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Messaggi di Febbraio 2014

 

Musica: Raphael Gualazzi da Sanremo al Canada da libero

Post n°11212 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: musica, news

Roma, 26 feb. (Adnkronos) - Terminato con successo il Festival di Sanremo insieme a The Bloody Beetroots, Raphael Gualazzi è pronto per un nuovo palcoscenico internazionale. Mentre il brano 'Liberi o no' continua a dominare l'airplay radiofonico, l'artista Sugar venerdì 28 febbraio si esibirà in Canada, nel corso del prestigioso "Montréal en Lumière", uno dei più grandi festival invernali di tutto il mondo. Il concerto si terrà a "l'Astral", location storica della musica jazz mondiale.

Il "Montréal en Lumière", che attira ogni anno oltre 900.000 persone, presenta in undici giorni un programma ricco ed eclettico che accoglie star internazionali ed artisti emergenti, dando spazio a tutti gli aspetti della cultura, dalla musica alle arti, dal teatro alla danza. Gualazzi in questi giorni a Montréal sarà ospite anche di alcune delle più importanti televisioni canadesi, tra queste Global Montréal e la CBC, mentre il 18 aprile il suo album Happy Mistake, sarà pubblicato anche in Germania, Austria, Svizzera e Olanda.

 
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Arisa: "Se Vedo Te" è il nuovo album 2014, ecco la tracklist da excite

Post n°11211 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Arisa ha pubblicato la tracklist ufficiale del suo nuovo album “Se Vedo Te”, la notizia è arrivata direttamente dalla sua bacheca facebook. “Se Vedo Te” uscirà il 20 febbraio e conterrà anche la canzoni in gara a Sanremo 2014: “Lentamente” e “Controvento”. I due brani sono stati scritti il primo in collaborazione con Cristina Donà e Saverio Lanza, mentre il secondo porta la firma di Giuseppe Anastasi. Già dai titoli presenti nel nuovo lavoro, si intuisce che Arisa parlerà ancora di amore, di rinascita e di sentimenti profondi, come caratteristico della sua carriera musicale.

 

Tracklist di Se Vedo Te:

  • 1. L'ultima volta
  • 2. Chissà cosa diresti
  • 3. La cosa più importante
  • 4. Se vedo te
  • 5. Lentamente (Il primo che passa)
  • 6. Quante parole che non dici
  • 7. Sinceramente
  • 8. Dici che non mi trovi mai
  • 9. Dimmi se adesso mi vedi
  • 10. Controvento
  • 11. Stai bene su di me

 
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Sanremo: Cristiano pubblica "Come in cielo cosi' in guerra" da agi

Post n°11210 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Sanremo Cristiano pubblica  Come in cielo cosi  in guerra

16:53 14 FEB 2014

 

(AGI) - Roma, 13 feb. - In occasione del 64mo Festival di Sanremo, dove sara' in gara nella categoria Campioni, Cristiano De Andre' pubblica "Come in cielo cosi' in guerra (Special Edition)", riedizione dell'ultimo album di inediti "Come in cielo cosi' in guerra" (uscito nella primavera del 2013), contenente anche i due brani "Invisibili" (brano scritto da Cristiano De Andre' e Fabio Ferraboschi) e "Il cielo e' vuoto" (brano scritto da Diego Mancino e Dario Faini con la collaborazione di Cristiano De Andre') che saranno proposti al Festival. I due brani sono stati prodotti da Davide Rossi (Coldplay, Goldfrapp), che ne ha curato anche l'arrangiamento degli archi. Uscito a 12 anni di distanza da "Scaramante" e dopo lo straordinario successo di "De Andre' canta De Andre' vol. 1 & 2", "Come in cielo cosi' in guerra" e' caratterizzato da un grande lavoro di ricerca, sia sulle parole, sia sui suoni.
  Per inciderlo Cristiano e' volato fino in California, a Berkeley, dove ha registrato nei mitici Fantasy Studios affidando la produzione e gli arrangiamenti a Corrado Rustici, il quale ha arricchito con maestria le canzoni di profumi world e sonorita' avvolgenti che valorizzano testi carichi di significati e pathos. Si e' avvalso della collaborazione di un team di musicisti ben rodato: bassista e batterista, Kaveh Rastegar e Michael Urbano, che ormai godono di una discreta popolarita' anche in Italia per essere la sezione ritmica di Ligabue; mentre il pianista e' un session man di chiara fama gia' a fianco di personaggi del calibro di Sting, Stevie Wonder, Elton John e la compianta Whitney Houston. Cristiano ha suonato violino, bouzouki e chitarra acustica. Le canzoni che compongono "Come in cielo cosi' in guerra" (gli inediti piu' la versione italiana di "Le vent nous portera" dei Noir Desir) sono dirette e immediate e colpiscono fin dal primo ascolto. Ma ad ogni ascolto successivo si scopre un particolare inedito, una sfumatura, un suono che la prima volta era sfuggito. Il titolo del disco e' un modo per dire basta alle troppe deformazioni che caratterizzano la nostra societa'. Basta alle caste, ai disonesti, a un certo tipo di politica corrotta, alle storture della globalizzazione. Cristiano parla della difficolta' del vivere: della sua, raccontandoci i suoi tormenti interiori con ampi squarci autobiografici, e piu' in generale allargando la visuale a quanto sta succedendo nella societa' che ci circonda. Quello svolto da Cristiano e' un lavoro artigianale, nel senso piu' nobile del termine. Ed e' un lavoro di gruppo: ogni canzone e' scritta da due o piu' teste, quasi a comporre un puzzle incastrando una parola dopo l'altra, nota su nota.
  Cristiano in passato ha dovuto pagare lo scotto di essere figlio di un mito. Con quest'album dimostra di essere uno dei nostri migliori autori. E' un polistrumentista dotato di grandi qualita', oltre che un interprete sensibile. (AGI) .

 
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Secondo Rubino da Rockol

Post n°11209 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

di Mattia Marzi

Renzo Rubino è stato la vera sorpresa della sessantaquattresima edizione del Festival di Sanremo, dove è tornato (stavolta tra i "big") dopo il successo riscosso lo scorso anno tra le Nuove Proposte con il brano "Il postino (Amami uomo)". Una partecipazione, quella di Rubino, che già dal giorno dell'annuncio dei cantanti in gara aveva suscitato diverse polemiche legate al suo inserimento tra i quattordici Campioni della competizione ("Può essere considerato un 'big' a tutti gli effetti?", ci si chiedeva); poco dopo l'annuncio, poi, è arrivata quella tanto chiacchierata ospitata all'Edicola Fiore e quello scherzo ben riuscito che ha fatto esplodere un falso allarme (chi non avesse seguito la vicenda è invitato a leggere questo articolo). Sul palco dell'Ariston, Renzo ha presentato i brani "Ora" (con il quale ha conquistato il terzo posto nella classifica finale) e "Per sempre e poi basta" (premiato dall'orchestra per il miglior arrangiamento), entrambi contenuti all'interno del suo nuovo album di inediti dal titolo "Secondo Rubino". Il disco, terzo lavoro in studio del cantautore di origini pugliesi, ha raggiunto il mercato a quasi un anno di distanza dalla pubblicazione del precedente "Poppins", è stato registrato presso gli studi Isola degli Artisti di Aprilia (Latina) e contiene undici brani tutti firmati (e per quanto riguarda la musica e per quanto riguarda i testi) da Renzo Rubino stesso e Andrea Rodini (che veste anche i panni di produttore).
"Secondo Rubino" è un disco che conferma le buone impressioni che ci eravamo fatti di Renzo con "Poppins" e per certi versi sembra rappresentare proprio una naturale conseguenza di quest'ultimo; il disco può essere idealmente suddiviso in due parti, esattamente come suggerisce la copertina (in cui Rubino vi è raffigurato a mezzobusto in posizione frontale): da un lato c'è un cantautore più serioso, dall'altro un artista bizzarro, estroso ed ironico. Le due anime di Renzo, per intenderci, che tuttavia non sembrano respingersi ma piuttosto paiono convivere. Così, nel disco è forte la presenza di brani in cui l'ironia pervade sia i testi che la musica, come nel caso della stessa "Ora", ed altri invece in cui predominano atmosfere più composte, come nel caso di "Monotono". Tutte le canzoni contenute all'interno di "Secondo Rubino" vantano arrangiamenti davvero raffinati, caratterizzati da una varietà di stili che spaziano da suggestioni classiche (quasi liriche, si potrebbe dire) al synth pop anni Ottanta di "Sottovuoto" (le cui sonorità ricordano un po' qualche produzione del "periodo d'oro" di Ivan Cattaneo), passando per il pop semplice e catchy (ma non banale) di "Mio" e per l'elettronica (anche piuttosto marcata) di "Non mi sopporto" (registrata con strumenti quali il sintetizzatore Moog, una drum machine, un novapad e uno space echo - con il suo ritmo sostenuto e trascinante è il vero gioiello del disco, o perlomeno la traccia più interessante).

 
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Restaurato La Grande Illusione da Ansa

Post n°11208 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: news

Uscito nel 1937, era 'nemico cinematografico n.1' del nazismo26 febbraio, 16:57
Restaurato La Grande Illusione(ANSA) - BOLOGNA, 26 FEB - "Ho realizzato La grande illusione perché sono pacifista". Lo spiegò il regista Jean Renoir nel 1937 e bastò a Goebbels per farne il 'nemico cinematografico n.

1' del nazismo, boicottato per decenni.

Il film, con Jean Gabin ed Erich von Stroheim, torna nelle sale dal 3 marzo nel restauro del laboratorio della Cineteca di Bologna, in francese con sottotitoli italiani. E' il nuovo titolo del progetto 'Il Cinema Ritrovato' che porta in prima visione i classici restaurati.

 
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OSCAR: I PRONOSTICI DI FILM.IT

Post n°11207 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

 

OSCAR: I PRONOSTICI DI FILM.IT
Vincitori e vinti. Chi con ogni probabilità trionferà alla notte delle stelle, chi tornerà a bocca asciutta e chi meriterebbe veramente di vincere
26.02.2014 - Autore: P. F.
Per sviscerare la natura dell'appuntamento annuale con la lunga notte degli Oscar, bisogna porsi un quesito importante. La premiazione sarà caratterizzata da sorprese e colpi di scena o tutto si svolgerà in maniera prevedibile? Perché spesso non c'è nemmeno spazio per la competizione; spesso tutto va come deve andare. A volte non è nemmeno una questione di talento, piuttosto si tratta di timingdell'Academy, che decide se è l'ora di premiare un determinato autore, se è troppo presto o se è troppo tardi e quindi è meglio farlo subito e basta (il caso più eclatante è lo Scorsese trionfatore solo una volta con The Departed, forse uno dei suoi lavori meno ispirati).

Quest'anno ci aspettiamo un'edizione con il pilota automatico: sulla carta poche sorprese e un gioco sicuro dell'Academy a prova di rischio. Perché con ogni probabilità (e a nostro malincuore) un film come The Wolf of Wall Street ne uscirà con le ossa rotte (non premieranno mai Scorsese & co. per il film più dissacrante sulla società americana contemporanea). Il momento di gloria sarà tutto per 12 anni schiavo.

Ecco dunque i nostri pronostici per quanto riguarda le categorie principali della ottantaseiesima Notte degli Oscar.

MIGLIOR FILM
I nominati:
American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
12 anni schiavo
Gravity
Lei
Nebraska
Philomena
The Wolf of Wall Street



Il favorito dell'Academy12 anni schiavo
Steve McQueen ha realizzato lo Schindler's List della tratta dei neri: forse non il suo lavoro migliore (noi non lo abbiamo amato particolarmente), però è uno di quei "filmoni" che puntano al cuore del grande pubblico e allo stesso tempo un'opera didattica monumentale.

Il favorito di Film.it: The Wolf of Wall Street
E' sempre un'esperienza elettrizzante quando si ha la fortuna di partecipare a un momento cinematografico da immortalare. Inchiodati per tre ore a vedere il nuovo Martin Scorsese si sente costantemente che il regista di Quei bravi ragazzi e Casinò sta spingendo in avanti con tutta la sua forza le barriere del cinema. Un film sul troppo, su come ci siamo strafatti di tutto e su come abbiamo tradito i nostri simili, i nostri amici, i nostri cari e naturalmente noi stessi.

MIGLIORE REGISTA
I nominati:
David O. Russell (American Hustle)
Alfonso Cuarón (Gravity)
Alexander Payne (Nebraska)
Steve McQueen (12 anni schiavo)
Martin Scorsese (The Wolf of Wall Street)



Il favorito dell'Academy e di Film.it: Alfonso Cuaron
Abbiamo definito il suo Gravity "un miracolo visivo". Il regista messicano è uno dei grandi autori odierni, folle e coraggioso, testardo e paziente (ha impiegato quattro anni a realizzare il suo film).

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
I nominati:
Christian Bale (American Hustle)
Bruce Dern (Nebraska)
Leonardo DiCaprio (The Wolf of Wall Street)
Chiwetel Ejiofor (12 anni schiavo)
Matthew McConaughey (Dallas Buyers Club)



Il favorito dell'Academy: Matthew McConaughey
L'ottima performance di McConaughey è quella perfetta per inchiodare qualsiasi membro dell'Academy. La parabola del suo Ron Woodroof di Dallas Buyers Club - inizialmente dato per spacciato a causa dell'AIDS, che poi però riesce a ritrovare la forza di vivere e rimettersi insieme - ricorda guarda caso quella dello stesso attore, il cui talento è rimasto intrappolato per anni al servizio di alcune tra le più inutili rom-com di sempre e che soltanto ora esplode. Una resurrezione, una di quelle che tanto piacciono a Hollywood.



Il favorito di Film.it: Ex Aequo - McConaughey e Leonardo DiCaprio
Per quanto pronti a celebrare il talento di McConaughey, crediamo che sia anche arrivato il momento di premiare Leonardo DiCaprio (alla sua quarta candidatura agli Oscar). In The Wolf of Wall Street l'attore abbandona i suoi personaggi drammaticamente legnosi e cupi per sfoderare tutta la sua simpatia nell'immortalare uno dei personaggi più negativi mai visti sullo schermo nel nuovo millennio. E' una contraddizione che DiCaprio ci offre in stato di grazia. Ecco un attore coraggioso, pronto a sfoderare la sua vulnerabilità e a divertirsi facendolo.

Nota: Gli Oscar riconoscono il pareggio tra due o più nominati. è già successo in passato in sei occasioni. Nel 1969 il caso più eclatante con la vittoria di Barbra Streisand e Katherine Hepburn migliori attrici per Funny Girl e Il leone d'inverno.

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
I nominati:
Amy Adams (American Hustle)
Cate Blanchett (Blue Jasmine)
Sandra Bullock (Gravity)
Judi Dench (Philomena)
Meryl Streep (I segreti di Osage County)



Il favorito dell'Academy e di Film.it: Cate Blanchett
Il film di Woody Allen è certamente uno dei più interessanti che il regista abbia realizzato negli ultimi anni. Non perché brilli di originalità o vanti una trama o dei dialoghi geniali. Si tratta di temi già ben scolpiti nella filmografia del regista. è merito della sua attrice se il film si eleva, grazie alla sua impeccabile incarnazione di una donna nevrotica: un personaggio autodistruttivo che si fa comunque strada nelle emozioni dello spettatore e avvolge chi sta a guardare. Per la Blanchett si tratterebbe del secondo Oscar dopo quello vinto come non protagonista per The Aviator (2005).

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
I nominati:
Barkhad Abdi (Captain Phillips)
Bradley Cooper (American Hustle)
Michael Fassbender (12 anni schiavo)
Jonah Hill (The Wolf of Wall Street)
Jared Leto (Dallas Buyers Club)



Il favorito dell'Academy: Jared Leto
L'attore con le gambe più belle dell'anno, come lui stesso ha dichiarato nell'intervista a Stile.it. Nei panni del transgender Rayon, Leto dà vita a un personaggio puro e tenero. Un lavoro eccellente che tiene testa a (se non addirittura supera) quello del protagonista McConaughey. Premiarlo vorrebbe anche dire dare un forte segno in favore della diversità. E forse l'Academy può farlo: in fondo è meglio tardi che mai.

Il favorito di Film.it: Michael Fassbender
Senza dubbio l'elemento migliore di 12 anni schiavo, un film molto classico che sai dove ti porterà mentre lo stai guardando. Quando, però, arriva Fassbender in scena, l'effetto di non-sorpresa si interrompe e veniamo affidati all'imprevedibilità. La scena al buio, in cui incrocia Chiwetel Ejiofor di notte, mette davvero angoscia.

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
I nominati:
Sally Hawkins (Blue Jasmine)
Jennifer Lawrence (American Hustle)
Lupita Nyong'o (12 anni schiavo)
Julia Roberts (I segreti di Osage County)
June Squibb (Nebraska)



Il favorito dell'Academy e di Film.it: Lupita Nyong'o
La semisconosciuta attrice ha già fatto incetta di premi nel percorso che porta alla notte delle stelle. Nei panni della schiava torturata nel film di McQueen si assicura di non farci dimenticare i suoi sguardi struggenti.

MIGLIOR FILM STRANIERO
I nominati:
The Broken Circle Breakdown (Belgio)
La grande bellezza (Italia)
Il sospetto (Danimarca)
The Missing Picture (Cambogia)
Omar (Palestina)



Il favorito dell'Academy e di Film.it: La grande bellezza di Paolo Sorrentino
Il film perfetto per riaccendere la passione per il cinema italiano a livello internazionale fino ad arrivare oltreoceano. Alcune battute, i tic attoriali di Servillo e i movimenti di macchina ipnotici rimangono nel cuore. Il suo rivale diretto è Il sospetto di Thomas Vinterberg. Un film sopravvalutato, furbo e manipolatorio. Un tema interessante sviluppato in modo provocatorio dall'ex socio Dogma di Lars Von Trier. Unica nota positiva del film la prova di Mads Mikkelsen.

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
I nominati:
American Hustle (Eric Warren Singer e David O. Russell)
Blue Jasmine (Woody Allen)
Dallas Buyers Club (Craig Borten & Melisa Wallack)
Her (Spike Jonze)
Nebraska (Bob Nelson)



Il favorito dell'Academy: American Hustle - David O. Russell
Nominato a dieci Oscar, American Hustle è un divertissement di due ore: se da una parte è un piacere vedere quello straordinario manipolo di attori divertiti e divertenti sul grande schermo, dall'altra è anche vero che la sceneggiatura ha subito profondi cambiamenti una volta battuto il ciak sul set, perché a Russell non interessa la trama, interessano i personaggi. Eppure questo premio potrebbe essere il contentino dell'Academy al film di Russell.

Il favorito di Film.it: Lei - Spike Jonze
Il film fenomeno di Spike Jonze che ci racconta un futuro molto prossimo e totalmente credibile in cui l'uomo e la macchina finiranno per innamorarsi, specialmente se quest'ultima ha la voce di Scarlett Johansson.

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE 
I nominati:
Before Midnight (Richard Linklater, Julie Delpy e Ethan Hawke)
Captain Phillips (Billy Ray)
Philomena (Steve Coogan e Jeff Pope)
12 anni schiavo (John Ridley)
The Wolf of Wall Street (Terence Winter)



Il favorito dell'Academy: 12 anni schiavo - John Ridley
Magari non farà l'en plein vincendo il premio come migliore attore protagonista o nella categoria migliore regista, ma il film di Steve McQueen, scritto da John Ridley, dovrebbe quantomeno portarsi a casa questa statuetta.

Il favorito di Film.it: Before Midnight - Ethan Hawke e Julie Delpy
La terza passeggiata di Hawke e Delpy nei panni di Jesse e Céline, forse la meno romantica e allo stesso tempo - paradossalmente - quella più incentrata sul vero amore. E dopo i quaranta, come ci dimostrano, c'è anche tempo per essere più leggeri e metterci dentro più humour. Il migliore della serie di Linklater. Non vincerà mai, per farlo dovrebbe battere il favorito 12 anni schiavo e Philomena, bellissimo crowd-pleaser con sceneggiatura a prova di bomba.

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE
I nominati:
I Croods
Cattivissimo me 2
Ernest & Célestine
Frozen - Il regno del ghiaccio
Si alza il vento



Il favorito dell'Academy e di Film.it: Si alza il vento
Ovvero quello che sarà ufficialmente l'ultimo film di Hayao Miyazaki. Lo abbiamo visto a Venezia e lo abbiamo definito "l'opera più adulta nella filmografia del maestro giapponese". Miyazaki ha già vinto un Oscar nel 2003 con La città incantata.

 
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Una Rai libera, né renziana né anti renziana da articolo21

Post n°11206 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

raicavallo4

La Rai non deve essere né renziana, né anti renziana, le polemiche di queste ore riecheggiano parole e modi di altre stagioni non propriamente segnate dalla innovazione. Dal nuovo governo ci attendiamo invece una legge che ponga fine a vecchie e nuove subalternità, presentando una proposta capace di risolvere insieme il conflitto di interesse e le interferenze degli esecutivi e dei singoli partiti sulle nomine delle Autorità di garanzia del settore e del Consiglio di amministrazione della Rai.
Il servizio pubblico non ha bisogno di ribaltoni e ribaltini, ma di una legge che garantisca autonomia editoriale,certezza delle risorse, stabilitá industriale.

Ci auguriamo che tutte le forze politiche, anche quelle che non sostengono la maggioranza, vogliano depositare i loro progetti sul conflitto di interesse e sulla nuova fonte di nomina della Rai e chiedere l’immediata discussione nelle aule parlamentari.

 

27 febbraio 2014

 
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Nuovo album per Noemi, 'Made in London' da Ansa

Post n°11205 pubblicato il 28 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

In uscita il 20 febbraio, registrato in Inghilterra05 febbraio, 14:46
Nuovo album per Noemi, 'Made in London'(ANSA) - MILANO, 5 FEB - S'intitola 'Made in London' il nuovo album di Noemi, in uscita il 20 febbraio. Per lavorare al nuovo prodotto, la cantante si è trasferita a Londra. L'album uscirà dopo la partecipazione dell'artista al Festival di Sanremo con i brani 'Bagnati dal sole' e 'Un uomo è un albero'. "Con questo album volevo segnare un cambiamento - racconta Noemi - realizzando un lavoro internazionale ma senza perdere la mia identità di artista italiana".

 
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Saving Mr. Banks

Post n°11204 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Saving Mr Banks è un omaggio splendido alla Disney e al suo patrimonio, e soprattutto a Pamela Lyndon Travers, scrittrice di Mary Poppins.

Walt Disney da vent'anni prova a convincere la scrittrice Travers a vendergli i diritti del suo libro per fare un musical. Walt non si arrende vista la promessa fatta alla figlia e viste le capacità importanti di quel libro. Miss Travers convinta dal suo agente, decide di andare in California a parlare con Mr Disney, ma senza promettere nulla. E' molto fredda verso tutti e non vuole assolutamente canti "frivoli" e animazioni nel suo romanzo. Si mette così a scrivere con gli altri sceneggiatori il film, imponendo cose assurde e bocciando tutto. Quello che interessa a Pamela è non solo quello di non snaturare la sua storia, ma anche di fare in modo che l'essenza vera del libro venga fuori, ovvero che Mary Poppins venga a salvare Mr Banks e non i bambini. La cosa che nessuno sa, è che questa fissazione di Pamela e questa freddezza, nasconde in realtà eventi drammatici della sua infanzia, e tutto quello che avviene in Mary Poppins, bene o male sono frammenti della sua vita. Mary Poppins deve salvare Mr Banks, ovvero suo padre interpretato da un ottimo Collin Farrell, un sognatore che però affoga i suoi problemi nell'alcol.

La signora Travels, pseudonimo della signora Helen Lyndon Goff (Travels è il nome del padre), è interpretata da una maestosa Emma Thompson, che riesce in pieno a far emozionare nel suo ruolo e far vedere come la piccola Helen, nonostante i traumi dell'infanzia dovuti alla morte del padre, morto troppo presto per mantenere le promesse affettive fatte alla figlia; sia rimasta dentro Pamela, ispirando prima la sua fantasia e poi grazie ad un insistente Walt a riaprirsi verso il mondo.

Walt Disney, invece interpretato da un intenso Tom Hanks, riesce nel compito di convincerla a concedere i diritti, convincendola che Banks avrà il suo riscatto verso tutti. Così facendo nascerà un capolavoro, che ancora oggi con la sua bellezza e la sua magia, fa sognare grandi e piccini.

Del resto Mary Poppins ci ricorda la possibilità di aprirci ad altri mondi, per fuggire dalla realtà per poi magari tornarci con maggiore consapevolezza.

Questo film come detto prima è un omaggio al mondo disney, non solo inteso come magia e immaginario o come Walt, ma anche come tutte le persone che hanno lavorato per regalarci, perle come Mary Poppins. Personaggi come i fratelli Richard e Robert Sherman, autori della colonna sonora vincitrice di un premio Oscar, o come Don DaGradi, sceneggiatore di Mary Poppins.

Saving Mr Banks è un film elegante e toccante, che fa ridere ed emozionare, fa commuovere e ci permette di sognare e di lasciarsi abbandonare alla magia targata Disney.

Voto finale: 5/5

Saving Mr Banks

Quando le sue figlie lo pregarono di realizzare un film tratto dal loro libro preferito “Mary Poppins”, dell’autrice P.L. Travers, Walt Disney fece loro una promessa, non immaginando che ci sarebbero voluti 20 anni per riuscire a mantenerla. Nella sua ricerca per ottenerne i diritti, infatti, Walt si trova ad affrontare un’ipocondriaca scrittrice, irremovibile nella sua decisione di non permettere che il personaggio della sua amata e magica tata venga stravolto dalla macchina di Hollywood. Ma non appena il successo dei libri diminuisce, insieme ai guadagni, la Travers con una certa riluttanza accetta di andare a Los Angeles ad ascoltare le idee di Walt Disney per l’adattamento cinematografico. Durante quelle due brevi settimane nel 1961, Walt Disney utilizza ogni risorsa a sua disposizione per convincerla. Armato di fantasiosi storyboard e divertenti canzoni, create dai talentuosi fratelli Sherman, Walt tenta il tutto per tutto senza riuscire a convincerla. Man mano che la Travers diventa sempre più irremovibile, Walt Disney vede la possibilità di ottenere i diritti, allontanarsi sempre di più. Solo quando cercherà nei suoi ricordi d’infanzia Walt capirà il senso delle paure che assillano la scrittrice, e insieme riusciranno a dare vita a Mary Poppins, facendone uno dei più teneri film della storia del cinema.

  • FOTOGRAFIAJohn Schwartzman
  • MONTAGGIOMark Livolsi
  • MUSICHEThomas Newman
  • PRODUZIONE: Ruby Films, Essential Media & Entertainment, BBC Films, Hopscotch Features, Walt Disney Pictures
  • DISTRIBUZIONE: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
  • PAESE: USA
  • DURATA: 125 Min
 
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Veronesi e l’ansia dei sentimenti da cinecittà news

Post n°11203 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Andrea Guglielmino24/02/2014

Esce il 27 febbraio con Warner in 400 copie Una donna per amica di Giovanni Veronesi, commedia sentimentale sull’annoso problema dell’amicizia tra uomo e donna, interpretata da Fabio De Luigi nei panni dell’amico innamorato e Laetitia Casta nei panni dell’amica sfuggente. Accanto a loro un grande cast soprattutto femminile, che vede la partecipazione di Monica Scattini, Geppi Cucciari, Virginia Raffaele in un ruolo comico veramente riuscito, Valeria Solarino e Valentina Lodovini, nel ruolo poco credibile – dato il suo fascino – della donna sincera e innamorata che viene lasciata dal protagonista per star dietro a una che non lo ama. La parte del rivale in amore è invece ricoperta da Adriano Giannini. Non si può evitare di notare che Veronesi è uscito da poco dalle sale con il suo L’ultima ruota del carro: “Ma io di film ne faccio uno l’anno – spiega il regista – solo che L’ultima ruota… ha avuto una gestazione difficile ed è uscito più tardi del previsto. Questo invece ce l’ho in mente da tantissimo tempo, pensate che ne ho parlato addirittura con Francesco Nuti, che amava moltissimo le donne e mi diceva di non riuscire a restarci amico per lungo tempo, anche se magari non gli piacevano. Chiaramente ora non sarebbe possibile, ma lui resta un mio caro amico, lo vado spesso a trovare e parliamo a modo nostro. Certo non gli parlo di lavoro. E’ un pezzo importantissimo della mia vita ma non ha a che fare col cinema”.

Ma insomma, quest’amicizia tra uomo e donna, è possibile o no? “Lo è – afferma la sempre fascinosa Casta – ma non mi è mai capitata veramente. E’ un po’ il fantasma di ogni donna la possibilità di avere un amico maschio vicino, a cui raccontare le tue cose nel massimo dell’intimità. Forse, dopotutto, no, non è possibile”.

“Io sono diventato amico di Laetitia proprio lavorando al film – scherza De Luigi – credo proprio che l’intenzione fosse quella di mettermi in difficoltà. Sono puntiglioso sul set e voglio ripetere tante volte le scene ma lei è anche peggio di me”. 

“Comunque – continua Veronesi – ho pensato immediatamente che Fabio avesse il physique du role adatto e la faccia da ‘migliore amico’. Se lo dovessi disegnare lo farei come lui. Per disegnare la migliore amica invece ho scelto Laetitia anche perché mi piaceva l’idea che fosse straniera, che portasse dei principi un po’ diversi da quelli italiani. L’Italia è un paese che mette ansia sui sentimenti, lo diciamo anche nel film: forse perché abbiamo il Vaticano, c’è l’idea che bisogna provare certe cose solo in un certo modo, in certi contesti e a una certa età. Siamo forse in questo senso la nazione più ansiosa d’Europa. Parlo nel film di cose che accadono, ci sono periodi di amicizia tra uomo e donna che poi vengono sconquassati dal sopravvenire di mogli, mariti, amanti, subentra il problema della gelosia. Non è facile da gestire: ma anche se le signore se lo tengono dentro, ci sono molti uomini ‘satellite’ che girano attorno al pianeta donna e tornano al primo richiamo. Ho scoperto il termine ‘friendzone’, su cui hanno basato anche una omonima trasmissione Usa: si tratta di sedici-diciassettenni che dopo anni di amicizia con un esponente dell’altro sesso si mettono davanti alle telecamere per confessarsi, ottenendo le reazioni più inaspettate. Molti si sentono traditi: ‘Come? Io pensavo fossimo amici! Ho dormito con te, ho fatto la doccia davanti a te…’

“la verità – chiude Laetitia Casta, è che quando ci si innamora si è molto fragili e si ha paura di perdere la partita”.


 
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Ferzan Ozpetek: "Nel mio film si piange e si ride, come nella vita"

Post n°11202 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Cristiana Paternò27/02/2014
"Un film sull’amore, sul tempo che passa  e anche sulla morte, insomma sulle turbolenze che per forza, prima o poi, capitano nella vita e che ci spingono ad allacciare le cinture di sicurezza. A 55 anni mi rimangono l’amore e l’amicizia… e la solidarietà tra le persone”. Ferzan Ozpetek torna a due anni da Magnifica presenza con un dramedy, Allacciate le cinture, dal 6 marzo in 350 sale con 01. “Sei anni fa una mia amica che non stava bene era a cena a casa mia, c’era anche Stefania Sandrelli che avevo invitato per farle piacere. Con le cure era cambiata molto fisicamente e io le chiesi, in modo un po’ maldestro, se dormiva ancora col marito. ‘Sì, mi rispose lei, e ci prova anche, agli uomini non fa schifo proprio niente’. Questo episodio mi ha commosso e mi fatto riflettere sul fatto che quando un amore supera la fisicità e accetta il cambiamento della persona che ti sta accanto, quando riesci ancora a desiderarla nonostante tutto, allora è vero amore”. Così la protagonista Elena (Kasia Smutniak), mentre affronta un cancro al seno e le cure devastanti per contrastarlo, ritrova la complicità, anche erotica, col marito Antonio (Francesco Arca) che dopo una grande passione scoppiata nonostante le enormi differenze tra i due, si era spenta. La coppia fa l’amore in ospedale: “Non è una scena inventata, ci hanno raccontato che spesso i pazienti vengono lasciati in pace per un’ora o due insieme al marito o alla moglie, proprio per fare l’amore o almeno per tentare”. 

Quando si conoscono, 13 anni prima, Elena, determinata e orgogliosa, fa la cameriera in un bar del centro di Lecce, il suo miglior amico (Filippo Scicchitano, in un ruolo molto diverso dal solito) è gay, lei è chiaramente di sinistra, mentre Antonio fa il meccanico, è razzista e anche omofobo. Inoltre entrambi sono fidanzati (con Carolina Crescentini lui, con Francesco Scianna lei). Ma non importa. L’attrazione è irresistibile. Li ritroviamo anni dopo sposati e con due figli. Anche se distanti e litigiosi.

Spiega Gianni Romoli, tornato a scrivere con Ferzan dopo una lunga pausa (insieme hanno fatto cinque film, da Harem Suaré a Saturno contro). “Allacciate le cinture è una summa artistica ed emotiva di tutto quello che abbiamo fatto insieme. C’è voluto più tempo del solito, 6/7 mesi, per scrivere questa storia in cui manca un plot forte e dove si seguono emozioni piuttosto che fatti”. Una storia che Kasia Smutniak riassume così: “Racconta due momenti della vita in cui tutto viene ridimensionato, l’amore e la morte, due cose che ti riportano a te stesso, che danno un senso al tempo. Sono momenti in cui riesci a vederti per quello che sei e mi ha colpito il tempismo perfetto con cui Ferzan mi ha proposto questa storia”. 

“C'è sempre un po’ di paura a parlare della malattia – aggiunge Ozpetek – perché la gente, non solo in Italia ma anche in Turchia, vuole solo ridere. Però qui si piange e si ride insieme”. Così Elena condivide la camera d’ospedale con Egle (Paola Minaccioni), una single che riesce a ironizzare persino sulla morte. Le due attrici hanno fatto anche un grande lavoro sul corpo, che mostra i segni della chemioterapia, col dimagrimento e i capelli caduti. “Ma anche tutti gli altri interpreti – dice ancora il regista – perché la storia si svolge in due momenti, nel 2000 e 13 anni dopo, e tutti sono cambiati, per esempio Francesco Arca è dovuto ingrassare parecchi chili”. L’ex tronista è stato scelto dopo una via crucis di provini, come ammette lui stesso. E Ozpetek aggiunge: “Su twitter mi hanno quasi insultato per averlo scelto, ma quando l’ho visto mi sono reso conto subito che Francesco aveva negli occhi Antonio e l’ho preferito ad attori importanti”. E poi ci sono tanti personaggi di contorno in una storia molto corale: la mamma di Elena, Carla Signoris, e la “zia” Elena Sofia Ricci, che si rivelano una strana coppia svitata con momenti surreali e molte battute. O la parrucchiera napoletana amante di Antonio (Luisa Ranieri), pronta a regalare una parrucca alla moglie malata. “Molte frasi e molte situazioni vengono da esperienze vissute”, svela ancora Ferzan. Tornato a girare a Lecce, dopo Mine vaganti, anche per la piacevolezza della città salentina, che considera la sua terza patria dopo Istanbul e Roma, oltre che per il prezioso contributo che l’Apulia Film Commission ha dato al film, prodotto da Tilde Corsi e Gianni Romoli con Rai Cinema. 

 
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Il violinista del Diavolo

Post n°11201 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Tir

Post n°11200 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 
Tag: trailer

 
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Una donna per amica

Post n°11199 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

Francesco e Claudia sono belli, giovani e molto amici. Lui è un avvocato, impacciato e spiritoso. Lei è veterinaria, un'anima libera, sensuale e anticonfomista. Tra loro non ci sono segreti, ma quando nella vita di Claudia arriva Giovanni e lei decide di sposarlo, Francesco si accorge che l'amicizia fra uomo e donna è più complicata del previsto.

 
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Il violinista del Diavolo

Post n°11198 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

The Devil's Violinist
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1830. Niccolò Paganini, virtuoso del violino e amante delle donne, si trova all'apice della carriera, acclamato in tutta Europa. Il suo nome è sinonimo di amori e scandali, esattamente ciò che il suo manager Urbani sta facendo del suo meglio per alimentare. Manca ancora però un debutto britannico e per riuscire a convincere Paganini a raggiungere Londra, l'impresario inglese John Watson e la sua amante Elisabeth Wells sono disposti a tutto. Urbani, astuto uomo d'affari, riesce a portare Paganini nella capitale britannica, anche contro la sua volontà. E grazie alle critiche della giornalista Ethel Langham, Il concerto è un successo e gli ammiratori affollano l'hotel dove alloggia il violinista, causando un pandemonio. Musicista e manager sono costretti a rifugiarsi a casa di Watson, dove Paganini presto incontra la graziosa figlia del suo padrone di casa, Charlotte, una cantante di talento. Paganini si innamorerà perdutamente della giovane bellezza, contrariando Urbani che teme di perdere l'influenza che ha sul suo protegé. Inizia così a elaborare un piano diabolico...

 
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La legge è uguale per tutti... forse

Post n°11197 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

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Due cognati si trovano a doversi confrontare col mondo della Giustizia da due punti di vista completamente differenti. Il primo è un ambizioso avvocato che, grazie ad un cavillo legale, riesce a fare uscire di galera un ragazzo con disturbi psichici accusato di avere ucciso i suoceri e che, dopo qualche anno, si ritrova in casa come fidanzato della figlia, mentre il secondo, un simpatico cialtrone, viene accusato addirittura di un omicidio che non ha commesso. Il destino vuole che entrambi gli accadimenti siano accomunati da un terribile comune denominatore. In un ingarbugliato, intrigante e divertente thriller i due protagonisti dovranno destreggiarsi tra i guai della propria vita privata e le vicissitudini giudiziarie, cercando di districarsi a colpi di gag e di battute.

 
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Tir

Post n°11196 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Poster

TIR racconta la storia di Branko, un ex professore di Rijeka, che da qualche mese è diventato camionista per un'azienda italiana. Una scelta più che comprensibile: adesso guadagna tre volte tanto rispetto al suo vecchio stipendio d'insegnante. Eppure tutto ha un prezzo, anche se non sempre quantificabile in denaro. Da piccoli ci dicevano: «Il lavoro nobilita l'uomo». Ma oggi sembra diventato vero il contrario: è Branko, con la sua efficienza, la sua ostinazione, la sua buona volontà a nobilitare un lavoro sempre più alienante, assurdo, schiavizzante...

  • PRODUZIONE: Nefertiti Film, Focus Media, in collaborazione con Rai Cinema
  • DISTRIBUZIONE: Tucker Film
  • PAESE: Italia, Croazia
  • DURATA: 85 Min
NOTE:

Vincitore del Marc'Aurelio d'Oro al Festival Internazionale del Film di Roma 2013.

 
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Film nelle sale da oggi

 

Saving Mr. Banks

Post n°11194 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

Saving Mr Banks è un omaggio splendido alla Disney e al suo patrimonio, e soprattutto a Pamela Lyndon Travers, interpretata da una maestosa Emma Thompson, scrittrice di Mary Poppins. Un racconto coinvolgente che porta all'interno degli eventi drammatici della vita della scrittrice australiana che hanno portato alla nascita di un grande libro, diventato poi grazie anche alla pazienza di Walt Disney, un capolavoro che ha fatto, e fa ancora, sognare grandi e piccini. Saving Mr. Banks ci ricorda la possibilità di aprirci ad altri mondi, per fuggire dalla realtà per poi magari tornarci con maggiore consapevolezza. Un film che ci permette di sognare e di lasciarsi abbandonare alla magia targata Diney

 
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ESCLUSIVA TJ - Marcello Chirico presenta il suo nuovo libro: "Vi racconto Tanti Nemici Tanto Onore" da tuttojuve

Post n°11193 pubblicato il 27 Febbraio 2014 da Ladridicinema
 

26.01.2014 13:50 di Mirko Di Natale

Vi trovate in libreria per cercare una piacevole lettura, che sia di un centinaio di pagine e scritto in un linguaggio comune. Siete nella sezione Sport e il vostro sguardo viene catturato dall’immagine del numero 10 bianconero, Carlos Tevez, a metà tra giocatore e guerriero. Così si presenta "Tanti nemici tanto onore", il nuovo libro di Marcello Chirico.

Pubblicato dalla casa editrice "Minerva Edizioni", lo si trova nelle migliori librerie da fine novembre 2013. "Il titolo - come scritto nella prefazione - non ha alcun riferimento con il ventennio fascista ma piaceva sia allo scrittore e sia all’editore per i temi che sono stati proposti al suo interno". Giornalista noto in Lombardia per la sua partecipazione attiva in "Qui Studio a Voi Stadio" su Telelombardia e "Azzurro Italia Notte" su Antenna 3, è il settimo libro pubblicato sulla Juventus, la squadra per cui fa il tifo.

Corredato dalle bellissime fotografie di Salvatore Giglio (una o due in ogni pagina di racconto), il testo è composto da 141 pagine (134 di racconto, 7 di analisi contro le rivali di Serie A) ben realizzate suddivise in 25 capitoletti (più la prefazione) che scorrono abbastanza velocemente nella lettura. Il testo espone quello che è il punto di vista di Marcello Chirico su tutti gli episodi arbitrali che partono dal 1906 fino ad arrivare al più recente "Gol di Muntari" del febbraio 2012. Lo scrittore si pone come obiettivo quello di sbugiardare la leggenda metropolitana che vede la Juventus incarnare l’Arsenio Lupin del calcio italiano, raccontando con accuratezza e dovizia di particolari come si sono svolti davvero i fatti. Il lettore si troverà immerso a (ri)vivere a 360° tutto l’odio e l’astio sportivo che ha sempre caratterizzato la Vecchia Signora nel belpaese, dal punto di vista critico di chi sa che i media Nazionali troppo spesso hanno condizionato in un’unica direzione l’opinione pubblica.

Il libro coniuga l’interesse di unire ed amalgamare ancor di più tutto il tifo bianconero. Accessibile per prezzo ad ogni fascia di pubblico - il costo di 9,90€ non è particolarmente eccessivo per qualità di scrittura e di immagini -, consente un libero accesso ad informazioni importanti troppo spesso non divulgate in maniera obiettiva. Il suo acquisto è consigliabile a chi, in questi anni, ha patito troppo le parole forti usate in maniera impropria da chi non tifa Juve, atte solo a screditare le vittorie e i successi di una squadra che ha sempre dimostrato sul campo il proprio valore.

Lo scrittore Marcello Chirico si è concesso ai microfoni di TuttoJuve.com per svelare alcune curiosità relative al suo libro:

Ciao Marcello, cosa ti ha spinto a scrivere questo libro?

"L'essermi stufato di sentir dire che la Juve ruba e che esistono le prove del suo ladrocinio. Non è vero: esistono degli episodi che la stampa in primis e l'opinione pubblica poi hanno volutamente amplificato per portare acqua a questa tesi assurda, costruita ad hoc per fornire degli alibi a chi non riesce a vincere tanto quanto la Juventus. Episodi o avvenimenti che sono stati sempre raccontati nella versione che faceva più comodo ai nostri avversari, mai in maniera acritica e sempre in modo far passare la Juve come l'unica in Italia a trarre beneficio dalle decisioni arbitrali. Solo che, a furia di calcare la penna o i commenti su questi pseudo favori, si è ormai radicato il concetto che le vittorie juventine siano tutte irregolari. Questo libro dimostra proprio il contrario, che è tutta una gran montatura. Com'è stata Calciopoli".

Nella stesura di questo testo ti ha aiutato qualcuno nel ricordo dei diversi aneddoti raccontati?

"No, nessuno, perché ho una buona memoria. E mi sono limitato a quelli "storici" perché avrei potuto aggiugerne tanti altri. Lo farò nel prossimo libro, visto che gli attacchi e le invenzioni sulla Juve sono praticamente all'ordine del giorno".

E' puramente voluto che si parli più di Inter rispetto ad altre squadre?

"Un caso. Non è un libro contro l'Inter ma contro tutti, e quindi anche Milan, Roma, Fiorentina, Toro, persino Verona. Però l'Inter è sicuramente primo nella lista delle rivalità, perché i diverbi con loro iniziano dagli anni Sessanta e di polemiche ce ne sono state tante, e le ho ricordate tutte, dando a ciascuna di esse la lettura corretta".

I fatti raccontati sono in ordine non temporale. Come mai questa scelta?

"La scansione temporale non era necessaria tanto quanto invece quella di raccontare la verità dei fatti".

E infine vorrei chiederti come ultima domanda se temi una possibile opinione negativa dei media e degli altri tifosi non bianconeri...

"Di sicuro. Più lo criticheranno, più ne parleranno male e più mi convinceranno di aver colpito nel segno, di avere insomma scritto ciò che nessun giornale ha mai raccontato. Perchè ricordatevelo: le redazioni pullulano di tifosi e, quasi tutti, tifano contro la Juve. L'antijuventinismo si alimenta proprio attraverso articoli e trasmissioni tv che si accaniscono nei confronti della Juve, pur definendosi al di sopra delle parti. Questo libro li smaschera".

 
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