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Messaggi del 30/07/2019

 

Sotto il burqa da everyeye.it

Post n°15247 pubblicato il 30 Luglio 2019 da Ladridicinema
 

L'undicenne Parvana vive a Kabul, sotto lo stretto controllo delle forze talebane, con la madre, la sorella maggiore, un fratellino piccolo e il padre, monco di una gamba. Proprio mentre sta vendendo degli antichi oggetti di famiglia insieme al genitore la ragazzina è presa di mira da dei soldati, e solo l'intervento della figura paterna evita il peggio. L'azione ha però delle conseguenze e l'uomo viene arrestato per vendetta con false accuse, venendo condotto in un carcere in pieno deserto. In una società nella quale alle donne è vietato uscire di casa senza essere accompagnate da una figura maschile, in Sotto il burqa Parvana è costretta a tagliarsi i capelli e fingere di essere il lontano cuginetto Aatish, riuscendo così a evitare di essere riconosciuta e a comprare il cibo da portare a casa. Scopre inoltre che la compagna di scuola Shauzia ha organizzato il suo stesso stratagemma per girare indisturbata tra le strade cittadine e, grazie all'aiuto di un soldato talebano, cerca di saperne di più sulle sorti del padre.

 

Tra sogni e realtà

Sulla scia di Persepolis (2007) ecco un'altra opera di animazione che scava nel dramma di un Paese dominato dall'integralismo islamico, capace tramite un'estetica minimale e raffinata al contempo di trasportare in un ambiente sociale distante anni e luci dal nostro odierno modo di vivere. Prodotto da Angelina Jolie, da anni dedita a cause umanitarie anche in ambito cinematografico, per lo studio irlandese Cartoon Saloon, l'adattamento dell'omonimo romanzo di Deborah Ellis (anche co-autrice della sceneggiatura) si prodiga con successo nell'evitare patetismi di sorta, dando vita a personaggi vivi e credibili il cui tratto atipicamente dolce affascina sin da subito lo sguardo e conquista il cuore nel procedere di una vicenda via via sempre più drammatica, che pone un duro atto d'accusa contro un oltranzismo maschilista e annebbiato dall'odio verso i più deboli. Sotto il burqa (disponibile su Netflix) offre ad ogni modo uno sguardo a più strati e sfumature, per un talebano cattivo ve ne è uno buono, che trova notevole slancio emotivo nelle relazioni tra i numerosi personaggi, figli di un mondo arcaico in cui lo spettro della guerra contro il nemico americano si palesa brevemente nella parte finale ma è una costante sottotraccia delle dinamiche politiche ricorrenti nella visione. Difficile non affezionarsi alla piccola e coraggiosa Parvana, sorta di moderna Mulan pronta a rischiare la vita pur di prendersi cura della propria famiglia, così com'è impossibile non farsi incuriosire dalla favola che la ragazzina racconta sia al fratellino più piccolo che all'altrettanto temeraria e sognatrice Shauzia, esposta a frammenti nell'arco di tutto il film e dalle profonde connotazioni metaforiche che vanno poi a rispecchiarsi nella relativa realtà narrativa. Per un'opera che, nonostante il clamoroso flop alla sua uscita nei cinema d'Oltreoceano, vale la pena di essere apprezzata e scoperta.

Sotto il burqaAncora una volta il cinema d'animazione è al servizio di una storia matura, ambientata in una società dove vigono le castranti leggi dell'integralismo islamico. Siamo a Kabul e la piccola Parvana è costretta a fingersi maschio per prendersi cura della propria famiglia, mentre il mondo circostante è alle prese con la guerra ad armi impari tra l'esercito talebano e i jet statunitensi. Il conflitto principale di Sotto il burqa è però quello vissuto dalla giovane protagonista, schiava di una società maschilista e violenta, che con coraggio e astuzia sfiderà le attuali convenzioni incontrando sulla sua strada sia figure crudeli che compassionevoli, il tutto in una narrazione dai sussulti emozionali adeguatamente supportati dal particolare, anche se non del tutto nuovo, stile grafico.

 
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Glass

Post n°15246 pubblicato il 30 Luglio 2019 da Ladridicinema
 

L'orda, ossia Kevin Wendell Crumb e le sue altre numerose personalità, ha catturato un nuovo gruppo di ragazze e si prepara a "sacrificarle" alla Bestia. È però sulle sue tracce il vigilante David Dunn, che grazie all'aiuto del figlio e alle sue visioni psichiche arriva presto a un confronto con il feroce avversario. Entrambi però finiscono catturati dalla polizia e dalla psichiatra Ellie Staple e rinchiusi in un istituto psichiatrico, lo stesso dove da 19 anni è prigioniero "l'uomo di vetro", il geniale Elijah Price. Per lui sarà finalmente l'occasione di dimostrare al mondo che le sue teorie sugli esseri dotati di superpoteri sono reali. Nel mentre il figlio di David, la ragazza sopravvissuta all'Orda e la madre di Elijah cercano di salvare i propri cari dalle cure di Ellie Staple.

Doveva essere il coronamento del più ambizioso progetto di Shyamalan, che porta a compimento due suoi film precedenti, Unbreakable e il più recente Split, ma il risultato è un incredibile pasticcio di sceneggiatura, di autoindulgente lunghezza e con un interminabile numero di epiloghi.

Il disappunto è cocente, perché Shyamalan nella collaborazione con Jason Blum e nel ritorno a budget contenuti sembrava essersi rigenerato dai flop ricchi di effetti speciali come L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth, invece qui lo ritroviamo più confuso che mai.

Se Unbreakable trattava in modo relativamente rispettoso la mitologia dei supereroi, ora si mettono invece in bocca ai personaggi così tante assurdità da farli sembrare toccati in testa. Per esempio lascia esterrefatti che la ragazza sfuggita all'Orda prenda come una prova dell'esistenza dei supereroi il fatto che Metropolis sia ispirata a New York (tutt'altro che un segreto per inciso) o che il costume dei primi supereroi era ispirato dagli artisti del circo. Ma ci sono momenti ancora più involontariamente esilaranti, come quando un personaggio dice di appartenere a un'organizzazione che opera da diecimila anni: che si riferisca all'era hyboriana di Conan il barbaro? 

Tutto questo sarebbe ridicolo nel peggior fumettone, eppure Glass si prende dannatamente sul serio. E nonostante il genere in cui si muove il film, la sceneggiatura è tutt'altro che irrilevante visto che si tratta di un'opera dominata da infiniti dialoghi. Gli scontri infatti sono solo due, in mezzo c'è il tentativo di Ellie Staple di convincere i protagonisti di non avere alcun potere speciale e si porta via almeno un'ora di durata (e per altro perché fare un film di questo tipo lungo due ore e dieci minuti se il budget è tanto risicato?).

IL SEQUEL DI UNBREAKABLE E SPLIT.
Overview di Andrea Fornasiero 
giovedì 27 aprile 2017 

David Dunn, un uomo di mezza età che si è scoperto quasi invulnerabile, è destinato a incrociare il proprio destino con quello di Kevin Wendell, affetto da una forma estrema di schizofrenia per cui ha ben 24 differenti personalità. L'ultima tra queste è La Bestia, che causa in lui una mutazione facendone una sorta di super-cannibale. L'unica che conosce dell'esistenza della Bestia è Casey Cooke, che gli sfuggita e ora è in fuga, ma ancora più cruciale è la figura di Elijah Price, ossia "l'uomo di vetro", che custodisce segreti su Dunn e Wendell e li manipolerà per i suoi fini.

È una sorta di film di supereroi, sicuramente lo considero in questo modo, ma è anche molto differente dagli altri. Non somiglierà ai film Marvel. 
Jason Blum

Glass è prodotto ancora una volta da Jason Blum, ossia il principale artefice della rigenerazione di M. Night Shyamalan dopo la serie di flop da Lady in the Water a L'ultimo dominatore dell'aria e After Earth. Blum, campione dell'horror-thriller a piccolo budget è emerso con il clamoroso caso di Paranormal Activity e tutt'ora sulla cresta dell'onda grazie a Scappa - Get Out. È stato lui a fidarsi di Shyamalan e a permettergli di ritrovare se stesso in un cinema più limitato nei mezzi, ma forte nelle idee, prima con The Visit e poi con Split. Proprio di SplitGlass costituisce il seguito - e si tratta per altro del primo sequel nella carriera del regista. Il finale del film precedente aveva però introdotto un elemento inatteso: il personaggio di David Dunn, ossia il protagonista di Unbreakable, che Shyamalan aveva diretto nel 2000. Glass infatti rimanda fin dal titolo a Mr. Glass cioè "l'uomo di vetro", che era la nemesi di Dunn in Unbreakable. Il film è dunque l'insolito caso di un seguito di due altri film tra loro molto distanti nel tempo, che ora compongono un universo condiviso. Shyamalan però non intende tradire la lezione appresa con Jason Blum e infatti anche questo Glass sarà realizzato con il rigore di mezzi di produzione limitati, nonostante il buon successo tanto di Splitquanto a suo tempo di Unbreakable.

 
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Disney sta scrivendo la storia con un 2019 da sogno

Post n°15245 pubblicato il 30 Luglio 2019 da Ladridicinema
 

Disney è ineluttabile. Un paio d'anni fa, quando osservammo le release date delle produzioni di quest'anno, ci rendemmo subito conto che il 2019 sarebbe potuto passare alla storia... e così è stato: siamo a fine luglio e Disney questo weekend ha raggiunto e superato il record di tutti i tempi per quanto concerne l'incasso globale di una casa di produzione in un singolo anno solare, 7,6 miliardi di dollari, peraltro battendo sé stessa, che aveva ottenuto questo dato nel 2016. Il bello è che mancano ancora almeno altri due incassi sicuramente miliardari come Frozen 2 e Star Wars IX: L'ascesa di Skywalker, senza contare Maleficent - Signora del male ed il fatto che Il Re Leone è ben lontano dal terminare la sua corsa al box office internazionale. I 10 miliardi a fine anno, obiettivo che fino a qualche tempo fa sarebbe stato pura fantascienza per chiunque, sono comodamente alla portata.? 

Avevamo previsto che questo weekend sarebbe stato "miliardario" e...lo è stato! Spider-Man: Far From Home (guarda la video recensione) è arrivato a quota 1 miliardo e 36 milioni, Aladdin (guarda la video recensione) lo ha passato con un margine di 9 milioni, mentre per ora hanno mancato l'obiettivo Il Re Leone, che ci è andato vicinissimo, chiudendo a 962 milioni e Toy Story 4 (guarda la video recensione), che si è fermato a 917 milioni di dollari ma che potrebbe riuscire nell'impresa, anche se una chiusura a 950-970 milioni pare più probabile. Negli USA vince Il Re Leone con 75,5 milioni di dollari, in calo del 60% rispetto alla settimana scorsa ed è già a 350 milioni di dollari. C'era una volta... a Hollywood (guarda la video recensione) permette a Tarantino di ottenere il miglior esordio della sua carriera con 40 milioni di dollari. In calo piuttosto contenuto gli altri film: Spider-Man: Far from Hometocca quota 344 milioni, Toy Story 4 è a 395 milioni, Aladdin a 345. Ottimi dati per Yesterday (guarda la video recensione), che arriva a 65 milioni e The Farewell, che entra in top ten con la seconda migliore media per sala. La prossima settimana arriva l'ultima, vera, grande release di questa incredibile estate: Fast & Furious - Hobbs & Shaw

In Italia, il box office del weekend fa segnare un ottimo +75% rispetto allo stesso dell'anno scorso, con un incremento su base annua che ora è quasi del 10%. Sia Men in Black International (guarda la video recensione) che Spider-Man: Far from home (guarda la video recensione) passano il milione di euro, ma a spuntarla, è il primo, anche se il secondo entra in zona 10 milioni di euro. Benino Toy Story 4 e Serenity (guarda la video recensione), con quest'ultimo che ottiene il terzo posto del weekend con 373mila euro. Balzo in avanti per Birba - Micio combinaguai (guarda la video recensione), che grazie ad una domenica da quasi 100mila euro sale fino al quinto posto, scavalcando Edison (guarda la video recensione). Esordio discreto ma non eccezionale per Midsommar. Il maltempo ha aiutato parecchio, specie di domenica: mercoledì finisce la stagione e sarà tempo di tirare le somme... 

 
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