iran, Messico e Sudafrica, così come le nazioni della Comunità dei Caraibi, CARICOM e Parlasur, al Parlamento del Mercosur, così come i governi latino-americani amici del Venezuela come Cuba, Bolivia e Nicaragua non convalidano un altro presidente oltre a Nicolás Maduro.

 

3. Le riserve

 

Il Venezuela è il primo paese al mondo con la più grande quantità di riserve petrolifere; l'ottavo con la più grande quantità di riserve di gas; il valore delle sue riserve auree supera il Prodotto Interno Lordo (PIL) del Cile o della Danimarca; il valore delle sue riserve di ferro supera il PIL del Messico o della Spagna; il valore delle sue riserve di diamanti supera il PIL del Paraguay o della Bolivia. Inoltre, recentemente, è stato dimostrato che nel territorio venezuelano ci sono grandi quantità del minerale mettalico coltan.

 

4. Proprietà

 

Per quanto riguarda la proprietà, il 98,5 percento delle società costituite in Venezuela sono private; 0,5 per cento sono miste; e l'1 per cento sono completamente pubbliche.

5. Media

 

Su questa stessa linea, l'80% dei media venezuelani è privato e, tra questi, la maggioranza appartiene all'opposizione.

 

6. Sanzioni statunitensi

 

Secondo un articolo pubblicato dal New York Times, le nuove sanzioni imposte contro il Venezuela dal governo di Donald Trump costeranno all'economia venezuelana un totale di 11.000 milioni di dollari di entrate petrolifere perse.

 

A ciò si aggiungono le conseguenze economiche dei precedenti decreti statunitensi contro il paese: il primo è stato quello di Barack Obama, approvato il 9 marzo 2015, misure applicate sotto la motivazione del "rischio straordinario" che il Venezuela rappresenta per la sicurezza degli USA, come indicato da Obama; Le altre sanzioni sono state generate durante l'amministrazione Trump.

 

7. Relazioni estere

 

La Cina è uno dei principali partner e amici nelle relazioni economiche e politiche con il Venezuela. Il paese sudamericano rappresenta il 40% del finanziamento che il governo cinese concede a tutta l'America Latina. Allo stesso modo, la Russia e la Turchia sono grandi partner del Venezuela. Queste relazioni bilaterali furono forgiate durante i governi di Hugo Chávez e Nicolás Maduro.

 

8. Frontiera con gli Stati Uniti

 

Un importante elemento è il confine tra il Venezuela e gli Stati Uniti, regolato dal Trattato sui confini marittimi del 1978, che stabilisce il confine marittimo tra le isole del Venezuela nel Mar dei Caraibi e i territori dipendenti degli Stati Uniti in quell'area, cioè Porto Rico e Isole Vergini.

 

9. L’aiuto umanitario degli Stati Uniti

 

Dall'inizio delle difficoltà economiche causate dal blocco statunitense, il governo di Nicolás Maduro distribuisce alimenti di base (riso, zucchero, farina, latte, olio, cereali, tra gli altri) per sei milioni di famiglie in tutto il paese. Queste "combo" raggiungono le famiglie ogni 30 giorni attraverso i Comitati Locali di Approvvigionamento e Produzione (CLAP).

 

Gli "aiuti umanitari" promessi dagli Stati Uniti e promossi localmente dall'opposizione guidata da Guaidó hanno un costo di 20 milioni di dollari, una cifra con cui si potrebbero acquistare solo 1 milione di combo CLAP. Allo stesso modo, con 20 milioni di dollari è possibile rifornire solo cinquemila venezuelani per un periodo non superiore a un mese.

 

È importante sapere che durante il 2017 e il 2018, l'UE e gli Stati Uniti hanno inviato insieme un importo approssimativo di 60 milioni di dollari in "aiuti" al Venezuela, un importo che è ancora tre volte l'importo annunciato di recente, che beneficia del 6% della popolazione solo nel consumo di riso.

 

Allo stesso modo, nemmeno 20 o 60 milioni di dollari equivalgono ai 23 miliardi di dollari che gli Stati Uniti e i paesi dell'UE hanno portato via al Venezuela con le sanzioni economiche; cifra equivalente al bilancio che la Spagna stanzia per la sanità e l'istruzione per tre anni.

 

10. Aiuti che non sono coperti dai media

 

Dire che Nicolás Maduro respinge gli aiuti stranieri è un errore. Il fatto che lo faccia con quelli recentemente offerti dagli Stati Uniti risponde all'interventismo di questa azione.

 

Il programma della Pan American Health Organization (PAHO) per il trattamento di alcune malattie in Venezuela, esiste anni fa nel piano sanitario del paese sudamericano. L'assistenza è dettagliata sul sito web dell'agenzia, in seguito ad un accordo con il Ministero della Sanità del Venezuela e PAHO, che ha portato alla consegna di farmaci e contraccettivi e alla formazione nella gestione delle epidemie.

 

Solo nel mese di gennaio 2019, PAHO ha consegnato medicinali per 3.000 pazienti, oltre a 3 milioni di farmaci antiretrovirali e forniture per coprire il 95% dei vaccini contro il morbillo e la difterite.

 

Allo stesso modo, nel novembre 2018, le Nazioni Unite hanno approvato le risorse attraverso il Fondo comune per la risposta alle emergenze (CERF), per un importo di 9,2 milioni di dollari per i programmi umanitari in Venezuela, in collaborazione con lo Stato venezuelano.

 

(Traduzione de l’AntiDiplomatico)

Notizia del: 12/02/2019

 
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Il Volo contro i giornalisti: “Ci hanno insultato pesantemente . È bullismo” da il fatto quotidiano

Post n°14908 pubblicato il 12 Febbraio 2019 da Ladridicinema
 

di 

Il trio lirico ha commentato quanto successo dietro le quinte del Festival con un post su Facebook: "Hanno usato parole come 'merde”, “vaffa*****' 'in galera'"

“Alcuni giornalisti ci hanno pesantemente insultato. Hanno usato parole come “merde”, “vaffa*****”, “in galera”, che consideriamo come il frutto di una vera e propria forma di bullismo, di sfottò da stadio”. È l’accusa lanciata da i tre ragazzi de Il Volo che, tramite un post su Facebook, hanno raccontato quanto successo dietro le quinte della sala stampa del Festival di Sanremo. “Abbiamo avuto bisogno di qualche giorno per essere lucidi e dire la nostra su quanto accaduto”, scrivono i tre tenori che citano, a testimonianza, alcuni video che negli ultimi giorni hanno fatto il giro dei social.

“In 10 anni abbiamo  ricevuto molte critiche sulla nostra musica, sul genere che cantiamo, siamo stati accusati di essere arroganti e spocchiosi. Non abbiamo mai dato importanza a tutto ciò, anche perché, fortunatamente, abbiamo sostenitori che ci supportano quotidianamente e amano quello che facciamo – continuano Pietro BaroneIgnazio Boschetto e Gianluca Ginoble -. Ma quando vediamo dei video che testimoniano la cattiveria e la poca umanità da parte di persone che potrebbero essere nostri genitori (molti anche nostri nonni), ci dà molto fastidio. Fastidio perché ogni artista deve avere il proprio spazio di espressione musicale. Essere chiamati “merde” o vedere qualcuno che sbraita “in galera” solo perché stiamo facendo quello che ci piace fare nella vita è molto irrispettoso, nei nostri confronti ma sopratutto nei confronti della libertà di espressione”.

 

Il video a cui si riferiscono i tre cantanti in effetti gira da domenica ed è stato “scovato” da alcuni fan del trio che l’hanno condiviso accompagnandolo con commenti come “che schifo”. Nelle immagini che riprendono il momento dell’esibizione del gruppo in gara con la canzone Musica che resta, un giornalista della sala stampa grida “in galera” tra gli applausi e le risate dei colleghi.
I ragazzi de Il Volo, però, non sono stati gli unici a prendersela con i giornalisti, accusati da molti di aver ribaltato l’esito di Sanremo, votando in massa per Mahmood. Anche il secondo classificato, Ultimo, si è scagliato contro la sala stampa sia nella conferenza del dopo Festival che successivamente tramite Instagram, accusando i giornalisti di averlo insultato. Proprio quest’episodio avrebbe portato il giovane a disertare la puntata speciale di Domenica In, salvo poi decidere, ieri sera, di andare da Fiorelloospite della trasmissione radio Il Rosario della sera.

 
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Sanremo 2019, Ultimo da Fiorello sdrammatizza: dedica una canzone ai giornalisti

Post n°14907 pubblicato il 12 Febbraio 2019 da Ladridicinema
 
Tag: musica, news

Sanremo 2019, Ultimo da Fiorello sdrammatizza: dedica una canzone ai giornalisti
di 

Ospite a Il Rosario della Sera, la trasmissione in onda alle 19 su Radio Deejay, il cantautore secondo classificato è stato al gioco proposto dallo showman e ha cantato Riccione, cambiando il testo in: "Sotto il sole, sotto il sole, di Sanremo, di Sanremo, quasi quasi mi pento... e non ci penso più"

Alla fine tra i giornalisti e Ultimo sembra tornato il sereno. Complice Fiorello, che ha contribuito a sdrammatizzare le polemiche sul secondo posto al Festival di Sanremo. “Facciamo un gesto distensivo con i nostri amici giornalisti. Sai come? Cantiamo un pezzo dei The Giornalisti e glielo dedichiamo”, ha detto lo showman siciliano a Ultimo.

Ospite a Il Rosario della Sera, la trasmissione in onda alle 19 su Radio Deejay, il cantautore secondo classificato è stato al gioco proposto da Fiorello e ha cantato Riccione, cambiando il testo in: “Sotto il sole, sotto il sole, di Sanremo, di Sanremo, quasi quasi mi pento… e non ci penso più”.

L’artista romano, dopo la delusione per la vittoria sfumata, aveva inveito contro i giornalisti, rei di aver ribaltato il verdetto del televoto a favore di Mahmoud, vincitore sul palco dell’Ariston.  “La gente paga per votare e la classifica viene ribaltata dai giornalisti che dicono ‘merde’ a Il Volo e mi chiamano ‘stronzetto’ o ‘coglione”. L’artista aveva polemizzato con i giornalisti già in conferenza stampa: “Voi – aveva detto – avete questa settimana per sentirvi importanti e dovete sempre rompe er cazzo. Non provo rancore, la gente aveva molta aspettativa su quello che avrei fatto”.

 
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