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Messaggi di Giugno 2017
Post n°13903 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: film in uscita Bedevil - Non installarla Bedeviled
Codice criminale Trespass Against Us
Le Ardenne - Oltre i confini dell'amore D'Ardennen
2:22 - Il destino è già scritto 2:22
Il tuo ultimo sguardo The Last Face
L'infanzia di un capo The Childhood of a Leader
Ninna Nanna Ninna Nanna
The Latin Dream The Latin Dream
Post n°13902 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Ladridicinema
Transformers 5: L'ultimo Cavaliere (Guarda la videorecensione) vince il weekend con quasi 2 milioni di euro complessivi, distanziando nettamente tutti i concorrenti. Il film è però partito peggio dei predecessori, com'è avvenuto in gran parte dei mercati occidentali, e non pare avere la forza per migliorare il record del quarto episodio, che con 8,7 milioni di euro ottenne nel 2014 il dato migliore per il franchise nel nostro Paese. Più probabile che Transformers 5: L'ultimo Cavaliere si fermi attorno ai 4/5 milioni.
Post n°13901 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Ladridicinema
da antidiplomatico Sulla deriva autoritaria in Europa... Quello che è accaduto negli Stati Uniti dopo l'11 settembre è noto. Con le rivelazioni sulla “sorveglianza di massa” della NSA da parte di Edward Snowden sappiamo come quel paese si sia trasformato in uno dei regimi più oppressivi conosciuti in termini di libertà. Dopo il 13 novembre parigino, l'Unione Europea si appresta a fare lo stesso, iniziando una guerra generale e indistinta a sacrificio di diritti e libertà all'interno. In una bellissima intervista a l'Espresso del maggio scorso, il noto giurista e candidato Presidente della Repubblica per il Movimento 5 Stelle nel 2013, Stefano Rodotà, anticipava proprio questo, riferendosi alla strage di Charlie Hebdo. Il professore emerito spiegava questo: “Sta accadendo, e non è la prima volta, che utilizzando come argomento, o meglio, come pretesto, fatti riguardanti il terrorismo o la criminalità organizzata si dice 'l'unico modo per tutelare la sicurezza è quello di diminuire le garanzie e di aumentare le possibilità di controllo che le tecnologie rendono sempre più possibile'. E questo è sempre avvenuto, è avvenuto in particolare dopo l’11 settembre, vicenda che ho vissuto in prima persona perché all’epoca presiedevo i garanti europei e ho avuto una serie di contatti continui con gli Stati Uniti che chiedevano un’infinità di informazioni da parte dell’Europa, cui abbiamo in parte resistito. E sul pericolo della democrazia: “Questo momento rappresenta un passaggio istituzionale importante, vi è una prepotenza governativa, rispetto alla quale i parlamenti non se la sentono di resistere: tanto in Spagna quanto in Francia, in sostanza c’è una accettazione sia della maggioranza che dell’opposizione. In Francia addirittura l’iniziativa è di un governo socialista, anche se sappiamo chi è Manuel Valls e perché è stato scelto. Tutto questo sta spostando l’attenzione e le garanzie nella direzione degli organismi di controllo giurisdizionali, cioè gli organismi che vegliano sulla legittimità di queste leggi dal punto di vista del rispetto delle garanzie costituzionali. Che sono le Corti Costituzionali in Europa e negli Stati Uniti le Corti Federali. Non vorrei che si dicesse "Eh cari miei voi la privacy l’avete già perduta perché la tecnologia in ogni momento vi segue e vi controlla", perché la verità è che l’attentato ai diritti fondamentali legati alle informazioni viene dalla politica e questo è il punto. Non è la tecnologia. [….] “La legge spagnola e la legge francese mettono radicalmente in discussione la libertà di manifestazione del pensiero. Finora commettere un reato nell’accesso ad un sito era previsto solo per la pedopornografia. Adesso in Spagna è previsto "l’indottrinamento passivo": il semplice fatto che io vada su un certo sito può essere reato. D’altro canto, nella norma francese in discussione si è introdotta la possibilità di mettere in rete strumenti che consentono di seguire continuamente l’attività delle persone. Nella legge francese si usa addirittura l’espressione "boîtes noires" per definire dei congegni che riducono le persone ad oggetti, utilizzando un apparato tecnologico per verificarne minuto per minuto, il comportamento. E qui c’è una trasformazione stessa del senso della persona, della sua autonomia, del suo vivere libero. La Germania ha stabilito che non è possibile farlo, esiste una privacy dell’apparato tecnologico che si utilizza, estendendo l’idea di privacy dalla persona alla strumentazione di cui si serve. Inoltre, relativamente alla possibilità di entrare all’interno dell’apparato tecnologico dell’utente, che è una delle ipotesi al vaglio del legislatore, la Corte costituzionale tedesca recentemente ed ancor più recentemente la Corte Suprema degli Stati Uniti hanno affermato che non è legittimo. Se la Francia porta avanti questa discussione e la Germania resta ferma sui principi enunciati dalla sua Corte Costituzionale allora avremo nuovamente un’Europa a due velocità, dove i cittadini francesi perdono velocità, perdendo diritti”. Dopo il 13 novembre il carro della democrazia sembra essere partito con tutti i buoi.
Post n°13900 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Ladridicinema
Giurista, politico e accademico. La camera ardente nella sala Aldo Moro della Camera LAPRESSE La camera ardente di Stefano Rodotà è stata aperta nella sala Aldo Moro della Camera. Raffinato giurista e appassionato politico, una vita spesa per difendere i diritti e la legalità, Rodotà è morto venerdì a 84 anni. Intellettuale di sinistra, si è contraddistinto per la sua libertà, dalla militanza radicale alla presidenza del Pds. Primo Garante della Privacy, nel 2013 è stato candidato al Quirinale con il sostegno di M5S e di pezzi di centrosinistra. Nell’ultima intervista a La Stampa, smontò il mito della democrazia diretta. Una passione politica precoce Nato a Cosenza nel 1933, si laurea alla Sapienza di Roma in Giurisprudenza. Così La Stampa ne raccontava (in un articolo del 2013) gli anni giovanili: «Ha una passione politica antica, sin dagli anni dell’adolescenza, quando correva nella notte all’edicola ad attendere l’uscita del mitico Mondo di Mario Pannunzio. Bambino, nella piccola casa del padre che era un semplice insegnante di matematica di origine albanese, in quella Cosenza in cui si sciolse il Partito d’Azione, passavano personaggi del calibro di Riccardo Lombardi e Ugo La Malfa. Passione politica divampata subito, nell’animo del giovane Stefano, che s’iscrive al partito radicale di Pannunzio, che conosce insieme a Luigi Spaventa e Tullio De Mauro su presentazione di Elena Croce, ma poi rifiuta di candidarsi in Parlamento per il partito di Pannella. Radicale nella difesa del principio di uguaglianza, in Parlamento Rodotà entra come indipendente nelle liste del Pci».
Primo garante della privacy Una volta giunto alla Camera, approda alla commissione Affari costituzionali e vi ritorna nel 1983, quando diventa presidente del gruppo Misto. È prima ministro ombra della Giustizia di Occhetto e poi il primo presidente del nuovo partito della sinistra. Fa parte delle commissioni bicamerali Bozzi e De Mita-Iotti per la modifica della Costituzione. Esce dal Parlamento nel 1994 e torna all’insegnamento universitario, ma nel 1997 diventa il primo presidente dell’Autorità per la privacy e vi rimane fino al 2005. Tra gli autori della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea. È stato componente del Gruppo europeo per l’etica delle scienze e delle nuove tecnologie. Fra i più accesi oppositori del ddl bavaglio sulle intercettazioni proposto dall’ultimo governo Berlusconi.
La candidatura al Quirinale Nel 2013 ha firmato l’appello di MicroMega per l’ineleggibilità di Berlusconi e nello stesso anno è stato il candidato per il Quirinale dal Movimento 5 Stelle. Era arrivato terzo alle consultazioni online dei grillini, ma Milena Gabanelli e Gino Strada rinunciarono. «Vivo queste manifestazioni con il giusto distacco ironico, è un periodo ipotetico dell’irrealtà - disse -Ho lasciato la politica parlamentare quasi vent’anni fa, non ho tratto benefici personali dai miei incarichi, ho rifiutato diverse offerte: una volta mi chiamò Prodi dalle Nazioni Unite chiedendomi di fare il commissario della Federcalcio, amo molto lo sport, a malincuore dissi di no. Se guardo indietro vedo che ho fatto sempre quello che mi sentivo capace di fare. E alla mia età mi fa sinceramente piacere che qualcuno si ricordi di me».
La sua candidatura al Quirinale spaccò il Pd (Fabrizio Barca: «Incomprensibile che il partito non appoggi Rodotà»), fu tuttavia ufficialmente appoggiato solo dal Movimento 5 Stelle per i sei scrutini che portarono poi alla rielezione di Giorgio Napolitano (prese 240 voti al primo; 230 al secondo; 250 al terzo; 213 al quarto; 210 al quinto; 217 al sesto).
La famiglia Rodotà lascia la moglie Carla Pogliano e due figli, fra cui Maria Laura, giornalista del Corriere della Sera, che ha lavorato anche alla Stampa. In famiglia era soprannominato “il Garante”. La camera ardente resterà aperta anche domenica dalle 10 alle 19.
Post n°13899 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Ladridicinema
da antidiplomatico
Sono tanti gli ambiti politici, militari e finanziari nonché i media e gli analisti che, se anche non potranno mai ammetterlo pubblicamente, concordano con le idee di McCain. Da questo punto di vista appare alquanto significativo l’incidente avvenuto tre giorni fa, quando un caccia della Nato ha inseguito l’aereo sul quale viaggiava il ministro della Difesa russo (vedi Piccolenote), allontanandosi solo dopo l’arrivo di un caccia russo.
Post n°13898 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Ladridicinema
da antidiplomatico Il Segretario del Partito comunista siriano: " Adesso che non hanno avuto quella vittoria che immaginavano stanno zitti, ma dopo il fallimento del tentativo di rovesciare il governo, stanno cercando di logorare la Siria con altri strumenti, per questo motivo la battaglia è ancora molto lunga." di Francesco Stilo, con Bassam Saleh - Marx21
Quale significato attribuisce all'attacco americano del 7 aprile scorso alla base di Al Shayrat, con il lancio di ben 59 missili tomahawk? Esistono due fattori che bisogna considerare per comprendere questo fatto ma i mass media occidentali hanno concentrato la propria attenzione soltanto sul primo fattore, offrendo la lettura secondo cui Trump avrebbe voluto affermarsi, con questo gesto, agli occhi dell'America come un presidente forte. Poi c'è il secondo fattore, che è più importante, ovvero l'annuncio esplicito degli USA di voler avere una propria area di influenza sul territorio siriano, in modo particolare nel nord-est e nel sud-est. I media italiani hanno recentemente abbassato il grado di attenzione sulla Siria, può illustrarci gli ultimi sviluppi? La Siria è salva? Il popolo siriano può dormire sonni tranquilli? I media hanno smesso di parlare della Siria perché l'imperialismo è stato sconfitto. Adesso che non hanno avuto quella vittoria che immaginavano stanno zitti, ma dopo il fallimento del tentativo di rovesciare il governo, stanno cercando di logorare la Siria con altri strumenti, per questo motivo la battaglia è ancora molto lunga. Come giudica il rapporto della Siria con la Federazione Russa? In questo momento gli interessi geopolitici ed economici della Federazione Russa si incontrano, e in molti aspetti combaciano, con gli interessi nazionali della Siria. Ma noi non ci facciamo nessuna illusione, e sappiamo bene che l'intervento della Russia attuale non è motivato da solidarietà internazionalista, come ci si sarebbe potuti invece aspettare dall'Unione Sovietica, ma ciò non significa che non dobbiamo approfittare delle contraddizioni dei centri di potere internazionali. In che modo potrebbero cooperare i partiti comunisti del mediterraneo per determinare in chiave internazionalista uno sviluppo della macroregione? La solidarietà è di fondamentale importanza, la nostra posizione come partito è riassunta nello slogan "Per un fronte internazionalista contro l'imperialismo!". L'unità nei principi e le responsabilità che condividiamo devono essere poste al centro di qualsiasi azione.
Post n°13897 pubblicato il 28 Giugno 2017 da Ladridicinema
27 giugno 2017 In un precedente articolo, mi sono occupato delle polemiche relative il nuovo contratto che il Cda della Rai ha proposto a Fabio Fazio per continuare la sua collaborazione con Viale Mazzini, spostando contestualemente – dalla prossima stagione – “Che tempo che fa” da Rai3 a Rai1. In queste ore, più di un lettore ha chiesto lumi sugli incassi pubblicitari della trasmissione, invitando il sottoscritto a fornire dati precisi per aiutare chi legge farsi un’idea più chiara delle proporzioni tra il cachet pagato a Fazio e quanto questo incida sui guadagni dell’azienda. Rispondo volentieri alla richiesta, aggiungendo qualche numero a sostegno delle conclusioni del passato commento. I prezzi dei listini pubblicitari dei canali televisivi variano rispetto agli ascolti complessivi delle reti, a quelli dei programmi e alla fascia oraria in cui vanno in onda. Altra variabile considerata, la “qualità” degli spettatori, ovvero il ceto socio economico di appartenenza, l’età media, la scolarizzazione e la posizione geografica. Questo perché – soprattutto rispetto ad alcuni i prodotti e servizi pubblicizzati negli spot, come automobili o altri beni dai costi elevati – il pubblico più ambito (e, per così dire, pregiato) è costituito da chi verosimilmente può divenire consumatore del prodotto sponsorizzato. Partiamo dagli ascolti. Nella stagione che si è appena conclusa, le trasmissioni condotte da Fabio Fazio su Rai3 sono risultate le più seguite di tutta la programmazione della rete; durante alcuni picchi d’ascolto sono state le più viste di tutti i palinsesti Rai e Mediaset. Nella tabella in basso, la media ascolti di “Che tempo che fa”, “Rischiatutto” e “Che fuori tempo che fa”.
Arriviamo, dunque, ai guadagni che derivano da questi ascolti. La pubblicità di Rai e Mediaset è gestita da due grandi broadcaster: Rai Pubblicità e Publitalia. Sono loro a decidere – basandosi su una serie di parametri – il prezzo degli spazi pubblicitari nei vari periodi dell’anno, nelle diverse fasce orarie e all’interno di singole trasmissioni, vendendo pacchetti di spot di diversa durata (soprattutto 10,15 e 30 secondi). Un esempio pratico: nell’aprile 2017, gli spazi di 30 secondi all’interno di “Striscia la notizia” su Canale5 (uno dei programmi con la media ascolti più alta di Mediaset) sono stati venduti a 82.500 euro, mentre nel mese di maggio sono stati valutati 94mila euro (Fonte: Italia Oggi). Gli spazi pubblicitari di “Che tempo che fa” sono divisi in diversi scaglioni, a seconda dell’orario di messa in onda. Nella tabella in basso, i prezzi di listino degli spot da 15”, venduti in vari pacchetti personalizzati (che comprendono quindi eventuali sconti decisi da Rai Pubblicità in fase di singola contrattazione). Il prezzo medio per il mese di aprile 2017 è stato di 38.880 euro, salendo a 46.320 nel mese di maggio. Per tutte le reti, il prime time della domenica ha una valutazione nettamente più alta rispetto alla media. La trasmissione di Fazio conta 20 minuti di spot per 64 puntate, con un ricavo medio calcolabile in circa 3 milioni di euro a serata (al netto delle spese e dei pacchetti sconto). È chiaro che parliamo di valutazioni base di listino e che uno spot che cade durante l’intervista di un attore di grido o di una star della musica è probabilmente venduto a un prezzo più alto, così come sono applicati sconti sui prezzi fissati in caso di acquisto di pacchetti di lunga durata, in base alle regole della normale contrattazione tra aziende che si verifica in ogni settore. Gli spazi di “Che tempo che fa” sono stati, nella passata stagione, tra i più “pregiati” delle tre reti Rai e – come detto in precedenza – il loro prezzo è stato fissato basandosi sulla media ascolti della trasmissione e su uno share che nel pubblico laureato sfiora il 20%. La “qualità” del pubblico fidelizzato, d’altronde, è proprio uno dei punti di forza della trasmissione. Il nuovo cachet di Fabio Fazio (poco inferiore ai tre milioni di euro)? Tutto fuorché spropositato: la cifra, infatti, verrà abbondantemente assorbita dalle 64 puntate previste che, trasmesse sulla rete ammiraglia, produrranno ascolti e quindi ricavi pubblicitari assai maggiori rispetto alla passata stagione. Insomma, Fabio Fazio fa incassare molti più soldi di quelli che guadagna e le polemiche sul suo stipendio sono solo l’ennesimo sintomo dell’impazzimento di un paese dove lo sport nazionale è quello di guardare nel portafoglio altrui, il più delle volte per invidia sociale, in altri casi per un rigurgito di egualitarismo ottocentesco ormai caricaturale in un contesto di mercato globale. Il presentatore e il suo pubblico sono dunque un patrimonio della Rai e il rinnovo del suo contratto – per usare le parole pronunciate dal direttore Mario Orfeo a conclusione dell’ultimo Cda – è stato «un passaggio determinante nella strategia di consolidamento della leadership dell’azienda». Con buona pace di chi tira in ballo l’odiato canone, da cui né il presentatore né i suoi collaboratori di “Che tempo che fa” attingono neanche un euro, poiché serve a coprire altre spese. Questa, però, è un’altra storia…
Post n°13896 pubblicato il 23 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: film in uscita Robert Doisneau - La lente delle meraviglie Robert Doisneau, le révolté du merveilleux
Metro Manila Metro Manila
Civiltà Perduta The Lost City of Z
Girotondo Girotondo
Parliamo delle mie donne Salaud, on t'aime
The Habit of Beauty The Habit of Beauty
Transformers 5: L'Ultimo Cavaliere Transformers - The Last Knight
Post n°13895 pubblicato il 19 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: film in uscita Inghilterrra, 1865. Se la moda dell'epoca imprigiona la donna dentro minuscoli corsetti e pesanti crinoline, le convezioni sociali la vogliono incatenata a un marito padrone e prepotente, senza slanci di passione o indipendenza. Abnegazione e modi compassati sono gli insegnamenti impartiti alle giovani fanciulle in età da marito, e le fondamenta solide su cui poggia un matrimonio resistente. La giovane Lady Macbeth rifiuta di vivere un'esistenza misera alle dipendenze di un marito negligente, e imbocca una strada di egoismo e violenza nel tentativo di affrancarsi dal vincolo tanto detestato. "Venduta" in moglie a un uomo che non ama e per di più con il doppio dei suoi anni, la diciassettenne Katherine (Florence Pugh) inizia una relazione clandestina con un giovane stalliere. La storia passionale giunta a interrompere la monotonia e la solitudine della vita di campagna, diventa una vera ossessione per la ragazza, tanto da spingerla a compiere gesti estremi e spietati. Il film segna l'esordio cinematografico di uno dei maggiori registi del teatro inglese, William Oldroyd. DATA USCITA: 15 giugno 2017
Post n°13894 pubblicato il 19 Giugno 2017 da Ladridicinema
Roma, 16/06/2017 - "Nessuno avrebbe saputo dire perché Paolino era chiamato proprio così, con quel diminutivo, che faceva pensare a un uomo esile, mingherlino. Invece Paolino era un omone, alto e molto robusto, con due mani forti che indicavano una lunga pratica ai lavori manuali di tutti i generi, una faccia tonda raramente sbarbata e una massa di capelli sale e pepe abbastanza folta, nonostante i suoi 65 anni. Era Paolino, così era conosciuto, Paolino e basta". E' questo l'inizio dell'ultimo romanzo di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli dal titolo "Tempo da Elfi – Romanzo di boschi, lupi e altri misteri". A renderlo noto è lo stesso Loriano Macchiavelli in un articolo sul suo sito www.loriano-macchiavelli.it. "Il nostro primo romanzo è uscito nel 1997. L'ultimo (per ora) uscirà quest'anno, 2017: vent'anni di scrittura assieme. Se non è un record, ci va vicino" – scrive Macchiavelli. "In questi venti – continua - abbiamo scritto sei romanzi, una raccolta di racconti, altri racconti pubblicati qua e là. Il 15 maggio 2017, abbiamo finito il nostro ottavo libro. Il titolo: "Tempo da elfi – romanzo di boschi, lupi e altri misteri". Mercoledì 17 maggio abbiamo festeggiato a tavola, assieme all'editore, la conclusione del romanzo. Sarà in libreria a settembre", conclude lo scrittore.
Post n°13893 pubblicato il 19 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: news in pillole UN FILM-PROLOGO CHE INTRODUCE DIANA PRINCE E LA SUA MITOLOGIA, MA PER VEDERE WONDER WOMAN OCCORRERÀ ASPETTARE
Post n°13892 pubblicato il 19 Giugno 2017 da Ladridicinema
Il weekend lo vince, senza troppi entusiasmi, La mummia (Guarda la videorecensione), che arriva a 3 milioni di euro complessivi. Sul podio salgono anche Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar (Guarda la videorecensione), che tocca gli 11 milioni complessivi (con 1,6 milioni di spettatori) e Wonder Woman (Guarda la videorecensione), ancora leggermente distante dai 3 milioni.
Post n°13891 pubblicato il 19 Giugno 2017 da Ladridicinema
Il weekend lo vince, senza troppi entusiasmi, La mummia (Guarda la videorecensione), che arriva a 3 milioni di euro complessivi. Sul podio salgono anche Pirati dei Caraibi: la vendetta di Salazar (Guarda la videorecensione), che tocca gli 11 milioni complessivi (con 1,6 milioni di spettatori) e Wonder Woman (Guarda la videorecensione), ancora leggermente distante dai 3 milioni.
Post n°13890 pubblicato il 13 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: film in uscita Chirurgo ribelle Rebellkirurgen
Aspettando il Re A Hologram for the King
Corniche Kennedy Corniche Kennedy
Il crimine non va in pensione Il crimine non va in pensione
Io danzerò La danseuse
Lady Macbeth Lady Macbeth
Nerve Nerve
Parigi può attendere Paris can wait
Post n°13889 pubblicato il 13 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news La barriera contro i porcospini nel centro di Mosca, al festival "Tempi ed epoca" ai giornalisti del New York Times e Financial Times è sembrata una barriera contro i partecipanti ad azioni non autorizzate sulla Tverskaya. Il giornalista del New York Times Neil Macfarquhar sotto la fotografia e l'installazione anti-ricci nel suo microblog su Twitter ha scritto che l'asta è stata messa per evitare che i partecipanti arrivassero alla piazza Rossa. Lo stesso giudizio è stato espresso dal giornalista del Financial Times, Nil Buckley, che poi ha cancellato il messaggio. Il redattore capo di RT Margherita Symonian ha detto che si tratta di fake news. "False notizie vengono dal Financial Times e New York Times, scrivono che ci sono barricate contro Novalny", ha scritto su Twitter. Dal 1 al 12 giugno a Mosca si svolge il festival internazionale della ricostruzione storica "Tempi e Epoche. Rievocazione", a cui hanno partecipato nella capitale 10 mila "rievocatori" e partecipanti da tutto il mondo. Lungo trenta strade e parchi in diverse zone della città sono state riprodotte 12 epoche, tra cui l'età del ferro, il 1812, la guerra di Crimea. L'evento si concluderà con una festa programmata in onore della Giornata della Russia sulla Tverskaya, resa pedonale per l'evento. A Mosca una manifestazione di protesta è avvenuta lungo il viale Sakharov, a cui hanno partecipato 1800 persone, anche se gli organizzatori dicono 15 mila. L'oppositore Aleksei Navalny ha chiesto alle persone di cambiare il percorso concordato verso la strada Tverskaya dove era in corso il festival.
Post n°13888 pubblicato il 13 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: recensioni Per liberare Will dalla sua maledizione, il figlio Henry deve recuperare il Tridente di Poseidone, ma per farlo ha bisogno del pirata Jack Sparrow. Saranno aiutati da Carina Smyth, una astronoma orfana, accusata di stregoneria. Ma per arrivare al Tridente dovranno trovare il modo di sfuggire al terribile capitano Salazar, che vuole vendicarsi di Jack per via di una maledizione la cui responsabilità è dello stesso pirata. Pirati Dei Caraibi - La vendetta di Salazar non è nient'altro che una ripetizione degli stessi temi del primo capitolo della saga. La vendetta di Salazar funziona se lo si considera un film a se, anche per via di Javier Bardem nei panni del cattivo e grazie agli effetti speciali; ma per il resto assistiamo ad un remake, con una prima parte lenta e la seconda reattiva, ma il risultato è molto deludente con il povero Jake Sparrow che sembra ormai una mascotte più che un pirata Voto finale: 2/5 Pirati dei Caraibi: la vendetta di SalazarTitolo originale: Pirates of the Caribbean: Dead Men Tell No Tales I pericoli del mare non finiscono mai per lo sventurato Jack Sparrow (Johnny Depp) - pardon, lo sventurato Capitan Jack Sparrow - che in Pirati dei Caraibi 5 La vendetta di Salazar diventa nuovamente bersaglio di un'indicibile orda nemica a caccia di pirati. La flotta di marinai fantasma capitanata dal temibile Armando Salazar (Javier Bardem) è intenzionata a ripulire i mari dall'infestazione pirata, distruggendo tutti i vascelli sulla rotta che esibiscono la bandiera nera con teschio e ossa, e condannando i banditi che si trovano a bordo a una fine tremenda. Fuggito dal Triangolo del Diavolo a bordo della Silent Mary, un tempo maestosa, ora oscura e decadente, Salazar sembra avere un conto in sospeso proprio con lo svampito Sparrow, la unica speranza di sopravvivenza risiede nel leggendario Tridente di Poseidone ma per riuscire a trovarlo sarà costretto ad allearsi con la brillante e affascinante astronoma Carina Smyth (Kaya Scodelario) e il risoluto Henry Turner (Brenton Thwaites), giovane marinaio della Royal Navy. Al timone di una nave piccola e malandata, Jack si prepara ad affrontare l'oceano, rassegnato alla sorte avversa e allo scontro con i nemici passati che proprio non ne vogliono sapere di morire definitivamente. Ritroviamo anche Hector Barbossa (Geoffrey Rush), come sempre indeciso se spalleggiare il suo vecchio capitano o venderlo al miglior offerente. DATA USCITA: 24 maggio 2017
CRITICA DI PIRATI DEI CARAIBI: LA VENDETTA DI SALAZAR: Giunta al quinto giro, la saga dei Pirati dei Caraibi, con nuovi registi, un nuovo sceneggiatore e lo stesso buon vecchio Johnny Depp, prova a riconnettersi alla trilogia che aveva reso questa serie una delle più remunerative di Hollywood, confrontandosi con un quarto capitolo che non aveva messo d'accordo tutti. L'operazione riesce in parte, recuperando la coreografia visionaria e barocca di Gore Verbinski, con un bel ritmo, ma mostrando ancora una certa difficoltà nel trovare una voce davvero nuova e originale che possa giustificare il prosieguo in un sesto episodio e oltre. (Domenico Misciagna) CURIOSITÀ SU PIRATI DEI CARAIBI: LA VENDETTA DI SALAZAR: Pirati dei Caraibi 5 - La vendetta di Salazar segue i quattro film campioni di incasso della serie Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima luna (2003), La maledizione del forziere fantasma (2005) e Ai confini del mondo (2007), Oltre i confini del mare (2011).
Post n°13887 pubblicato il 13 Giugno 2017 da Ladridicinema
Box Office Italia
Post n°13886 pubblicato il 09 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news Direzione Arabia Saudita Oggi sappiamo che quegli ordigni si dirigono verso l’Arabia Saudita, alleato di ferro degli Usa suo grande fornitore di armamenti. L’analista dell’Osservatorio Opal di Brescia, Giorgio Beretta, ha svolto accurate indagini che permettono la ricostruzione meticolosa del tragitto del carico bellico dalla Sardegna verso l’Arabia Saudita con tanto di ritrovamento dei reperti nel teatro di guerra dello Yemen dove si contano milioni di profughi e migliaia di vittime civili con azioni di bombardamento che non risparmiano scuole e ospedali. Nel piccolo e povero Paese del Golfo persico divampa ora l’emergenza sanitaria dell’epidemia di colera. Numerosi cittadini appartenenti a diverse associazioni hanno deciso di presentare esposti alla magistratura per violazione della legge 185/90 che vieta la vendita e il transito di armi verso Paesi in guerra. Secondo ultime notizie il fascicolo relativo a queste notizie di reato è arrivato per competenza alla Procura di Roma. Rapporto Onu e risoluzione Parlamento europeo Secondo il “Rapporto finale del gruppo di esperti sullo Yemen” rilasciato il 27 gennaio 2017 al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, «Il conflitto ha visto diffuse violazioni del diritto umanitario internazionale da tutte le parti in conflitto. Il gruppo di esperti ha condotto indagini dettagliate su questi fatti ed ha motivi sufficienti per affermare che la coalizione guidata dall’Arabia Saudita non ha rispettato il diritto umanitario internazionale in almeno 10 attacchi aerei che diretti su abitazioni, mercati, fabbriche e su un ospedale». Il 25 marzo 2017 con un articolato e approfondito comunicato stampa congiunto, sei diverse espressioni della società civile (Amnesty International, Oxfam, Movimento dei Focolari, Fondazione Banca Etica, Opal Brescia, Rete Italiana per il Disarmo) con il sostegno del missionario Comboniano Alex Zanotelli hanno fatto sapere di aver scritto una lettera ufficiale al Ministro degli Esteri Angelino Alfano chiedendo lo stop all’invio dall’Italia di armi destinate al conflitto yemenita. Il 9 maggio 2017 la Fondazione Finanza etica è intervenuta in Germania all’assemblea degli azionisti della società Rheinmetall per chiedere perché si sono esportate dall’Italia carichi di «bombe in Arabia Saudita sapendo che il Paese è coinvolto in una guerra che non ha alcuna legittimazione dal punto di vista del diritto internazionale» citando le migliaia di vittime tra i civili, milioni di profughi e ravvisando crimini di guerra con bombardamenti e raid aerei su ospedali, scuole, fabbriche e campi profughi». Mauro Meggiolaro, intervenuto nell’assemblea per conto di Fondazione Etica, ha riportato la risposta degli amministratori della Rheinmetall che hanno rimandato al fatto che «il Governo italiano ha dato il suo assenso per far partire le armi fabbricate dal marchio tedesco verso l’Arabia Saudita, questo per l’azienda è sufficiente, nel rispetto delle leggi». E poi, riporta ancora Meggiolaro, «è stata la stessa Arabia Saudita a chiedere la partenza delle armi dall’Italia dove la Rheinmetall investirà tra i 30 e i 40 milioni di euro per ampliare la fabbrica di Domusnovas in Sardegna». La coscienza dei parlamentari Il governo italiano, tramite Roberta Pinotti, ministro della Difesa, e Paolo Gentiloni, quando era ministro degli esteri, ha dichiarato, alla stampa e in risposta a interrogazioni parlamentari, di agire in linea con la legalità. Al termine convulso di questa legislatura è venuto il tempo di lanciare un appello nominale alla coscienza di ogni parlamentare, a prescindere dai timori per la riconferma della candidatura, perché si giunga a mettere fine a una contraddizione così eclatante della nostra Costituzione che viene scaricata sulle spalle dei lavoratori della fabbrica di Domusnovas. A seconda delle fonti, l’organico produttivo oscilla tra 70 e 250 lavoratori, probabilmente in ragione dell’indotto, del lavoro di aziende terze e altre forme di flessibilità. Esiste già una Risoluzione del Parlamento europeo del 25 febbraio 2016 sulla situazione umanitaria nello Yemen (2016/2515(RSP)) che ha invitato, senza successo finora, ad avviare «un’iniziativa finalizzata all’imposizione da parte dell’UE di un embargo sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita». Perché i parlamentari italiani non seguono l’esempio di quelli europei? Come mai un fatto così devastante non riesce ad entrare nel dibattito all’interno dei partiti e movimenti politici fino ad entrare nell’agenda politica parlamentare come un urgenza da affrontare? È evidente che le bombe di Domusnovas possono agire da detonatore di equilibri in realtà molto fragili. Mettono in mostra un fatto che non riguarda solo il Sulcis iglesiente. Il boom del fatturato di Finmeccanica – Leonardo si spiega, infatti, con la commessa dei caccia bombardieri al Kuwait, altro Paese coinvolto nella guerra yemenita. Segno di riscatto e conversione economica Domusnovas può essere un segnale di redenzione e cambiamento radicale per tutto il nostro Paese a cominciare dalla rinascita di un territorio cha sta subendo duramente le conseguenze della crisi economica. Bisogna partire,infatti,dal senso di dignità e di fierezza presente sul territorio sardo che poteva anche accettare in completo silenzio questa ennesima manifestazione della “banalità del male” e, invece, ha visto esporsi pubblicamente associazioni e persone responsabili che hanno non solo protestato ma avviato un comitato intenzionato a generare un processo serio ed esigente di riconversione economica. Restare silenziosi o indifferenti a livello nazionale, vuol dire lasciare interi territori da soli davanti al ricatto tra il poco lavoro assicurato dalle armi e il concorso al macello industriale della guerra. Esiste una diversa e possibile politica economica e industriale, un altro modo di stare al mondo. Al mondo dell’informazione si chiede di non concorrere al silenzio o allo scandalo fine a se stesso che non muove e impegna la coscienza. Chiediamo pertanto di concorrere assieme per fare appello ad ogni parlamentare perché si impegni a fermare l’invio di armi dal nostro Paese verso l’Arabia Saudita seguendo l’esempio dei parlamentari europei. Un segno forte di riscatto della propria dignità e di quello del Paese intero. Alle 11.30 del 21 giugno 2017 questo appello diretto ad ogni singolo parlamentare sarà formulato con una conferenza stampa presso la sala Stampa della Camera dei deputati da parte del comitato per la riconversione di Iglesias assieme ad diverse associazioni e reti nazionali. Ad Articolo 21 e agli organi di informazione disponibili e attenti si chiede di poter condividere questo impegno di riscatto civile della nostra comune umanità. *Carlo Cefaloni, redattore e giornalista di Città Nuova
Post n°13885 pubblicato il 09 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news
di Giorgio Bongiovanni
Post n°13884 pubblicato il 09 Giugno 2017 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news I giornalisti di RT sono riusciti a smascherare uno delle bufale peggiori della guerra in Siria: la storia del bambino definito “il simbolo della sofferenza di Aleppo” ha dichiarato la caporedattrice del canale televisivo Margarita Simonyan. "La prossima volta porteremo con noi Christiane Amanpour e chiunque lo desideri. Solo se tutti avranno il coraggio di parlare con il bambino, Omran, e la sua famiglia" ha detto la Simonyan. Ieri il padre di Omran Daqneesh ha detto a RT che i "Caschi Bianchi" hanno fotografato lungo il figlio prima ancora di fornirgli il primo soccorso. Ha dichiarato che la gravità delle ferite di suo figlio sono state enormemente esagerate, e che la foto è stata utilizzata a fini di lucro. La foto ritraente Omran, salvato dalle macerie dai membri dei "Caschi Bianchi", è apparsa sui media nell'estate del 2016. I media occidentali hanno accusato la Russia di aver condotto un raid aereo sulla casa dove viveva la famiglia del bambino ad Aleppo. Il Ministero della difesa a sua volta ha annunciato della presenza di tracce di attacchi con mine e bombole a gas, ordigni usati tipicamente dai terroristi. Il Ministero ha dichiarato che nel video i medici non hanno nessuna fretta di curare il bambino, ma cercano attentamente di tenerlo sotto l'obiettivo della telecamera. Il capo corrispondente internazionale della CNN Christiane Amanpour durante l'intervista col il Ministro degli affari esteri Sergey Lavrov ha mostrato la foto del bambino dicendo "Questo è un crimine contro l'umanità". Più tardi il rappresentante ufficiale del Ministero degli esteri Maria Zakharova ha proposto a Christiane Amanpour di recarsi in Siria e fare una vera intervista con Omran "e non una finta, come alla CNN sanno fare". "I Caschi Bianchi" sono stati più volte accusati di aver registrato video nei quali applicano il trucco alle "vittime", dettano le "battute" e effettuano "operazioni di salvataggio" su un bambino morto.
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
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il 15/10/2020 alle 16:34
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il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45